Il Salone della Difesa londinese DSEI 2023 e il punto sui programmi del British Army

 

Il Salone britannico Defense & Security Equipment International (DSEI), che si svolge ogni due anni a settembre al centro espositivo ExCel presso i Royal Victoria Dock a Londra, con le sue conferenze che coprono tutti i domini in cui sono destinati ad operare le forze armate e di sicurezza, offre la possibilità di approfondire la conoscenza sugli ultimi sviluppi delle Forze Armate Britanniche e più in generale dell’industria nazionale ed anglo-americana nonché degli stretti rapporti e quindi attività che queste hanno con le forze armate e relative industrie dei Paesi europei, in particolare quelli settentrionali.

Queste relazioni sono diventate negli ultimi anni sempre più fitte ed articolate con l’aggravarsi delle tensioni con la Russia ed oggi con il conflitto legato all’invasione dell’Ucraina.

In tale contesto, dove il salone con oltre 1.500 esibitori fra cui 250 presenti per la prima volta, ha registrato un più 23% di visite rispetto al 2019, oltre 3.250 VIPs e quasi 100 delegazioni nazionali: mentre nelle scorse edizioni il settore aerospaziale e quello navale hanno avuto un ruolo più importante, l’edizione 2023 (12-15 settembre) ha visto il settore terrestre al centro dell’attenzione e della presenza multinazionale, a fronte di un conflitto russo-ucraino in cui sebbene si parli di evoluzione e lezioni nel contesto delle operazioni multi-dominio, lo sviluppo delle operazioni terrestri è al centro dell’interesse mondiale dell’industria di settore e degli addetti ai lavori sia militari che civili.

Quest’anno l’attenzione era inoltre rivolta anche al programma tri-nazionale anglo-italo-giapponese GCAP (Global Combat Aircraft Programme) che in occasione dell’evento ha fatto un salto di qualità in termini di comunicazione e presentazione agli addetti ai lavori mentre l’industria e le istituzioni nazionali hanno colto l’occasione per mostrare gli ultimi sviluppi in tutti i dominii operativi. Nel settore navale, i veicoli autonomi e la difesa multistrato hanno tenuto banco con annunci sui programmi nazionali ed internazionali.

 

La trasformazione del British Army e le lezioni del conflitto russo-ucraino

In occasione della giornata di apertura del salone, il Capo di Stato Maggiore (CSM) del British Army, generale Sir Patrick Sanders (nella foto sotto) ha esposto i più recenti sviluppi del piano di rinnovamento dell’Esercito Britannico, nell’ambito del programma ventennale denominato “Future Soldier” presentato nel novembre 2021 e che ingloba le più recenti lezioni apprese dal conflitto russo-ucraino,

Le lezioni sono state al centro del discorso del generale Sanders evidenziando come le medesime stiano influenzando l’evoluzione del piano di rinnovamento in atto guidato da un nuovo Land Operating Concept (LOC) sostenuto da un rapporto più stretto con gli alleati, partner ed industria.

Entro la fine dell’anno, il British Army formerà un nuovo gruppo per mezzi senza pilota (UAS, Unmanned Air System) all’interno di un nuovo Joint Aviation Command che rappresenterà un Joint Helicopter Command (JHC) riorganizzato e riorientato. “Il nuovo gruppo UAS fornirà un punto focale per l’industria, attorno al quale intendiamo sviluppare la prossima generazione di piattaforme UAS in modo sempre più stretto con la medesima,” ha annunciato il generale Sanders, rilevando come l’ambiente operativo in Ucraina abbia evidenziato la necessità di operatori e specialisti addestrati, in un contesto in cui il 40% delle perdite legate ai droni dipende da un errore del pilota.

Nonostante i problemi di personale e budget allocato e quelli legati ai programmi d’acquisizione,  come la cancellazione del programma d’ammodernamento del Warrior per problemi tecnici e lievitazione dei costi e le problematiche dell’Ajax, di cui parleremo dopo, in aggiunta ai cambiamenti alla struttura del British Army, il generale Sanders ha sottolineato l’importanza dei dati e dell’intelligenza artificiale, evidenziando come il Centro dedicato sia già operativo con oltre 25 progetti al riguardo ed altri di imminente lancio.

L’Esercito britannico raddoppierà la sua forza lavoro Cyber and Electronic Warfare Signals Intelligence (EWSI), inserendone centinaia di elementi nella National Cyber Force: “Stiamo già realizzando la più grande esercitazione informatica globale d’Europa (Ex Cyber Marvel) e, con un investimento di 1,3 miliardi di sterline (circa 1.5 miliardi di euro) in una gamma completa di capacità EW, SIGINT, Cyber ed ECM, stiamo accelerando il percorso della Forza Armata verso la centralità dei dati e la trasformazione digitale”. Introducendo il nuovo Land Operating Concept (OPC), il generale Sanders ha anche affrontato il tema del piano di rinnovamento degli equipaggiamenti che per il British Army rappresenta fondi per 41 miliardi di sterline (47 miliardi di euro) in un decennio.

 

Programmi Ajax, Boxer, artiglieria, lanciarazzi, veicoli autonomi ed addestramento

Il CSM del British Army non ha perso tempo ed ha subito evidenziato come il programma per il nuovo veicolo corazzato da combattimento Ajax (nella foto sotto) si sta rivelando una delle famiglie di AFV più avanzate al mondo. Lo scorso marzo il generale Sanders e l’allora Ministro della Difesa Ben Wallace avevano detto come il programma avesse voltato pagina dopo che il medesimo ha accumulato ritardi per importanti problemi legati all’eccessivo rumore e vibrazioni a cui era sottoposto l’equipaggio e d’integrazione della torretta.

L’attività che è scaturita per porre rimedio a tali inconvenienti avrebbe secondo il Ministero della Difesa ed il CSM del British Army consentito di introdurre modifiche che sono state verificate ed oggi il programma procede nel processo di recupero e di verifica dell’affidabilità nonché addestramento del personale.

I problemi citati hanno progressivamente posticipato l’entrata in servizio, ma alla domanda se gli stessi legati all’eccessivo rumore ed alle vibrazioni siano definitivamente risolti ha risposto affermativamente aggiungendo che entrambi soddisfano i requisiti e limiti regolamentari.

Nel frattempo, è continuata la produzione che ha raggiunto il completamento di più di 200 mezzi, di cui 44 in servizio con il British Army nonché 134 su un totale di 245 torrette fornite da Lockheed Martin. Secondo quanto annunciato una capacità operativa iniziale (IOC, Initial Operational Capability) con uno squadrone di 27 mezzi e personale addestrato dovrebbe essere raggiunta nella seconda metà del 2025 mentre una quella operativa finale (FOC, Full Operational Capability) fra ottobre 2028 e settembre 2029.

General Dynamics Land Systems-UK (GDLS-UK) ha un contratto da 5,5 miliardi di sterline (6,7 miliardi di dollari) per progettare, costruire e supportare 589 veicoli in quattro diverse varianti rappresentate rispettivamente da quella per le missioni ISTAR e supporto all’artiglieria (Ajax) equipaggiata con torretta armata di cannone 40CTAS e munizionamento telescopico da 40 mm, trasporto truppe (Ares), posto comando (Athena), recupero e supporto (Apollo ed Atlas) e genio (Argus).

Al pari di altri programmi così complessi che riguardano Eserciti e Forze Armate di altre nazioni, sono state previste diverse configurazioni capacitive o “capability drops” sempre più complete che se inizialmente pensate per mettere mezzi o velivoli in servizio al più presto, con il passare del tempo avrebbero complicato la situazione, richiedendo un programma di aggiornamento di quelle più vecchie.

Procede invece senza intoppi il programma per il nuovo mezzo blindato ruotato 8×8 Boxer (nelle foto sotto). Nel 2019, il Ministero della Difesa britannico, attraverso l’agenzia OCCAR, ha assegnato al consorzio ARTEC comprendente le società Rheinmetall e Krauss-Maffei Wegmann (KMW), un contratto per 523 veicoli a cui se ne sono aggiunti ulteriori 100 nell’aprile del 2022, di cui poco più di 500 da realizzare in UK ed il rimanente in Germania per essere consegnati in quattro versioni: ICV (Infantry Carrying Vehicle), C2 in diverse configurazioni (C2 di diverso tipo, posto osservazione, guerra elettronica e SIGINT (EWSI), Ambulanza e Specialist Carrier Variant anch’essa in diverse configurazioni, fra cui porta-mortaio, ricognizione/supporto di fuoco e genio.

Dei primi due prototipi, che hanno iniziato le prove industriali quest’estate, uno era presente sullo stand del British Army, in attesa che il Defence Equipment and Support (DE&S) cominciasse le prove operatore con l’autunno. Il primo veicolo di produzione in Germania per il British Army è stato completato il mese scorso mentre il primo destinato alla produzione in UK verrà completato all’inizio del 2024, con inizio delle consegne dalla Germania quest’anno, e raggiungimento della IOC ed FOC rispettivamente nel 2025 e 2032.

Il gruppo Rheinmetall ha progettato e prodotto i prototipi e primi mezzi di serie presso il proprio stabilimento di Kassel con componentistica fornita anche da UK mentre il resto della produzione viene portata a termine in UK dai siti di Rheinmetall BAE Systems Land (RBSL) e KNDS WFEL. In occasione del salone il consorzio ha costituito una società in Gran Bretagna affinché si occupi dei servizi e del supporto al British Army.

A questi s’aggiunge il programma d’ammodernamento del carro armato Challenger denominato Challenger 3 (CR3 , nella foto sotto) nel cui ambito Rheinmetall e RBSL hanno raggiunto con successo un altro obiettivo, rappresentato dalle prove di tiro del sistema d’arma da 120 mm L55A1 nella configurazione L55A1CR3, mentre per quanto riguarda la suite di protezione, la società israeliana Rafael ha ricevuto dall’MoD britannico un ulteriore contratto lo scorso luglio per la fornitura del sistema Trophy destinato alla fase di dimostrazione e quindi integrazione e qualificazione del sistema sulla piattaforma C3R nel 2024.

Nel settore delle artiglierie e dei lanciarazzi, il primo dei 14 semoventi autocarrati o SPH (Self-Propelled Howitzer) BAE Systems Archer 6×6 su camion Volvo, realizzati ed in servizio con le Forze Armate Svedese (nelle foto sotto e in apertura), è stato consegnato alla Gran Bretagna nel corso della settimana di DSEI a seguito di un contratto di acquisizione siglato nel Marzo 2023 per un totale di 14 SPH, addestramento, munizioni, che serviranno a rimpiazzare i semoventi cingolati AS90 trasferiti all’Ucraina e che entreranno in servizio con il British Army nel 2024.

Nel frattempo, il Ministero della Difesa britannico ha annunciato di aver accelerato il programma Mobile Fires Platform (MFP) destinato a mettere in servizio con il British Army un nuovo sistema d’artiglieria, a cui sarebbero interessati KMW con il Boxer Remote Controlled Howitzer (RCH) 155, Hanwha Defense Team Thunder con il K9A2, Nexter con il Ceasar 8×8, BAE Systems con l’Archer e Rheinmetall con l’HX3 10×10 e torretta sviluppata con cannone da 155 mm.

La capacità attacco in profondità e di saturazione prevista dal nuovo Land Operating Concept (LOC) verrà soddisfatta dal British Army con un programma quinquennale di ammodernamento di 44 semoventi lanciarazzi M270B1 Guided Multiple Launch Rocket System (GMLRS) in servizio lanciato nel 2021 e che prevede l’installazione di nuove cabine, nuovi motori e sistemi di lancio per portarli allo standard M270A2, in aggiunta a nuovo munizionamento.

La Forza Armata ha indicato diversi carichi bellici, fra cui la nuova munizione ER-GMLRS (Extended Range – Guided Multiple Launch Rocket System), il sistema Lockheed Martin PrSM (Precision Strike Missile)- nella foto sotto) destinato a rimpiazzare l’ATACMS (Army Tactical Missile System) con una portata massima di 499 km ed un sistema della famiglia Land Precision Strike di MBDA.

Nell’ambito del programma Technical Demonstrator 5 (TD 5) per lo sviluppo e la dimostrazione di nuovi carichi paganti per razzi ER-GMLRS, sullo stand dello stesso servizio, erano visibili le munizioni Lightweight Multirole Missile non propulse della Thales destinato ad essere impiegato contro mezzi corazzati nonché un trio di canister per il trasporto e lancio di droni Lockheed Martin Outider.

Senza dimenticare l’altra arma d’attacco in profondità rappresentata dagli elicotteri d’attacco Boeing AH-64E i cui primi due esemplari sono arrivati in Gran Bretagna dalla Boeing negli USA nel Novembre 2020 e l’IOC è stata raggiunta nel maggio di quest’anno mentre l’ultimo dei 50 elicotteri ordinati è previsto in consegna nel 2024 e la FOC da raggiungere all’inizio del 2026.

Nell’ambito del programma Battle Group Organic Anti-Armour (BGOAA), che prevede diverse capacità d’ingaggio controcarro ed altri target per fanteria e mezzi, il progetto relativo al rimpiazzo dell’attuale capacità anticarro su mezzo (Mounted Close Combat Overmatch, MCCO), gestito dal Defence Science and Technology Laboratory (DSTL), ha registrato in passato la proposta di piattaforme della famiglia Ajax e Boxer con missili MBDA Brimstone. In occasione del salone di DSEI, General Dynmaics Land Systems UK ha presentato il veicolo senza pilota cingolato pesante TRX con due lanciatori quadrupli di missili Brimstone unitamente a due armi a controllo remotizzato da 7.62 e 12.7 mm, di cui uno o più esemplari potrebbero essere utilizzato come supporto di fuoco ad un mezzo Ajax equipaggiato con suite ISTAR di sorveglianza e capacità di designazione bersagli.

Non poteva mancare l’attenzione del British Army alla luce del conflitto russo-ucraino verso i mezzi senza pilota aerei e terrestri. Nell’ambito del programma di ammodernamento Future Soldier, è stato mostrato il drone Hydra con un carico pagante costituito da tre missili MBDA Brimstone al posto di approvvigionamenti, mentre per quanto riguarda i droni terrestri o UGV (Unmanned Ground Vehicle) più pesanti, una campagna di prove svolta a marzo che ha visto la partecipazioni di mezzi di Rheinmetall, Milrem Robotics ed Elbit Systems ha messo in evidenza l’importanza ma anche un grado di autonomia che deve essere ulteriormente sviluppato per conseguire gli obiettivi prefissati.

Non poteva non mancare neppure la capacità di difesa aerea sul campo di battaglia sempre più importante per contrastare minacce sempre più insidiose come i droni hanno dimostrato nel corso delle operazioni nel conflitto russo-ucraino. Nell’ambito di un livello superiore, il British Army presentava il sistema Sky Sabre  (nella foto sopra) incentrato sul sistema missilistico MBDA Land Ceptor basato su 4-6 lanciatori o TEL (Transporter, Erector and Launcher) per otto missili CAMM (Common Anti-air Modular Missile) ed equipaggiati con sistema elettro-ottico per inseguimento passivo dei bersagli, il MIC4AD (Modular Integrated C4I Air & Missile Defence System) di Rafael ed il sistema di sorveglianza radar Saab Giraffe AMB (Agile MultiBeam).

A questi s’aggiungeva una serie di sistemi anti-drone di diversa natura mentre in contemporanea con il salone, l’americana Raytheon annunciava che la sua controllata britannica era pronta a ricevere un sistema laser ad alta potenza da 15 kW in versione pallettizzata da installare e testare su veicolo militare 6×6 Wolfhound nel terzo trimestre del 2024.

Questa attività s’inquadra nell’ambito del programma Land Demonstrator del Ministero della Difesa UK ed è destinata alla realizzazione di un sistema d’arma laser per neutralizzare sistemi unmanned di piccole dimensioni. Integrato nell’ambito di una torretta del tipo Multispectral Targeting System (MTS) fornita dalla stessa Raytheon ed installata su piattaforme come il velivolo senza pilota tipo Predator, il sistema dispone di un sistema di controllo su console per giochi che richiede dalle due alle tre settimane d’addestramento per l’impiego.

Nel settore dell’addestramento, il Collective Training Transformation Programme (CTTP) del British Army ha catalizzato l’attenzione a fronte dell’annuncio della partecipazione da parte dei team industriali comprendenti le società Leonardo e Valiant, “Crucible” con le società Babcock, Jacobs, Accenture, CAE and McKinsey & Company e del team Northrop Grumman/Serco, che si vanno ad aggiungere alle cordate capitanate da Raytheon UK, Lockheed Martin UK, e QinetiQ, quest’ultima insieme a KBR e PA Consulting.

Destinato ad essere assegnato nel 2025 ed avere un valore di 750 milioni di dollari (600 milioni sterline), il CTTP si occuperà inizialmente del sistema e dell’infrastruttura di addestramento collettivo esistente del British Army prima di trasformarlo in una soluzione flessibile completamente integrata combinata con nuovi sistemi live, virtual e constructive (LVC). Sempre nel medesimo settore, Elbit Systems UK ha annunciato di aver ricevuto due contratti rispettivamente per l’Interim Indirect Fire Simulator (IIDFS) ed il Collective Training Group (CTG).

 

Industria britannica ed internazionale

La joint-venture tedesco inglese Rheinmetall BAE Systems Land (RBSL) presentava la versione Combat Reconnaissance Vehicle (CVR) del Boxer mentre presso lo stand del British Army era presente la versione comando (C2) sviluppata in UK. A questi s’aggiungeva il sistema rappresentato dalla torretta Skyranger (nella foto sotto) con cannone da Oerlikon Revolver 35 mmx228 KDG 35/1000 e munizionamento Oerlikon AHEAD (Advanced Hit Efficiency And Destruction) installato a bordo di un veicolo 8×8 Boxer.

Quest’ultima versione rappresenta il più recente sviluppo del sistema che viene proposto anche con il cannone da 30 mm Oerlikon e missili spalleggiabili e che in futuro potrà vedere l’aggiunta della versione con sistema laser ad alta energia (Skyranger 30 HEL).  La famiglia di sistemi per la difesa aerea Skyranger sfrutta il nuovo radar AESA a facce fisse AMMR (AESA Multi-Mission Radar) distribuite realizzato da Rheinmetall Italia nonché a seconda del modello ed in particolare nel caso dello Skyranger 35 mm anche una direzione del tiro radar/elettro-ottica.

A questi s’aggiungeva l’IFV Lynx KF41 (nella foto sotto) equipaggiato con una torretta Lance 2 con cannone Rheinmetall Wotan 35 da 35 mm e munizionamento programmabile sulla cui è installabile un’arma da 7.62 mm a controllo remoto con sensoristica unitamente a pod laterali per altre armi quali missili Rafael Spike-LR. L’IFV di nuova generazione è stato acquistato dall’Ungheria che ha ricevuto il primo di 209 veicoli nell’ottobre 2022, ed è in gara in diversi paesi.

Il mezzo è stato proposto e contrattualizzato dall’US Army a Rheinmetall America per le fasi 3 e 4 del programma o XM30 Mechanized Infantry Combat Vehicle (MICV) precedentemente noto come OMFV (Optionally Manned Fighting Vehicle) in concorrenza con altre soluzioni dalla cui gara verrà prescelto il vincitore per il rimpiazzo dell’M2 Bradley. Questi veicoli presentavano il sistema di protezione StrikeShield che prevede sia elementi attivi che passivi.

Sullo stand di BAE Systems era presente l’IFV CV90 (nella foto sotto) prodotto in Svezia da BAE Systems Hägglunds e acquistato più recentemente dalla Slovacchia in 152 esemplari della più recente version Mk IV (CV9035),che saranno prodotti localmente in collaborazione con l’industria locale ma già in servizio in Europa con altri operatori fra cui l’Olanda che ha lanciato un programma d’ammodernamento i cui primi esemplari sono già stati consegnati ed altri paesi fra cui l’Ucraina che ha ricevuto da dopo i nuovi mezzi.

Il modello Mk IV si distingue per motore più potente e trasmissione migliorata, incremento peso massimo, capacità d’impiego migliorate, nuova elettronica e la nuova torretta della serie D, equipaggiata con cannone da 35 mm e l’ultima generazione di sensori, software e realtà aumentata, in aggiunta al sistema di protezione attiva Iron Fist come nel caso dell’Olanda e della Slovacchia, in aggiunta in quest’ultimo caso al sistema missilistico Spike-LR.

Ad oggi il CV90 è stato venduto in 17 configurazioni da 10 paesi comprendenti Danimarca, Estonia, Finlandia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Olanda, Cecoslovacchia, Slovacchia ed Ucraina, che l’ha già impiegato in combattimento.

Sempre BAE Systems presentava la nuova versione ambulanza del veicolo cingolato Armored Multi-Purpose Vehicle (AMPV, nella foto sotto), di cui l’US Army ha dato a BAE Systems ad inizio settembre un contratto da 797 milioni di dollari per la produzione a piena cadenza in cinque varianti per il rimpiazzo degli M-113.

A queste s’aggiungono quella venute successivamente contro droni (CUAS) e mortaio, in quest’ultimo caso equipaggiata con il sistema Patria NEMO (New Mortar) che è previsto venga testato dall’US Army nel gennaio 2024.

Nel settore dei veicoli ruotati 8×8 e 6×6, era presente anche Patria reduce dall’accordo siglato all’inizio di settembre per la produzione su licenza con la giapponese Japan Steel Works (JSW) del suo mezzo AMVXP a seguito della scelta da parte della Japan Ground Self-Defence Force quale nuovo mezzo blindato 8×8 nell’ambito del programma WAPC, nonché l’ACV (Amphibious Combat Vehicle) 8×8 di BAE Systems ed Iveco Defence Vehicles (IDV) sullo stand della prima dopo il debutto internazionale in occasione del salone di FEINDEF in Spagna (nella foto sotto).

Nel settore delle armi d’appoggio, Elbit Systems presenta la propria torretta Crossbow equipaggiata con mortaio a funzionamento automatizzato da 120 mm capace di utilizzare anche munizionamento guidato con GPS Stylet e laser Sting, e che può essere equipaggiata anche con il sistema di protezione attiva Elbit Systems Iron Fist capace anche di ingaggiare munizionamento utilizzato nel fuoco contro-batteria, come dimostrato dall’ingaggio di un proiettile guidato laser di produzione russa Krasnopol da 152 mm.

In aggiunta al sistema Ragnarok di Rheinmetall che è stato presentato in una versione trainata su di un trailer e Patria NEMO in torretta, il gruppo di Singapore ST Engineering presentava il proprio sistema dal peso contenuto GDMAS (Ground Deployed Advanced Mortar System) da 120 o 81 mm che può essere installato su veicoli leggeri. Sullo stand del gruppo di Singapore il sistema era montato su di un pickup commerciale 4×4 grazie ad una piattaforma che dispone di un sistema affinché la piastra con il mortaio vengano dispiegati automaticamente in meno di 25 secondi dietro al mezzo per far assorbire al terreno il rinculo del tiro.

Caricato manualmente il mortaio può sparare fino a 16 colpi al minuto per tre minuti prima che si debba fermare per far raffreddare la canna. I primi tiri di qualifica sono previsti per il primo trimestre del 2024.

Nell’ambito del munizionamento d’artiglieria, alla luce dei noti problemi di approvvigionamento in tempi veloci per far fronte a crisi come quella oggi in atto, in aggiunta al ripianamento ed incremento delle scorte, come annunciato dal Ministero della Difesa UK il giorno di apertura del salone, passando da 280 a 410 milioni di sterline dallo scorso luglio, BAE Systems ha presentato alla stampa il programma per la munizione adattabile di nuova generazione o Next Generation Adaptable Ammunition (NGAA, nella foto sotto) che promette di rivoluzionare il mondo dei proiettili da 155 mm.

Guardando alla necessità di incrementare la produzione migliorando allo stesso tempo le prestazioni e il potenziale di crescita, tenendo d’occhio anche le questioni di compatibilità e costi, BAE Systems sta lavorando al rimpiazzo della vecchia famiglia di munizioni L15 nel Regno Unito ed in generale sui mercati internazionali, affrontando il problema  grazie a un approccio globale che miri a consentire l’uso di materiali meno specializzati che possono essere utilizzato dall’industria non legata alla difesa, convertendo quest’ultima in impianti di produzione ad alta cadenza quando se ne presenta la necessità, senza dimenticare la catena di fornitura in questo settore.

Ecco che BAE Systems ha valutato acciai e materiali commerciali selezionati che possano essere forniti da un più ampio spettro di fornitori e metodi di produzione alternativi mentre per quanto riguarda le lavorazioni dell’esplosivo, la società sta andando verso l’impiego della tecnologia Resonance Acoustic Mixer (RAM) che utilizza onde sonore acustiche destinate ad accelerare le particelle esplosive in un movimento di miscelazione, in aggiunta a nuove chimiche, riducendo attività di ore in minuti e quindi costi a fronte di un incremento della produzione.

Il nuovo munizionamento sarà caratterizzato da un corpo unico a guscio in grado di alloggiare diversi carichi mentre per quanto riguarda la spoletta, quest’ultima sarà completamente elettronica, modulare e scalabile. Sviluppi sono in corso anche per le cariche aggiuntive (range extender) destinate ad incrementare la portata così come moduli di propulsione a razzo, mentre si sta lavorando alla piena compatibilità con le spolette Course Correction o di correzione della traiettoria. Guardando ai tempi di sviluppo, BAE Systems ha annunciato con i suoi specialisti che le dimostrazioni inizieranno a partire dalla fine del 2023.

 

IDV Robotics presenta il Viking

Nell’ambito dei mezzi autonomi, erano presenti i principali players quali Rheinmetall, Milrem Robotics, recentemente acquistata dal gruppo emiratino EDGE, Elbit Systems, GDLS-UK di cui abbiamo già parlato, a cui s’aggiungeva per la prima volta IDV Robotics dell’italiana Iveco Defence Vehicles (IDV) con sede nel Regno Unito, a seguito dell’acquisizione della maggioranza da parte del gruppo italiano in MIRA UGV, la divisione uncrewed ground vehicle (UGV) di Horiba Mira lo scorso gennaio. La sede

La sede in Gran Bretagna è strategica perché consente ad IDV Robotics di rispondere alle esigenze in continua evoluzione del Ministero della Difesa britannico e dei suoi allegati strategici. Il salone di DSEI 2023 ha costituito l’occasione per la presentazione ufficiale di IDV Robotics e la sua piattaforma multiruolo UGV Viking (nelle foto sotto).

IDV Robotics si presenta come un’azienda all’avanguardia in prima linea nelle soluzioni UGV e Robotics Autonomous Systems che sta accelerando lo sviluppo di queste tecnologie rivoluzionarie, promettendo di migliorare l’efficienza operativa e salvare vite umane su diversi terreni e missioni.

IDV Robotics sta puntando ad incrementare gli sforzi per il potenziamento di missioni critiche come la ricognizione, il supporto di fuoco, il rifornimento in prossimità della prima linea, l’evacuazione delle vittime e le missioni CBRN.

IDV Robotics presentava la piattaforma UGV ad alta mobilità 6×6 Viking, che permetterà lo svolgimento di queste missioni critiche, ed ha nel suo portafoglio tecnologie come il MACE (Modular Autonomous Control Equipment), sistema di controllo autonomo proprietario di IDV Robotics perfettamente integrato in una gamma di veicoli militari per operazioni semi-autonome e autonome su terreni impegnativi, e capacità di navigazione senza rivali anche in ambienti privi di GNSS, capace del riconoscimento avanzato del terreno, identificazione all’avanguardia di oggetti e terreno, caratterizzata dalla capacità di condurre percorsi fuoristrada di livello superiore e che unisce veicoli aerei senza pilota (UAV) e UGV per una perfetta integrazione RAS terra-aria.

L’UGV Viking è una piattaforma 6×6 con propulsione ibrida diesel-elettrica con batterie similari a quella dei veicoli civili dotata di un’ampia piattaforma (1.7×1.8 m) per un carico massimo di 750 kg e caratterizzata da un alto rapporto peso spinta che gli consente di trasportare carichi pesanti anche su pendenze importanti.

Con un sistema di sospensioni completamente indipendenti ed un’altezza da terra più alta della media, il veicolo ha capacità fuori strada molto buone. La coppia di ruote anteriori e posteriori è sterzante consentendo movimenti in spazi ridotti a basse velocità.

Con una velocità massima di 45 km/h (limitata con software), il mezzo ha un’autonomia di 20 km con la propulsione elettrica e silenziosa mentre sale ad oltre 24 ore se non in movimento ma operativo. Sfruttando la propulsione ibrida, diesel-elettrica, l’autonomia supera i 200 km. Il Viking è dotato del MACE, un sistema di controllo remoto ad architettura aperta che comprende suite di telecamere stereo, LiDAR (Light Detection And Ranging) e termica che alimentano un algoritmo AI di visione artificiale sviluppato da IDV Robotics per il riconoscimento del terreno e degli oggetti, la mappatura, percorso ed anticollisione.

Il sistema di navigazione Atlas consente al mezzo di operare in un ambiente in cui il segnale GPS è disturbato e non utilizzabile, grazie alla comparazione delle immagini fornite dalla suite camere con quelle caricate prima della missione. In aggiunta alla versione da trasporto, la società presentava anche una variante equipaggiata con una torretta armata con una mitragliatrice da 12,7 mm e un lanciatore binato leggero riutilizzabile Thales FZ602 in grado di lanciare razzi a guida laser o non guidati, le cui prove a fuoco dovrebbero svolgersi entro il prossimo anno. Secondo quanto emerso, in aggiunta alla sperimentazione da due anni da parte del DSTL britannico, il sistema è in fase di acquisizione da parte dell’Istituto Norvegese di Ricerca sulla Difesa (FFI) insieme per verifiche d’impiego e supporto in diversi scenari operativi, come in condizioni estreme e di terreno innevato.

La società Rheinmetall presentava il mezzo ruotato 4×4 Master XT (Extreme Terrain) equipaggiato con una suite CUAS comprendente una torretta equipaggiata di una mitragliatrice Dillon Aero da 7.62 mm ed un radar FLIR 3D e sistema elettro-ottico per la scoperta e l’inseguimento di micro-UAS. A questi s’aggiungono il veicolo autonomo THeMIS di Milrem Robotics (nella foto sotto impiegato in Mali) equipaggiato con una munizione loitering Hunter 2-S caratterizzata da un carico di 2 kg ed un’autonomia di 45 minuti, capace di operare in sciame con altri sistemi autonomi mentre effettua il riconoscimento, classificazione ed ingaggio del bersaglio.

Nel settore dei velivoli senza pilota, Rheinmetall presentava il sistema LUNA nella nuova versione NG (New Generation) che si caratterizza per un’autonomia di 12 ore ed un data link per operazioni ad una distanza di 150 km oltre ad un carico pagante di oltre 30 kg. Grazie alla capacità di trasportare armamento, il LUNA NG può essere utilizzato per missioni d’attacco mentre un kit VTOL potrà ridurne l’ingombro. Il sistema è destinato ad essere impiegato in Ucraina quale parte integrante di un pacchetto d’aiuti tedesco annunciato lo scorso luglio.

L’israeliana Elbit Systems presentava il piccolo Skylark 1-eVTOL, l’ultimo arrivato della famiglia, capace di essere trasportato da un team di due persone che verrà fornito al Corpo d’Artiglieria delle Forze di Difesa Israeliane e che si caratterizza per un’autonomia di tre ore con sensori elettro-ottici, una velocità massima di 65 nodi ed un raggio d’azione di 40 chilometri.

Sullo stand MSI Defense Systems era presente il sistema CUAS Terrahawk Paladin montato su di una piattaforma caricabile su autocarro 8×8 e comprendente un sistema radar AESA 3D della società polacca APS con quattro facce fisse Mimo Field ctrl Advance ed un jammer sempre di APS unitamente ad un sistema elettro-ottico di MSI Defence Systems Satos ed un sistema di comando e controllo Cyview, mentre l’armamento è costituito da una torretta Terrahawk DS con cannone di diverso calibro (30, 40 o 25 mm) ed un mitragliatrice coassiale da 12.7 mm oppure una torretta TerraHawk LW con missili superficie-aria al posto della mitragliatrice oppure versioni meno armate delle torrette indicate. Il sistema è parte dei pacchetti di fornitura armamenti per l’Ucraina secondo quanto annunciato dal Ministero della Difesa britannico successivamente al salone.

La capacità d’attacco in profondità e di saturazione era invece rappresentata dal sistema ruotato lanciarazzi Lockheed Martin M142 HIMARS (High Mobility Artillery Rocket System) in servizio e “combat proven”, capace di essere dispiegabile rapidamente con velivoli C-130 ed equipaggiato con due gruppi lanciatori o pod capaci di accogliere fino ad un totale di 12 razzi (6 +6) GMLRS ed in futuro ER GMLRS con portata rispettivamente di 70 e 150 km oppure due razzi ATACMS con portata di 300 km destinati ad essere rimpiazzati da quattro sistemi PrSM (Precision Strike Missile) (2 per pod) di cui la prima iterazione (Increment 1) è in produzione con testata unitaria e portata massima di oltre 499 chilometri ed ulteriori sono in sviluppo, fra cui l’Increment 4 con portata raddoppiata.

A questi s’aggiungeva il sistema EuroPULS  (nella foto sopra) presentato dal consorzio Elbit Systems/KDNS (nella foto qui sopra)  proprio in occasione del salone e caratterizzato anch’esso da due lanciatori con razzi della Elbit Systems ed in particolare, Accular da 122 mm (18 razzi) con una portata di 35 km, Accular da 160 mm (10 razzi) con una portata di 40 km, Extra (4 razzi) con portata di 150 km e Predator Hawk (2 razzi) da 300 chilometri.

Nel settore delle artiglierie, l’agenzia per il procurement svedese (FMV) ha annunciato in coincidenza con il salone che BAE Systems ha ricevuto un contratto di valore imprecisato per l’acquisto di 48 semoventi carrati Archer su mezzi ad alta mobilità 8×8 Rheinmetall MAN Military Vehicles (RMMV), il cui primo esemplare è destinato alla consegna nel 2025. Questi ultimi andranno a rimpiazzare i semoventi Archer 6×6 destinati ad essere trasferiti alla Gran Bretagna.

Vi era poi la sudcoreana Hanwha Defense che presentava il semovente d’artiglieria K9 Thunder, che ha ottenuto successi sui principali mercati internazionali, fra cui più recentemente la Polonia con un accordo quadro di ben 672 K9PL di cui 212 da produrre in Corea entro il 2026 mentre gli altri nel paese europeo, nonché il semovente carrato KNDS Caesar che ha registrato nel 2022 ulteriori ed importanti successi commerciali in Europa principalmente, unitamente allo sviluppo della nuova versione Caesar 6×6 MkII.

Fra i carichi paganti dell’artiglieria e lanciarazzi, ma anche per impieghi mediante mezzi terrestri, Rheinmetall presentava il sistema intelligente contro mezzi corazzati ADW (Area Defence Weapon) costituito da una submunizione SMArt 155 del peso di 25 kg che attacca dall’alto i veicoli corazzati entro un raggio d’azione di oltre 100 metri.

 

MBDA: nuovi contratti per la famiglia CAMM che cresce

Il gruppo MBDA si presentava a DSEI forte di importanti contratti e accordi in Polonia che riguardano la famiglia di sistemi superficie-aria CAMM sviluppatasi inizialmente in UK e cresciuta in collaborazione con l’Italia ed oggi destinata ad ulteriore evoluzione con l’industria locale in Polonia. Nell’ambito degli accordi siglati nel 2022 fra l’agenzia per il procurement polacca ed il consorzio industriale PGZ-Narew, in occasione del salone di MSPO in Polonia, sono stati firmati due accordi/contratti per la fornitura degli elementi del sistema per la difesa aerea e missilistica a corto raggio o SHORAD Narew. Quest’ultimo vedrà la fornitura di 23 batterie complete comprendenti sistemi di comando e controllo, radar e ben 138 lanciatori (primo contratto) unitamente a più di 1000 CAMM ER (previsti dal secondo contratto) in aggiunta ad altri equipaggiamenti nonché accordi di trasferimento tecnologico e produzione sia per il sistema missilistico che per i lanciatori.

Il sistema SHORAD Narew comprende i menzionati missili CAMM ER nonché i lanciatori (denominati iLauncher) sviluppati da MBDA, – un partner principale del programma -, montati su autocarri ad alta mobilità 8×8 di produzione polacca Jelcz P882.57. Un totale di 23 batterie con 46 unità di fuoco, di cui ciascuna equipaggiata con tre lanciatori iLauncher con 8 missili ciascuno.  Questi contratti si vanno ad aggiungere al contratto siglato in aprile fra MBDA e la stessa agenzia per il procurement polacca per la fornitura di missili CAMM e iLauncher per il programma d’ammodernamento del sistema di difesa aerea Pilica+.

In totale, MBDA fornirà missili e lanciatori per un valore di 1,9 miliardi di sterline per l’ammodernamento di un totale di 22 batterie del sistema Pilica+, che secondo quanto dichiarato rappresenterà il più grande programma per la difesa a corto raggio della NATO. Sviluppato e prodotto dal gruppo polacco PGZ, tale programma prevede la combinazione del sistema MBDA CAMM con cannoni e missili di difesa aerea a cortissimo raggio e guida infrarosso, il tutto gestito da C2 e radar di fornitura nazionale ed integrato con i programmi per sistemi a corto raggio Narew già menzionato e medio raggio Wisla.

La Polonia è già un utilizzatore del sistema CAMM di MBDA, avendo ricevuto la prima batteria nel 2022 in risposta ad un requisito urgente basato sul sistema “Mala (piccolo) Narew” che è stato consegnato da MBDA e PGZ in sei mesi.

Ma la famiglia CAMM è destinata a crescere ulteriormente perché una settimana prima di DSEI, in occasione del salone polacco, MBDA e PGZ hanno siglato un accordo per collaborare allo sviluppo di un nuovo intercettore CAMM a medio raggio e basso costo, a valle degli accordi governativi anglo-polacchi per lo sviluppo di un nuovo missile della famiglia CAMM, come parte del partenariato strategico Regno Unito-Polonia 2030. Si tratta del CAMM-MR, il cui concetto è stato lanciato nell’ambito di un contratto con il ministero della Difesa polacco per soddisfare le esigenze della difesa aerea integrata terrestre e navale nell’ambito del programma navale Miecznik per le nuove fregate, e dei Pilica+, Narew e Wisla, unitamente ai CAMM e CAMM ER.

 

Armamento leggero: Beretta ha presentato il NARP e Fiocchi nuovo munizionamento

Con quasi 500 anni di storia guardando sempre all’innovazione, Beretta ha presentato al salone la nuova “New Assault Rifle Platform” (NARP) o nuova piattaforma per fucile d’assalto, presentata in calibro 5,56×45 mm, che porta ancora il nome del programma, per lo sviluppo di una vera e propria famiglia di armi multi-calibro negli anni avvenire.

Lanciato come programma nel 2018 e realizzato in diverse iterazioni per giungere a quella attuale, Beretta nella realizzazione del NARP ha concentrato i suoi sforzi sulle caratteristiche di affidabilità, ergonomia, letalità, modularità e riduzione del suono e delle tracce visibili oltre che nella capacità di impiegare diversi tipi e calibri di munizioni, avendo collaborato strettamente con le Forze Speciali Italiane nella fase di sviluppo di questo nuovo sistema d’arma per sfruttare al massimo il ritorno e l’esperienza dei reparti coinvolti.

Il NARP, secondo Beretta, è una piattaforma unica e moderna, con ergonomia simile alle piattaforme tipo AR-15 ma con accorgimenti e caratteristiche uniche sviluppate da Beretta grazie ad anni di esperienza nel settore militare che spingono le prestazioni del prodotto verso nuovi limiti.

Pur richiamando la struttura “classica” dell’AR-15, caratteristica che ne facilita l’addestramento e l’impiego, la meccanica dell’arma è completamente diversa ed innovativa, principalmente per il ricorso ad un meccanismo a presa di gas indiretto (pistone) a corsa breve al posto del classico sistema a presa diretta del gas. Un’altra caratteristica innovativa per un’arma della tipologia AR è rappresentata dal porta-otturatore dotato di mollo di ritorno interna e quindi contenuta entro il semicastello superiore, che consente di adottare calciature pieghevoli, riducendo così ulteriormente la lunghezza totale del NARP, capacità non presente sui fucili d’assalto M-16 e carabine M-4.

Inoltre, grazie all’asse della canna che risulta più in basso rispetto al calcio, si ottiene maggiore controllabilità dell’arma, e quindi una migliore precisione di tiro. Per ridurre ulteriormente la segnatura acustica e termica, Beretta ha sviluppato un nuovo silenziatore della famiglia B-Silent prodotto usando la tecnologia produttiva additiva ed un nuovo spegnifiamma sempre di sviluppo interno. Ciò al fine di incrementare la capacità di sopravvivenza sul campo di battaglia. La nuova arma è compatibile con il lanciagranate GLX 160 da 40 mm sempre di Beretta, sviluppato a suo tempo per l’ARX 160.

Grazie al peso ridotto di 3,3kg (caricatore vuoto incluso) nella versione con canna da 14,5 pollici ed una lunghezza totale inferiore a 90 cm, secondo Beretta, il NARP è adatto ad ogni tipo di operatore offrendo controlli ambidestri e simmetrici, la possibilità di installare diverse tipologie di calcio (telescopico, pieghevole, collassabile), nonché impugnature e calcioli brevettati che consentono una maneggevolezza eccellente ed una transizione veloce in ogni circostanza di impiego.

La versione in calibro 5,56×45 mm presenta al salone ha un ritmo di fuoco di circa 700 colpi al minuto.  Sempre secondo Beretta, la nuova arma ha superato tutti i test NATO, fra cui quello di funzionamento senza inceppamenti o MRBS (Mean Rounds Between Stoppages) con circa 15.000 colpi.

Le caratteristiche di modularità e versatilità fanno del NARP un’arma che si adatta ad ogni scenario operativo, anche agli ambienti più complessi e rischiosi secondo Beretta: “upper” e “lower receiver” (semicastello superiore ed inferiore) realizzati in leghe di derivazione aeronautica e copertura addizionale antipolvere garantiscono prestazioni eccellenti anche a temperature molto basse o molto alte e in ambienti fangosi e polverosi.

Grazie ad un controllo eccellente e completo, il NARP offre una precisione millimetrica a qualsiasi distanza, con la certezza di colpire il bersaglio e completare la missione con successo. Presentato a DSEI in tre varianti in calibro 5.56 NATO, il NARP sarà il primo tassello di una nuova famiglia di fucili d’assalto destinato anche ad includere diverse versioni e calibri fra cui 7,62×51 mm.

Azienda leader a livello mondiale nel settore delle munizioni di piccolo calibro, il gruppo Fiocchi ha ulteriormente allargato la propria produzione, in particolare nel settore sniper con munizioni 6,5 Creedmoor, 408 CheyTac, 233 Remington.

 

Il Global Combat Air Programme

Come  lo stand del gruppo industriale legato al programma tri-nazionale Global Combat Air Programme (GCAP) accoglieva i visitatori nel corridoio centrale dell’area espositiva del salone, gli annunci e gli sviluppi legati al medesimo hanno focalizzato l’attenzione degli addetti ai lavori e dei rappresentanti governativi che hanno visitato DSEI 2023. In occasione della giornata inaugurale, i partner industriali rappresentati da BAE Systems (Gran Bretagna), Leonardo (Italia) e Mitsubishi Heavy Industries (Giappone) hanno annunciato di aver definito i termini della collaborazione trilaterale per soddisfare i requisiti della fase concettuale del programma, che vede le tre nazioni e le rispettive industrie della difesa unite per collaborare su obiettivi condivisi, legati alla realizzazione entro il 2035 di un sistema di difesa aerea di nuova generazione.

L’accordo di collaborazione che si è raggiunto a distanza di soltanto 10 mesi dal lancio formale del programma lo scorso dicembre, fa da cornice alle discussioni in corso per definire le condizioni a lungo termine, le capacità e i requisiti per lo sviluppo di un sistema di difesa di nuova generazione. Tale accordo rappresenta il forte allineamento tra tutte e tre le nazioni per raggiungere scopi e obiettivi comuni, ha rimarcato Herman Claesen, Managing Director, Future Combat Air Systems, BAE Systems. I

n vista dell’assegnazione del contratto di sviluppo e produzione del nuovo velivolo previsto per il 2025, l’industria è coinvolta nella sfida di come meglio ‘definire ed organizzare’ il programma affinché sia conseguito il traguardo dell’entrata in servizio dieci anni dopo.

Tempi molto stretti per realizzare un velivolo stealth supersonico destinato a rimpiazzare l’Eurofighter Typhoon in servizio in UK ed in Italia ed il Mitsubishi F-2 in Giappone. Soltanto due anni per raggiungere l’obiettivo del 2025, dieci anni per l’entrata in servizio, a cui faranno seguito cinque anni in cui verranno introdotti aggiornamenti a spirale affinché il velivolo sia pronto per l’attività operativa.

Gli sforzi che sono stati finora portati a termine per definire il miglior modo di come strutturare le attività legate al programma, secondo quanto emerso in occasione del salone, vedono un approccio in cui tali obiettivi potranno essere raggiunti principalmente attraverso la costituzione di team congiunti in tutti i campi, dalla piattaforma alla sensoristica, dal sistema propulsivo all’integrazione dei sistemi d’arma, mentre per alcuni aspetti ci si rivolgerà alla tradizionale contrattualizzazione da parte dei tre paesi alle rispettive aziende nazionali.

Come evidenziato nel corso di una tavola rotonda sul programma con la partecipazione dell’industria e degli enti militari-governativi coinvolti nel programma, rappresentati rispettivamente da Richard Berthon, Director Future Combat Air – Uk MoD,  Takamasa Iba, Director, Aircraft Division – Acquisition, Technology & Logistics Agency, Ministero Difesa giapponese, il  Brigadiere Generale Luca De Martinis, Direttore del IV Reparto “Coordinamento Programmi”, Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale Armamenti, Herman Claesen, Managing Director – Future Combat Air Systems – BAE Systems, Guglielmo Maviglia, Global Combat Air Programme Officer Leonardo ed Hitoshi Shiraishi, General Manager, Integrated Defense & Space Systems – Mitsubishi Heavy Industries, tale approccio non convenzionale consentirebbe non soltanto di raggiungere gli obiettivi indicati ma anche di avere quella liberta di manovra e di modifica per motivi operativi e di sovranità nazionale che tante difficoltà hanno creato per il programma F-35.

Secondo quanto dichiarato in occasione della conferenza stampa indetta dalle società coinvolte nello sviluppo delle suite Integrated Sensing and Non-Kinetic Effects (ISANKE) e Integrated Communications System (ICS) dell’aereo, che vede la partecipazione di Leonardo attraverso le proprie divisioni elettronica in UK ed Italia, l’italiana ELT Group e la giapponese Mitsubishi Electric, queste ultime avrebbe compiuto importanti passi avanti nel programma.

In aggiunta ad aver concordato la progettazione di alto livello dei sistemi inclusi nelle due suite, i rappresentati delle società coinvolte, Isau Suda, Deputy Senior General manager Mitsubishi Electric, Luca Piccolo Senior Vice President Airborne Systems, Leonardo Electronics Italia, Giovanni Zoccali, Vice President Europe & Consortia Sales & BD ELT Group, hanno annunciato di aver definito quali sono gli elementi chiave delle medesime e come sarebbero distribuiti sulla struttura del velivolo.

Secondo quanto emerso, l’industria e gli enti governativi coinvolti nel programma hanno completato le system reviews nelle settimane antecedenti DSEI 2023, così come le prime la verifica dei diversi modelli operativi e commerciali per assicurare l’ottenimento della capacità INSAKE, avvicinandosi al sistema più efficiente ed efficace per completare il programma nei ridotti tempi evidenziati.

A tal riguardo secondo fonti industriali, delle prime decisioni dovrebbero essere prese entro fine anno-inizio 2024. Nel corso della conferenza è anche emerso che per la complessità del programma, in aggiunta al velivolo testbed per la verifica dell’avionica e sensoristica di bordo in condizioni il più possibili reali, al velivolo 757 Excalibur convertito dalla 2Excel Aviation inglese è basato in UK, dovrebbe aggiungere un’altra macchina in Giappone.

In occasione del salone, MBDA UK ed Italia unitamente a Mitsubishi Electric hanno annunciato di aver siglato l’accordo quadro per l’integrazione e la collaborazione nel settore dei sistemi d’arma, anche se non si parla di sviluppo congiunto di nuovi armamenti.

Accanto agli sviluppi dal punto di vista industriale, i tre Paesi stanno lavorando alla struttura governativa che deve gestire il programma. Destinata ad essere realizzata con un accordo governativo trilaterale, la nuova struttura avrebbe un potere gestionale molto forte che non richiederebbe enti governativi aggiuntivi a livello nazionale. Sebbene i Paesi stiano lavorando da nove mesi all’architettura di tale struttura, poteri e personale richiesto, successivamente al salone diverse fonti hanno concordano su un quartier generale in UK, con ramificazioni a livello nazionale.

Nonostante i progressi finora raggiunti, i rappresentanti coinvolti nelle tavole rotonde e conferenza stampa, sono consapevoli che molto deve ancora essere fatto entro l’assegnazione del contratto ed esistono importanti elementi che devono essere ancora definiti, come la proprietà intellettuale.

Per quanto riguarda i finanziamenti necessari allo sviluppo del programma, il Ministero della Difesa britannico ha proposto un budget decennale di 12 miliardi di sterline pari a 14,8 miliardi di euro mentre per quanto riguarda la parte italiana, l’ultimo documento programmatico pluriennale della Difesa pubblicato recentemente, evidenzia un budget di 8,75 miliardi di euro con una necessaria integrazione di 5,2 miliardi di euro rispetto alla pianificazione finanziaria del DPP 2022-2024. Secondo quanto emerso, una definizione dell’impegno giapponese dovrebbe emergere nel prossimo budget della Difesa.

In occasione dell’incontro fra il Ministro di Stato per il procurement della Difesa del Regno UnitoJames Roger Cartlidge, il Viceministro della Difesa del Giappone Kiyoshi Serizawa, ed il Ministro della Difesa Guido Crosettotenutosi a Londra in concomitanza del salone ed incentrato sul futuro velivolo, quest’ultimo ha evidenziato come “il GCAP è un programma molto importante sia dal punto di vista industriale che tecnologico. Vanno, pertanto, definiti gli accordi che riescano a far ottenere a tutti e tre i Paesi lo stesso ritorno in termini di crescita tecnologica e di impatto sulla produzione industriale”. È stato fatto il punto della situazione e sono stati decisi i nuovi passi da intraprendere per l’attuazione del progetto stesso. “Il GCAP è un programma industriale e tecnologico, ma soprattutto una scelta politica per la sicurezza dell’area che va dall’Atlantico allIndo-Pacifico ha aggiunto il Ministro, che ha visitato il salone e gli stand italiani, visitati anche dal Vicesegretario della Difesa/Vice DNA ammiraglio Pier Federico Bisconti, coinvolto in appuntamenti istituzionali.

Un altro importante elemento di discussione sul nuovo programma è rappresentato dalla potenziale partecipazione di altri Paesi al programma. L’Arabia Saudita avrebbe mostrato interesse a tal riguardo come emerso successivamente al completamento di uno studio fra UK ed il Paese mediorientale in ordine alle relazioni sulle capacità aeronautiche ed in particolare nel settore dei velivoli da combattimento, rapporti sviluppatesi nel tempo con il Tornado e nei piani con il Typhoon la cui esportazione per i più recenti avvenimenti legati al conflitto in Yemen non ha trovato la richiesta approvazione, in ultimo il diniego della Germania.

 

L’evoluzione del Typhoon prende forma

Negli ultimi mesi importanti passi avanti si sono fatti e continuano a farsi per il programma Eurofighter Typhoon. In Gran Bretagna, lo scorso luglio il Ministero della Difesa britannico ha annunciato l’assegnazione di un contratto da 870 milioni di sterline della durata di cinque anni a BAE Systems e Leonardo UK per gli ulteriori sviluppi del programma atto a completare lo sviluppo, l’integrazione e la dotazione di 40 velivoli Tranche 3 della Royal Air Force con il radar di nuova generazione ECRS (European Common Radar System) Mk 2.

Destinato a coprire lo sviluppo avanzato e l’integrazione sulla macchina, si tratta di un importante elemento del programma di potenziamento delle capacità dei Typhoon della RAF per cui il Governo britannico investe un totale di 2.35 miliardi di sterline che vanno a coprire i miglioramenti previsti dal pacchetto capacitivo P4E, portato avanti insieme a Germania, Italia e Spagna, nonché la produzione dei radar destinati alle 40 macchine Tranche 3.

Sviluppato da Leonardo UK ed integrato da BAE Systems, il nuovo radar rappresenta un salto di qualità senza precedenti in quanto oltre ad essere di nuovo disegno presenta oltre a capacità aria-aria ed aria-suolo potenziate anche capacità di guerra elettronica e relativo attacco (Electronic Attack), consentendo al velivolo di poter operare in ambienti operativi particolarmente sfidanti e contro minacce presenti e future. Il primo prototipo è stato consegnato da Leonardo a BAE Systems lo scorso marzo ed è subito stato sottoposto a prove a terra mentre viene modificato la prima piattaforma che porterà in volo il sistema nel 2024.

Al fianco degli ingegneri britannici di Leonardo in UK lavorano quelli italiani a seguito della decisione del Governo italiano di partecipare al programma. Il pacchetto P4E è in fase di preparazione e valutazione a livello comune con richieste specifiche nazionali da parte dei quattro Paesi ed un contratto è previsto per il 2025 affinché il pacchetto sia disponibile nel 2027-2028.

Al fine di soddisfare le richieste alla base del medesimo pacchetto capacitivo, per quanto riguarda il sistema di protezione passiva, il consorzio EuroDASS comprendente Leonardo, ELT Group (Elettronica), Indra ed Hensoldt, stanno lavorando agli sviluppi del sistema di autoprotezione (DASS, Defensive Aids Sub-System) del Typhoon denominato Praetorian, attività destinata ad incrementare le capacità di sopravvivenza del velivolo e porre le basi per l’integrazione del medesimo con i radar E-scan ad alta capacità del velivolo. L’aggiornamento riguarda tutte le versioni del radar a scansione elettronica del Typhoon, comprese quelle già in servizio e le varianti attualmente in fase di sviluppo da parte dei Paesi partner del consorzio Eurofighter. Fra i diversi miglioramenti vi è l’introduzione di un digital receiver, l’estensione della banda operativa nonché miglioramenti agli algoritmi di elaborazione del segnale e alle funzionalità del processore.

Nell’ambito di tale attività mentre Leonardo sta integrando il Praetorian in UK, Hensoldt and Indra stanno lavorando rispettivamente al digital receiver ed all’estensione della banda, ELT sta lavorando al miglioramento ed evoluzione del sottosistema di contromisure elettroniche o capacità RECM ed alla sua ottimizzazione per permettere l’interoperabilità con le avanzate capacità delle diverse varianti del sistema radar AESA di nuova generazione o E-Scan del Typhoon, incluso il nuovo ECRS Mk 2. attualmente in corso di sviluppo per le Forze Armate del Regno Unito. Le nuove varianti del sensore incorporano potenti capacità di attacco elettronico e completeranno quelle di disturbo fornite dal sistema Praetorian. Il consorzio EuroDASS sta inoltre lavorando all’evoluzione del sistema Praetorian per le future versioni del Typhoon nell’ambito della roadmap evolutiva di quest’ultimo o LTE (Long-Term Evolution).

In occasione del salone di DSEI, BAE Systems ha annunciato di aver ricevuto un contratto dal Ministero della Difesa britannico per lo sviluppo ulteriore e l’integrazione del nuovo casco integrato HMD Striker II a bordo dei propri velivoli. Quest’ultimo si differenzia dal modello attuale per un sistema di visione notturna integrato anziché l’impiego di visori notturni, una rappresentazione della simbologia migliorata ed un peso ridotto del casco che ne incrementano il comfort e rendono più sicuro l’eiezione con il seggiolino in caso di necessità.

Fino ad ora lo Striker II è soltanto una richiesta inglese mentre è previsto per l’adozione da parte del Qatar. Un altro importante elemento di ammodernamento del Typhoon è rappresentato dal LAD (Large Area Display) fornito da Raytheon Collins Aerospace, la cui selezione da parte di BAE Systems è stata annunciata nel corso del salone per futuri sviluppi della configurazione della macchina. Si tratta di un display di grandi dimensioni ed alta definizione touchscreen destinato a rimpiazzare i diversi schermi di cui è dotato il cockpit del Typhoon con evidenti benefici sulla capacità di gestione e visualizzazione delle informazioni da parte del pilota al pari di velivoli quali l’F-35.

Nell’ambito dei sistemi d’arma aviolanciabili dal Typhoon e dall’F-35, MBDA ha annunciato di aver ricevuto fondi addizionali dal Ministero della Difesa britannico destinati ad accelerare lo sviluppo del sistema jammer autopropulso Spear-EW (nella foto sopra), equipaggiato con un carico pagante dedicato in fase di sviluppo da parte di Leonardo. Lo sviluppo in atto del Spear-EW include la maturazione dei suoi sottosistemi e la valutazione delle prestazioni e pianificazione di missione.

 

I concorrenti del programma New Medium Helicopter scaldano i motori

Nel settore elicotteristico, l’attenzione era incentrata sulla seconda fase del programma New Medium Helicopter (NMH) per la sostituzione di diverse linee di volo di macchine ad ala rotante, fra cui principalmente quella dei SA330E Puma HC2 in servizio con le Forze Armate britanniche. Nell’ambito di quest’ultimo,

Leonardo propone, insieme ad una cordata di aziende nazionali, la piattaforma AW149 (nella foto sotto) in una versione customizzata, che già vanta l’acquisizione dell’MoD Polacco ed altri paesi, e che verrà realizzata e mantenuta presso lo storico stabilimento dell’industria aeronautica inglese di Yeovil, come recentemente conclamato con il nome di “Home of British Helicopters”.

La gara che dovrebbe vedere l’imminente lancio della fase di ‘Invitation to Negotiate’ prima della selezione del vincitore, vede anche la partecipazione di Sikorsky con l’S-70M Black Hawk, che nel corso del salone ha cercato di ridurre le distanze in termini di attività svolta in Gran Bretagna, ed Airbus Helicopters con l’H175M.

 

Nuovi sviluppi fra i non pilotati

Nell’ambito dei velivoli senza pilota, ed in particolare di quelli destinati ad operare insieme a quelli pilotati sia come ‘Loyal wingman’ che velivoli ‘aggiuntivi’ multiruolo a basso costo, BAE Systems e QinetiQ hanno firmato un accordo quadro per collaborare nel settore dei sistemi aerei autonomi senza equipaggio (UAS) e dei sistemi di gestione delle missioni. Nella prima fase della collaborazione, il team congiunto esplorerà l’uso del sistema di gestione autonoma delle missioni di BAE Systems su piattaforme senza equipaggio sviluppate da entrambe le società, destinate ad operare con aerei da combattimento con e senza equipaggio esistenti e futuri.

La prima applicazione di questo accordo di collaborazione sarà il concetto di UAS Jackdaw, presentato al salone. Il Jackdaw è descritto come un UAS “usa e getta” a basso costo e ad alte prestazioni progettato per operazioni con sistemi aerei esistenti con e senza equipaggio in grado di incrementare la flotta di piattaforma utilizzabili con velivoli a basso per applicazioni aeree, marittime e terrestri.

La piattaforma del Jackdaw è stata definita come ‘modular by design’ e come tale è stata sviluppata con l’obiettivo di trasportare 30 kg di carico utile interno e raggiungere oltre tre ore di autonomia in teatro, raggiungendo velocità di 400 nodi e altitudini di circa 9.100 metri. Dalle immagini rilasciate e dal modello in scala esposto al salone sembra che QinetiQ si sia basato sull’elevata esperienza sviluppata con i bersagli aerei, in particolare la serie Banshee, il layout generale è simile alla piattaforma della serie Jet 80.

Tuttavia, il Jackdaw è dotato di una coppia di motori a reazione montati sui lati posteriori della fusoliera invece che un impianto di propulsione interno come nel modello Banshee. Secondo le poche informazioni divulgate sul programma di sviluppo destinato ad essere lanciato a breve, il Jackdaw dovrebbe essere disponibile dalla metà degli anni 2020.

Nel corso del salone, Leonardo ha presentato il modello a dimensioni ridotte e fornito i primi dettagli del progetto per l’UAS a decollo ed atterraggio verticale (VTOL) Proteus (nella foto sopra), sviluppato in collaborazione con il Ministero della Difesa britannico nell’ambito del Capability Concept Demonstrator (CCD) Fase 3 del Programma Dimostrativo Tecnologico (TDP) RWUAS (Rotary Wing Unmanned Aircraft System). Il contratto quadriennale del valore di 71 milioni di euro (60 milioni di sterline) legato a quest’ultimo programma è stato assegnato dal Defence Equipment and Support (DE&S) Future Capability Group (FCG) a Leonardo nel luglio 2022. Si tratta dello sviluppo del dimostratore tecnologico da 2-3 tonnellate ed attività in volo, programma destinato a fornire informazioni utili per lo sviluppo di un futuro UAS VTOL medio per la Royal Navy.

Nell’ambito della visione legata alla futura Aviazione di Marina (Future Maritime Aviation Force, FMAF), l’attività del programma è indirizzata allo sviluppo di una piattaforma unmanned che supporti elicotteri pilotati nella conduzione non soltanto di missioni ASW ma anche di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR), sorveglianza ed allerta aerea (AEW) e trasporto merci. Nell’ambito dello sviluppo a spirale, la Fase 3 è focalizzata sulla missione ASW mentre la successiva Fase 4 sarà correlata alle altre missioni comprese l’impiego d’armamento.

La piattaforma Proteus avrà al centro la modularità, incluso il carico utile che sarà comune all’architettura degli UAS ad ala rotante come il Proteus ed ala fissa Vixen facenti parte dell’FMAF, come evidenziato nel corso dell’interessate conferenza e mostra in ambito navale “Combined Naval Event 2023” tenutasi lo scorso maggio a Farnborough. In stretta collaborazione con DE&S, Leonardo sta studiando i potenziali sistemi che contribuiranno all’architettura finale del sistema: il modello presentava una configurazione tradizionale con rotore principale a cinque pale ed uno di coda a quattro ed un sistema propulsivo basato su monomotore. Nella fusoliera centrale era visibile un’area di carico utile comune modulare, con pattini di atterraggio e torretta di sensori elettro-ottici montata sotto il muso.

La sezione anteriore dovrebbe ospitare l’equipaggiamento di missione, compreso un radar di sorveglianza; tuttavia, non sono stati forniti dettagli e non era visibile alcuna baia. Sono stati esposti tre moduli di carico utile, tra cui uno per il lancio e l’elaborazione di boe sonore, uno per il trasporto logistico e uno con sonar filabile. Secondo quanto dichiarato il dimostratore sta maturando rapidamente e dovrebbe essere pronto entro la metà di questo decennio.

Thales si presentava al salone con una forte presenza che spazia su tutti i dominii. Nell’ambito dei progetti e capacità innovative, in particolare presentava gli ultimi sviluppi nel settore dei sistemi senza pilota insieme a partner internazionali, da quelli aerei a quelli di contromisure mine.

Accanto al programma Peregrine per la Royal Navy che vede Thales come prime contractor per la fornitura di una capacità unmanned di sorveglianza e per altre missioni fornita dalla società austriaca Schiebel con il velivolo Camcopter 100 da imbarcare a bordo di una fregata Type 23 in un contesto operativo rappresentato nel caso specifico dal Medioriente, a cui nel corso del salone ha fatto seguito un accordo fra le due società per proporre tale capacità su un mercato più ampio, Thales ha anche presentato gli ultimi sviluppi dell’UAS Jackal (nella foto sopra) armato dei propri missili LMM ( Lightweight Multirole Missile) meglio conosciuto anche come Martlet.

Quest’ultimo sistema d’arma ha recentemente completato con successo una campagna di lanci dall’elicottero navale Leonardo AW-159 Wildcat, assicurando alla Royal Navy una capacità operativa di particolare importanza in contesti littoral warfare.

Il sistema LMM di Thales (nella foto a sinistra) è stato in precedenza testato sempre con successo da parte dell’UAS Jackal, che successivamente al salone di DSEI ha ottenuto un’importante successo in Estremo Oriente, essendo stato scelto per essere sviluppato in una versione navale per l’impiego da parte delle locali Forze Armate. Il drone Jackal è stato progettato e sviluppato da esperti della Flyby Technology con sede nel Regno Unito, con i partner turchi FlyBVLOS Technology e Maxwell Innovations.

Quale piattaforma di decollo e atterraggio verticale (VTOL), il Jackal è progettato per soddisfare una serie di ruoli, tra cui l’interdizione aerea del campo di battaglia ed il supporto aereo ravvicinato. Il sistema senza pilota è stato oggetto di un esperimento culminato lo scorso aprile dal lancio con successo di due missili LMM, sponsorizzato dal Rapid Capabilities Office (RCO) della Royal Air Force. In seguito all’invasione dell’Ucraina, a Flyby Technology è stato chiesto di informare il Rapid Capabilities Office (RCO) della RAF sul loro nuovo sistema di droni ed il team Flyby ha lavorato con Thales per l’integrazione del missile. Flyby Technology ha pianificato e costruito due velivoli operativi da zero e ha lanciato due LMM nell’impegnativo lasso di tempo di sei settimane.

Nel settore dei velivoli destinati all’addestramento ed altri compiti, la società Aeralis presentava l’’ultima iterazione del design del proprio fast-jet modulare pilotato e no, ottimizzata per il regime transonico legato alla missione addestrativa “Red Air”. Il velivolo in fase di sviluppo con fondi anche del Qatar, prevede sia una configurazione per l’addestramento mono e bimotore comprese le missioni “Red Air” nonché ISR e tanker senza pilota. In occasione del salone, Aeralis ha siglato un accordo con Babcock France per proporre il velivolo all’interno di un pacchetto con servizio addestrativo.

Creato in Sud Africa ed oggi con sede negli Emirati Arabi Uniti, il gruppo Paramount puntava sul mercato europeo con il proprio velivolo leggero d’attacco ad ala alta monomotore con elica spingente ed equipaggio biposto Mwari (denominato negli USA anche Bronco II) dopo aver acquistato clienti come Mozambico e Repubblica Democratica del Congo in Africa ed altri non divulgati. Nel caso del mercato europeo, il velivolo con architettura di missione aperta e pod multi-impiego in fusoliera intercambiabile è proposto per missioni di sorveglianza dei confini terrestri e marittimi nonché altre missioni per compiti di sicurezza ma non in versione armata.

Nel settore spaziale, presso lo stand dell’UK Space Command era presente il modello del dimostratore satellite da osservazione Tyche da 150 kg in scala 1:1. In fase di realizzazione da parte della società inglese Surrey Satellite Technology (SSTL) sulla base della famiglia di prodotti satellitari elettro-ottici Carbonite, il Tyche è destinato ad essere lanciato nel 2024.

Si tratta della prima acquisizione nell’ambito del programma Minerva che rappresenta la prima applicazione di una costellazione per missioni d’intelligence, sorveglianza e ricognizione multi-satellitare che comprende Oberon – un cluster di satelliti con radar ad apertura sintetica (SAR), Titania destinato a verificare le potenzialità della comunicazioni laser punto a punto con satellite in orbita bassa intorno alla terra (FSOC, Free Space Optical Communications), realizzato dalla società inglese In-Space Missions, e Juno, un altro satellite con sistema elettro-ottico da osservazione.

 

Civitanavi Systems sbarca in Gran Bretagna

Azienda leader specializzata nella produzione di sistemi di navigazione inerziale, georeferenziazione e stabilizzazione, Civitanavi Systems era presente al DSEI forte dell’apertura di un nuovo stabilimento all’avanguardia in Gran Bretagna, nel cuore del settore aerospaziale e della difesa a Fulton, nella contea di Bristol. Questa apertura rappresenta un’altra pietra miliare della strategia di crescita dell’azienda, la cui nuova struttura locale che vanta laboratori ed impianti di produzione all’avanguardia, a cui s’aggiungono i simulatori di movimento di nuova generazione e la catena di fornitura di giroscopi in fibra ottica localizzata, che consentiranno a Civitanavi Systems UK di progettare e produrre nel paese soluzioni inerziali al 100% Made in UK.

L’espansione in UK segue di neanche due mesi il rafforzamento della propria presenza in Italia, con la nuova sede di Torino in aggiunta a quella storica di Pesado non lontano da Civitanova Marche. Nel nuovo sito torinese, Civitanavi lavora al miglioramento delle contromisure a segnali interferenti che, come dimostrano le numerose interruzioni del segnale GNSS causate da attacchi di jamming continuano a presentarsi come un problema attuale da risolvere, come riscontrato negli ultimi anni e in particolare negli scenari operativi del conflitto russo-ucraino.

In questo contesto, Civitanavi Systems considera un valore aggiunto per la propria strategia di sviluppo, la disponibilità dei segnali Galileo autenticati, che opportunamente combinati con piattaforme GNSS/INS integrate e orologi atomici miniaturizzati (Chip Scale Atomic Clocks), possono diventare uno strumento estremamente efficace contro i tentativi di spoofing. In occasione del salone, Honeywell insieme a Civitanavi Systems hanno lanciato un nuovo sistema di misurazione inerziale (IMU) per il mercato internazionale nei settori industriali e della difesa, rappresentato dalla famiglia di sistemi HG2800.

Fra le diverse applicazioni, l’HG2800 svolge inoltre un ruolo fondamentale nel prodotto Honeywell Celestial Aided Alternative Navigation, che traccia le stelle e gli oggetti spaziali per fornire una soluzione passiva con un’accuratezza simile a quella del GPS in condizioni di assenza del segnale o di jamming. La settimana prima dell’evento, la società italiana ha invece firmato un MoU di collaborazione con quella coreana Hanwha Systems, con l’obiettivo di sviluppare prodotti all’avanguardia che integrino l’esperienza di Civitanavi nei sistemi GNSS e di navigazione inerziale con i prodotti dell’Hanwha Systems.

 

Il settore navale

Con sei unità maggiori fra cui la fregata inglese Iron Duke classe Duke (Type 23), la fregata olandese De Ruyter classe De Zeven Provincien, Baden-Wurttemberg classe F125 tedesca, il pattugliatore belga Castor ed le due unità da pattugliamento Pursuer e Puncher classe P2000 nonché imbarcazioni e sistemi di varia natura coinvolti in esibizioni, compreso il modellino del mezzo autonomo di superficie Magura V5 presentato sul proprio stand dal gruppo ucraino Sfte Spetstechnoexport, che tanto ha fatto parlare di se a partire dall’autunno del 2022, causando ingenti danni alla Flotta del Mar Nero della Marina della Federazione russa, il settore navale ha registrato la presentazione della versione più aggiornata del progetto di unità da supporto logistico o FSS (Fleet Solid Support) della Royal Fleet Auxiliary da parte dal consorzio industriale spagnolo/britannico Team Resolute – guidato dal primo appaltatore Navantia UK, una filiale del costruttore navale statale spagnolo Navantia e che comprende la società BMT ed i cantieri Harland & Wolff.

Team Resolute si è aggiudicato nel gennaio 2023 un contratto da 1,6 miliardi di sterline per la progettazione, costruzione e consegna di tre navi tipo FSS (nella foto sopra) da circa 37000 tonnellate, dopo essere stato selezionato come offerente preferito nel novembre 2022. La costruzione delle nuove navi dovrebbe iniziare nel 2025 e si prevede che tutte e tre siano operative entro il 2032. Secondo le informazioni rilasciate al Parlamento britannico, la data di entrata in servizio (ISD) approvata per la prima nave FSS è il 2031.

Lo scafo e le sovrastrutture nonché l’allestimento e la consegna verranno realizzati in Gran Bretagna presso i cantieri Harland & Wolff, con sezioni realizzate da Navantia in Spagna e dallo stesso cantiere in UK. Un interessante soluzione di unità di prima linea customizzata per impieghi nelle acque dell’Atlantico settentrionale è stata presentata dalla società danese OSK Design. Si tratta di una fregata artica multi-impiego, realizzata appositamente per operazioni tutto l’anno nelle regioni del Nord Atlantico, dell’estremo nord e della Groenlandia.

Questo concetto di fregata per l’Artico (nella foto sotto) deve rispondere alla futura esigenza di sostituire le vecchie fregate di classe Thetis in servizio con la Marina danese. Con uno scafo rinforzato ed una classificazione per impieghi fra i ghiacci ‘Polar Class 5’, l’unità avrà un dislocamento di circa 6.000 tonnellate, una lunghezza e una larghezza rispettivamente di 125 e 18 metri, unitamente ad un pescaggio massimo di 6 metri per avere accesso ai porti della Groenlandia. Il sistema di propulsione si basa su una configurazione diesel-elettrica all’avanguardia con pod azimutali invece delle linee assi convenzionali per offrire migliore manovrabilità ed efficienza nelle acque ghiacciate dell’estremo nord e una velocità massima di oltre 23 nodi.

Con un equipaggio che varia da 60 a oltre 125 persone a seconda delle missioni, la nuova piattaforma è dotata di un ponte di volo a poppa con hangar per elicotteri insieme a una capacità di impiego di droni per operazioni aeree, di superficie e subacquee. Il disegno dell’unità prevede due aree progettate per ospitare diversi sistemi modulari containerizzati per carichi paganti di diversa natura (compreso veicoli autonomi ed altri sistemi) quali il sistema Cube dell’azienda danese SH Defence. Durante DSEI quest’ultimo è stato mostrato con un sistema per il minamento navale, anche se per le missioni specifiche nelle aree operative della Groenlandia e del GIUK verranno utilizzati il sistema ATCAS ASW, le barriere anti-sversamento di petrolio, le piattaforme senza pilota e le attrezzature per la forza d’intervento “Arctic Standby Force”.

L’armamento comprende un cannone da 76 mm, un sistema di difesa di punto, calibri minori, missili antinave ed un sistema di lancio verticale (VLS) con un numero imprecisato di celle per missili superficie-aria.  Nel settore dei veicoli senza pilota, BAE Systems insieme alla società canadese di tecnologia marina e robotica sottomarina Cellula Robotics hanno presentato un nuovo dimostratore tecnologico di veicolo autonomo subacqueo di grandi dimensioni o XLAUV (Extra Large Autonomous Underwater Vehicle) destinato ad effettuare prove in mare nel terzo trimestre del 2024. Il progetto dimostrativo metterà alla prova la suite di comando e controllo e gestione delle informazioni della missione sviluppata da BAE Systems nell’ambito del programma Herne, installata a bordo di uno dei veicoli sottomarini di Cellula Robotics nelle prove che si svolgeranno nel settembre 2024 in Gran Bretagna.

Tale tecnologia unitamente al pacchetto ISR sarà applicato al Solus-XR XLAUV, dotato di una piattaforma lunga 12 metri e con una sezione trasversale di 1,7×1,7 metri e sistema propulsivo basato su batterie agli ioni di litio (Cellula Robotics sta anche sperimentando attivamente Fuel Cell e per il futuro sistemi non identificati) che può essere trasportata in un container standard ISO 40′, consentendone l’impiego dalle strutture portuali ed eliminando la necessità di mezzi ausiliari navi di supporto. L’XLAUV è equipaggiato con due sezioni da 2.500 litri a prua e a poppa che possono essere riconfigurati per una serie di missioni, tra cui ASW, ISR e Valutazione ambientale rapida (REA) con cortine sonar trainati.

Nell’ambito dei sistemi d’arma utilizzabili da piattaforme navali, la Marina olandese ha annunciato che nella seconda metà del 2024, procederà con un lancio di missile da strike Tomahawk sul poligono di Point Mugu in California dalla fregata De Ruyter classe De Zeven Provincien che dovrà essere equipaggiata con i necessari sistemi di comando, controllo e direzione del tiro in quanto queste unità dispongono già di VLS Mk 41 per impieghi strike. In questo modo anche la Marina olandese dopo la Royal Navy disporrà di un sistema da strike in profondità, capacità che Marina francese ed italiana stanno valutando rispettivamente di migliorare ed acquisire grazie a future versioni dello Scalp Naval o MDCN di MBDA in attesa degli sviluppi nell’ambito del programma FC/ASW, a cui l’Italia ha recentemente aderito.

Nell’ambito dei mezzi per le forze speciali, infine, la società britannica JFD ha presentato il TDV (Tactical Diving Vehicle) Shadowseal per l’infiltrazione ed esfiltrazione di forze speciali (nella foto sopra) che si caratterizza per la possibilità di operare in superficie, semi-sommerso ed in immersione, trasportando quattro operatori e materiali ad una velocità massima di 7 e 5 nodi rispettivamente in superficie e sott’acqua con un’autonomia di 60 e 40 miglia nautiche. Presentato per la prima volta a maggio, il sistema è stato trasferito negli USA per prove e addestramento con la società Blue Tide Marine, partner commerciale di JFD in loco.

Foto: Luca Peruzzi, UK MoD, MBDA, BAE Systems, OSK, Rheinmetall e GDLS-UK.

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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