Le truppe mozambicane uccidono 129 jihadisti nella provincia di Cabo Delgado

Le forze di sicurezza del Mozambico hanno ucciso 129 miliziani jihadisti nelle ultime settimane, secondo quanto affermato il 29 aprile dal ministro dell’Interno Amade Miquidade (nella foto qui sotto).  Gli insorti sono stati uccisi durante tre operazioni effettuate dal 7 al 12 aprile nel villaggio di Muidumbe e nelle isole di Quirimba e Ibo.

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Il ministro ha specificato che a seguito delle incursioni delle forze governative gli insorti hanno reagito giustiziando 52 giovani che si erano rifiutati di unirsi al gruppo (informazione già fornita dalla polizia mozambicana il 20 aprile) ma ha aggiunto che la provincia settentrionale ricca di gas è sotto il controllo del governo.

“La situazione a Cabo Delgado al momento è sotto controllo: abbiamo individuato dove si trova il nemico e le sue basi, mentre le forze di difesa e sicurezza sono strategicamente preparate per un’altra offensiva”, ha aggiunto il ministro dell’Interno.

Il 20 aprile lo Stato Islamico ha rivendicato l’abbattimento di un elicottero governativo Gazelle  impegnato nelle operazioni militari nella provincia di Cabo Delgado, nella località di Kisanga.

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L’agenzia Amaq, legata alla rete dello Stato Islamico, ha pubblicato foto dei resti del velivolo (nella foto sopra), secondo quanto riferito da Site, l’organizzazione che monitora l’attività estremista in tutto il mondo.

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Come riporta un documentato articolo di Africa Express, “lo scorso 23 marzo, un gruppo di jihadisti, via mare, ha attaccato nuovamente Mocímboa da Praia e Quissanga impedendo alla popolazione di fuggire.

Si sono poi fatti fotografare davanti alla caserma occupata della polizia di Quissanga con la bandiera nera dello Stato islamico. Sull’attacco sta circolando un video, ripreso anche dall’emittente in lingua portoghese JP.

Si vedono almeno una quindicina di uomini in uniforme militare con il viso coperto dalla kefiah. Alcuni imbracciano kalashnikov e uno di loro ha un lanciagranate RPG, carico, in spalla. Altri filmano con gli smartphone”.

I miliziani islamisti del movimento Ahlu Sunnah Wa-Jammá che significa Aderenti alla tradizione del Profeta (gruppo noto anche con l’acronimo ASW o con l’abbreviazione al-Sunnah) si richiamano allo Stato Islamico anche se vengono definiti dalla popolazione al-Shabaab (i giovani) pur non avendo, a quanto sembra, alcun legame con l’omonima organizzazione somala di ispirazione qaedista.

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ASW è attivo sarebbe nato nel 2015 ma è militarmente attivo nel nord del Mozambico dal 2017, è ritenuto responsabile dell’uccisione di almeno 900 persone e le sue azioni militari avrebbero provocato secondo alcune fonti 150 mila sfollati.

Tra le loro vittime anche alcuni contractors russi della compagnia militare privata Wagner, assoldati dall’anno scorso per fornire addestramento, equipaggiamenti e supporto alle forze locali.

Si ritiene che i membri siano addestrati sia localmente (da agenti di polizia disertori e guardie di sicurezza), sia esternamente in Tanzania e nella regione dei Grandi Laghi dai capi della milizia assunti da al-Shabaab in Tanzania, Kenya e Somalia. Il gruppo si finanzierebbe con il contrabbando di legna, carbone, avorio e rubino e con donazioni esterne.

Foto: O Pais, Amaq, Telegram e Twitter

 

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