Nuovi aiuti militari a Kiev che rifiuta i Leopard 1A5 troppo usurati

 

Erano dei ferrivecchi troppo usurati e non impiegabili neppure dall’esercito ucraino che pure ha una “fame” insaziabile di mezzi corazzati per continuare ad alimentare la controffensiva che da quasi quattro mesi si trascina bruciando uomini, munizioni e mezzi senza risultati di rilievo.

Il 19 settembre l’Ucraina ha rifiutato la consegna di una tranche di dieci carri armati Leopard 1A5, secondo quanto riportato da Der Spiegel, a causa delle pessime condizioni dei tank, che avevano un notevole bisogno di riparazioni. Le condizioni dei mezzi corazzati sono state rilevate in Polonia, nella base aerea e logistica di Rzeszow, dove gli aiuti militari occidentali vengono consegnati alle forze ucraine.

In assenza di tecnici addestrati e pezzi di ricambio sufficienti, per Kiev non aveva senso spostare i carri armati dalla Polonia in Ucraina. Il ministero tedesco ha rapidamente inviato una squadra per ispezionare i Leopard rilevando che effettivamente i carri armati erano già stati fortemente usurati durante l’addestramento dei soldati ucraini in Germania e che dovevano essere riparati.

È emerso inoltre che dei 10 carri armati Leopard 1A5 consegnati all’Ucraina a luglio, diversi non sono pienamente utilizzabili a causa di problemi simili. Berlino ha annunciato sei mesi fa che avrebbe consegnato più di 100 Leopard 1A5 all’Ucraina: tank dismessi da molti anni dalla Bundeswehr e rimessi in condizioni operative in seguito ad ampi lavori.

Nell’area di addestramento militare di Klietz in Sassonia-Anhalt è iniziato l’addestramento dei soldati ucraini sui Leopard 1A5. Secondo il ministero della Difesa tedesco, a causa della disponibilità limitata di personale e di pezzi di ricambio potrebbero verificarsi dei ritardi, ha riferito ancora Der Spiegel, sottolineando che la questione rischia di mettere in imbarazzo il governo di Berlino, che ha sempre puntato sulla pianificazione e sul sostegno nelle riparazioni degli equipaggiamenti militari forniti all’Ucraina.

Peraltro lo stesso 19 settembre la Danimarca ha annunciato che trasferirà altri 45 carri armati a Kiev, come ha riferito il ministro della Difesa Troels Lund Poulsen, inclusi Leopard 1A5. Il governo danese acquisterà 30 carri armati di questo tipo e 15 carri armati T-72 per donarli a Kiev.

Lo stesso giorno il Regno Unito ha reso noto che fornirà “decine di migliaia” di proiettili di artiglieria in più all’Ucraina quest’anno. “Abbiamo dimostrato l’incrollabile impegno del Regno Unito nei confronti dell’Ucraina e stabilito un maggiore sostegno militare, inclusa la promessa di decine di migliaia di proiettili di artiglieria in più per consentire all’Ucraina di difendersi”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Grant Shapps, dopo la riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina (UDCG) in Germania. “Abbiamo anche stabilito come il Regno Unito andrà oltre nei prossimi mesi nelle nostre aree di supporto prioritario, tra cui la difesa aerea, le capacità di attacco a lungo raggio e l’addestramento”.

Il 20 settembre anche la Lettonia ha reso noto di prevedere di incrementare gli aiuti militari a Kiev.  Il ministro della Difesa lettone Andris Spruds ha detto che “la Lettonia invierà ulteriore supporto militare all’Ucraina coprendo le capacità più critiche: mortai, sistemi di difesa aerea e munizioni di grosso calibro”.

Il ministero della Difesa lettone ha dichiarato che oltre agli aiuti militari, Riga ha aderito alla Coalizione per la tecnologia dell’informazione dedicata a rafforzare le difese informatiche dell’Ucraina.

Al vertice di Ramstein gli Stati Uniti hanno reso noto che l’Ucraina riceverà “presto” i carri armati M1A1 Abrams, come ha riferito il Segretario alla Difesa, Lloyd Austin che incontrando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, il 21 settembre, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per un valore di 325 milioni di dollari che include proiettili d’artiglieria da 155 mm (anche cluster), munizioni per i lanciarazzi campali HIMARS, armi anticarro, per la difesa aerea e altri equipaggiamenti non meglio specificati.

Dopo le difficoltà incontrate negli Stati Uniti nell’ottenere garanzie per i futuri finanziamenti statunitensi all’Ucraina e dopo il rifiuto di Washington a fornire i missili balistici a corto raggio ATACMS, Zelensky deve fare i conti anche con la decisione polacca di sospendere l’invio di aiuti militari al termine delle consegne già pianificate.

Il 16 settembre il presidente ha annunciato che 86 importanti società del settore Difesa di 21 diverse nazioni hanno confermato la partecipazione al primo Forum delle industrie di difesa che si terrà a breve in Ucraina. Zelensky ha sottolineato che l’evento “aiuterà l’industria della difesa ucraina a integrarsi con quelle degli alleati della NATO e altri partner, rafforzerà la produzione e stabilirà nuove partnership hi-tech”.

Foto KMW e US DoD

 

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