I radar di Rheinmetall Italia all’avanguardia per la difesa aerea a corto e cortissimo raggio

 

Rheinmetall Italia, la controllata italiana del gruppo multinazionale Rheinmetall AG, che rappresenta un punto di riferimento nel settore della difesa aerea a corto/cortissimo raggio (SHORAD/VSHORAD) a livello mondiale e costituisce la ‘radar house’ del gruppo, è destinata a completare entro l’autunno l’attività di sviluppo e qualifica del nuovo radar a facce fisse ed a scansione elettronica attiva (AESA, active eletronic scanned array) denominato AMMR (AESA Multi-Mission Radar) e gli studi atti a potenziare le capacità di sorveglianza del radar rotante AESA X-TAR3D già in servizio presso diverse Forze Armate tra cui l’Italia.

Il primo è destinato a rivoluzionare le capacità di difesa aerea sul campo di battaglia contro minacce sfidanti quali i più piccoli velivoli senza pilota, razzi, colpi di artiglieria e di mortaio, in aggiunta a missili, velivoli ad ala fissa e rotante. Costituito da un modulo di ridotte dimensioni, pesi e consumi che incorpora antenna e sistema di elaborazioni segnali, l’AMMR può essere incorporato – in quattro pannelli per assicurare una copertura a 360 gradi – nella torretta di sistemi tattici mobili dedicati alla difesa aerea come lo Skyranger della stessa Rheinmetall.

La controllata italiana sta inoltre lavorando ad estendere la portata del proprio radar tridimensionale AESA rotante X-TAR3D affinchè il medesimo possa essere impiegato con sistemi missilistici per la difesa aerea di nuova generazione. Entrambi i sistemi che costituiscono i principali sensori dei sistemi di difesa aerea a corto/cortissimo raggio Skynex  (nella foto sotto) e Skyranger del gruppo Rheinmetall, sono stati scelti da clienti europei e del resto del mondo ed altri risulterebbero fortemente interessati.

Il Ministero della Difesa italiano ha scelto ed acquistato il sistema X-TAR3D per l’Esercito Italiano, in particolare nell’ambito del programma d’acquisizione del sistema per la difesa aerea Grifo con il missile superficie-aria CAMM ER di MBDA Italia ed ha recentemente presentato per l’approvazione al Parlamento, lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale per il “Rinnovamento della capacità Very Short Range Air Defence (VSHORAD) dell’Esercito Italiano”, per cui i sistemi di Rheinmetall, in particolare l’AMMR e lo Skyranger, rappresentano dei potenziali candidati. Nel frattempo, l’Esercito Italiano ha espresso l’interesse per la capacità di contrasto di velivoli senza pilota su mezzi in movimento o “C-UAS on the move”, con campagna di dimostrazione di diversi sistemi fra cui l’AMMR, prevista per il prossimo mese di maggio.

 

Il radar AMMR  

Sfruttando l’esperienza accumulata in 75 anni con la realizzazione di sistemi come la famiglia di sistemi di difesa aerea Skyguard, di cui la quinta generazione è stata presentata nel 2021, e sistemi radar come l’apparato bidimensionale in banda X SHORAR del sistema Lockheed Martin ADATS (Air Defense Anti-Tank System) nonché l’attuale radar AESA rotante X-TAR3D sempre in banda X, Rheinmetall Italia, che d’ora in poi indicheremo come RHI, ha contribuito allo sviluppo dei sistemi di nuova generazione SHORAD/VSHORAD per la difesa di installazioni Oerlikon Skynex e mobile Skyranger con la progettazione, sviluppo ed attuale produzione iniziale della famiglia di sistemi AMMR.

“Quest’ultima è stata sviluppata da RHI grazie al contributo fornito dal Governo Italiano attraverso la legge 808 del 1985 con fondi del MISE (oggi MIMIT, Ministero delle Imprese e del made in Italy – NdR) assegnati nel 2014”, ha evidenziato l’ingegner Antonio De Fazio, Capo dell’Engineering di RHI, presentando il nuovo prodotto ad Analisi Difesa e rivelando al contempo la lungimiranza non soltanto dell’azienda ma anche del Governo e della Difesa italiana che hanno contribuito alla realizzazione di un sistema all’avanguardia nello specifico settore.

La famiglia AMMR è stata progettata, secondo il rappresentante di RHI, per soddisfare i più recenti requisiti nel settore dei sistemi radar per complessi VSHORAD/SHORAD, che richiedono capacità di sorveglianza, tracciamento, classificazione ed identificazione in modo completamente automatico di minacce multiple ed in simultanea (condizioni d’attacco in sciami per la saturazione delle difese), caratterizzate da un elevato spettro di velocità e particolarmente sfidanti per la ridotta segnatura radar e profilo d’impiego come mini-, micro-UAS di classe 1, proiettili d’artiglieria, razzi e sistemi stand-off lanciati da piattaforme aeree e terrestri come missili, munizioni autopropulse o plananti nonché le temute e sempre più diffuse ‘loitering munition’, a cui s’aggiunge un design compatto, modulare e scalabile nonché basso peso e facilità d’installazione per poter essere impiegata su una vasta gamma di piattaforme ruotate, blindate e corazzate, che vengono utilizzate direttamente sul campo di battaglia, sfruttando l’importante capacità d’impiego in condizioni di ‘mezzo in movimento’ (‘on-the-move’).

“Grazie a tale capacità ed ulteriori sviluppi, sperimentazioni e qualificazioni, la famiglia AMMR potrebbe avere anche applicazioni navali”, evidenzia l’ing. De Fazio.

L’AMMR si basa su un sistema radar pulse Doppler in banda S completamente digitale e totalmente programmabile grazie ad una concezione ‘software-defined’ che sfrutta le più avanzate tecnologie in termini d’antenna e processazione dei dati, grazie alle quali si caratterizza per l’impiego di moduli o “tile” con antenna a scansione elettronica attiva AESA (Active Electronically Scanned Array).

“Completamente autonomo grazie all’incorporazione del sistema di processazione dei dati direttamente in ciascun modulo e di limitate dimensioni, l’AMMR si caratterizza per moduli trasmettitori-ricevitori (TRM, Transmitter-Receiver Module) allo stato solido al Nitruro di Gallio (GaN) che sfruttano le tecniche di formazione del fascio (Beamforming) completamente digitali ed adattive per il rilevamento, la classificazione ed il tracciamento in modo completamente automatico dell’intero spettro di minacce aeree, sia convenzionali che asimmetriche, che gli operatori di sistemi VSHORAD/SHORAD si trovano e si prevede troveranno ad affrontare in futuro nei teatri operativi d’impiego”, afferma De Fazio.

La presenza di un numero non specificato, indicabile, secondo quanto risulta ad AD, in diverse decine di TRM, consente al sistema di operare anche in caso di danneggiamento o malfunzionamento di una parte di questi assicurando quella che viene definita come “graceful degradation”. Ciascun modulo o tile è un radar completo che viene collegato agli altri attraverso un’interfaccia e cavo standard dati che vengono scambiati con protocollo standard ASTERIX e dove ciascuno modulo dispone delle capacità e può svolgere la funzione di “master” o controllore degli altri moduli collegati e tale capacità può essere trasferita in automatico ad un altro modulo in caso di malfunzionamento o danneggiamento del primo.

Ciascun modulo AMMR può essere raffreddato ad aria o ad acqua con sistema ad hoc esterno la cui scelta dipende dai requisiti imposti dalla piattaforma dove il radar è installato.  Diverse forme d’onda e impostazioni vengono scelte dal sistema radar in tempo reale per scansionare in modo ottimale lo spazio aereo in azimut ed elevazione. Una volta rilevato un bersaglio, i potenti algoritmi di post-elaborazione incorporati nel sistema che sfruttano l’intelligenza artificiale, vengono utilizzati per analizzare spettralmente l’esatta natura del bersaglio, con capacità di tracciare e classificare più contatti contemporaneamente.

L’Oerlikon AMMR è progettato per funzionare nelle condizioni ambientali (da -40° a + 50°) e di disturbo più difficili essendo stato dotato delle più recenti capacità e funzionalità contro-contro misure elettroniche o ECCM (Electronic Counter-Counter Measures).

La famiglia di sistemi radar AMMR si basa su due tipi di modulo antenna con differenti dimensioni e potenza di tipo AESA a faccia fissa, dove ciascun modulo fornisce una copertura in azimuth di +- 45° e da -5 a + 70° in elevazione e grazie ad un’interfaccia ethernet e protocollo ASTERIX, più moduli (normalmente 4 moduli ma un quinto può essere aggiunto per avere una completa copertura zenitale con un singolo complesso radar contro minacce provenienti dall’alto come le loitering munition) vengono uniti insieme per offrire una copertura a 360 gradi.

Come anticipato la famiglia si compone di due moduli radar con rispettivamente un singolo o doppio array di TRM sistemati in verticale. Con dimensioni rispettivamente di 0.38 x 0.55 x 0.22 cm (HxWxD) e 0.76 x 0.55 x 0.22 (HxWxD), 900 e 1700W rispettivamente di potenza e 25 e 50 kg di peso, “il modulo radar a doppia antenna offre potenze e quindi portate maggiorate e grazie al beamforming digitale accuratezza maggiore”.

Grazie infine ai moduli radar completamente indipendenti (Asynchronous tiles), ciascuno di questi ultimi nel proprio settore di copertura può sfruttare i modi di funzionamento più consoni alla situazione tattica specifica, assicurando una flessibilità d’impiego senza precedenti rispetto a radar con faccia rotante ed a facce fisse ma gestite centralmente.

 

Prestazioni contro le minacce più sfidanti e convenzionali

L’AMMR ingloba tutta l’esperienza accumulata nei sistemi radar ed interfaccia uomo-macchina dei sistemi SHORAD/V-SHORAD ed in particolare degli ultimi prodotti messi sul mercato e rappresentati dai sistemi Skyguard 4 e 5 (nella foto sotto) e dal radar X-TAR3D. Grazie a questi precedenti, RHI ha posto le basi per lo sviluppo delle capacità dell’AMMR contro minacce sfidanti come i velivoli senza pilota Classe 1 (C-UAS), razzi, colpi d’artiglieria e missili (C-ARM).

Ad oggi, RHI ha completato lo sviluppo ed ha congelato l’architettura hardware cominciando l’approvvigionamento delle componenti e la produzione di serie del radar a singolo modulo o “tile”, mentre si procede all’implementazione, test e qualifica dei pacchetti software relativi alle più recenti minacce. In particolare RHI ha lanciato campagne di verifica ed ottimizzazione delle prestazioni dell’AMMR contro UAS Classe 1 fin dalla fine del 2021. Ogni singolo modulo (tile) radar è in grado di individuare UAS Micro della classe DJI Phantom ad oltre 5 km, mentre nel caso degli UAS Mini classe DJI Matrice 300 (quadricottero) e Matrice 600 (esacottero) tale dato sale ad oltre 8 chilometri.

Nel caso degli UAS Small o Classe 2, questi ultimi sono individuabili ad oltre 15 km. Per quanto riguarda le minacce RAM, sfruttando le esperienze ed il software sviluppato per l’X-TAR3D e la sua ottimizzazione per l’AMMR, RHI ha condotto la prima campagna di prove contro mortai di vario calibro lo scorso gennaio presso il poligono di tiro della Rheinmetall Weapon Munition (RWM) Schweiz di Ochsenboden.

“Tale campagna ha registrato un rateo di scoperta del 100% a partire dal primo tiro su un poligono particolarmente sfidante perché posizionato in una gola con rilievi particolarmente alti tutto intorno che pongono non pochi problemi all’operatività radar nei confronti di bersagli RAM e per le condizioni ambientali in cui si è operato, caratterizzate da basse temperature, cattive condizioni meteo con neve anche copiosa. Non potendo effettuare prove con razzi in Italia ed in Svizzera, nella seconda metà del 2024, verrà effettuata una campagna dedicata presso un poligono in Sud Africa sfruttando l’esperienza già maturata sul campo con il radar X-TAR3D,” ci rivela l’ing. De Fazio.

La portata contro velivoli ad ala fissa e rotante in hovering, senza specificare di quale piattaforma si tratti, viene indicata da RHI rispettivamente in oltre 20 e 10 km mentre nei confronti dei missili, quest’ultima è superiore ai 10 chilometri.

L’AMMR ha una capacità di tracciare in modalità ricerca oltre 100 minacce, il cui numero risulta particolarmente alto per un sistema con una portata massima di circa 35 km, ed è in grado di tracciare con un rateo di rivisitazione più alto e quindi fornire informazioni più accurate per l’ingaggio di 40 minacce che vengono scelte in modo completamente automatico secondo parametri ben definiti dal sistema, come la gravità della minaccia, oppure selezionate manualmente dall’operatore.

A tal riguardo occorre evidenziare che grazie all’esperienza maturata con i precedenti sistemi, l’interfaccia uomo-macchina è particolarmente intuitiva ma anche particolarmente sofisticata grazie all’applicazione di tecnologie all’avanguardia. In particolare oltre al dato grezzo (plot), vengono fornite tracce caratterizzate da informazioni sulla cinematica, stima della sezione radar o RCS (Radar Cross Section), classificazione del target grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale. Queste informazioni vengono condivise grazie al protocollo standard Asterix per sistemi similari. In aggiunta ai centri di comando e controllo Skymaster di Rheinmetall, tali informazioni possono essere rappresentate in aggiunta a console dedicate, su laptop e tablet, assicurando capacità di comando e controllo ridondanti rispetto ai centri C2.

Particolare attenzione è stata inoltre posta nei confronti dei potenziali disturbi elettronici al sistema radar, attività sempre più diffusa nelle operazioni sul campo di battaglia, come evidenziato in tutta la sua gravità dal conflitto russo-ucraino. In particolare, l’AMMR dispone di capacità ECCM allo stato dell’arte come una bassa probabilità d’intercetto (LPI), un’ampia banda di frequenza operativa, tracciamento del disturbo (track-on-jammer), annullamento adattivo in tempo reale dei lobi laterali d’antenna, sidelobe blanking (SLB), sidelobe canceller (SLC) mainlobe canceller (MLC). A questi s’aggiunge come già evidenziato una degradazione controllabile delle capacità grazie al numero dei TRM ed alla capacità di calcolo ridondante.

 

Riduzione dei costi, investimenti in infrastrutture e supply chain nazionale

Particolare attenzione è stata posta in ordine alla riduzione del costo di produzione e test dei singoli moduli radar con attività e soluzioni che proseguono ancora oggi, seppure con limitati margini, per eventuali future adozioni. “Quando RHI stava per congelare nel 2022 l’architettura hardware del sistema AMMR, caratterizzata da costi già in linea con il mercato, la dirigenza aziendale ha lanciato un’importante ‘challenge’ per un ulteriore riduzione dei medesimi,” ha rivelato l’ing. De Fazio ad AD.

Negli ultimi anni, RHI ha lanciato un’importante attività di rinnovamento delle proprie capacità di sviluppo, test e produzione, ammodernamento dei propri sistemi di sviluppo e produzione, introducendo innovazioni tecnologiche come ben tre camere anecoiche per testare i propri sistemi in condizioni di ‘far field’, ‘near field’ e ‘compact field’, nonché figure professionali legate all’ingegnerizzazione “che hanno contribuito ad un’ulteriore riduzione dei costi complessivi dei singoli moduli radar AMMR di circa il 20%.

Attività portata avanti sia dal team di sviluppo che dall’ingegnerizzazione di produzione che ha consentito non soltanto di ridurre i costi legati alle componenti ma anche le ore personale necessarie alla produzione, integrazione e test.

In questo modo soltanto il 20% del costo complessivo del sistema è legato all’intervento del personale in produzione e test, mentre il rimanente è legato alle componenti. Sebbene l’architettura hardware è ormai congelata dal 2023 con i moduli radar già in produzione, RHI sta valutando ulteriori attività di ottimizzazione dei costi.”

Sempre grazie agli investimenti effettuati e all’ottimizzazione della supply chain, quale radar house del gruppo, RHI ha la completa design authority e la proprietà intellettuale (IP, Intellectual Property) dell’intero sistema, assicurando la progettazione dell’elettronica interna, in particolare dei TRM, e la produzione in casa non soltanto dello chassis dei moduli ma anche l’assemblaggio e produzione di alcuni componenti elettronici chiave quando l’economia di scala non porti alla fornitura attraverso la supply chain.

“L’azienda ha investito molto negli ultimi anni nella cura di quest’ultima e particolare attenzione è stata posta nella nazionalizzazione della medesima alla luce delle problematiche legate all’approvvigionamento delle componenti a livello mondiale per la situazione geopolitica generale. RHI sta lavorando affinché nell’arco di 1-2 anni, la supply chain raggiunge la quasi totalità delle forniture da parte di aziende italiane.

Inoltre la costante interazione con la medesima, ci permetterebbe se del caso di far fronte in tempi brevissimi alla riduzione di eventuali forniture o all’integrazione di un nuovo fornitore in caso dell’impossibilità di approvvigionamento materiali da una ditta già coinvolta.”

 

Il punto sul programma di qualifica del sistema

RHI insieme alle altre società del Gruppo Rheinmetall sta alacremente lavorando affinché il nuovo sistema radar sia qualificato e pronto per la produzione in serie già a partire da quest’anno sia per applicazioni d’impiego fisse che mobili. Il sistema AMMR rappresenta il sistema di scoperta di nuova generazione in radio-frequenza (RF) per operazioni SHORAD/V-SHORAD che viene proposto dal gruppo sia per quanto riguarda la difesa di installazioni fisse nell’ambito del sistema Skynex, quale sensore principale del nuovo MSU (Multi-Sensor Unit), sia per la protezione dei reparti sul campo di battaglia grazie alla famiglia di sistemi per difesa aerea in torretta Skyranger.

“In particolare, RHI ha già completato le attività di qualifica ambientale del singolo modulo ed ha già iniziato la produzione in serie dei medesimi” ha precisato Di Fazio.

”Il singolo modulo dispone già delle capacità principali di un sistema radar mentre rimane il completamento delle attività legate allo sviluppo avanzato ed alla qualificazione delle funzionalità specifiche inerenti le operazioni C-UAS e C-RAM che risultano in fase di completamento come sopra evidenziato. L’integrazione fisica e funzionale dell’AMMR nel sistema MSU è già stata completata mentre rimangono da completare le medesime attività per quanto riguarda il sistema Skyranger 35 in parallelo al lavoro svolto su quest’ultimo sistema dalle altre realtà del gruppo.”

RHI effettuerà l’integrazione fisica dei moduli prototipici sullo Skyranger 35 il prossimo mese di aprile, affinché vengano portate a termine tutte le attività di qualifica fisica e funzionale entro il mese di settembre. A queste s’aggiungeranno i nuovi pacchetti software per l’impiego C-UAS e C-RAM, via via che i medesimi si renderanno disponibili.

Nel frattempo RHI ha effettuato con successo una prima campagna completata nel settembre 2023 e legata alla capacità di funzionamento del radar mentre il veicolo è in movimento o capacità “operation on the move”. Questa campagna ha visto l’integrazione di una singola faccia radar a bordo di un pick-up affinché il sistema fosse testato con le informazioni di assetto e direzione del nord fornite da un modulo per la navigazione inerziale installato sul mezzo e fosse verificata la capacità di compensamento del sistema e la sua accuratezza per la georeferenziazione della posizione dei bersagli acquisiti.

I risultati di tale attività effettuati nel corso di prove realizzate con il supporto dell’Esercito Italiano sul poligono di Nettuno, saranno validati con le prove di qualifica che verranno portate a termine una volta che il sistema AMMR a quattro facce fisse integrato in una torretta Skyranger 35 verrà installato come sopra evidenziato ad aprile su di un mezzo non specificato e testato su di un poligono messo a disposizione dal gruppo.

Le capacità ‘C-UAS on the move’ del sistema AMMR verranno ulteriormente testate nel corso di una campagna dimostrativa che verrà portata a termine dall’Esercito Italiano nel prossimo mese di maggio, testando sistemi di diversi fornitori,” ha sottolineato De Fazio, senza aggiungere altro al riguardo.

 

Clienti acquisiti ed integrazione dell’AMMR in diversi sistemi per la difesa aerea 

Il gruppo Rheinmetall ha reso noto lo scorso dicembre che è stato prescelto ed ha firmato un contratto del valore i 352 milioni di euro con il Ministero della Difesa austriaco per il programma Skyguard Next Generation, relativo all’ammodernamento dei sistemi per la difesa Skyguard in servizio. In particolare il programma prevede la consegna di sette batterie ammodernate, ciascuna comprendente quattro cannoni binati da 35 mm, un modulo di scoperta e controllo dello spazio aereo MSU con radar AMMR ed uno di comando e controllo Skymaster. Le attività legate al contratto sono state lanciate lo scorso febbraio ed avranno uno sviluppo di 48 mesi.

Il contratto prevede opzioni per ulteriori batterie. Infine il sistema AMMR è già stato prescelto e contrattualizzato da un integratore di sistemi per la difesa aerea diversi dalla famiglia Skyranger, che secondo quanto risulta ad AD è anch’esso europeo, grazie alla flessibilità e capacità agnostica d’integrazione in sistemi diversi da quelli sviluppati da RHI.

 

Il fratello maggiore X-TAR3D e la sua evoluzione

In aggiunta alla qualifica e produzione del nuovo AMMR, RHI è impegnata nel potenziamento delle capacità del sistema radar Oerlikon X-TAR3D, già operativo con diversi operatori ed altri in via di acquisizione.

Si tratta di un radar di acquisizione tattica tridimensionale che lavora in banda X e svolge le funzioni di ricerca, rilevamento, acquisizione, tracciamento, classificazione e identificazione di bersagli aerei, al fine di fornire un’immagine aerea locale quale sistema gap-filler nell’ambito del network di sorveglianza aerea, nonché i necessari dati per la direzione del fuoco con sistemi d’arma cannonieri e missilistici nell’ambito di sistemi VSHORAD/SHORAD.

L’X-TAR3D è stato concepito per la scoperta di un’ampia gamma di minacce aeree dalle diverse caratteristiche: dai velivoli ad ala fissa e rotante a bersagli caratterizzati da una sezione radar particolarmente ridotta come velivoli stealth, UAS Classe 1 e missili da crociera, a cui s’aggiungono razzi, colpi d’artiglieria e di mortaio (RAM).

Sistema particolarmente innovativo al tempo del suo sviluppo, l’X-TAR3D è un radar Doppler a impulsi completamente coerente con antenna a scansione elettronica attiva. Le informazioni sull’elevazione sono ottenute attraverso la ricezione simultanea di un massimo di 12 fasci impilati, che consentono di scansionare l’intero volume di ricerca in un singolo giro dell’antenna.

Grazie alla progettazione ‘software defined’, il sistema è in grado di variare le proprie caratteristiche in termini di velocità di rotazione dell’antenna, portata strumentale e copertura in elevazione, al fine di soddisfare i requisiti specifici della missione.

Il sistema ha tre principali modi operativi: ‘combat’ o di normale sorveglianza e difesa aerea, con portata di 35 km, elevazione fino a 50° ed un giro d’antenna ogni 1,5 secondi; di sorveglianza aerea a portata maggiorata (fino un massimo di 50 km, con un elevazione maggiore di 25° ed una rotazione completa ogni 3 secondi), quando il sistema è integrato in un network di sensori per assicurare capacità ‘early warning’ e ‘gap filler’; infine il modo ‘sense and warn’, specificatamente concepito per la scoperta ed il tracciamento delle minacce asimmetriche, come i droni, razzi e colpi di mortaio e d’artiglieria, in cui la ricerca in elevazione supera i 70° con una rotazione completa dell’antenna ogni secondo ed una portata di 25 chilometri.

Nel caso delle minacce balistiche, il radar fornisce anche una stima accurata e tempestiva del punto di impatto (POI) per allertare il personale e del punto di lancio (POL) per indicare la locazione del bersaglio ed assicurare il fuoco controbatteria. Grazie alle specifiche caratteristiche, modi operativi e sviluppi dell’X-TAR3D, quest’ultimo oggi si rivela particolarmente efficace contro le più recenti e sfidanti minacce rappresentate dai mini e micro UAS Classe 1 nonché razzi, colpi d’artiglieria e di mortaio.

Secondo quanto risulta ad AD, mai confermate o commentate da RHI, tale capacità è stata testata da uno dei primi customer internazionali del sistema, che ha richiesto di effettuare prove operative sul campo con mini-droni commerciali tipo DJI Phantom e Mavic di propria fornitura e gestiti direttamente dal medesimo, con risultati particolarmente positivi in termini di scoperta, tracciamento e classificazione grazie ad algoritmi proprietari del sistema.

L’eccezionale precisione dei dati 3D del bersaglio e l’elevata velocità dei dati si traducono inoltre in un tempo di reazione molto breve dell’intero sistema di difesa aerea associato. Con un peso di circa 300 kg e ridotte dimensioni dell’antenna (1.8×0.8×0.6 m), l’X-TAR3D si presenta di facile installazione a bordo di veicoli leggeri come mezzi 4×4 Hummer ad alta mobilità.

Quando integrato a bordo del mezzo e connesso con un sistema di navigazione del veicolo (VNS), X-TAR3D ha capacità di sorveglianza mentre il veicolo è in movimento (“search-on-move”), garantendo la sua sopravvivenza attraverso un’elevata mobilità.

La bassa potenza effettiva irradiata, mediante l’uso di forme d’onda specifiche con elevato guadagno di compressione, architettura a fascio impilato e livelli di lobi laterali dell’antenna estremamente bassi, rendono X-TAR3D molto difficile da intercettare dai ricevitori di allerta radar a bordo dei velivoli o da missili antiradiazioni.

A ciò s’aggiunge un elevata resistenza alle contromisure elettroniche avversarie grazie alle caratteristiche di antenna ed un pacchetto ECCM sviluppato sul bagaglio d’esperienza maturate sul campo con il radar SHORAR del sistema ADATS per due programmi nord-americani poi cancellati. Il radar è predisposto per interfacciarsi con interrogatori IFF attuali e di nuova generazione, in grado di operare in modalità 5 e S oltre alle modalità 1-2-3/A, C e 4. L’antenna IFF è completamente integrata (back-to-back) nell’unità antenna radar primaria. L’interrogatore oggi utilizzato dall’X-TAR3D è il sistema Leonardo SIT422/5, con modi operativi 4 e 5 – Level 1 e unità cripto SIT2010.

Come preannunciato, RHI è attualmente impegnata con un cliente del sistema non identificato, nel completamento di studi per la metà dell’anno al fine di poter incrementare la portata del sistema è renderlo compatibile in termini operativi con il raggio d’azione dei più moderni sistemi missilistici superficie-aria che si stanno affacciando sul mercato.

Sebbene non siano rivelati dettagli al riguardo, si parla di circa 75 km in modalità di sorveglianza aerea che si riducono proporzionalmente per le altre modalità di funzionamento. Un potenziamento delle capacità del sistema che ottenuto senza modifiche invasive, può essere applicato ai sistemi già in servizio in aggiunta a quelli di nuova produzione, con evidenti vantaggi in termini di produzione dell’X-TAR3D.

Come anticipato, quest’ultimo ha trovato successo in ambito nazionale ed internazionale. Fra i clienti che hanno in servizio il sistema, sebbene RHI non fornisca alcuna informazione o commento, il Qatar è stato il customer di lancio del sistema Skynex con scelta del sistema radar in esame quale sistema di sorveglianza aerea primario. Il cliente nazionale è invece rappresentato dall’Esercito Italiano che ha scelto e sta ricevendo il sistema X-TAR3D nell’ambito del programma per l’acquisizione dei sistemi per la difesa aerea Grifo, in fase di integrazione e prossimo equipaggiamento con il sistema missilistico CAMM ER di MBDA Italia.

RHI ha già fornito tre radar ed è in fase di produzione per ulteriori tre radar. Secondo quanto risulta ad AD, esistono opzioni per ulteriori sistemi che potrebbero beneficiare del potenziamento della capacità del sistema per lavorare congiuntamente al missile CAMM ER che ha una portata dichiarata di oltre 40 chilometri.

Il sistema è stato inoltre fornito ad un altro cliente mediorientale secondo quanto risulta ad AD e scelto dalla Germania nell’ambito dei sistemi Skynex in fase di acquisizione a favore dell’Ucraina (nella foto sopra). Lo scorso dicembre il sistema è stato inoltre acquistato dal Ministero della Difesa rumeno quale sensore tattico di sorveglianza aerea nell’ambito del pacchetto d’ammodernamento dei sistemi d’artiglieria antiaerea Oerlikon GDF 103 già in servizio, ulteriore segno tangibile delle capacità e potenzialità del sistema X-TAR3D.

Foto: Rheinmetall e G. Gaiani

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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