I ridicoli provvedimenti della Ue contro i trafficanti di migranti illegali

Dopo almeno 4 anni dall’inizio dei flussi ininterrotti di gommoni carichi di immigrati illegali dalle coste libiche la Ue ha preso una decisione “drastica e tempestiva” introducendo restrizioni all’esportazione e alla fornitura alla Libia di gommoni e di motori fuoribordo, per ostacolare l’attività dei trafficanti di migranti.

Gli Stati membri dell’Ue avranno ora una base giuridica per prevenire l’esportazione di queste merci in Libia, “ove sussistano ragionevoli motivi per ritenere che possano essere utilizzate dagli scafisti”. Le restrizioni si applicano ai gommoni e ai motori che transitino attraverso l’Ue per raggiungere la Libia.

Da anni però i gommoni utilizzati dai trafficanti vengono acquistati in Cina e raggiungono la Libia via Turchia e Malta (unico membro dell’Unione coinvolto in quel commercio). Un traffico già individuato da tempo dalla missione navale Eunavfor Med che aveva reso noto di non poterlo interrompere poiché trattasi di un commercio legittimo.

Le restrizioni della Ue non impediranno, precisa il Consiglio, l’esportazione e la vendita di gommoni e motori fuoribordo per usi legittimi da parte della popolazione civile libica, come per esempio per i pescatori, che possono aver bisogno di motori per le proprie imbarcazioni.

Di fatto quindi il provvedimento non è solo tardivo ma risulterà del tutto inutile poiché pescatori o altri “imprenditori” potranno acquisire gommoni e motori da girare ai trafficanti come potrebbero fare commercianti nella vicina Tunisia, non coinvolta nelle restrizioni Ue.

A proposito di provvedimenti inutili il Consiglio dell’Ue si esprimerà presto per il rinnovo dell’operazione Sophia (Eunafvfor Med) che scadrà il 27 luglio prossimo e “continuerà a colpire il modello di business dei trafficanti nel mare, in linea con il diritto internazionale, in particolare addestrando la Guardia Costiera libica”.

In realtà finora Eunavfor Med ha fatto quello che fanno le altre tre flotte Ue e Italiane impiegate nel Canale di Sicilia, limitandosi cioè a soccorrere immigrati illegali e a sbarcarli in Italia come previsto dallo stesso piano operativo che contraddistingue l’operazione Triton di Frontex.

Nulla sembra peraltro indicare che Bruxelles stia preparando il salto di qualità tanto atteso dalla missione  guidata dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino, cioè l’ordine di operare in acque libiche a diretto contrasto delle orgaizzazioni criminali.

Di fatto l’Unione Europea si rivela ancora una volta del tutto inadeguata a difendere le proprie frontiere e assume iniziative che non ostacoleranno, ma anzi favoriranno il business dei trafficanti.

Foto: Askanews

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