Via libera al primo volo del nuovo Sukhoi Su-30SM2

Il primo aggiornamento del caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM (“Flanker-H” per la NATO) porterà la sigla Su-30SM2 e secondo l’Izvestia il Ministero della Difesa russo ha dato via libera per il primo volo del nuovo velivolo che a questo punto potrebbe realizzarsi entro la fine del 2020.

Nella versione originale il Su-30SM presentava alcune componenti di origine straniera come l’HUD di fabbricazione francesi Thales 3022 e i  display LCD multifunzionali Thales SMD55S a colori.

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Sistemi installati ben prima dell’introduzione delle sanzioni del 2014 e non a caso il lavoro di sostituzione di tutte queste componenti con sistemi di fabbricazione russa è in corso dal 2015 quando l’aggiornamento del velivolo doveva prendere il nome di Su-30SM1 e adottare anche una nuova serie di armi aria-aria e aria-terra.

Tuttavia nel 2018 è stato deciso di lanciare un programma che unificasse i componenti del Su-30SM con quelli del Su-35. L’obiettivo era chiaramente quello di semplificare e ridurre il costo di manutenzione dell’intera flotta di caccia russi, estendere la durata di servizio del Su-30SM e al contempo aumentare ulteriormente le sue capacità di combattimento.

Questo nuovo programma di upgrade ha richiesto una rielaborazione molto più ampia del velivolo, tra cui l’integrazione del turbofan AL-41F-1S, così come l’installazione del radar N035 Irbis al posto dell’attuale N011M Bars-R; ecco come si è giunti a modificare e classificare questo aggiornamento in Su-30SM2.

La principale modifica riguarda come dicevamo l’adozione del nuovo motore AL-41F-1S noto in Russia come “Izdeliye 117S”, un motore turbofan modulare a due alberi con controllo vettoriale della spinta e controllo digitale integrato che offre una spinta di 14.000 kgf con postcombustione inserita oltre a requisiti di manutenzione inferiori, sistema di accensione al plasma che conferiscono una maggiore durata, una migliore economia con aumento dell’autonomia e il 16% in più di spinta rispetto allo standard AL-31 da cui deriva.

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Come avevamo anticipato su Analisi Difesa l’AL-41F-1S è il motore dell’ultima e più moderna versione del Flanker, ovvero il Su-35; un’idea che nel complesso costituisce la base per l’attuazione di un solo propulsore, il più moderno e prestante, per l’intera famiglia dei Flanker (Su-27SM/SM2/SM3, Su-30SM e appunto l’Su-35).

Ma oltre al propulsore del Su-35, l’Su-30SM2 sarà destinatario inoltre di una rinnovata elettronica di bordo, una nuova stazione optoelettronica e di un nuovo set di armi che potenzierà notevolmente un caccia il cui primo volo risale ad appena a dieci anni or sono.

E’ oramai ufficiale che il Su-30SM2 sarà destinatario del nuovo missile da crociera supersonico Raduga Kh-32 (o Х-32) dotato di una tangenza di 40.000 metri, una portata di circa 1000 km e una velocità massima compresa tra i 3.6 e i 4.5 Mach; un’arma (finora) esclusiva del bombardiere strategico supersonico Tupolev Tu-22M3.

Il Kh-32 del peso di circa 6000 kg aumenterà così notevolmente le capacità del Su-30SM2 in grado di colpire un bersaglio strategico a distanze enormi rispetto alla versione da cui deriva.

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Tutti i Su-30SM che sono giunti copiosamente ai reparti di volo della VKS e della MA-VMF già dal 2013 (circa 130 esemplari secondo i database internazionali), verrebbero sottoposti ad operazione di retrofit alla nuova variante, mentre i futuri ordini vedranno d’ora in poi esclusivamente la produzione del nuovo Su-30SM2; d’altronde entro la fine dell’anno il ministero della Difesa intende già firmare un contratto per la fornitura dei primi 21 Su-30SM2 di nuova costruzione così come annunciato lo scorso agosto dal Ministro della Difesa Shoigu in occasione di un visita allo stabilimento della PJSC Irkut Corporation di Irkutsk.

Non è da escludere infine che la stessa Irkut Co. possa proporre l’aggiornamento allo standard SM2 ai paesi del CSTO che recentemente sono entrati in possesso dei Sukhoi Su-30SM, ovvero Armenia, Bielorussia e Kazakistan, senza tralasciare le aeronautiche di Algeria, Angola, Cina, India, Indonesia, Malaysia, Uganda, Venezuela e Vietnam in possesso dei 360 Su-30 nelle varianti MKA/MKV/MKI/MKM/MKK/MK2/MK esportati.

Foto Su-30SM e MK: Ministero della Difesa Russo e  Sukhoi

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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