Prigozhin esce di scena, nuova vita per la Wagner?  

 

Gli investigatori russi che indagano sullo schianto verificatosi il 23 agosto dell’aereo a bordo del quale si sarebbe trovato Yevgheny Prigozhin con l’intero stato maggiore della PMC Wagner hanno recuperato tutti i dieci corpi delle vittime. Lo fa sapere il Comitato investigativo secondo cui sono state trovate anche le scatole nere del jet Embraer 600, sequestrate, insieme ad altra documentazione e materiale che potrebbe servire a chiarire le circostanze dell’incidente avvenuto nella regione di Tver.

Nell’ambito delle indagini, guidate dal governatore della regione Igor Rudenya, i servizi di emergenza hanno iniziato a prelevare campioni genetici dai dieci corpi “per determinarne l’identità”.

Mosca aveva annunciato la sera del 24 agosto che i cadaveri di Prigozhin e del suo braccio destro, Dimitri Utkin, sono stati identificati e mancava solo l’esame del DNA per confermarne il decesso. In precedenza il telefonino de capo della Wagner era stato rinvenuto tra i relitti dell’aereo schiantatosi al suolo. Sullo schianto del velivolo privato Embraer 600 in volo tra Mosca e San Pietroburgo si sono scatenate ipotesi e supposizioni: dall’esplosione di un ordigno a bordo al fuoco della contraerea russa.

Negli USA, le informazioni iniziali di intelligence hanno smentito che l’aereo sia stato colpito da un missile terra-aria mentre, secondo quanto riporta il Wall Street Journal citando funzionari dell’amministrazione americana, le valutazioni preliminari suggeriscono che una bomba sia esplosa sull’aereo o ci sia stata qualche altra forma di sabotaggio.

Secondo analisti statunitensi citati dalla CNN l’aereo avrebbe avuto un incidente in volo prima di precipitare, anche se le riprese video disponibili non mostrano il momento esatto dell’esplosione. Nel filmato infatti si vede un aereo che cade, con una scia di fumo o vapore che si allunga dietro di esso, scendendo rapidamente contro un cielo azzurro brillante. La persona che filma il video ingrandisce l’aereo che scende a spirale senza controllo, rivelando che gli manca un’ala.

Il 24 agosto Putin ha confermato, dopo 24 ore di silenzio, che le indicazioni suggeriscono che a bordo dell’aereo si trovava personale della Wagner. Il comitato investigativo ha avviato un procedimento per accertare le cause che hanno portato allo schianto dell’aereo nella regione di Tver mentre era in viaggio da Mosca a San Pietroburgo. Promettendo indagini sull’incidente e porgendo le condoglianze alle famiglie delle vittime dell’incidente. Putin ha mantenuto questa duplice valutazione solo in apparenza contraddittoria.

“Era un uomo con un destino difficile. Aveva commesso alcuni gravi errori nella sua vita e aveva ottenuto i risultati necessari per lui e per lo sforzo che gli avevo chiesto durante gli ultimi mesi”, ha commentato Putin in un incontro al Cremlino ripreso in tv, durante il quale ha detto che Prigozhin era tornato il giorno prima dall’Africa e aveva incontrato alcuni funzionari.

 

Regolamento di conti?

Yevgeny Prigozhin sembra essere uscito di scena in modo spettacolare, vittima con tutto lo stato maggiore della compagnia militare privata Wagner di un incidente aereo che desta ovviamente molti sospetti, specie considerando la scomparsa in passato di altri nemici del governo russo e di Vladimir Putin. Non va però dimenticato che già nel 2019 il fondatore e leader della società militare provata (PMC) Wagner era stato dato per morto in un incidente aereo in Congo, ma riapparve tre giorni dopo vivo e vegeto.

Alcuni commentatori sostengono che Putin volesse punire in modo esemplare il “contractor ribelle”, con una esecuzione spettacolare nei cieli russi, ma questa tesi è discutibile poiché Prigozhin e la Wagner godono di stima e simpatie popolari in Russia.

Prigozhin non era un oppositore di Putin ma la sua marcia su Mosca, pur se interrotta, aveva senza dubbio oltrepassato i limiti accettabili per Putin e il ministro della Difesa Sergei Shoigu . Prigozhin aveva rifiutato di firmare il decreto voluto da Shoigu, che pone le società militari private sotto l’egida delle forze armate russe.

Putin sembrava aver consentito questa autonomia della Wagner togliendo Prigozhin e i suoi dal territorio russo e lasciandoli operare in Africa, Siria e Bielorussia, a supporto del regime amico di Aleksandr Lukashenko.

A Kiev il presidente Volodymyr Zelensky ha negato responsabilità ucraine nella morte di Prigozhin mentre fonti dell’intelligence britannica e ucraina attribuiscono al maggiore generale Andrey Averyanov, capo dell’Unità 29155 addetta all’eliminazione dei nemici della Russia e alle operazioni segrete dell’intelligence militare russa (Glavnoe razvedyvatel’noe upravlenie – GRU – Direttorato generale per le informazioni militari) la morte di Prigozhin.

Alcune fonti citate dal quotidiano Independent hanno segnalato che Averyanov era stato preso in considerazione dal Cremlino per sostituire Prigozhin alla guida della Wagner in Africa e Siria. A Mosca però l’uomo più indicato per questo compito sembra essere il colonnello (in pensione) Andrey Troshev, 61 anni, decorato “Eroe della Russia” e veterano dei conflitti in Afghanistan, Cecenia e Siria.

Quasi a simboleggiare che la PMC Wagner tornerà nell’ombra dopo che Prigozhin l’aveva portata alla ribalta in concomitanza con la guerra in Ucraina, il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, non si è espresso circa la possibilità che Troshev sia il successore di Prigozhin. “Non ci riguarda. Sul piano legale non esiste una tale entità” riferendosi al fatto che la legge russa ufficialmente non consente la costituzione di compagnie militari private.

Altre fonti in Occidente valutano che il successore di Prigozhin alla testa della Wagner possa essere Anton Elizarov, già alla testa di unità di contractors in Africa, Siria e nelle battaglie di Bakhmut e Soledar.

 

Wagner vive

La morte (vera o presunta) di Prigozhin e dei leader della Wagner non significherà probabilmente la fine della compagnia ma probabilmente solo una “seconda vita” in cui i contractors russi opereranno nell’ombra, a più stretto contatto con il ministero della Difesa e nell’ambito delle decisioni del Cremlino.

Nel suo ultimo video, girato probabilmente in Mali o Sudan, Prigozhin magnificava il ruolo della Wagner nell’aiutare gli africani contro terroristi islamici e pretese neo coloniali dell’Occidente.

Difficile credere che Mosca rinunci a un simile strumento di penetrazione. Più probabile che lo affidi a uomini di fiducia più vicini allo stato e più controllabili, specie ora che il flop della controffensiva ucraina e il golpe in Niger sembrano fornire a Mosca nitidi auspici di vittoria.

Per Andrej Kortunov, direttore accademico del Consiglio russo per gli affari internazionali (RIAC) a Mosca “non necessariamente” significherà lo scioglimento della Wagner.

Gli affari della società sono floridi in Siria, Libia, Mali, Burkina Faso e in Repubblica Centrafricana dove dopo la rivolta dei contractors Mosca ha provveduto ad arrestare alcuni comandanti della società e a rimpiazzarli con altri.

Andriy Demchenko, portavoce del Corpo delle guardie di frontiera ucraino, ha però annunciato il 25 agosto che è in corso smantellamento del campo istituito da Wagner vicino al villaggio di Tsel, nei pressi di Osipovichi, dove dopo la rivolta dei contractors erano stati “esiliati” da 4mila a 8mila uomini della Wagner.

Un ritiro che secondo Demchenko  non è collegato alla morte di Prigozhin. ”Anche prima degli avvenimento del 23 agosto abbiamo visto che il numero dei mercenari della Wagner sta diminuendo”, ha detto il portavoce ucraino. ”Non in maniera significativa, ma a poco a poco il numero dei mercenari della Wagner che si trovano in Bielorussia sta diminuendo” ha aggiunto Demchenko. Possibile quindi che un buon numero di uomini siano in fase di trasferimento in Siria o in Africa.

 

Un’altra sceneggiata?

Se è vero che fin dall’epoca di zaristi e sovietici gli oppositori del Cremlino spesso finiscono per morire in incidenti, per malattie improvvise e avvelenamenti o omicidi a mano armata, il caso Prigozhin potrebbe essere differente.

Non si può escludere infatti l’ipotesi di un finto incidente a un aereo sul quale Prigozhin e i suoi più stretti collaboratori non sarebbero mai saliti. Un’ipotesi a cui contribuiscono diversi indizi. Innanzitutto perché un altro aereo uguale appartenente alla società Concord di Prigozhin è atterrato in aeroporto nei pressi di Mosca poco dopo l’incidente e nel pomeriggio dello stesso giorno si è diretto verso Baku, in Azerbaigian.

Difficile al momento escludere che l’affascinante ipotesi che il capo della Wagner e i suoi fedelissimi abbiano fatto perdere le loro tracce garantendosi futuro e anonimato con parte delle ricchezze accumulate in questi anni possa avere una qualche attendibilità.

Del resto, dopo il tentato golpe maldestro (o forse solo una messa in scena?) Putin aveva definito “traditori” Prigozhin e gli uomini della Wagner che avevano seguito il loro capo ma aveva aggiunto che erano dei patrioti, avevano combattuto eroicamente vincendo diverse importanti battaglie in Ucraina e difendendo gli interessi di Mosca in molte nazioni africane.

 

Le reazioni

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, le cui forze hanno spesso combattuto al fianco delle unità Wagner in Ucraina, ha elogiato Prigozhin. “Siamo amici da molto tempo. Spesso abbiamo dovuto risolvere problemi complessi  ed era sempre pronto ad aiutare e aiutava davvero dal profondo del suo cuore”, ha scritto su Telegram.

Prigozhin “si distingueva dagli altri per la sua reattività, capacità di comunicazione uniche e perseveranza”, ha sottolineato Kadyrov aggiungendo però che ultimamente “non aveva visto o non aveva voluto vedere il quadro complessivo di ciò che stava accadendo nel Paese.

Gli ho chiesto di lasciare alle spalle le sue ambizioni personali a favore di questioni di fondamentale importanza nazionale. Tutto il resto potrà essere affrontato in seguito. Ma era proprio così, Prigozhin, con il suo comportamento ferreo e il suo desiderio di ottenere ciò che voleva qui e ora. La sua morte è una grande perdita per l’intera nazione”.

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha detto di non poter credere che dietro la morte di Yevgeny Prigozhin ci sia la mano del Cremlino.

“Conosco Putin, è un uomo riflessivo, molto calmo (…) Quindi non riesco a immaginare che sia stato lui a fare questo”, ha affermato.

Per il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, la morte di Prigozhin significa la fine della PMC Wagner che ha sconfitto in diverse battaglie le truppe ucraine.

“Wagner non esiste più in senso stretto. Sono distrutti”, ha affermato Reznikov in un’intervista al settimanale domenicale tedesco Welt am Sonntag. Secondo il ministro ucraino, la presunta scomparsa di Prigozhin ha indebolito il presidente russo “perché ha mostrato al mondo che se Putin fa un accordo con qualcuno e poi lo rompe, non ci si può più fidare di lui”.

 

Coincidenze?

Due eventi coincidenti vanno abbinati alla scomparsa di Prigozhin e del suo stato maggiore. Innanzitutto perché l’incidente aereo si è verificato poche ore dopo la notizia diffusa dall’agenzia RIA-Novosti che il generale Sergei Surovikin è stato rimosso dall’incarico di comandante delle forze aeree russe.

Surovikin, che si dice sia stato arrestato e poi liberato pur essendo sospettato di complicità con la rivolta di Prigozhin, è stato il miglior generale messo in campo da Mosca nell’attuale conflitto. A lui si deve il perfetto ripiegamento sulla riva sinistra del Dnepr delle truppe russe nella porzione settentrionale della regione di Kherson, nel novembre dello scorso anno e la formidabile tripla linea fortificata che protegge la Crimea dalla rabbiosa ma per ora inconcludente controffensiva ucraina.

La guida delle forze aerospaziali (VKS) è stata assunta ad interim dal generale Viktor Afzalov, capo di stato maggiore che già aveva svolto le funzioni di vertice quando Surovikin era stato chiamato a comandare le operazioni in Ucraina, dall’ottobre del 2022 al gennaio di quest’anno.

La testata RBC ha riferito che Surovikin, 57 anni, rimane nei ranghi delle forze armate ed è semplicemente in attesa di essere “trasferito a nuovo incarico”. Una coincidenza temporale ma nessun elemento certo sembra quindi legare il generale alla rivolta di due mesi or sono anche se Prigozhin, sempre molto severo con comandi militari e generali, aveva spesso tessuto le lodi di Surovikin.

La seconda coincidenza è che il 25 agosto Putin ha firmato il decreto emanato da Shoigu in giugno, che impone ai membri delle PMC russe di prestare giuramento di fedeltà alla Russia e di porsi alle dipendenze delle forze armate obbedendo rigorosamente agli ordini dei comandanti e dei superiori. Lo stesso decreto che Prigozhin si era rifiutato di firmare per conto della Wagner.

Pubblicata sul sito internet del governo, la norma impone alle PMC di giurare “fedeltà” e “lealtà” alla Russia e di “seguire rigorosamente gli ordini dei comandanti e dei superiori”. Si impegnano inoltre a “rispettare sacralmente la Costituzione russa”, a “svolgere coscienziosamente le mansioni loro affidate” e a “difendere coraggiosamente l’indipendenza e l’ordine costituzionale del Paese”.

In 48 ore il Cremlino sembra quindi aver voluto chiudere la ferita aperta dall’ammutinamento della Wagner.

@GianandreaGaian

Foto: Wagner e RIA-FAN

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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