Iraq: ucciso il vice del califfo al-Baghdadi?

AGI – Un uomo considerato il vice di Abu Bakr al-Baghdadi, il sedicente califfo dello Stato islamico, è stato ucciso in un raid aereo delle forze irachene a al-Qaim, nei pressi del confine siriano. Lo riferisce la tv di Stato irachena citando l’intelligence e senza fornire ulteriori dettagli.

La vittima è Ayad Hamid al-Jumaili, ministro della Guerra, ucciso insieme a un altro capo militare del gruppo jihadista. Contattati dal quotidiano israeliano Haaretz, i vertici della coalizione internazionale a guida Usa al momento non hanno voluto commentare la notizia. L’altro capo militare morto nel bombardamento è Turki Jamal al Dulimi, noto anche come Salem Muzfer al Ayami, alias Abu Hatab. Secondo quanto riferito dall’intelligence, erano proprio le due vittime l’obiettivo del raid.

A novembre del 2014 si diffuse la notizia del ferimento dello stesso al-Baghdadi in un altro raid aereo sempre su Al-Qaim, dove erano riuniti decine di capi jihadisti. Il 13 febbraio il canale di news locale al-Alhurra riferì che il califfo potrebbe essere rimasto gravemente ferito in un attacco aereo messo a segno quattro giorni prima nell’Iraq occidentale.

Il quella circostanza emerse che il fondatore e capo dell’Isis si trovava proprio ad al-Qaim, nella provincia dell’Anbar per una riunione dei vertici dell’organizzazione, messa a punto per discutere le sconfitte subite di recente a Mosul. La sua sorte non è chiara, secondo fonti della sicurezza. Al Baghdadi potrebbe essere stato trasferito in Siria, mentre nel raid sono stati uccisi altri 77 terroristi.

Abuuntitled

Sempre ieri fonti militari irachene hanno affermato che almeno cento jihadisti dell’Isis, tra i quali alcuni dirigenti, sono stati uccisi in raid aerei avvenuti in una località 120 chilometri a ovest di Mosul vicino al confine con la Siria.   La direzione per i servizi di intelligence militare hanno precisato che i bombardamenti sono stati compiuti ieri sera a Baaj.

Ma non viene precisato se gli aerei che li hanno effettuati fossero iracheni o della Coalizione internazionale anti-Isis a guida americana. Nel comunicato si afferma che gli attacchi sono avvenuti “sulla base di precise informazioni fornite dai servizi di intelligence” iracheni.

Fonti governative affermano che i miliziani presi di mira provenivano dalla Siria, il che lascia pensare che le forze dello Stato islamico possano ancora muoversi con una certa libertà tra questo Paese e l’Iraq.

 

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