L’Operazione navale Ue Irini parte a rilento

(aggiornato alle ore 13)

Dal 4 maggio la missione dell’Unione Europea Eunavformed Irini ha iniziato le proprie attività in mare nell’area di operazione con un’unità navale francese (la fregata da difesa aerea Jean Bart) e un aereo da pattugliamento marittimo messo a disposizione dal Lussemburgo.

Con la chiusura della Force Generation Conference lo scorso 28 aprile, l’Operazione IRINI ha potuto iniziare le attività in mare con i primi mezzi messi subito a disposizione. A questi si uniranno, a breve, gli altri assetti resi disponibili dagli Stati Membri” ha dichiarato l’Ammiraglio Fabio Agostini (nella foto sotto) comandante dell’Operazione dell’Unione europea che esercita le sue funzioni dal quartiere generale situato a Roma nella sede del Centro Operativo Interforze di Centocelle.

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Un avvio in sordina per la missione a comando italiano che avrebbe dovuto diventare operativa a inizio aprile ma ha subito un lunghissimo processo di “generazione della forza” cioè di assegnazione di navi ed aerei da parte dei partner Ue.

Un processo che non è peraltro ancora terminato tenuto conto che Italia e Grecia non hanno ancora assegnato proprie unità navali all’operazione Irini e a Roma si attende la definizione del “Decreto missioni” prevista per fine maggio.

La Francia ha reso disponibile una nave ma parteciperà all’operazione Ue a singhiozzo, cioè assegnando unità navali per brevi periodi.

La Jean Bart verrà ritirata a fine maggio quando all’operazione verranno assegnate le navi greca e italiana. Non è ancora chiaro quale unità della Marina Militare verrà mobilitata per l’Operazione Irini ma tra il materiale multimediale diffuso ieri dall’ufficio stampa dell’operazione c’erano anche alcune foto e un video dell’LPD San Giorgio.

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Sono attesi a breve anche un velivolo da pattugliamento marittimo polacco e uno tedesco oltre a un team maltese per l’abbordaggio di unità mercantili anche se la presenza di quest’ultima componente viene rimessa in queste ore in discussione dal governo di La Valletta che minaccia di congelare i finanziamenti alla missione navale europea affermando che la sua posizione non cambierà fino a quando la crisi migratoria non sarà affrontata.

Lo riporta oggi  il Times of Malta a cui fonti governative hanno riferito che nelle prossime ore Bruxelles verrà informata che Malta non impegnerà alcun assetto militare nell’Operazione Irini.

La Germania invierà una nave ma probabilmente solo in estate: il 7 maggio il parlamento ha approvato il mandato che prevede l’invio fino a 300 militari tra equipaggi di una nave e di un velivolo da pattugliamento e personale di staff presso il comando di Centocelle.

Il Comando in mare (Force Commander) sarà assegnato ogni sei mesi, alternativamente, all’Italia e alla Grecia e la rotazione del Force Commander avverrà assieme alla rotazione della nave ammiraglia. L’approccio nettamente ostile alla Turchia sostenuto da Atene, sembra essere uno dei fattori che stanno limitando le adesioni di molti partner Ue alla missione navale.

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Molte le incognite politiche e militari: Germania e altri paesi Ue non hanno interesse ad aumentare le tensioni con Ankara e resta da chiarire con quali strumenti la flotta Ue fermerà i mercantili carichi di armi destinate a Tripoli scortati da navi da guerra della Marina Turca.

Questi i Paesi che metteranno inizialmente a disposizione assetti operativi per l’Operazione: Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta e Polonia.

Il personale che verrà impiegato all’interno dello staff della missione proviene dai seguenti Paesi: Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Svezia, Ungheria.

Per quanto riguarda i supporti all’Operazione Irini, verrà coinvolto lo European Satellite Center (SatCen), organismo che sostiene il processo decisionale e le azioni dell’Unione Europea nel campo della Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC), in particolare la Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC), comprese le missioni e le operazioni di gestione delle crisi dell’Unione Europea.

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Il SatCen fornisce immagini satellitari, immagini aeree, e servizi correlati per la raccolta delle informazioni d’intelligence. SatCen è un’agenzia decentralizzata dell’UE che opera sotto la supervisione del Comitato Politico e di Sicurezza e della direzione operativa dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.

E’ previsto che anche altri assetti speciali necessari ad assolvere i compiti della missione quali sommergibili, UAV e aerei AEW, saranno resi disponibili in maniera non continuativa da parte degli Stati membri.

Di fatto quindi la flotta dell’Operazione Irini oggi è composta dalla sola Jean Bart (nella foto sotto), che in giugno lascerà il campo a due unità che in estate saliranno probabilmente a tre: forze non proprio abbondanti considerando i compiti assegnati.

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Quello principale è far rispettare l’embargo di armi verso la Libia previsto dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU operando al largo delle coste della Cirenaica e del Golfo della Sirte per non attrarre con le sue navi flussi migratori illegali dalle coste libiche.

“L’Operazione avrà anche i compiti secondari di monitorare il traffico illegale di petrolio dalla Libia, contribuendo a smantellare il traffico di uomini e le attività di contrabbando (attraverso il controllo aereo) e darà assistenza alla formazione della Guardia Costiera e Marina libica” si legge nel comunicato con cui è stata annunciata ieri l’operatività di Irini.

“Un’effettiva applicazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite sulla Libia contribuirà a raggiungere un cessate il fuoco duraturo e a promuovere un accordo politico – ha detto l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. “L’Operazione Irini è quindi un importante contributo al raggiungimento di questo obiettivo. Dimostra l’impegno dell’UE a favore della pace in Libia, anche nei momenti in cui gli Stati membri combattono la pandemia da coronavirus.

A questo proposito il comunicato dell’Operazione Irini evidenzia che “particolare attenzione è stata posta al tema del Coronavirus. Il Comandante Operativo ha diramato delle linee guida ai Paesi partecipanti, per ridurre il rischio di contagio negli assetti messi a disposizione che dovranno essere comunque dichiarati “COVID-FREE” dallo Stato di bandiera prima di poter essere inseriti nell’operazione”.

Libya's UN-backed Prime Minister-designate, Fayez al-Sarraj, flanked by members of the presidential council, speaks during a press conference on March 30, 2016 in the capital Tripoli. Fayez al-Sarraj arrived in Tripoli following months of mounting international pressure for the country's warring sides to allow him to start work. / AFP PHOTO / STRINGER

L’operazione navale della Ue è considerata illegittima dalla Turchia che supporta il governo di Tripoli (GNA) e ininfluente dal generale Khalifa Haftar comandante dell’esercito nazionale libico (LNA) che riceve gli aiuti militari per lo più per via aerea e attraverso il confine terrestre egiziano.

Non a caso ieri il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Serraj (nella foto a lato) ha duramente criticato la missione in un’intervista al Corriere della Sera in cui ha ribadito che Irini va a vantaggio del suo rivale, il maresciallo della Cirenaica, Khalifa Haftar.

“La sua area di operazioni è il Mar Mediterraneo. Mai ai nostri nemici le armi e munizioni arrivano principalmente via aria e terra. Questa è in breve la nostra obiezione: i nostri porti saranno controllati, le nostre truppe penalizzate, mentre gli scali di Haftar saranno liberi di ricevere ogni aiuto e le sue milizie di utilizzare qualsiasi tipo di rinforzo militare”, ha spiegato il premier libico del governo riconosciuto dall’ONU.

Come abbiamo più volte evidenziato su Analisi Difesa, considerando anche gli importanti sviluppi bellici in atto in Libia da alcune settimane è improbabile che Irini possa realmente influire sull’afflusso di armi e mezzi ai due contendenti.

@GianandreaGaian

Foto: Operazione Irini, AFP e Marine Nationale

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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