Falkland: il duello tra Londra e Buenos Aires 39 anni dopo la guerra

Il governo argentino ha presentato oggi formale reclamo all’Uruguay per la collaborazione prestata ad un aereo militare britannico che ha fatto scalo a Montevideo durante un volo tra il Regno Unito e la base militare nelle Isole Falkland/Malvinas.

Secondo quanto riferito dall’agenzia statale Te’lam, che cita fonti ufficiali, il governo di Alberto Fernandez ha trasmesso un reclamo formale al governo uruguaiano attraverso il ministero degli Esteri per la collaborazione fornita alle forze britanniche nelle isole, situazione che secondo l’Argentina si sarebbe ripetuta regolarmente negli ultimi anni mascherata come “assistenza umanitaria”.

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Il governo argentino ha riferito che un aereo cargo/tanker Airbus A330 MRTT della RAF (nella foto sopra) è decollato dalle Falkland (Malvinas per gli argentini) e ha sorvolato acque internazionali fino a Montevideo, dove ha fatto scalo per fare rifornimento: una pratica che secondo Buenos Aires contraddice gli accordi raggiunti dall’Argentina con i paesi vicini in modo che l’assistenza ai britannici fosse limitata a “questioni umanitarie”.

La scorsa settimana, il presidente Alberto Fernandez ha dichiarato che le isole “erano, sono e saranno argentine”, in occasione della Giornata del Veterano e dei Caduti in Guerra del 2 aprile, giorno in cui nel 1982 un blitz delle forze argentine della giunta militare guidata dal generale Leopoldo Galtieri invasero l’arcipelago che costituisce a tutti gli effetti territorio britannico e che venne riconquistato 75 giorni dopo dal corpo di spedizione inviato dal premier Margaret Thatcher.

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Buenos Aires ha invitato il Regno Unito a “riprendere i negoziati bilaterali sulla sovranità nei termini proposti dalle Nazioni Unite” sulle isole.

La nuova revisione integrata della Difesa di Londra presentata dal primo ministro britannico Boris Johnson alla Camera dei Comuni nel marzo scorso prevede la difesa delle isole Falkland e di Gibilterra (rivendicate da Argentina e Spagna) per “proteggerle dalle minacce esterne” utilizzando le forze armate se necessario. Le stesse misure si applicano a tutti i 14 territori britannici d’oltremare.

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Le forze armate saranno utilizzate come “deterrente contro incursioni nelle acque territoriali britanniche di Gibilterra” e “manterranno una presenza permanente alle Isole Falkland, nell’Isola di Ascension e nei Territori Britannici dell’Oceano Indiano”. La revisione prevede inoltre “significativi investimenti nelle basi aeree di Cipro”, le quali assicurano “la capacità di contribuire alla sicurezza con i nostri alleati nel Mediterraneo orientale”.

La Strategic Review britannica è stata duramente condannata dall’Argentina che “sostiene ancora una volta che il Regno Unito deve ascoltare la comunità internazionale che promuove la fine del colonialismo nel mondo e che in particolare, nel caso delle Isole Malvine, ha proposto, attraverso la Risoluzione 2065 delle Nazioni Unite, che la via per risolvere la disputa sulla sovranità sia il dialogo bilaterale”, si legge in una nota del ministero degli Esteri argentino.

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Secondo l’Argentina, “le considerazioni del primo ministro Johnson ribadiscono la tradizionale visione colonialista del Regno Unito” sulle Isole Falkland/Malvinas e l’insieme dei possedimenti britannici nel mondo, e per l’Argentina “non esprimono novità per quanto riguarda la politica coloniale britannica. Il Regno Unito mantiene la presenza illegittima nell’Atlantico meridionale con l’obiettivo di appropriarsi della ricchezza esistente e controllare sia l’accesso all’Antartide sia il passaggio bi-oceanico tra l’Atlantico e il Pacifico”. In conclusione, la nota afferma che l’Argentina “riconosce solo il dialogo, la diplomazia e la pace come gli unici modi per riguadagnare l’esercizio della sovranità nelle Malvinas, nella Georgia del Sud e Isole Sandwich Australi e negli spazi marittimi circostanti”.

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In questo contesto non mancano le iniziative distensive nell’arcipelago abitato da 3.500 persone di origine e nazionalità britannica. Argentina e Regno Unito hanno chiesto il 19 marzo al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) di aiutare a identificare i soldati argentini morti tra il 2 aprile e il 15 giugno 1982 e sepolti nel cimitero ii Darwin.

Un accordo firmato a Ginevra dal CICR e dai due governi prevede l’avvio di un secondo progetto in questa direzione dopo che il primo, avviato nel 2012, aveva permesso di individuare tra il 2017 e il 2018 i resti di 115 soldati sui 122 riesumati nello stesso cimitero di Darwin. Dopo la guerra a Darwin furono trovate circa 237 tombe, di cui 122 con la scritta “Soldato argentino conosciuto solo da Dio”.

 

 

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