Israele mobilita 300 mila militari per l’offensiva nella Striscia di Gaza

 

(aggiornato alle ore 23,30)

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha varato oggi il governo di emergenza nazionale che guiderà il Paese “in una guerra lunga e dura”, di cui fanno parte  lo stesso Netanyahu, Benny Gantz (ex capo di stato maggiore delle forze armate e uno dei leader dell’opposizione), il ministro della Difesa Yoav Gallant, l’ex capo di stato maggiore Gadi Eisenkot e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer ma è possibile che un altro leader dell’opposizione, Yair Lapid, entri nel nuovo esecutivo. L’accordo prevede il congelamento della discussa riforma giudiziaria, tema caro a Netanyahu ma che in questi mesi ha profondamente diviso la società israeliana.

Sale a 1.055 il numero di palestinesi morti e a 5.184 quello dei feriti secondo le autorità sanitarie di Gaza mentre i morti tra gli israeliani sono saliti ad almeno 1.200 e 3.418 feriti, per la “stragrande maggioranza” civili, ha sottolineato un portavoce militare precisando che “questi numeri non sono definitivi”. Tra i caduti israeliani vi sono almeno 189 militari dall’inizio dell’attacco di Hamas contro Israele. “Abbiamo informato le famiglie di 169 soldati israeliani caduti”, ha detto ai giornalisti il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari, aggiungendo che sono state contattate anche le famiglie di 60 persone rapite e portate a Gaza.

Zakariya Abu Maamar, esponente dell’ufficio politico di Hamas responsabile delle relazioni interne del gruppo e stretto collaboratore del capo del movimento a Gaza, Yahya Sinwar, è stato ucciso ieri insieme a Jawad Abu Shmala, ministro dell’Economia di Hamas, nei raid israeliani a Gaza. Lo hanno confermato le Forze di sicurezza israeliane (IDF).

Nel pomeriggio un intenso lancio di razzi palestinesi (4.500 quelli lanciati in questi giorni contro Israele secondo le IDF) ha colpito la città di Ashkelon, nel sud di Israele e contro l’aeroporto di Tel Aviv dove sono suonate le sirene dell’allarme razzi. Sono invece oltre 260 mila gli sfollati nella Striscia di Gaza a causa dei raid di Israele che ha reso noto di aver schierato circa 300.000 militari nei pressi del territorio palestinese.

“Abbiamo inviato e schierato la nostra fanteria, i nostri soldati corazzati, il nostro corpo di artiglieria e molti altri soldati delle riserve: 300.000 in tutto”, ha spiegato in un video pubblicato su X il portavoce delle IDF Jonathan Conricus. “E questo per garantire che Hamas, alla fine di questa guerra non avrà alcuna capacità militare con cui minacciare o uccidere i civili israeliani”.

I jet israeliani stanno “attaccando” la Striscia di Gaza a un “livello senza precedenti” perché “quello che è accaduto qui è qualcosa che non era mai accaduto” ha detto il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica israeliana, Omer Tishler, in dichiarazioni riportate dal Times of Israel.

“Qui c’è un nemico che lancia razzi, attacca i civili”, ha denunciato Tishler. “Non ci comportiamo come gli altri dall’altra parte, non attacchiamo la popolazione civile. Però che i raid non sono “chirurgici”, dietro ogni attacco c’è un obiettivo. Operiamo in modo preciso e professionale, ma non chirurgico. Parliamo di migliaia di munizioni”.

I bombardamenti israeliani hanno colpito il porto di Gaza distruggendo e incendiando diversi pescherecci mentre l’assedio totale della Striscia di Gaza, annunciato dal ministro della Difesa israeliano, è “vietato” dal diritto internazionale umanitario ha ricordato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, l’austriaco Volker Turk.

La risposta di Israele non si è fatta attendere sottolineando che l’assedio di Gaza fa seguito al “massacro senza precedenti di israeliani innocenti” e che “Israele ha tutto il diritto di difendersi da tale brutalità”. La rappresentanza diplomatica ha anche deplorato che l’Alto Commissario non definisca gli attacchi di Hamas come “terrorismo”.

Volker Turk si è detto anche “profondamente scioccato e indignato dai racconti di esecuzioni sommarie di civili e, in alcuni casi, di orribili massacri perpetrati da membri di gruppi armati palestinesi”; e ha invitato questi gruppi a “liberare immediatamente e incondizionatamente tutti i civili catturati e ancora detenuti: la cattura di ostaggi è vietata dal diritto internazionale”, ha sottolineato.

A spiegare meglio l’approccio israeliano (Il premier Netanyahu ha parlato esplicitamente di “vendetta”) ha provveduto il Coordinatore delle attività del governo israeliano per i Territori, generale Ghassan Alian, in un messaggio video rivolto agli abitanti di Gaza e anche alla leadership di Hamas.

“Non è umano rapire, abusare, uccidere bambini, donne e anziani. Non c’è giustificazione. Hamas è diventato lo Stato Islamico e gli abitanti di Gaza, invece di essere inorriditi, stanno celebrando quanto accaduto.  Animali umani vanno trattati come tali. Non ci saranno elettricità e acqua a Gaza, ci sarà solo distruzione. Volete l’inferno, avrete l’inferno”.

Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, ha annunciato che “abbiamo deciso che ogni residente della città di Sderot potrà portare con sé un’arma a partire da oggi. Voglio trasmettere un messaggio importante ai residenti di Sderot”, ha aggiunto Gvir, “siamo in guerra, non c’è destra, né sinistra, né religiosi né laici”. Ieri Ben Gvir aveva annunciato che il suo ministero stava acquistando 10.000 fucili per armare le squadre di sicurezza civile, composte in prevalenza da cittadini volontari, che operano nelle città israeliane al confine con Israele, nelle città a etnia mista e negli insediamenti in Cisgiordania.

Sono stati acquistati anche elmetti e giubbotti antiproiettile che verranno distribuiti insieme ai fucili d’assalto. Ribalteremo il mondo affinché le città siano protette. “Ho dato istruzioni per armare massicciamente le squadre di sicurezza civile per fornire soluzioni alle città e per non lasciarle senza protezione”, aveva detto Gvir.

Israele ha bombardato la notte scorsa anche il territorio siriano in risposta a un  lancio di proiettili verso le alture di Golan.  Lo ha reso noto un portavoce militare israeliano, il quale ha spiegato che le IDF “hanno risposto con colpi di artiglieria e colpi di mortaio verso le fonti di lancio dei razzi all’interno del territorio siriano”. Questa è la prima volta che tra Israele e Siria avviene uno scambio di colpi di artiglieria transfrontalieri dall’inizio della recente escalation nella Striscia di Gaza. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato che il bombardamento sul Golan è stato effettuato da “fazioni palestinesi che collaborano con gli Hezbollah libanesi”.

La US Navy sta spostando un gruppo d’attacco di portaerei verso le coste israeliane e diversi squadroni di aerei da combattimento dell’USAF verso i suoi cieli in quella che intende essere una dimostrazione di sostegno a Israele nella sua controffensiva su Gaza.

Lo ha riferito un funzionario della sicurezza Usa citato dal quotidiano “Wall Street Journal”, secondo cui la USS Gerald R. Ford e le navi al suo seguito hanno operato nel Mar Mediterraneo, ma ora hanno iniziato a muoversi verso Israele. I gruppi d’attacco delle portaerei comprendono circa 5 mila militari e una serie di attrezzature militari, compresi circa 80 velivoli imbarcati. Tale attività ha anche lo scopo di dissuadere l’Iran dal trarre vantaggio dall’incertezza nella regione, ha aggiunto il funzionario.

Il Pentagono peraltro sta “aumentando drasticamente” il suo sostegno militare a Israele dopo l’attacco di Hamas “per rispondere alle loro richieste più urgenti”, ha detto un funzionario della Difesa, spiegando che queste comprendono “munizioni di vario tipo e altro equipaggiamento”. Il Dipartimento della Difesa prevede che nei prossimi giorni vengano schierati nella regione aerei da combattimento di F-35 e F-15 e sta sollecitando “l’industria bellica a velocizzare la consegna di equipaggiamento militare” e dall’altra si sta “valutando quale tipo di munizioni e equipaggiamento sono negli arsenali Usa che possano essere velocemente disponibili per Israele”.

Un impegno che si somma a quello in atto ormai da 20 mesi a sostegno dell’Ucraina e non a caso il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto ieri che la violenza che travolge Israele e Gaza rischia di distrarre l’attenzione internazionale dalla guerra nel suo Paese. “C’è il rischio che l’attenzione internazionale si allontani dall’Ucraina, e che ci saranno conseguenze”.

Secondo il Washington Post, che cita funzionari di intelligence occidentali e mediorientali – l’Operazione Tempesta Al-Aqsa è stata messa a punto dai miliziani palestinesi a partire dalla metà del 2022 con il sostegno fondamentale dell’Iran che avrebbe assicurato addestramento militare, supporto logistico e decine di milioni di dollari in armi incluso il supporto tecnico per produrre a Gaza razzi con sempre maggiore raggio d’azione.

Ciò nonostante né gli USA né Israele sono in grado di dimostrare che Teheran abbia autorizzato o coordinato l’attacco allo Stato Ebraico. Le fonti sentite dal giornale statunitense, tutte rigorosamente anonime, hanno espresso stupore per la complessità dell’attacco condotto da Hamas in territorio israeliano via terra, mare e aria con l’impiego di gommoni e parapendii motorizzati.

Foto IDF e US Navy

Mappa: Google Earth Pro. Elaborazione: Luca Gabella Mandati Internazionali

 

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