Il Senato Usa blocca la vendita a Riad di armi per 8 miliardi

(AsiaNews/Agenzie) – Il Senato statunitense – con una rara mossa bipartisan – ha votato il 20 giugno blocco della vendita di armi all’Arabia Saudita, voluta con forza nei mesi scorsi dal presidente Donald Trump, per un valore complessivo di otto miliardi. L’inquilino della Casa Bianca aveva insistito con forza sull’accordo, per rilanciare l’asse con Riyadh dopo il gelo dell’ultima fase dell’amministrazione democratica guidata dal predecessore Barack Obama.

Il mese scorso Trump aveva bypassato il Congresso, nel tentativo di imprimere una accelerata alla finalizzazione del contratto miliardario. Fra le ragioni illustrate dal presidente, il sostegno all’alleato saudita di fronte alla minaccia iraniana nella regione mediorientale.

Ieri, con una decisione comune fra democratici e repubblicani, il Senato ha approvato una risoluzione che impedisce la vendita. A stretto giro di vite è arrivata la risposta di Trump, che intende porre il veto presidenziale di fronte alla decisione. Uno scontro istituzionale durissimo, che lascia – di fatto – l’accordo in una situazione di limbo.

Ora si attende la decisione della Camera bassa, guidata dai democratici a differenza del Senato, e che voterà anch’esso con tutta probabilità il blocco alla vendita. Tuttavia, secondo analisti ed esperti in seno al Congresso non vi sono i voti necessari per rovesciare il veto avanzato da Trump e, per questo, il contratto dovrebbe alla fine andare in porto.

Le prime due risoluzioni passate sono state approvate con 53 voti favorevoli e 45 contrari. Una terza votazione ha visto il margine restringersi, con 51 favorevoli e 45 contrari. In base all’accordo, la vendita di armi vale sia per l’Arabia Saudita che per gli Emirati Arabi Uniti e la Giordania.

I membri del Congresso hanno inoltre criticato Riyadh per le violazioni ai diritti umani con vittime civili nel contesto del conflitto in Yemen e per l’assassinio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. In riferimento all’omicidio, nei giorni scorsi una inchiesta Onu ha definito “credibile” il coinvolgimento del principe ereditario Mohammad bin Salman (Mbs), principale interlocutore del presidente Trump nella regione mediorientale assieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu.

In una nota diffusa dalla Casa Bianca dopo il voto si sottolinea che il blocco alla vendita equivale a un “abbandono” degli Stati Uniti verso i propri alleati “in un momento in cui crescono le minacce”.

 

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