Il programma per i nuovi sottomarini U212 NFS della Marina Militare

Il 26 febbraio scorso ha rappresentato una pietra miliare nelle capacità costruttiva e di equipaggiamento di piattaforme subacquee da parte dell’industria nazionale, quando l’Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in materia di ARmamenti (OCCAR), per conto della Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM) del Segretariato Generale della Difesa, ha assegnato al gruppo Fincantieri il contratto per la 1a Tranche del programma U212 NFS (Near Future Submarine).

La firma del contratto è stata effettuata dal direttore dell’OCCAR, l’ammiraglio (in pensione) Matteo Bisceglia e dal direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri Giuseppe Giordo, alla presenza dell’Ispettore Capo della Direzione degli Armamenti Navali, l’ammiraglio Massimo Guma e del vicedirettore generale della divisione elettronica di Leonardo, nonché responsabile della business unit elettronica Italia, Marco De Fazio, in rappresentanza del principale subappaltatore e integratore del sistema di combattimento U212 NFS presso la nuova sede OCCAR di Roma, che ospiterà la Divisione del Programma NFS U212, destinata ad essere costituita il prossimo 1 aprile. Successivamente verrà aperto un ufficio satellite a La Spezia.

“Questo accordo, di strategica importanza, doterà la Marina Militare e la sua componente sommergibili di mezzi altamente tecnologici in grado di eccellere nella dimensione subacquea e di svolgere, nell’attuale scenario geopolitico, un ruolo fondamentale per la salvaguardia degli interessi del Paese”, ha affermato l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo della Marina Militare, aggiungendo che “i sottomarini sono tra i mezzi più avanzati concepiti e realizzati dal genere umano. Il loro sviluppo è un vero e proprio volano in grado di guidare l’acquisizione e il consolidamento di capacità industriali e tecnologiche, con potenziali grandi ricadute in diversi altri settori e un importante ritorno per il Sistema Paese”.

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Siamo orgogliosi che il riconoscimento delle nostre capacità da parte della Marina e del partner tedesco abbia portato a un’evoluzione dei rapporti tale da garantirci da un lato il ruolo di design authority, dall’altro quello di prime contractor”, ha affermato Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, aggiungendo che “ciò consentirà all’Italia di continuare ad essere un attore principale nel ristretto gruppo di Paesi che possono costruire unità così avanzate”.

 “Il contratto assegnato da OCCAR-EA a Fincantieri è stato siglato in un limitato periodo temporale grazie ad un serrato programma d’integrazione del programma U212 NFS nell’ambito dell’Agenzia, frutto dello sforzo congiunto della Direzione degli Armamenti Navali italiana e dello staff di OCCAR-EA in collaborazione con un team molto reattivo di Fincantieri”, ha affermato il direttore di OCCAR, Matteo Bisceglia, commentando l’assegnato del contratto.

 

Il programma

Il programma U212 NFS include la progettazione, costruzione, consegna, supporto in servizio e la fornitura di un centro d’addestramento per quattro nuovi sottomarini basati sull’evoluzione del progetto delle piattaforme U212A con sistema propulsivo indipendente dall’aria (AIP, Air Independent Propulsion).

Sfruttando i 15 anni di consolidata esperienza di questa collaudata piattaforma che in servizio con la Marina Militare s’accinge a raggiungere le 100.000 ore in immersione, l’U212 NFS ne rappresenta un’evoluzione che verrà realizzata in Italia con l’inserimento delle più recenti tecnologie grazie ad un coinvolgimento senza precedenti dell’industria, centri universitari e di ricerca e sviluppo nazionali, incentrato sui principali sistemi imbarcati, rispetto alle quattro unità in servizio con la Marina Militare.

I battelli U212A sono stati costruiti nell’ambito del programma congiunto di cooperazione italo-tedesca avviato nel 1996, con un memorandum d’intesa per la formazione e supporto in servizio rinnovato e ampliato al dominio sottomarino, nel marzo 2017.

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Il contratto del valore di 1,35 miliardi di euro riguarda la prima tranche del programma U212 NFS che comprende i primi due battelli, lo sviluppo di nuove tecnologie associate al progetto, oltre al supporto iniziale in servizio e al nuovo centro di addestramento.

Il contratto comprende anche, quale opzione la 2a Tranche del programma, riguardante la fornitura della seconda coppia di battelli, sviluppi tecnologici aggiuntivi e supporto in servizio decennale. Secondo il Documento Programmatico Pluriennale 2020-22 del Ministero della Difesa, i costi complessivi del programma ammonteranno a € 2,68 miliardi, di cui € 1,33 budget per la 2a Tranche, che necessitano di reperimento ed approvazione affinché il programma possa essere completato nei tempi previsti, senza creare gap capacitivi nella componente subacquea della Marina.

I quattro U212 NFS saranno costruiti da Fincantieri presso il cantiere del Muggiano (La Spezia) nell’ambito di un accordo di cooperazione industriale siglato nel 2018 tra Thyssen Krupp Marine Systems (tkMS) e Fincantieri, che ha concesso al gruppo italiano la licenza d’uso e il know-how tecnico per la costruzione delle nuove piattaforme subacquee per la Marina Militare. Secondo un comunicato del gruppo tedesco emesso in occasione della firma, lo scorso dicembre è stato firmato un contratto ad hoc tra Fincantieri e tkMS per le nuove unità e l’opzione per la 2a Tranche.

Nell’ambito dei suoi obblighi di fornitura e servizio, tkMS fornirà anche componenti principali dei battelli come il modulo del sistema di lancio, caricamento e movimentazione dei siluri facente parte della sezione prodiera dei battelli, il sistema di celle a combustibile e varie altre componenti minori.

“Stiamo per fare un vero salto tecnologico rispetto ai sottomarini della classe precedente, a partire dal design e dal sistema di combattimento sviluppato insieme a Leonardo, che abbiamo il compito di integrare a bordo”, ha affermato

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L’amministratore delegato di Fincantieri, in qualità di appaltatore principale e autorità di progettazione per l’U212 NFS.

Oltre al CMS, Leonardo fornirà anche un centro d’addestramento ed altre attrezzature, oltre a formazione e pezzi di rispetto per un valore complessivo di 150 milioni di euro.

Grazie a questo e ad altri programmi e sviluppi tecnologici, un cluster nazionale dell’industria della subacquea con una gamma completa di società piccole, medie e grandi, università e centri di ricerca e sviluppo navale e della Difesa viene coordinato dal Segretariato Generale del Ministero della Difesa italiano/Direzione Nazionale degli Armamenti per assicurare una capacità sovrana ed indipendente nel settore. Ciò consentirà all’Italia di fare parte di quel ristretto gruppo di nazioni in grado di costruire, equipaggiare e supportare piattaforme sottomarine, con evidenti benefici per il mercato dell’esportazione e delle tecnologie duali per applicazione nel settore civile, come verrà meglio evidenziato nel corso della settima edizione del salone Seafuture, che si terrà in giugno presso l’Arsenale di La Spezia.

Il programma appena lanciato per l’evoluzione della piattaforma U212 non è destinato a concludersi con i nuovi quattro battelli ma come meglio vedremo la seconda coppia avrà ulteriori miglioramenti ed i conseguenti sistemi e sviluppi tecnologici giocheranno da una parte un ruolo chiave nell’aggiornamento di mezza età dei primi due lotti dei sottomarini tipo U212A e dall’altra porranno le basi per le future piattaforme subacquee post-U212 NFS della Marina Militare.

 

Le prime due unità

La costruzione dell’unità capoclasse è previsto che inizi nel 2022 (taglio della prima lamiera) per essere consegnata a dicembre 2027 (pari ad 81 mesi dall’aggiudicazione del contratto), seguita dal secondo battello a gennaio 2029. Il programma U212 NFS della Marina Militare è finalizzato a costruire quattro nuovi sottomarini in sostituzione delle altrettante unità classe Sauro migliorata la cui dismissione si avvicina, mantenendo una flotta di almeno otto piattaforme e fornendo alle nuove unità le ultime tecnologie e capacità in termini di segnatura acustica complessivamente ridotta, propulsione con autonomia maggiorata, comando, controllo, comunicazioni ed armi potenziate.

Tale capacità si baseranno essenzialmente sugli sviluppi e sui contenuti dell’industria e dei centri di ricerca nazionali. I nuovi sottomarini sono stati progettati con capacità di crescita, essendo concepite per la futura integrazione di veicoli subacquei autonomi (Autonomous Underwater Vehicle) e predisposte per l’impiego di nuovi sistemi d’arma ‘deep strike’ a lunga portata, che rappresenterebbero per la componente subacquea della Marina un significativo impulso alla deterrenza nazionale “dal mare”.

 

Le caratteristiche

Il progetto U212 NFS rappresenta un’evoluzione del progetto U212 con una piattaforma caratterizzata da un allungamento di 1,2 metri della sezione centrale dello scafo resistente dei battelli classe Todaro, in corrispondenza della falsatorre e della camera di manovra che a partire dai moderni tipo U212A (nella foto sotto) viene denominata CIC (Combat Information Centre).

Con la conseguenza che la prima risulta di nuovo design ed anch’essa allungata fino a 10 metri, e quindi in grado di ospitare un maggior numero di sollevamenti con sensori di superficie e sistemi per le comunicazioni, che salgono a sette (con spazi ulteriori per l’aggiunta di un ulteriore sollevamento), mentre la CIC, dove si concentrano le attività di comando e controllo dei battelli, risulta più grande e riorganizzata per ottimizzare lo spazio a disposizione del personale e degli equipaggiamenti.

La lunghezza complessiva dei nuovi sottomarini raggiungerà i 58,3 metri (con 41 metri di scafo pressurizzato e 7 metri di diametro) mentre il dislocamento in immersione aumenterà a 1.750 tonnellate (dislocamento in superficie 1.550 tonnellate). L’allungamento incrementerà anche gli spazi per le casse del combustibile e quindi l’autonomia della piattaforma con il sistema propulsivo diesel/elettrico.

I miglioramenti del design nella sezione posteriore dello scafo, al pari dei timoni poppieri e dell’elica, oltre all’introduzione del Propeller Boss Cap Fins (PBCF) sviluppato da tkMS e sperimentato su un battello U212A tedesco, consistente in una serie di piccole pale fissate sul mozzo, che riducono i vortici generati dal flusso dell’acqua a valle dell’elica, sono destinate a migliorare in via complessiva le prestazioni idrodinamiche del progetto con conseguente abbattimento della segnatura acustica dei nuovi battelli. Un nuovo rivestimento dello scafo in fluoropolimeri, atto a ridurre l’attecchimento di vegetazione sullo scafo e quindi la resistenza all’avanzamento, contribuirà a ridurre il consumo di carburante e il rumore autoindotto.

Il Ministero della Difesa sta anche lavorando allo sviluppo e test di un rivestimento in metamateriali per ridurre l’efficacia delle capacità dei sonar multi-statici avversari nell’ambito del progetto SUWIMM (Submarine UnderWater Invisibility through MetaMaterials) facente parte del programma di ricerca nazionale militare (PRNM).

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I nuovi battelli U212 NFS disporranno inizialmente del medesimo sistema propulsivo in configurazione diesel/elettrica con sistema AIP indipendente dall’aria di fornitura tedesca basato sulle celle a combustibile (Fuel Cell) tipo PEM. Quest’ultimo rappresenta un significativo salto in termini di capacità rispetto ai sottomarini che ne sono privi, con un rilevante incremento dell’autonomia in immersione senza necessità di risalire a quota periscopica per la ricarica delle batterie.

L’introduzione delle nuove tecnologie e sistemistica di sviluppo nazionale si è concentrato inizialmente per i battelli della Tranche 1 sul sistema d’immagazzinamento e produzione energetica di nuova generazione con batterie al litio e sistema di gestione delle medesime, destinato a rimpiazzare in toto le attuale e tradizionali batterie al piombo presenti sui battelli classe Todaro.

Pur mantenendo lo stesso complesso propulsivo diesel/elettrico delle piattaforme U212A basato sul motore diesel MTU 16VTB396 SE84 da 3120 kW accoppiato all’alternatore Piller, il motore elettrico a magneti permanenti Permasym da 2850 kW ed il complesso di celle a combustibile fornito dalla tkMS e basato sulle Fuel Cell di tipo PEM (Polymer Electrolyte Membrane) Sinavy della Siemens da 272 kW di potenza elettrica, l’U212 NFS introdurrà, al termine della fase di sviluppo e qualificazione (coperta dal contratto siglato), un nuovo sistema di stoccaggio e gestione dell’energia in fase di sviluppo e valutazione da parte dell’industria italiana e scaturito dal progetto ‘Far Seas’ del PRNM.

La nuova generazione di batterie al litio-ferro-fosfato (LFePO4) ed il relativo sistema di gestione forniti dalla società italiana specializzata FIB del Gruppo Seri Industrial ed integrati da Fincantieri, sono destinate a fornire una maggiore densità energetica e potenza complessiva, assicurando una maggiore autonomia subacquea e vantaggi operativi tattici. Il Ministero della Difesa italiano sta anche lavorando con Fincantieri ed altre industrie su sistemi di celle a combustibile e di stoccaggio dell’idrogeno di nuova generazione, che verranno applicati, se il programma di ricerca e sviluppo dedicato in corso avrà successo, al secondo lotto di due battelli da consegnare con la fase di Tranche 2.

L’allungamento dello scafo non ha comportato significative modifiche nella compartimentazione e distribuzione degli spazi interni ai nuovi battelli. Oltre al riassetto del vano batterie e alle nuove apparecchiature associate per accogliere i nuovi sistemi assicurando i necessari livelli di sicurezza nonché un locale rivisto per la centrale sollevamenti, i battelli U212NFS saranno dotati anche di un nuovo sistema per l’esaurimento in emergenza delle casse zavorra di tipo ibrido in fase di sviluppo da parte di Fincantieri nell’ambito del progetto HEBD (Hybrid Emergency Blowing Device) del PRNM, che oltre ad una maggiore versatilità d’impiego, ridurrà ulteriormente le necessità manutentive.

Un nuovo sistema di condizionamento per le operazioni in acque e climi tropicali consentirà un impiego ottimizzato in acquee lontane, come l’Oceano Indiano, nell’ambito nel bacino di operazioni previsto dal ‘Mediterraneo Allargato’. In aggiunta al nuovo design della falsatorre, a differenza delle unità in servizio, i nuovi battelli adotteranno attuatori elettrici per tutti i sollevamenti degli alberi presenti all’interno della falsatorre. Si tratta di sollevamenti non penetranti nello scafo (eccetto che per il periscopio d’attacco che presenta una visione diretta dell’esterno) del tipo (E-UMM) (Electric-Universal Modular Mast) forniti da Calzoni, società italiana del gruppo americano L3Harris.

Si tratta di una soluzione già adottata in via parziale sui battelli classe Todaro e diffusa sui sottomarini della US Navy, che evidenzia da una parte l’importanza e le capacità della filiera nazionale del settore, e dall’altra il primo passo verso una soluzione ‘completamente elettrica’ di base per i battelli italiani, caratterizzati ancora nella versione NFS da attuatori oleodinamici per le superficie di governo, valvole a scafo, sfoghi dell’aria ed altre utenze.

Grazie all’automazione avanzata, secondo quanto appreso da AD, l’U212 NFS presenterà un equipaggio di 29 unità ed avrà un sistema di combattimento di nuova generazione con un sistema di comando, controllo, comunicazioni, controllo delle armi e una suite di sensori completamente integrati con un significativo livello di partecipazione nello sviluppo e fornitura dell’industria, università e centri di ricerca nazionali. Leonardo fornirà il sistema di comando e controllo e gestione armi (CMS) basato sugli ultimi sviluppi per le piattaforme di superficie della Marina Militare nell’ambito del programma “Legge Navale” e denominato SADOC Mk 4.

Si tratta di uno sviluppo strategico per il gruppo italiano, che amplia la propria offerta sul mercato della subacquea, sfruttando le sinergie tra i due domini, ritornando a lavorare in un ambito che è stato in precedenza abbandonato. La nuova generazione di CMS per sottomarini sarà incentrata su architettura aperta, elaborazione dati remotizzata e capacità incrementata di gestione informazioni, grazie anche all’esteso know-how per l’elaborazione acustica proveniente da precedenti e nuove soluzioni di commando e controllo e d’armamento. I nuovi battelli disporranno di nove console per operatore a doppio schermo (con una stazione aggiuntiva e differenziata per il comandante) e capacità di crescita futura nel settore dell’intelligenza artificiale.

 

Le altre aziende coinvolte nel programma

 Fincantieri, il Ministero della Difesa italiano e la Marina Militare non hanno fornito informazioni sui subfornitori delle componenti del sistema di combattimento, ma alcuni sono già stati selezionati, eventualmente contrattualizzati o indicati in via ufficiosa. I nuovi battelli saranno dotati di una suite di comunicazione interna/esterna integrata, che secondo quanto appreso da AD sarebbe incentrata sugli sviluppi e prodotti del gruppo Leonardo, tra cui SATCOM in banda SHF ed UHF e data link 11, 16 (J-Reap C) nonchè predisposizione per il Link 22.

Avio Aero fornirà un autopilota migliorato rispetto a quello installato sui battelli della classe Todaro mentre il sistema integrato di gestione della piattaforma, secondo quanto risulta ad AD, sarà fornito da Seastema, ampliando in tal modo il portafoglio prodotti della società di Fincantieri al dominio subacqueo.

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La suite di sensori sarà caratterizzata da un complesso sonar allo stato dell’arte, – che secondo quanto risulta ad AD, sarebbe incentrato sulle soluzioni offerte dalla tedesca ELAC Sonar, una società del gruppo inglese Cohort -, e che dovrebbe includere un array cilindrico prodiero, sonar attivo anti-mine e collisione, un array passivo trainato, di telemetria passiva, intercettatore di sonar attivi, sistema ‘flank array’ e telefono subacqueo, il tutto controllato da un avanzato sistema di gestione ad architettura aperta.

Una nuova suite RESM/CESM (Radar ESM/Communications ESM) completamente integrata sarà fornita dal Gruppo Elettronica ed incentrata sul know-how tecnologico e sviluppi per le soluzioni destinate alle unità di superficie nell’ambito della ‘Legge Navale’. La nuova suite si caratterizza per una nuova antenna integrata con sensori RESM/CESM, installata su di un sollevamento dedicato che fornirà capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione tattico-strategiche di ultima generazione nel settore delle radiofrequenze e delle comunicazioni unitamente alle antenne di scoperta montate sui periscopi.

La suite optronica e di visione diretta per la sorveglianza ed attacco giorno/notte, sempre secondo informazioni raccolte da AD, sarà fornita dalla società L3Harris KEO, verosimilmente attraverso la controllata italiana Calzoni, e comprenderà un periscopio optronico di sorveglianza non penetrante lo scafo e un periscopio d’attacco invece penetrante, oltre a una capacità di elaborazione immagini potenziata.

Accanto a questi ultimi sollevamenti, l’U212 NFS sarà equipaggiato – secondo quanto risulta ad AD – con due alberi per le comunicazioni (rispettivamente con antenna in banda SHF ed UHF), uno ciascuno per rispettivamente l’antenna del sistema RESM/CESM di Elettronica e del radar di nuova generazione a bassa probabilità d’intercettazione di L3Harris Calzoni-GEM Elettronica, insieme al sollevamento per lo snorkel. I nuovi battelli saranno inoltre dotati, sempre secondo quanto appreso da AD, delle predisposizioni per l’impiego delle contromisure anti-siluro di futura fornitura Leonardo.

Con sei tubi di lancio standard NATO da 533 mm per siluri pesanti e predisposizione per altri sistemi d’arma, i nuovi sottomarini saranno equipaggiati con un’unità d’interfaccia fornita da Leonardo per la gestione della versione per la Marina Militare del siluro pesante di ultima generazione Black Shark Advanced (BSA) fornito dallo stesso gruppo e denominato Nuovo Siluro Pesante (NSP), caratterizzato da una pila o batteria “one shot” di nuova generazione all’ossido di alluminio-argento (Al-AgO), il cui primo lotto di produzione serie verrà consegnato nel 2021. Come anticipato, l’U212 NFS è predisposto per l’impiego di sistemi d’arma da crociera a lungo raggio per attacchi in profondità, capacità in fase di valutazione da parte del Ministero della Difesa.

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Si tratta di un importante sviluppo capacitivo per la componente subacquea, che la Marina Militare Italiana intende condividere con le future piattaforme di superficie DDX, allargando in tal modo le capacità di deterrenza nazionale. Al pari degli attuali battelli classe Todaro, secondo quanto risulta ad AD, L’U212 NFS disporrà di capacità di supporto all’impiego degli operatori del Gruppo Operatori Incursori (GOI) della MM.

I nuovi battelli saranno quindi equipaggiati con le predisposizioni per l’impiego del container da trasporto presso-resistente fornito dalla società CABI Cattaneo mostrato al pubblico nel corso dell’edizione 2016 del salone Seafuture, oltre a fungere da piattaforma madre per le operazioni dei veicoli subacquei speciali o SDV (Special Delivery Vehicle), in aggiunta alla garrita per gli operatori speciali e l’abbandono in emergenza del battello da parte dei membri d’equipaggio, nonché alla stazione per l’accoppiamento con il sistema di salvataggio dei sottomarini incidentati.

I nuovi battelli sono stati inoltre concepiti per l’impiego congiunto futuro con veicoli subacquei autonomi (Autonomous Unmanned Vehicles, AUV) in grado di estendere le capacità ISR occulte dei battelli grazie alla possibilità di tali veicoli di poter imbarcare suite di sensori ed operare in ambienti operativi non permissivi senza mettere in pericolo la piattaforma madre, oppure caratterizzati principalmente da condizioni quali bassi fondali ed acque ristrette, dove nonostante le dimostrate capacità di manovra dei battelli classe Todaro, l’operatività di quest’ultimi è comunque limitata.

Con l’introduzione di un nuovo CMS completamente integrato con sensori avanzati, il contratto prevede anche la realizzazione di nuovo centro d’addestramento con simulatori dedicati presso la Scuola Sommergibili della Marina Militare Italiana a Taranto e un pacchetto di supporto logistico comprendente la formazione del personale e parti di rispetto.

 

Conclusioni

La decisione di assegnare il programma U212 NFS ad OCCAR porta all’espansione per la prima del portafoglio programmi al dominio subacqueo. Attualmente si tratta un programma per una singola nazione, ma l’Italia ha dato incarico ad OCCAR di gestire il programma per consentire l’integrazione di altre nazioni che considerino futuri programmi subacquei o anche di altri partner che vogliano cooperare al programma U212 NFS.

Un’architettura quella di OCCAR che oltre ad assicurare flessibilità e speditezza nelle attività gestionali consente di dare visibilità ai programmi coinvolti, aprendo potenzialmente la strada a programmi collegati quale quello di supporto congiunto dei battelli U212A/U214, nonché in prospettiva di supporto al programma U212CD in fase di definizione contrattuale fra Germania e Norvegia.

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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