L’ F-35 torna a volare (con limitazioni) ma non a Farnborough

La flotta degli F-35 potrà parzialmente riprendere i propri voli. Lo hanno stabilito, ha riferito ieri il portavoce del Pentagono John Kirby (nella  foto), la Marina e l’Air Force degli Stati Uniti, dopo che all’inizio del mese era stata annunciata la decisione di lasciare a terra tutti gli F-35 fino al completamento di una serie di ispezioni aggiuntive sul motore costruito dalla Pratt & Whitney. Direttive erano state emanate dagli uffici del programma F-35, dall’Air Force e dalla Marina in cui si ordinava la sospensione di tutti i voli degli F-35 a seguito di un incendio scoppiato il 23 giugno su un caccia F-35A dell’Air Force in una base della Florida mentre il pilota si preparava al decollo. In un comunicato Kirby ha spiegato che si tratta di un via libera limitato che include un regime di controllo motori e voli limitati che rimarranno in vigore finché la causa principale dell’incendio del 23 giugno non sarà identificata e risolta.

Kirby ha anche precisato che i funzionari sono fiduciosi che gli F-35 possano apparire al Farnborough International Air Show in Inghilterra. “Questa informazione è un passo incoraggiante, in questo momento non è stata fatta nessuna decisione definitiva”, ha aggiunto, sottolineando che la sicurezza resta la priorità assoluta.
L’F-35 non sarà presente però all’air show britannico di Farnborough dove era atteso. “Il Dipartimento della Difesa, di concerto con i nostri partner in Gran Bretagna, ha deciso di non inviare gli F-35B del corpo dei Marine oltre l’Atlantico per partecipare al Farnborough airshow” ha detto l’ammiraglio Kirby, affermando che “siamo delusi di non poter partecipare” ma comunque le capacità del velivolo “saranno presentate ai nostri partner in futuro”.

Sul programma F-35 è intervenuta anche la ministra della Difesa, Roberta Pinotti che in visita al Salone di Farnborough ha detto che “esiste un atteggiamento di grande trasparenza e sappiamo che è un progetto tecnologico complesso. E” ovvio che se ci sono dei problemi devono essere risolti: non acquisteremo niente che non sia più che sicuro per i piloti e in grado di funzionare”.

Sul piano industriale la ministra ha aggiunto che “abbiamo bisogno di un segnale importante per quello che riguarda le ricadute sul lavoro” del programma degli F35.

Interpellata sulle sollecitazioni giunte dall’amministratore delegato di Finmeccanica, Mauro Moretti, sulla necessità di consentire all’industria italiana la possibilità di lavorare anche parti più pregiata e non solo sulle strutture. “Considero questa – dice Pinotti – una condizione fondamentale. Sono state recentemente negli Usa dove abbiamo parlato di tutto. L’Italia è un alleato importante, ha sempre fatto scelte importanti nel sostenere questa alleanza e abbiamo bisogno di un segnale importante per quel che riguarda le ricadute sul lavoro. La politica – sottolinea -deve aprire la strada. Abbiamo trovato molta attenzione da parte degli americani e credo che il messaggio sia stato recepito”.

 

(con fonte Adnkronos e Ansa)

Foto: Lockheed Martin, US DoD e Ministero Difesa

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