Pakistan: giallo sul cambio al vertice dei servizi segreti militari (ISI)

 

 

di Marco Crabu – OFCS Report

 

È notizia di questi giorni che l’ufficio del Primo Ministro del Pakistan ha diramato la formale approvazione al cambio della guardia a capo dell’ISI, l’Inter-Service Intelligence (nella foto sopra il quartier generale a Islamabad), il potentissimo dipartimento dei servizi segreti militari del Paese asiatico.

Il Primo Ministro Imran Khan alla fine ha firmato e l’incarico del nuovo numero uno dell’ISI è stato notificato al COAS (Chief of Army Staff), guidato dal temuto Generale Qamar Javed Bajwae, e ai diretti interessati.

Nell’iter del processo di selezione un elenco di alti ufficiali è stato inviato al ministero della Difesa e il Primo Ministro ha voluto intervistare tutti i candidati personalmente. Si è poi tenuto l’ultimo giro di consultazioni tra Imran Khan e il Generale Qamar Javed Bajwae.

Dunque a partire dal 20 novembre 2021, il Ten. Gen. Nadeem Ahmed Anjum (nella foto sotto) sarà il nuovo Direttore Generale dell’ISI, il posto più ambito all’interno della gerarchia militare dopo il capo dell’esercito. Il DG uscente, il Ten. Gen. Faiz Hameed, assumerà invece il comando dell’XI Corpo, noto anche come Corpo di Peshawar.

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Contestualmente il Ten. Gen. Muhammad Saeed è stato individuato quale Comandante del V Corpo a Karachi, mentre il Ten. Gen. Muhammad Aamer è stato nominato comandante del XXX Corpo di Gujranwala.

Nel frattempo cambiano anche una serie di altre posizioni intermedie: il Ten. Gen. Syed Asim Munir a capo del QMG, il Ten. Gen. Nauman Mahmood presidente del NDU e il Ten. Gen. Muhammad Asim Malik aiutante generale dell’esercito pakistano.

Si chiude dunque la scomoda questione delle nuove nomine della gerarchia militare pakistana che stava per creare (forse) un “incidente diplomatico” secondo i media ed i più informati tra gli addetti ai lavori.

Sì, perché in Pakistan il delicato equilibrio tra la componente militare e quella civile, nel tempo ha sempre vissuto dei momenti molto particolari.

Tutto ha inizio quando i primi giorni di ottobre, il COAS ha reso pubbliche con un comunicato le nuove nomine e, come è tradizione nella società militare pakistana, ci si aspettava che la notifica dell’ufficio del Primo Ministro Imran Khan arrivasse quasi simultaneamente.

Ma non è stato così. E mentre i giorni passavano senza che le nomine venissero ratificate, cominciava ad insinuarsi il dubbio che i progetti voluti dalle alte gerarchie militari non fossero esattamente gli stessi desiderati invece dalla componente politica civile.

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A buttare acqua (o benzina?) sul fuoco ci pensava poi il Ministro dell’Informazione, Fawad Chaudhry, che in una sua apparizione recente, dopo la riunione del gabinetto federale pakistano, ci teneva a precisare che il Primo Ministro Imran khan e il capo di Stato Maggiore dell’esercito, Generale Qamar Javed Bajwae, si stavano accordando sulle nomine secondo le previsioni della legge e della Costituzione, ovvero sottolineando che sarebbe stato il Primo Ministro a decidere sul numero uno dell’Inter-Service Intelligence, quale sua esclusiva prerogativa.

Del resto non è mai stato un mistero in Pakistan il rapporto di fiducia che legherebbe Imran Khan e il DG uscente dell’ISI, Faiz Hameed.

Infatti le indiscrezioni affermano che sarebbe stato auspicabile per il Primo Ministro che Faiz Hameed venisse confermato a capo dei servizi segreti, perlomeno fintanto che la situazione in Afghanistan non si fosse normalizzata.

Alla fine però Imran Khan non l’ha spuntata sul potente COAS. E da qui si rincorrono tutta una serie di speculazioni che corollerebbero la versione ufficiale fornita dalle Istituzioni e il “teatrino” che si era venuto a creare.

Spunta dunque la teoria, per cui il Ten. Gen. Faiz Hameed non fosse ben visto né dalla Cina, né dagli Stati Uniti, né tantomeno pare goda di una buona reputazione tra gli ambienti militari.

Si dice che la Cina si fosse messa di traverso ed avesse richiesto esplicitamente la rimozione di Faiz Hameed da capo dell’Inter-Service Intelligence. Le motivazioni sarebbero collegate al fatto che non sarebbe stato in grado, quale capo dell’ISI, di fronteggiare gli attacchi armati contro i lavoratori cinesi impiegati nel CPEC, il progetto bilaterale Cina-Pakistan.

Tale progetto è volto alla creazione e aggiornamento di tutte le infrastrutture civili richieste da Islamabad per rafforzare la sua economia, attraverso la costruzione di moderne reti di trasporto, lo sviluppo di numerosi progetti energetici e la creazione di zone economiche speciali. Queste ultime, attraverso politiche finanziarie mirate, hanno l’obiettivo di aumentare la bilancia commerciale pakistana, garantire l’occupazione, modernizzare l’amministrazione pubblica e aumentare gli investimenti, incoraggiando le imprese a stabilirsi nel Paese.

Si dice anche che, proprio le relazioni sempre più strette che si erano venute a creare tra l’ISI e i Talebani, ed il ruolo assunto da Faiz Hameed nel sostenerli pubblicamente – in particolare gli Haqqani – mentre si stavano riappropriando del potere in Afghanistan, avevano fatto infuriare Washington, e in diversi, tra le alte sfere militari in Pakistan, temevano per questo le possibili ritorsioni americane con eventuali sanzioni internazionali.

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