L’urlo di Kim terrorizza anche l’Occidente

 

Dall’inizio di ottobre il possibile invio di truppe nordcoreane in Russia e poi in Ucraina per combattere al fianco delle forze di Mosca, probabilmente nel settore di Kursk, tiene banco come tema prioritario nelle cancellerie e sui media occidentali.

La notizia non dovrebbe scandalizzare né rappresentare una novità considerando i combattenti di tante nazionalità che in oltre due anni di guerra hanno affiancato gli eserciti ucraino e russo, anche se l’eventuale discesa in campo delle truppe di Kim Jong-un potrebbe rappresentare il primo caso in questo conflitto di una nazione alleata che diventa belligerante al fianco di uno dei due contendenti. Ipotesi peraltro tutta da verificare dal momento che i militari nordcoreani vengono segnalati in Russia con uniformi ed equipaggiamenti forniti da Mosca, un impegno simile a quello adottato dai combattenti occidentali che operano al fianco degli ucraini.

Prima di esaminare la vicenda sotto i diversi aspetti vale la pena ricordare la cronologia dei fatti così come sono stati resi noti.

 

Cronologia

Il 3 ottobre sei ufficiali dell’esercito della Corea del Nord sarebbero stati uccisi in un attacco missilistico ucraino contro i territori della regione nel Donetsk controllati da Mosca. Fonti dell’intelligence militare di Kiev (GUR) lo hanno riferito all’agenzia Interfax-Ucraina aggiungendo che altri 3 militari nordcoreani sono rimasti feriti.

“A seguito di un attacco missilistico il 3 ottobre sul territorio occupato dalla Russia vicino a Donetsk, sono morti più di 20 militari, tra cui sei ufficiali della Corea del Nord”, ha dichiarato una fonte precisando che, a suo avviso, i militari nordcoreani non hanno preso parte direttamente alle ostilità “ma sono arrivati per il cosiddetto scambio di esperienze”.

Il GUR aveva già reso noto nei mesi scorsi l’arrivo tra le file russe di un piccolo contingente di militari di Pyongyang, in particolare un’unità del Genio che Pyongyang avrebbe inviato nel giugno scorso per eseguire attività di ricostruzione nell’oblast di Donetsk. Precedentemente erano emerse alcune prove dell’impiego bellico da parte dei russi di munizioni d’artiglieria e qualche missile balistico KN-23 e KN-24.

L’8 ottobre il ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun, ha dichiarato due giorni fa che Seul ritiene “molto probabile che ci siano state vittime tra ufficiali e soldati nordcoreani in Ucraina”, aggiungendo anche che si aspetta anche l’invio di altre truppe come rinforzi a fianco della Corea del Nord

Il 10 ottobre il Cremlino ha reso noto che nessun soldato nordcoreano sta combattendo con l’esercito russo in Ucraina. “Sembra una nuova (falsa) informazione, una fandonia”, ha detto il portavoce della presidenza russa Dmitri Peskov.

Lo stesso giorno Andrii Kovalenko, funzionario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino, ha affermato su Telegram che i soldati nordcoreani impegnati in Ucraina “sono limitati a un piccolo numero di truppe del Genio” che “monitorano l’uso delle munizioni nordcoreane da parte dell’esercito russo”, ha aggiunto, affermando che “la Russia è sempre più’ dipendente dalle munizioni nordcoreane per diversi tipi di armi”.

L’11 ottobre un alto funzionario dell’Ue ha riferito ai media che “non abbiamo prove della presenza di militari nordcoreani sul campo in Ucraina. Abbiamo visto alcune informazioni dei media a non abbiamo informazioni di intelligence che ci permettano di pensare che sia cosi. La Corea del Nord ha fornito a Putin munizioni, almeno un milione di proiettili. Ha fornito anche diversi tipi di armi. Sarebbe ovviamente un passo avanti in termini di qualità la presenza di soldati nordcoreani sul campo.

Quindi continueremo a considerare questa possibilità. La reazione dell’Unione europea sarebbe ciò che abbiamo fatto in passato, fondamentalmente imporre sanzioni alla Corea del Nord per questo e ricordare alla Russia che sta violando tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza approvate e votate dalla Russia in passato, sulla questione della cooperazione militare con la Corea del Nord”, ha aggiunto.

Il 12 ottobre l’Institute for the study of war (ISW), think tank americano di ispirazione neocon e filo-ucraino, ha riferito che migliaia di soldati nordcoreani si stanno addestrando in Russia e molti di loro sono già presenti in Ucraina a combattere a fianco delle truppe russe.

L’ISW ha citato un funzionario dell’intelligence militare ucraina, secondo cui alcuni ufficiali nordcoreani sono presenti nelle aree occupate dalla Russia pur ammettendo che Kiev non ha rilevato alcuna unità militare nordcoreana che operi attivamente nel paese. Il funzionario ucraino avrebbe aggiunto che “diverse migliaia” di fanti nordcoreani si stavano addestrando in Russia e che il comando militare russo potrebbe schierarli in prima linea entro la fine del 2024 o nelle zone di confine russe per alleggerire i ‘riservisti’ russi e consentire loro di combattere in Ucraina, ha scritto l’ISW.

Il 15 ottobre la Pravda Ucraina ha reso noto che i russi hanno formato uno “speciale battaglione” composto da circa 3.000 cittadini nordcoreani. Diciotto militari nordcoreani sono già fuggiti dalle posizioni al confine tra le regioni di Bryansk e Kursk della Federazione Russa.

Il 16 ottobre il governo sudcoreano ha annunciato di star esaminando ”da vicino” la possibilità che la Corea del Nord fornisca alla Russia truppe per rafforzare la sua offensiva militare in Ucraina.

Il 17 ottobre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che “la Russia, a causa di molte perdite, sta cercando di reclutare altri partecipanti al conflitto. Putin ha molta paura della mobilitazione, perché l’opinione sociale è contro di lui. Sappiamo dalla nostra intelligence che circa 10.000 soldati della Corea del Nord si stanno preparando per essere mandati a combattere contro di noi. Questa è una cosa davvero urgente, di cui ho parlato con gli Stati Uniti e ne ho parlato ora con tutti i leader” ha precisato Zelensky.

Lo stesso giorno il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiga ha definito “carne da cannone” i militari nordcoreani. “Siamo convinti che i russi vogliano usare i soldati nordcoreani come carne da cannone – spiegato in una conferenza stampa congiunta con il suo collega norvegese a Kiev – Capiscono quanto sia delicata la questione della mobilitazione nella società russa. Coinvolgendo in questo modo altri paesi nella guerra, loro stanno cercando di risolvere la loro situazione politica interna e di alleviare la tensione.

Dopo aver avuto prove concrete della partecipazione di mercenari provenienti dall’estero – ha aggiunto – abbiamo immediatamente lanciato un appello a questi Paesi, affinché interrompano questa pratica vergognosa dell’approvvigionamento di mercenari all’esercito russo invasore”.

Il ministro degli Esteri della Norvegia, Espen Bart Eide, ha espresso grande preoccupazione per le notizie riguardanti la Corea del Nord. Tuttavia, ha anche aggiunto che “se questo è vero, e la Federazione Russa ha bisogno dell’aiuto della Corea del Nord, allora la Russia ha dei problemi”.

Il 18 ottobre il Servizio d’Intelligence Nazionale (NIS) della Corea del Sud ha riferito all’agenzia Yonhap che la Corea del Nord ha deciso d’inviare in Ucraina almeno 12 mila militari, tra cui uomini delle forze speciali, a sostegno dell’offensiva condotta dalla Russia. I soldati nordcoreani sarebbero divisi in 4 brigate e la mobilitazione delle truppe, secondo l’intelligence sudcoreana, sarebbe già iniziata.

Tra le prove presentate dall’intelligence sudcoreana ci sarebbe anche una foto scattata ad un soldato nordcoreano sul campo di battaglia in Ucraina, che l’intelligenza artificiale ha riconosciuto come uno dei più stretti tecnici collaboratori di Kim Jong-un. La somiglianza tra le due figure è risultata superiore all’80%, che per i servizi sudcoreani sarebbe abbastanza per poter affermare che si tratti della stessa persona.

Il report dell’intelligence ha spiegato: “I tecnici missilistici militari nordcoreani dispiegati sul fronte russo-ucraino stanno assistendo al lancio di missili di fabbricazione nordcoreana e si ritiene che stiano cercando di identificare i problemi tecnici e di acquisire ulteriore tecnologia”.

Il Centro per le comunicazioni strategiche e la sicurezza delle informazioni di Kiev ha pubblicato un video che mostra i soldati nordcoreani equipaggiati con attrezzature russe. Il dipartimento afferma che il video non aveva più di 72 ore. I fatti ripresi nel video si svolgono nel campo di addestramento Sergeevskij nell’Estremo Oriente russo.

Lo stesso giorno il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha detto di non avere conferma circa la presenza di militari nordcoreani. “Siamo in contatto con tutti i nostri partner, in particolare con la Corea del Sud. In questo momento la nostra posizione ufficiale è che non possiamo confermare le notizie secondo le quali la Corea del Nord avrebbe soldati impegnati attivamente nello sforzo bellico. Ma questo, naturalmente, potrebbe cambiare”.

Il 19 ottobre il capo del GUR ucraino, Kyrylo Budanov, ha reso noto che “circa 11.000 soldati nordcoreani saranno pronti a combattere in Ucraina entro il 1° novembre”, La prima unità di 2.600 soldati si sta dirigendo verso la regione russa di Kursk, con altra fanteria attualmente in addestramento nella Russia orientale per il combattimento

Il 20 ottobre da Seul Yonhap, ha riferito citando fonti governative di Seul, che la Corea del Nord ha già dispiegato 1.500 delle sue forze speciali a Vladivostok e prevede di inviare in Russia un totale di 12 mila militari da addestrare. Tre immagini satellitari, due attribuite ad Airbus e una a fonte non specificata, proverebbero il dispiegamento militare nordcoreano in Russia. Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti LLoyd Austin ha detto di non poter confermare il dispiegamento di truppe della Corea del Nord in Russia.

Il 21 ottobre il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito la Corea del Nord “un vicino e un partner stretto della Russia” e ha dichiarato che Mosca e Pyongyang stanno “sviluppando” le loro relazioni “in tutti i settori. Questo è un nostro diritto sovrano. Ciò non dovrebbe preoccupare nessuno, perché questa cooperazione non è diretta contro i paesi terzi. Svilupperemo ulteriormente questa cooperazione”, ha detto ancora Peskov.

Vi sono tante “informazioni contraddittorie” sull’invio di militari nordcoreani in Ucraina. Vediamo molte informazioni contraddittorie. La Corea del Sud dice una cosa, poi il Pentagono dice che non possono confermare le dichiarazioni. Ci sono molte informazioni contraddittorie, forse è così che dovrebbero essere trattate”, ha detto Peskov che non ha però risposto a una domanda su un eventuale utilizzo di soldati nordcoreani in Ucraina.

Lo stesso giorno John Kirby, portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha definito l’arrivo di soldati nordcoreani in Russia da impiegare nel conflitto con l’Ucraina un “segno della disperazione crescente” del presidente russo Vladimir Putin e del suo “crescente isolamento”.

Il 22 ottobre un rappresentate di Pyongyang all’Onu ha bollato le notizie degli ultimi giorni come “voci prive di fondamento”. “Per quello che riguarda la cosiddetta cooperazione militare con la Russia, la mia delegazione non sente la necessità di commentare queste indiscrezioni stereotipate, infondate.

Rutte ha avvertito che se le truppe nordcoreane combattessero in Ucraina si tratterebbe di una “grave escalation” nel conflitto in Ucraina.

la Russia e la Corea del Nord, affermando che Pyongyang non si limita più a fornire armi, ma sta anche inviando soldati a combattere in Ucraina. Zelensky ha avvertito che il silenzio internazionale su questa questione non farebbe altro che prolungare il conflitto. Nel frattempo, la Corea del Sud ha pubblicato un video che, secondo le autorità, mostra soldati nordcoreani a cui viene consegnato equipaggiamento militare russo, rafforzando ulteriormente le accuse di un coinvolgimento attivo di Pyongyang nel conflitto.

La bandiera della Corea del Nord è apparsa vicino a Tsukurino nel settore di Pokrovsk; questo insediamento è stato recentemente preso dalle truppe russe. Il capo del “Centro per contrastare la disinformazione” ucraino presso il Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale, Kovalenko, afferma che la bandiera nordcoreana apparsa online potrebbe essere stata ritoccata con Photoshop e che lo scopo di tali foto è cercare di usare questo argomento “come propaganda di paura contro l’Ucraina”.

Il 23 ottobre Zelensky ha chiesto agli alleati di adottare misure per impedire che la Corea del Nord entri in guerra al fianco della Russia. “E’ chiaro che la pressione sul regime di Pyongyang non sarà’ sufficiente”.

L’intelligence sudcoreana ha riferito all’agenzia sudcoreana Yonhap, di ritenere che siano circa 3.000 i soldati nordcoreani trasferiti in Russia per sostenere la campagna militare in Ucraina e si prevede che entro dicembre saranno circa 10.000. Lo stesso giorno gli Stati Uniti hanno confermato per la prima volta l’invio di migliaia di soldati nordcoreani in Russia. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha affermato che “ci sono prove della presenza di truppe della Corea del Nord in Russia. Cosa stanno facendo esattamente lì? Queste sono cose che dobbiamo ancora scoprire”, ha osservato. “Se sono co-belligeranti, la loro intenzione è di partecipare a questa guerra per conto della Russia. Questa è una questione molto, molto seria”, ha ammesso il capo del Pentagono.

Anche un portavoce della NATO, Farah Dakhlallah, ha detto che “gli alleati hanno confermato le prove di uno spiegamento di truppe nordcoreane in Russia. Se queste truppe fossero destinate a combattere in Ucraina, ciò segnerebbe una significativa escalation nel sostegno della Corea del Nord alla guerra illegale della Russia e un altro segno delle significative perdite della Russia in prima linea”.

Il 24 ottobre il GUR ha rivelato che le prime unità militari nordcoreane, che si sono addestrate nella Russia orientale, sono arrivate nella zona di guerra nell’oblast di Kursk in Russia. L’intelligence ucraina ha aggiunto che il numero di soldati nordcoreani schierati in Russia ammonta attualmente a circa 12.000 unità, tra cui 500 ufficiali. Mosca avrebbe nominato il viceministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov responsabile della supervisione dell’addestramento e dell’adattamento delle truppe nordcoreane.

Secondo l’intelligence Ucraina, “i soldati inviati da Pyongyang vengono riforniti di munizioni, biancheria da letto, indumenti e calzature invernali e prodotti per l’igiene. In particolare, secondo le norme stabilite, Mosca fornirà a ciascun nordcoreano carta igienica e 300 grammi di sapone ogni mese”.

Il 25 ottobre Putin ha dichiarato che la presenza di soldati nordcoreani in Russia è “una questione bilaterale, un affare che non deve interessare altri. Questa è una nostra decisione sovrana, se attueremo alcune disposizioni o meno, dove, come, se ne abbiamo bisogno, o se ci impegneremo, ad esempio, solo a condurre alcune esercitazioni, a prepararci, a trasferire esperienze – questo è un nostro affare”, ha affermato Putin. “Proprio come ci viene detto continuamente che le modalità con cui l’Ucraina garantisce la sua sicurezza, con o senza la NATO, è una questione che riguarda l’Ucraina”.

Kim Jonggyu, vice ministro degli Esteri della Corea del Nord per gli affari russi, citato dall’agenzia di stampa KCNA, ha assicurato che qualsiasi dispiegamento delle sue truppe in questo Paese rispetterà il diritto internazionale. “Se ciò di cui parlano i media internazionali esistesse, penso che sarebbe qualcosa fatto in conformità con le regole del diritto internazionale”.

Il portavoce per gli Affari Esteri dell’Ue Nabila Massrali, ha dichiarato che ultimamente “abbiamo visto movimenti della Corea del Nord e siamo estremamente preoccupati dal coinvolgimento” possibile di truppe nordcoreane nel conflitto in Ucraina. L’Alto Rappresentante Josep Borrell “è molto chiaro nel condannare l’invio di militari” nordcoreani perché combattano in Ucraina “se questo dovesse succedere. Qualsiasi atto ostile e unilaterale da parte della Corea del Nord avrebbe serie conseguenze per la pace e la sicurezza, europea e globale. Questi sviluppi dimostrano ancora una volta come la Russia stia seminando instabilità ed escalation nella regione”, ha concluso.

Lo stesso giorno il governo tedesco valutava il possibile dispiegamento di soldati nordcoreani a fianco della Russia nella guerra d’aggressione contro l’Ucraina come una “chiara escalation” ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri tedesco. “Chiediamo alla parte nordcoreana di non contribuire a tutto ciò e di astenersi dal fare qualsiasi cosa in questa direzione”, ha aggiunto il portavoce.

Zelensky ha rivelato che i soldati nordcoreani inizieranno a combattere contro le truppe ucraine da domenica 27 ottobre. “Secondo i nostri servizi di intelligence, il 27 e 28 ottobre la Russia utilizzerà le prime truppe nordcoreane nelle zone di combattimento”, ha scritto su Telegram.

Secondo fonti della NATO citate da Bloomberg le risposte dell’Alleanza Atlantica all’invio di soldati nordcoreani in Russia per partecipare alla guerra contro l’Ucraina sono limitate, ma potrebbero includere almeno due opzioni: il rafforzamento del sostegno all’Ucraina e lo sviluppo di partenariati nella regione dell’Indo-Pacifico.

La Russia sta trasportando soldati nordcoreani in prima linea a bordo di camion con targhe civili, ha riferito il 27 ottobre l’agenzia di intelligence militare Ucraina (GUR) citata dal Kiev Independent. Gli agenti di polizia russi hanno fermato un camion Kamaz con targa civile sull’autostrada Kursk-Voronezh, ha fatto sapere su Telegram il GUR. Il veicolo sarebbe stato caricato con personale militare nordcoreano. In una comunicazione radio intercettata, gli ufficiali della 810a Brigata di Fanti di Marina russa (impiegata sul fronte di Kursk) stanno cercando di risolvere il problema del camion fermo, secondo l’audio pubblicato da HUR. L’unità si aspettava di ricevere rinforzi nordcoreani tramite il camion Kamaz. Il rapporto del GUR indica che le truppe nordcoreane sono in viaggio verso le unità russe.

Il 28 ottobre il Segretario generale della NATO Mark Rutte ha confermato che il dispiegamento di truppe nordcoreane in Russia rappresenta  una “pericolosa espansione” del conflitto ucraino che minaccia di minare la sicurezza sia in Europa che in Corea.  Rutte ha inoltre affermato che il ricorso al sostegno straniero è un “segno della crescente disperazione di Putin”.

Il 29 ottobre i deputati sudcoreani Lee Seong-kweun e Park Sun-won hanno riferito alla CNN che i russi insegnano ai nordcoreani i rudimenti della lingua russa e soprattutto un centinaio di vocaboli utilizzati in ambito militare. La CNN ricorda come la Corea del Nord abbia uno degli eserciti più grandi al mondo, con 1,2 milioni di soldati, ma privi di esperienza di combattimento.

Secondo i deputati, agli ufficiali nordcoreani coinvolti nel ‘coordinamento’ con la Russia è vietato l’utilizzo di telefoni, mentre ai parenti viene raccontato che sono impegnati in “esercitazioni militari”. Ma, raccontano i deputati, nonostante queste misure le voci sul dispiegamento in Russia si sarebbero rincorse in Corea del Nord con “disordini” in varie zone del Paese tra chi teme di essere mandato in Russia e chi si interroga sul senso della mobilitazione.

Il 30 ottobre il Financial Times ha scritto, citando fonti d’intelligence ucraino, che i soldati inviati dalla Corea del Nord si trovano a 50 chilometri dal confine ucraino. “Circa 3.000 soldati nordcoreani sono stati trasportati segretamente su camion civili dall’estremo oriente della Russia alla regione occidentale di Kursk…. sono stati ospitati in caserme a circa 50 chilometri dal confine ucraino, dove stavano aspettando ulteriori ordini da parte del comando russo”.

Secondo Yonhap, che cita la presidenza di Seul, sarebbero almeno 11.000 i soldati nordcoreani dispiegati in Russia, circa 3.000 dei quali inviati nella Russia occidentale.

Notizie bollate come “Menzogne spudorate” dall’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia. “Queste dichiarazioni sulla presenza di soldati nordcoreani al nostro fronte non dovrebbero sorprendere nessuno, perché sono tutte menzogne spudorate”, ha dichiarato davanti al Consiglio di Sicurezza, accusando Washington e Londra di disinformazione.

Sempre il 30 ottobre Robert Wood vice ambasciatore degli Stati Uniti all’ONU ha affermato che i soldati nordcoreani che andranno a combattere in Ucraina a fianco della Russia ”torneranno nei sacchi per cadaveri. Quindi consiglierei al presidente Kim di pensarci due volte prima di impegnarsi in un comportamento così sconsiderato e pericoloso”.

Il 31 ottobre gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno invitato la Corea del Nord a ritirare le sue truppe in Russia, temendo che vengano utilizzate per combattere in Ucraina, dopo che l’ambasciatore russo all’ONU ha descritto i rapporti riguardanti la loro presenza come illazioni senza prove. Secondo Washington e Seul, circa 10.000 soldati nordcoreani si trovano in Russia, senza che la loro missione sia chiaramente identificata. Due giorni fa, il Pentagono ha rilevato un “piccolo numero” di soldati nordcoreani nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina.

La Corea del Sud, secondo il deputato Yoo Yong-won del partito di Potere popolare al governo,  sta considerando la possibilità di inviare missili terra aria Hawk o altri equipaggiamenti militari all’Ucraina in seguito al dispiegamento di militari nordcoreani in Russia. Gli Hawk sono in radiazione dalle forze armate di Seul, sostituiti dai sistemi nazionali Cheongung.

Lo stesso giorno Zelensky ha affermato il presidente ucraino Volodymir Zelensky in un’intervista all’emittente tv sudcoreana KBS che la Russia ha in programma di usare soldati nordcoreani sul campo di battaglia in Ucraina nel prossimo futuro. “È questione di giorni, non di mesi. Si stanno anche prendendo accordi per inviare ingegneri militari e civili che lavoreranno nelle fabbriche militari nella Federazione Russa”.

Il presidente non ha però nascosto il disappunto per l’assenza di risposte concrete degli alleati occidentali al coinvolgimento delle truppe nordcoreane nella guerra in Ucraina. Penso che la reazione a questo sia stata nulla; è stata zero”, ha affermato Zelensky nell’intervista con i media sudcoreani, in cui ha anche affermato di essere stato “sorpreso dal silenzio della Cina” sui crescenti legami di Pyongyang con Mosca.

“Ora vediamo tutti i siti in cui la Russia sta raccogliendo questi soldati nordcoreani sul suo territorio, tutti i loro campi. Potremmo colpire preventivamente, se avessimo la capacità di colpire abbastanza lontano”, ha detto Zelensky accusando i suoi alleati di “aspettare che l’esercito nordcoreano inizi a colpire gli ucraini” invece di fornire le armi a lungo raggio “di cui hanno un gran bisogno”.

Ancora il 31 l’amministrazione Biden ha dichiarato di avere informazioni secondo cui circa 8.000 soldati nordcoreani si trovano attualmente nella regione russa di Kursk, vicino al confine ucraino, e si stanno preparando ad aiutare Mosca a combattere contro le truppe ucraine.

Il vice ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, Robert Wood, ha condannato la crescente cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord. “Abbiamo appena ricevuto informazioni, che in questo momento ci sono circa 8.000 soldati della Corea del Nord nella regione di Kursk”, ha detto Wood. “E ho una domanda molto rispettosa per il mio collega russo: la Russia sostiene ancora che non ci sono truppe nordcoreane in Russia? Questa è la mia unica domanda”. ha affermato.

Il 1° novembre la Corea del Nord ha lanciato il nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) a combustibile solido, denominato Hwasong-19. Le foto diffuse dall’agenzia KCNA hanno mostrato un grande missile multistadio su un veicolo trasportatore Tel: il vettore ha volato per una distanza di 1.001,2 km per 5.156 secondi prima di atterrare in mare al largo della costa orientale della penisola coreana, dopo un’altitudine massima di 7.687,5 chilometri.

Lo stesso giorno Lin Jian, portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, ha dichiarato che il riavvicinamento tra Pyongyang e Mosca non la riguarda. “La Corea del Nord e la Russia sono due Stati indipendenti. Il modo in cui sviluppano le loro relazioni sono affari loro”.

Il ministro degli Esteri di Pyongyang, Choe Son Hui, ha invece dichiarato che la Corea del Nord sarà “sempre saldamente al fianco dei nostri compagni russi” nel conflitto in Ucraina “fino alla vittoria”.  La diplomatica ha sottolineato come “fin dall’inizio dell’operazione militare speciale” il presidente della Repubblica nordcoreana, Kim Jong-un, abbia dato istruzioni “di sostenere e fornire assistenza all’esercito russo e al popolo russo con coerenza e forza” mentre gli Usa e i Paesi occidentali “stanno cercando di scatenare una guerra a lungo termine” contro la Russia.

Il 2 novembre il GUR ucraino ha fatto sapere che 7.000 militari nordcoreani sarebbero stati dispiegati con l’impiego di almeno 28 aerei da trasporto militari russi nell’area di Primorsk, vicino all’Ucraina. Mosca ha armato l’esercito nordcoreano con mortai da 60 mm, fucili d’assalto AK-12, mitragliatrici Rpk/Pkm, fucili di precisione Svd/Svch, sistemi missilistici anticarro Phoenix e lanciagranate Rpg-7″.

Zelensky ha di nuovo accusato gli alleati occidentali di restare a guardare. “L’America sta a guardare, la Gran Bretagna sta a guardare, la Germania sta a guardare. Tutti aspettano che anche i militari nordcoreani inizino ad attaccare gli ucraini”, ha scritto Zelensky in un post pubblicato su Telegram.

Il 3 novembre il portavoce dell’ONU Stephane Dujarric, ha riferito che il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres “è molto preoccupato per le notizie relative all’invio di truppe dalla Repubblica Popolare Democratica di Corea nella Federazione Russa, incluso il loro possibile dispiegamento nella zona del conflitto”.

Il 4 novembre il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, ha dichiarato che “l’attuale situazione internazionale in materia di sicurezza e la cooperazione militare illegale tra Corea del Nord e Russia rappresentano una minaccia significativa per la nostra sicurezza nazionale. Valuteremo con attenzione tutti gli scenari possibili per mettere a punto contromisure”.

Oggi Andrii Kovalenko, capo del dipartimento di contro-disinformazione del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina, ha rivelato che i primi soldati nordcoreani dispiegati nella regione russa di Kursk sono finiti sotto il fuoco ucraino. Lo ha riferito il Kyiv Independent, che precisa di non avere potuto verificare le informazioni aggiungendo che Kovalenko non ha fornito altri dettagli.

 

 Osservazioni

La ricostruzione dell’inseguirsi e sovrapporsi di informazioni circa l’impegno militare nordcoreano in Ucraina nell’arco di un mese permette di trarre alcune indicazioni:

  • Le previsioni ucraine di un ingaggio bellico dei nordcoreani il 27 ottobre non si sono concretizzate. L’impressione è che il GUR e Zelensky abbiano tentato di ingigantire il peso dell’eventuale contributo nordcoreano alle operazioni belliche nel tentativo di coinvolgere gli alleati occidentali e ottenere il via libera all’impiego di armi alleate a raggio esteso contro obiettivi in Russia.
  • USA e NATO dapprima non hanno potuto confermare le notizie sulla presenza di truppe nordcoreane in Russia ma dopo le conferme statunitensi anche NATO e UE si sono uniformate, anche se non per questo sono state assunte iniziative.
  • Il governo di Seul ha colto l’occasione per cercare di incassare un maggiore sostegno occidentale e per valutare l’invio di armi e munizioni a Kiev che finora aveva evitato di fornire per non compromettere i rapporti con Mosca. Il timore di Seul sembra riguardare l’opportunità che le forze armate nordcoreane possano acquisire dall’intesa con Mosca tecnologie avanzate e possano maturare rilevanti esperienze belliche. Nessuno dei due eserciti coreani ha mai combattuto. Del resto neppure le forze armate delle nazioni della NATO hanno esperienze di combattimento in un conflitto convenzionale come quello in Ucraina, che contiene elementi del tutto nuovi ed altri vecchi ma ormai dimenticati.
  • Il tentativo statunitense di coinvolgere la Cina in questa vicenda non ha avuto successo. Pechino ha sottolineato che le relazioni tra Mosca e Pyongyang non la riguardano.

 

Valutazioni

Nell’ambito dei rapporti sempre più stretti tra Pyongyang e Mosca il 28 ottobre il report ”Putin’s Partner”, pubblicato dalla fondazione tedesca Friedrich-Naumann, sostiene che la Corea del Nord ha fornito a Mosca aiuti militari per un valore di miliardi di dollari. Secondo rapporti di intelligence, i documenti trapelati e i prezzi delle munizioni precedentemente esportate da Pyongyang, la stima del valore del volume delle consegne di armi nordcoreane alla Russia dal febbraio 2022, secondo il rapporto, è compresa tra 1,7 e 5,5 miliardi di dollari.

Cifra che appare più che approssimativa e che difficilmente potrà trovare conferme o smentite. Del resto la Corea del Nord non pubblica dati ufficiali sulle sue esportazioni di armi, rendendo praticamente impossibile ottenere stime più accurate. Secondo l’intelligence sudcoreana, che basa i suoi rapporti principalmente su foto satellitari che monitorano le spedizioni tra la Corea del Nord e la Russia, Pyongyang supporta l’esercito russo principalmente con proiettili di artiglieria (proiettili per obici e razzi) e missili balistici a corto raggio.

I primi provengono dagli ampi depositi che l’esercito di Pyongyang ha accumulato per far fronte a una guerra convenzionale con USA e Seul e le munizioni fornite alla Russia per il rapido impiego bellico potrebbero ragionevolmente essere quelle scadute o vicine alla scadenza.

Circa i missili balistici tattici è invece possibile che le forniture a Mosca riguardino numeri limitati, idonei a valutarne l’impiego in un contesto bellico. In questo contesto è quindi inevitabile la presenza di tecnici, ufficiali e personale militare o dell’industria nordcoreana, esattamente quello che avviene sul lato opposto del fronte per diverse tipologie di armamenti occidentali forniti a Kiev.

Qualora scendessero davvero sul campo di battaglia, i nordcoreani non sarebbero certo i primi combattenti stranieri a prendere parte al conflitto in Ucraina. Molte nazioni della NATO hanno inviato “volontari” a combattere al fianco degli ucraini indossando uniformi dell’esercito di Kiev, come hanno mostrato decine di video.

Molti i caduti tra gli stranieri. Oltre 5mila secondo i dati forniti da Mosca nel marzo scorso. Il 14 Ottobre i russi hanno mostrato che all’interno di un veicolo da combattimento 8×8 Stryker distrutto nella regione di Kursk era presente una scheda con l’elenco degli 8 occupanti: tutti americani (nella foto sotto).

Il governo ucraino ha istituito una Legione Internazionale che ha accolto secondo fonti russe oltre 20 mila stranieri inclusi sudamericani e taiwanesi. Recentemente la presidenza ucraina ha autorizzato l’inquadramento di stranieri nelle forze armate anche come ufficiali e sottufficiali.

Del resto l’espressione “al fianco della Russia fino alla vittoria“ utilizzata dal ministro degli Esteri nordcoreano è la stessa utilizzata da NATO e UE per indicare il sostegno all’Ucraina, appunto “fino alla vittoria”.

Sul campo di battaglia non saranno certo 3mila, 8mila o 12mila nordcoreani privi di esperienza bellica e di armi pesanti a influenzare operazioni militari che coinvolgono ormai 700 mila militari russi. Anche le valutazioni di Zelensky circa le supposte difficoltà russe di mobilitazione non trovano riscontro concreto poiché Mosca impiega truppe professioniste e “militari a contratto”, che si arruolano volontari (al ritmo di 20/30 mila al mese secondo Mosca) per una ferma di un anno rinnovabile proprio per combattere in Ucraina.

Se si escludono i 300 mila riservisti mobilitati nel settembre 2022, la Federazione Russa non ha richiamato altri riservisti né ha attuato mobilitazioni di civili come invece continua a fare, con crescente insuccesso e ricorrendo alla forza, l’Ucraina che ha appena annunciato l’arruolamento di 160mila reclute nei prossimi tre mesi.

Sul piano giuridico il sostegno militare nordcoreano a Mosca nel conflitto in Ucraina è determinato dal rispetto del Trattato di cooperazione bilaterale siglato il 19 giugno scorso che include l’assistenza militare reciproca e nonostante nel testo non vi siano riferimenti espliciti al conflitto in Ucraina.

L’Articolo 4 dell’Accordo di Partenariato strategico tra la Corea del Nord e la Federazione Russa sancisce che: “Se una delle Parti subisce un attacco armato da parte di uno o più Stati e si trova quindi in uno stato di guerra, l’altra Parte fornirà immediatamente assistenza militare e di altro tipo con tutti i mezzi a sua disposizione ai sensi dell’articolo 51 della Convenzione. Carta delle Nazioni Unite e in conformità con la legislazione della Repubblica popolare democratica di Corea e della Federazione Russa”.

L’aspetto che potrebbe aver offerto l’opportunità a Pyongyang per inviare proprie truppe da combattimento nell’ambito dell’accordo bilaterale con Mosco è stato probabilmente l’attacco ucraino al territorio russo nella regione di Kursk, episodio che crea un contesto aderente all’Articolo 4 poiché una delle parti ha subito “un attacco armato da parte di uno o più Stati e si trova quindi in uno stato di guerra”.

Al momento infatti anche gli ucraini ritengono che le truppe di Pyongyang opereranno sul fronte di Kursk.

Come dimostrano le dichiarazioni sopra riportate, la vicenda è stata sfruttata in termini propagandistici da Rutte e Kirby  che hanno definito l’invio di forze nordcoreane il primo un “gesto disperato” da parte della Russia e di Putin e il secondo “un segno della disperazione crescente e del crescente isolamento della Russia” .

Dichiarazioni rivolte soprattutto al fronte interno, cioè all’opinione pubblica occidentale, alle prese con i dubbi e le perplessità scaturiti dai continui e crescenti successi militari russi conseguiti ormai su tutti i fronti e ai progressivi segnali di cedimento delle forze ucraine.

Del resto risulta sempre più difficile continuare a sostenere che il colossale supporto militare e finanziario offerto dall’Occidente all’Ucraina (80 miliardi di dollari solo dagli Stati Uniti) non costituisce un’escalation del conflitto in corso ma lo rappresenti invece l’intervento della Corea del Nord al fianco di Mosca.

Il supporto nordcoreano evidenzia in termini militari ciò che il recente summit dei BRICS di Kazan ha sottolineato in termini politici ed economici: cioè che la Federazione Russa non è isolata come avrebbe voluto l’Occidente. In termini politico-strategici inoltre uno degli effetti dell’iniziativa occidentale al fianco di Kiev è stata quella di consolidare, fino a trasformarli in vera e propria alleanza, i rapporti di Mosca con la Corea del Nord e l’Iran, rendendo così ancora più critiche le tensioni nel Golfo e nel Pacifico.

Comprensibile quindi che Corea del Sud e Giappone temano con l’asse di ferro con la Russia migliori le capacità di combattimento delle forze nordcoreane e porti a un netto miglioramento tecnologico le forze armate di Kim Jong-un anche in campo aeronautico, balistico e navale.

@GianandreaGaian

Foto: NATO, Presidenza Russa, Telegram e KCNA

 

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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