Consegnati i primi Sukhoi Su-30SM2 alla Bielorussia

Pochi giorni dopo le celebrazioni per l’80° Anniversario della Grande Vittoria, il Magg. Gen. Andrei Lukyanovich, comandante dell’Aeronautica militare e delle Forze di difesa aerea delle Forze armate della Bielorussia, in un’intervista sul canale televisivo STV, ha riferito: – «Riceveremo la prima coppia di Sukhoi Su-30SM2 nel prossimo futuro, alla fine di maggio. I velivoli sono più avanzati e dotati di avionica moderna. Le capacità sono completamente diverse, anche nell’utilizzo di armi aria-aria.»
Trascorse due settimane, ieri 27 maggio, lo stabilimento russo Irkutsk Aviation Plant (parte della PJSC UAC) ha consegnato a Minsk il primo lotto di nuovi velivoli Su-30SM2 come correttamente anticipato dal Gen. Lukyanovich.
Gli aerei sono stati ricevuti in conformità con il piano di costruzione e sviluppo delle Forze Armate bielorusse e di sviluppo e cooperazione tecnico-militare con la Federazione russa.
Analisi Difesa ne aveva notiziato poco più di un anno fa, quando il Ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin aveva affermato che circa le consegne di Su-30SM, Mosca avrebbe fornito a breve la versione aggiornata Su-30SM2.
Uno dei motivi che hanno contribuito a questa decisione risiederebbe nell’utilizzo dei componenti occidentali nella prima versione SM così come ampiamente illustrato sul nostro canale Telegram.
Mosca aveva deciso già dalla fine del 2015 di procedere alla sostituzione degli equipaggiamenti d’importazione proprio per via delle sanzioni occidentali che pertanto avevano reso obbligatorio questo passo con la realizzazione della nuova variante SM2.
Il Sukhoi Su-30SM2 è infatti realizzato interamente con componenti russe ma al contempo è significativamente migliore del suo predecessore considerando che è equipaggiato col moderno motore AL-41F-1S, noto per essere il performante propulsore del Su-35: la spinta è aumentata del 16%, l’autonomia operativa è raddoppiata e il motore tecnologicamente più avanzato consente consumi ridotti di carburante.
Il Su-30SM2 adotta inoltre il radar Irbis, anch’esso in dotazione al Su-35, in grado di rilevare bersagli aerei a una distanza massima di 400 km con tracciamento simultaneo di un massimo di 30 bersagli e in grado di ingaggiarne fino a 8 contemporaneamente (il radar Bars di cui è dotato il Su-30SM può tracciare invece fino a 15 bersagli; n.d.a.). La panoplia di armi aria-aria e aria-terra infine è sensibilmente ampliata rispetto a quella della precedente variante.
Secondo il portale bielorusso OtVinta gli strettissimi rapporti con Mosca hanno consentito alle Forze Aeree di Minsk di ottenere l’upgrade in maniera immediata e senza esborsi extra, ma già lo scorso anno gli analisti del settore dubitavano fortemente di consegne prima del 2026 a causa delle esigenze belliche russe; dubbi evidentemente smentiti con le prime consegne avvenute in questi giorni.
Ricordiamo che Il 20 giugno 2017, in occasione del Salone internazionale di Le Bourget, la Bielorussia aveva firmato un contratto per 12 caccia multiruolo Su-30SM. L’accordo del valore presumibile di circa 600 milioni di dollari era stato preceduto da diversi colloqui preliminari annunciati a suo tempo da Analisi Difesa nel febbraio 2016 e ancora prima nel novembre 2015.
Le consegne dei Su-30SM dovevano essere completate tra il 2020 e il 2021 ma è molto probabile che le sanzioni occidentali abbiano imposto una consegna parziale dei 12 caccia determinando la decisione di consegnare i nuovi Su-30SM2 al posto dei Su-30SM.
D’altra parte i piloti bielorussi hanno già completato il corso di riqualificazione presso il centro d’addestramento russo e sono pronti a pilotare i nuovi caccia multiruolo che ad ogni modo dovranno essere sottoposti ai previsti esami tecnici prima dell’assegnazione ai reparti di volo.
Foto Ministero Difesa Bielorusso
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.