Ritiro in 4 mesi per le truppe USA in Siria

Cominciano a definirsi i contorni dell’annunciato ritiro delle truppe statunitensi schierate in Siria Orientale. Il presidente americano, Donald Trump, ha acconsentito oggi a prevedere quattro mesi di tempo per il ripiegamento dalla Siria dei 2mila militari dislocati al fianco delle milizie curde e arabe delle Forze Democratiche Siriane tra Raqqa. Manbji, l’area di Deir Ezzor e Hasaka. Da quest’ultima città, nel nord est siriano, pare che sia già iniziato il ritiro statunitense.

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Funzionari dell’Amministrazione USA citati dal New York Times, hanno definito le tappe del ritiro che si svilupperebbe quindi in tempi più lunghi rispetto ai 30 giorni previsti da Trump.

Il Presidente ha confermato su Twitter che le truppe saranno ritirate “lentamente”, ma ha lamentato le dure critiche ricevute dopo l’annuncio del ripiegamento, incluse quelle del generale in pensione Stanley McChrystal (che si dimise da comandante delle truppe Usa e Nato in Afghanistan dopo aver duramente criticato l’Amministrazione Obama) e dell’ormai ex capo di gabinetto della Casa Bianca, John Kelly.

“Se chiunque altro al posto di Donald Trump avesse fatto quello che ho fatto in Siria, che era un caos popolato dall’ Isis quando sono diventato presidente, sarebbe diventato un eroe nazionale”, ha scritto ieri il presidente ribadendo che l’Isis è “quasi scomparso, stiamo lentamente facendo tornare a casa le truppe dalle loro famiglie, e nello stesso tempo stiamo combattendo i resti dell’Isis”.

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Il governo siriano, dopo aver inviato truppe a Manbji per scongiurare un attacco turco alle forze curde, ha autorizzato il governo iracheno a condurre raids aerei contro l’Isis in territorio siriano come quello che ha visto ieri i cacciabombardieri F-16 di Baghdad colpire i miliziani del Califfati nel sud siriano.

Nel 2018 sono stati almeno 20mila i morti nel conflitto in Siria, tra i quali 6.500 civili. Il numero di vittime, il dato più basso dall’ inizio della guerra nel 2011. Il dato, riferito dall’ Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), ong di opposizione basata in Gran Bretagna, certifica la vittoria di Bashar Assad e dei suoi alleati.

Le vittime degli scontri armati sono diminuite in gran parte del paese da quando le forze governative hanno sconfitto i ribelli intorno alla capitale e nel sud tornando a controllare oltre il 60% del territorio. Nel 2017 i morti contati dall’Ondus erano stati di oltre 33.400, tra cui 10mila civili. Alcune stime valutano i n mezzo milione le vittime complessive del conflitto.

Foto Casa Bianca e SANA

 

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