Roma, Londra e Tokyo annunciano il Global Combat Air Programme

 

 

(aggiornato alle ore 13,30)

Con una dichiarazione congiunta resa nota nelle prime ore del 9 dicembre i premier Giorgia Meloni, Rishi Sunak e Fumio Kishida, è stato varato ufficialmente il programma Global Combat Air Programme (GCAP), definito “uno sforzo ambizioso per sviluppare un aereo da caccia di nuova generazione entro il 2035”.

Dell’annuncio si parlava da giorni ma solo la notte scorsa è stato annunciato ufficialmente il programma che vedrà riunire gli sforzi compiuti finora dai paesi firmatari per lo sviluppo del velivolo da combattimento di sesta generazione Tempest e del nipponico F-X, che costituiranno la base per lo sviluppo congiunto del GCAP.

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“In qualità di leader di Italia, Giappone e Regno Unito, ci impegniamo a sostenere l’ordine internazionale basato su regole, libero e aperto, che è più importante che mai in un momento in cui questi principi sono contestati e le minacce e le aggressioni sono in aumento”, si legge nella dichiarazione congiunta.

“Poiché la difesa della nostra democrazia, economia e sicurezza e la protezione della stabilità regionale sono sempre più importanti, abbiamo bisogno di forti partenariati per la difesa e la sicurezza, sostenuti e rafforzati da una credibile capacità deterrente. Le nostre tre nazioni intrattengono rapporti stretti e di lunga data basati sui valori condivisi di libertà, democrazia, diritti umani e stato di diritto”.

In questo contesto, un passo successivo viene svolto, approfondendo il partenariato trilaterale. “Attraverso il GCAP, svilupperemo i nostri rapporti di difesa di lunga data. Il GCAP accelererà la nostra capacità militare avanzata e il nostro vantaggio tecnologico. Approfondirà la nostra cooperazione nel settore della Difesa, la collaborazione scientifica e tecnologica, le catene di approvvigionamento integrate e rafforzerà ulteriormente la nostra base industriale della Difesa”.

“Questo programma offrirà vantaggi economici e industriali più ampi, sostenendo posti di lavoro e mezzi di sussistenza in Italia, Giappone e Regno Unito. Attirerà investimenti nella ricerca e nello sviluppo della progettazione digitale e dei processi di produzione avanzati. Fornirà opportunità per la nostra prossima generazione di ingegneri e tecnici altamente qualificati. Lavorando insieme in uno spirito di partnership paritaria, condividiamo i costi ei benefici di questo investimento nelle nostre persone e tecnologie. È importante sottolineare che il programma sosterrà la capacità sovrana di tutti e tre i paesi di progettare, fornire e aggiornare capacità aeree da combattimento all’avanguardia, anche in futuro”.

Il testo include un’importante affermazione sull’interoperabilità del programma con gli Stato Uniti, la NATO e i partner in Europa e nell’Indo-Pacifico.

“Questo programma è stato ideato avendo al centro i nostri alleati e partner. La futura interoperabilità con gli Stati Uniti, con la NATO e con i nostri partner in Europa, nell’Indo-Pacifico e nel mondo si riflette nel nome che abbiamo scelto per il nostro programma. Questo concetto sarà al centro del suo sviluppo. Condividiamo l’ambizione che questo velivolo sia il fulcro di un più ampio sistema aereo da combattimento che funzionerà su più domini.”

La dichiarazione congiunta firmata dai tre premier si conclude con un auspicio.

“La nostra speranza è che il Global Combat Air Programme, e attraverso di esso la nostra partnership di capacità, sia una pietra angolare della sicurezza globale, della stabilità e della prosperità nei prossimi decenni”.

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Il varo del GCAP è stato approfondito prima dell’alba di oggi da un comunicato del ministero della Difesa britannico e da un comunicato del “Team Tempest” guidato da Bae Systems, che raccoglie le dichiarazioni del premier Sunak e dei vertici delle industrie coinvolte nel Team Tempest (Bae Systems, Leonardo Rolls Royce e MBDA.

Nel comunicato viene specificato che “l’industria del Regno Unito svolgerà un ruolo chiave nel nuovo programma globale di combattimento aereo, offrendo la fase successiva dello sviluppo di aerei da combattimento. I partner del settore sovrano del Regno Unito, sotto il Team Tempest, sosterranno il significativo sforzo annunciato oggi dai governi del Regno Unito, del Giappone e dell’Italia, che vedrà le tre nazioni costruire un programma veramente internazionale, con l’ambizione condivisa di sviluppare un caccia di nuova generazione aerei nell’ambito del nuovo Global Combat Air Programme (GCAP).

L’annuncio congiunto evidenzia gli stretti legami governativi, militari e industriali tra le nazioni e rafforza l’impegno internazionale del Regno Unito per il futuro combattimento aereo. Il programma si baserà sui sostanziali progressi già compiuti nel Regno Unito da BAE Systems, Leonardo UK, MBDA UK, Rolls-Royce e dal Ministero della Difesa del Regno Unito, che lavorano in collaborazione dal 2018 come Team Tempest per ricercare, valutare e sviluppare un serie di future capacità di sistemi aerei da combattimento di nuova generazione”.

Il comunicato ricorda che “un rapporto pubblicato lo scorso anno dagli analisti di PricewaterhouseCoopers (PwC) ha concluso che se il Regno Unito dovesse assumere un ruolo centrale in un programma di jet da combattimento di nuova generazione, potrebbe aspettarsi di occupare 21.000 posti di lavoro all’anno fino al 2050.

Nel Regno Unito, circa 2.500 persone stanno già lavorando al programma come parte del Team Tempest e del settore in generale. Oltre ai partner del Team Tempest, più di 580 organizzazioni sono già sotto contratto in tutto il Regno Unito, comprese 91 PMI e 26 istituzioni accademiche”.

La nota del Team Tempest ha evidenziato inoltre i “partner del settore del Regno Unito hanno già generato solide relazioni di lavoro con le loro controparti in Italia e Giappone, che progrediranno nel nuovo sviluppo congiunto. Questi includono IHI Corporation, Mitsubishi Electric e Mitsubishi Heavy Industries in Giappone, e Avio Aero, Elettronica e Leonardo in Italia”.

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A Roma il comunicato che riprende la dichiarazione congiunta ma non contiene dichiarazioni del presidente Giorgia Meloni è apparso questa mattina sul sito della Presidenza del Consiglio.

Alle 7 Leonardo ha diffuso il comunicato che riportiamo qui sotto.

Leonardo è partner strategico del programma GCAP – Global Combat Air Programme – volto alla realizzazione di un sistema di sistemi di nuova generazione per operazioni multi-dominio, che sarà operativo dal 2035. Il programma, che vede coinvolti Italia, UK e Giappone, rappresenta una sfida finalizzata a tutelare e rafforzare la sovranità tecnologica e industriale nazionale assicurando prosperità, salvaguardia delle competenze distintive, ritorno occupazionale e competitività del comparto Aerospazio, Difesa e Sicurezza sui mercati internazionali.

Il GCAP coinvolgerà tutta la filiera italiana a partire dalle Università e dai centri di ricerca fino alle PMI e le industrie leader nazionali coinvolte. In particolare, Italia, UK e Giappone – attraverso le rispettive industrie nazionali, Leonardo, BAE Systems e Mitsubishi Heavy Industries -, collaboreranno allo sviluppo delle tecnologie per la piattaforma aerea di sesta generazione, in ottica sistema di sistemi.

La compagine italiana oltre a Leonardo – presente nel programma già dal 2018 con Leonardo UK – vedrà coinvolti Avio Aero, Elettronica e MBDA Italia insieme all’intero ecosistema innovativo e produttivo del Paese.

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“La decisione dei governi di rafforzare la collaborazione con un programma così strategico come il Global Combat Air Programme – sottolinea Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo – è la testimonianza di un modello di cooperazione tra i tre Paesi efficace e promettente. Siamo di fronte a uno dei programmi più sfidanti e avveniristici per l’industria dell’aerospazio e difesa che garantirà l’autonomia tecnologica dei Paesi coinvolti e fornirà alle Forze Armate prestazioni e capacità operative senza precedenti. Il Global Combat Air Programme agirà anche da volano di sviluppo per l’industria nazionale nei decenni a venire, a beneficio delle future generazioni. Grazie alla nostra forte presenza nel Regno Unito, Leonardo rappresenta nel programma due delle nazioni partner, ovvero l’Italia e il Regno Unito”.

“Le nostre industrie – aggiunge Lucio Valerio Cioffi, Direttore Generale di Leonardo – grazie alle esperienze che matureranno nel programma – con autonomia tecnologica e libertà di modifica -, potranno consolidare la propria leadership in ottica di collaborazione nel contesto europeo e in quello internazionale. Il programma genererà benefici tecnologici, economici e sociali a lungo termine per i tre Paesi e, allo stesso tempo, crescita sostenibile e competitività per le industrie, non solo del comparto ma di tutto l’ecosistema dell’innovazione”.

Le grandi collaborazioni europee ed internazionali sono parte del DNA di Leonardo che è presente nei principali programmi del settore, tra cui l’Eurofighter Typhoon, l’F-35 o l’Eurodrone solo per citare i più recenti. 2 L’ambizione nazionale è quella di sviluppare un vero e proprio modello innovativo di collaborazione tra Difesa e industria che possa rappresentare un punto di riferimento per i programmi futuri. In una visione sistemica, le aree tecnologiche spaziano dall’aeronautica all’elettronica, dal cyber spazio alla gestione di potenza, facendo leva sull’intelligenza artificiale, sul big data analytics, sull’informatica quantistica, sul digital twin, sulla cyber sicurezza e sull’integrazione tra piattaforme, con o senza pilota.

Nella prima mattinata si registrano anche le valutazioni di MBDA ed Elettronica.

Lorenzo Mariani, Amministratore delegato di MBDA Italia ed Executive Sales and Business Development Director MBDA ha dichiarato: “MBDA ha accolto con grande soddisfazione l’accordo trilaterale tra Italia, UK e Giappone per il programma di collaborazione  Global Combat Air Programme,  relativo allo sviluppo di un sistema di sistemi di nuova generazione e operazioni multi-dominio.

Il programma ci traghetterà nel futuro della Difesa per offrire al mercato nuove prestazioni all’avanguardia e noi in MBDA siamo pronti ad affrontare questa sfida tecnologica con tutto il know-how e le competenze accresciute e rafforzate nel corso degli anni e grazie alla capacità di cooperare trans-nazionalmente. Questo ci consente di mettere a fattor comune il meglio di ognuna delle componenti della nostra azienda e delle altre aziende nazionali coinvolte nel programma”.

Enzo Benigni, Presidente e Ceo di Elettronica ha commentato: “Partendo da una rilevante esperienza collaborativa in qualità di co-design per l’electronic warfare dell’EFA Typhoon Fighter, Elettronica porterà nel progetto GCAP (GLOBAL COMBAT AIR PROGRAMME) una solida maturità ingegneristica e sistemistica, fondamentale in un contesto in cui la sfida dell’electronic warfare è molto complessa e strategica. Il programma GCAP è destinato a rivoluzionare le capacità tecnologiche delle industrie, il futuro della difesa elettronica in Europa e il modo in cui finora si è operato negli scenari operativi militari, dove saranno valorizzate le capacità di interoperabilità, la connettività di rete, la superiorità delle informazioni allo scopo di alimentare una profonda integrazione nell’ambito della piattaforma principale e tra varie piattaforme pilotate e non.

Di questi aspetti nello specifico si occuperà il dominio ISANKE & ICS (Integrated Sensing And Non Kinetic Effects & Integrated Communication System) di cui Elettronica sarà campione nazionale nell’EW, nell’ambito di una collaborazione internazionale che coinvolge Leonardo e Mitsubishi Electronic Company, con l’ambizione di generare e preservare una solida sovranità tecnologica”.

Per Riccardo Procacci, amminstratore delegato di Avio Aero, l’intesa di oggi “segna un passaggio fondamentale per il Global Combat Air Programme, una cooperazione internazionale strategica tra Italia, Giappone e Regno Unito per un caccia di prossima generazione.

Avio Aero lavora con il nostro Ministero della Difesa, con le altre industrie italiane e con i nostri partners nel Regno Unito ed in Giappone per sviluppare la più avanzata tecnologia per il futuro sistema di propulsione e potenza. Avio Aero ha una lunga tradizione di cooperazione internazionale e supporta questa iniziativa con un’attenzione senza compromessi e con la competenza, impegno e passione delle nostre persone; guardiamo con grande positività al rafforzamento della collaborazione con i nostri partner internazionali e con la nostra rete nazionale tecnologica e industriale”

 

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Una nota diffusa poco fa a Tokyo da Mitsubishi Heavy Industries (MHI) evidenzia il contributo tecnologico nipponico al GCAP ricordando le recenti attività per lo sviluppo del dimostratore tecnologico X-2 e il contratto col ministero della Difesa giapponese per il futuro aereo da combattimento F-X.

“A seguito dell’annuncio formale dello sviluppo congiunto da parte dei governi delle tre nazioni, il programma di sviluppo proseguirà ora contemporaneamente in Giappone, Regno Unito e Italia. MHI lavorerà a stretto contatto con le autorità governative e i partner aziendali di tutte e tre le nazioni per sviluppare il caccia di nuova generazione, unendo le nostre rispettive tecnologie all’avanguardia e competenza” si legge nel comunicato.

Vale la pena infine di sottolineare che l’accordo trilaterale GCAP ha avuto “l’approvazione ufficiale” anche degli Stati Uniti con una breve ma significativa nota congiunta del Pentagono e del Ministero della Difesa giapponese datata 8 dicembre, cioè il giorno prima che il programma anglo- italo-nipponico venisse reso noto.

 

 

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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