WeChat: la App cinese che preoccupa i servizi segreti occidentali

Immaginate di avere in un’unica APP tutto quello che trovate in Facebook, Twitter, Tinder, Whatsapp, GoogleMap, ApplePAY. E che tutto funzioni in modo perfettamente integrato. Nel caso, probabile, troviate allettante questa chance, probabilmente andreste a fare compagnia ai 1,13 miliardi di utenti attivi (statistica del 23/9/19 di WECHAT, conosciuta anche come Weixin 微信) la più popolare App cinese.

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La pagina del Google Play store italiano (da cui è possibile scaricarla ed installarla) la descrive così “WeChat è più di una app di messaggistica e social media: è uno stile di vita per oltre un miliardo di utenti in tutto il mondo. “

Lanciata nel 2011 dal gruppo Tencent, tra le prime 10 società mondiali per valorizzazione di borsa, dopo soli 14 mesi, aveva già raggiunto i 100 milioni di utenti attivi. Nel tempo WeChat ha arricchito incredibilmente la sua offerta di servizi, tanto da essere considerata “indispensabile” da molti cittadini di Pechino.

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E non solo, visto quanto successo al giornalista della BBC, Stephen McDonell, in occasione del trentennale degli eventi di piazza Tienanmen, che ogni anno Hong Kong  (all’epoca  sotto il dominio inglese) ancora commemora.

Alcune foto della manifestazione postate da McDonnell hanno stimolato la curiosità di alcuni suoi amici cinesi (evidentemente totalmente ignari della famosa protesta del 1989), desiderosi di sapere di più su cosa si stava commemorando ad Hong kong e perché.

E’ bastata questa interazione a fare scattare il blocco dell’account di WeChat di McDonnel, con il messaggio “This WeChat account has been suspected of spreading malicious rumours and has been temporarily blocked…”

Ma il bello viene ora. Per sbloccare il suo account WeChat il giornalista inglese ha dovuto seguire una rigorosa procedura. Per prima cosa, ha dovuto “ammettere” di avere diffuso delle “voci maliziose”. Poi ha dovuto posare davanti alla fotocamera mentre leggeva a voce alta delle frasi proposte da WeChat.

Da quel momento WeChat (o chi per lui) possiede la impronta vocale e la impronta facciale di Stephen McDonnel

Parametri essenziali per attivare un eventuale monitoraggio costante su ogni dato acquisito da videocamere pubbliche, fotografie e audio postati sui social, comunicazioni telefoniche, …

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Ricapitolando: una App multifunzione senza la quale diventa difficile vivere ed avere relazioni nella Cina del 2019, una unica App che facilita il monitoraggio dello scambio di opinioni ed infine, per gli utenti maliziosi o tendenziosi, un efficace metodo per la raccolta di dati biometrici funzionali ad un controllo molto più approfondito e continuo.

Si sa, il governo Cinese dispone di risorse senza limiti, risponde solo a sé stesso, persegue una strategia di crescita forzata in coerenza con una propria carta di valori non necessariamente in sintonia con la nostra, e quelle occidentali, quindi ove i “checks and balances” del potere siano laschi e soggettivi, gestire a piacimento una App multifunzione risulta facile.

Rimane tuttavia un tema di fondo: la tecnologia digitale evolve ovunque, non solo in Cina, si innova e diventa sempre più accessibile a chiunque nonché una compagna di vita sempre più invasiva.

Tutto ciò è inarrestabile. Ma cosa succede laddove tale inarrestabile trend è reso possibile da una tecnologia abilitante controllata e gestita da un’unica organizzazione? In Cina il governo, in Occidente le grandi multinazionali della digital e web economy.

Abbiamo il Gdpr, si dirà, la Costituzione ed un solido quadro normativo a tutela della Privacy. Vero. Ma leggi e tecnologia viaggiano a velocità diverse, da sempre, ed è facile prevedere che a breve ne vedremo delle belle anche da noi…

Riflessione finale anche per coloro che non vivono in Cina o che non sono utenti  di WeChat: approcciarsi con grande cautela e circospezione alla possibilità di condividere i nostri dati personali (anagrafici, di opinione, biometrici) nei nostri account dei molti social a cui siamo registrati è da considerarsi ancora comportamento ai limiti della paranoia?

 

Eugenio Santagata, Andrea MelegariVedi tutti gli articoli

Eugenio Santagata: Laureato in giurisprudenza presso l'Università di Napoli e in Scienze Politiche all'Università di Torino, ha conseguito un MBA alla London Business School e una LL.M alla Hamline University Law School. Ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella a Napoli e l'Accademia Militare di Modena. Da ufficiale ha ricoperto ruoli militari operativi per poi entrare nel settore privato dando vita a diverse iniziative nel campo dell'hi-tech. E' stato CEO di CY4Gate e Vice Direttore Generale di Elettronica. Dall’aprile 2021 è CEO di Telsy. --- Andrea Melegari: Laureato in Informatica, ha insegnato per oltre 10 anni all'Accademia Militare di Modena. Dal 2000 si è specializzato nello sviluppo e nell'impiego delle tecnologie di Intelligenza Artificiale in ambito civile e militare. Tra gli incarichi ricoperti SEVP Defense, Intelligence & Security di Expert AI, Chief Marketing & Innovation Officer di CY4Gate. E' stato anche membro del CdA delle società Expert AI, CY4Gate e Expert System USA (Washington DC area). Dal luglio 2021 lavora presso una azienda tecnologica di un importante Gruppo industriale italiano.

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