I Tornado italiani tornano a operare sull’Iraq

di Cap Giulio Finotti, IT NCC / TFA Kuwait

Tornati il 12 agosto scorso sulla base di Ali Al Jaber in Kuwait, in sostituzione degli Eurofigther italiani del Task Group Typhoon, nell’ambito dell’Operazione Inherent Resolve, i Tornado del Task Group Devil della Task Force Air Kuwait, hanno raggiunto e superato qualche giorno fa il primo importante traguardo delle 500 ore di volo operativo, nei primi 100 giorni di missione.

La componente del Task Group Devil, ritornata in Kuwait dopo poco più di cinque anni, vede tra le proprie fila personale proveniente dal 6° Stormo di Ghedi (BS), al quale si aggiunge il supporto di colleghi di altri Stormi ed Enti anche interforze.

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Nonostante le peculiari condizioni climatiche, in alcuni casi, durante i mesi estivi con temperature superiori ai 50°C, gli aerei hanno effettuato un cospicuo numero di missioni per circa 1400 punti di interesse coperti.

Tornado sono impiegati in missioni di ricognizione e sorveglianza aerea – in gergo tecnico Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) – per assicurare alla Coalizione il contributo richiesto in termini di monitoraggio e controllo dall’alto del Teatro di operazioni, fondamentale per ottenere l’Information Superiority che ha un ruolo cruciale in tutte operazioni militari.

Le forze dei vari Paesi, che hanno espresso l’intendimento di aderire alla Coalizione, stanno operando ai sensi dell’Art. 51 della Carta dell’ONU, nonché delle Risoluzioni n. 2170 del 15 agosto 2014 e n. 2178 del 27 settembre 2014, sulla base della richiesta di soccorso presentata il 20 settembre 2014 dal rappresentante permanente dell’Iraq presso l’ONU al Presidente del Consiglio di Sicurezza.

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Dopo la caduta fisica dello stato islamico, avvenuta nel marzo 2018, la minaccia è costituita principalmente dalle cellule del Daesh che cercano di riemergere.

I POI sono preliminarmente studiati e analizzati dagli analisti che collaborano alla pianificazione della missione per individuare la traiettoria di volo ottimale necessaria al POD da ricognizione Reccelite II, un vero e proprio occhio elettronico inserito sotto il velivolo, per acquisire le immagini più adatte e con la migliore qualità possibile.

Il Reccelite II è un eccellente POD elettro-ottico da ricognizione di ultima generazione che consente una accurata raccolta di immagini da media ed alta quota, sia di giorno sia di notte.

I dati raccolti dai velivoli sono analizzati, interpretati, arricchiti e valorizzati grazie al sapiente operato del personale della Cellula Italian Integrated Multisensor Exploitation I2MEC, elemento integrante dell’Italian National Contingent Command Air.

Trasformati quindi in “prodotti informativi” di varia tipologia sono distribuiti alla stessa “Coalition of the Willing” che diede il via all’operazione Inherent Resolve contro i terroristi del Daesh operanti in Iraq e Siria.

Fonte: Aeronautica Militare

 

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