La Ue nel Mar Rosso: domani il via libera all’Operazione Aspides

 

Domani il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea darà ufficialmente il via all’Operazione Aspides nelle acque del Mar Rosso meridionale (Stretto di Bab el Mandeb) dove il traffico mercantile è minacciato dagli attacchi con droni e missili delle milizie yemenite Houthi.

La missione durerà presumibilmente almeno un anno, con possibile rinnovo previa decisione del Consiglio Ue. Aspides, è stato ribadito da fonti UE, sarà difensiva e non prevede attacchi a terra alle postazioni Houthi, caratteristica peculiare invece dell’operazione anglo-americana Prosperity Guardian, a guida statunitense, in atto nelle stesse acque.

Un funzionario rimasto anonimo ha riconosciuto che l’operazione “sarà abbastanza rischiosa, perché gli Houthi stanno attaccando le navi nel Mar Rosso. Sarà una missione di protezione del traffico marittimo civile. Uno dei principi assoluti della comunità internazionale è la libertà di navigazione e noi siamo direttamente coinvolti nella sua tutela”, ha aggiunto la fonte.

“Gli Houthi stanno attaccando dicendo di voler colpire Israele come reazione di solidarietà verso la popolazione palestinese, ma questo è completamente sbagliato”, ha aggiunto il funzionario europeo. “Abbiamo ovviamente parlato molto con gli Houthi per spiegare il tipo di missione”, ha poi concluso la fonte specificando che non saranno intraprese azioni militari sul suolo yemenita.

Nessuna fonte ha finora evidenziato che nessuna nave non coinvolta con Israele o di proprietà di armatori britannici e statunitensi (divenute “bersagli legittimi” per gli Houthi solo dopo i primi attacchi anglo -americani sullo Yemen) sia stata attaccata, se non per errore, come è accaduto a una petroliera russa.

Da Bruxelles emergono conferme che il comando dell’operazione sarà greco (con quartier generale a Larissa) mentre il comando delle forze in mare sarà inizialmente italiano. La missione, si sottolinea, è aperta alla partecipazione di Paesi terzi anche se per ora navi sono state messe in campo solo da Italia, Francia, Germania e Grecia.

Il 16 febbraio una nave era stata attaccata da un missile a nord-ovest di al-Mukha, come ha reso noto su X l’Ufficio per le operazioni commerciali marittime del Regno Unito (UKMTO). Secondo il rapporto, a seguito dell’attacco si è verificata un’esplosione nei pressi dell’imbarcazione e i membri dell’equipaggio sono salvi.

Lo stesso giorno forze missilistiche e aeree di Stati Uniti e Regno Unito hanno attaccato nuovamente la regione di Hodeidah, nell’area di Taif, nel distretto di al-Durayhimi. Secondo il Central Command statunitense sono stati effettuati due attacchi contro tre lanciatori di missili da crociera antinave nelle aree dello Yemen controllate dalle milizie filo-iraniane Houthi.

Il 15 febbraio “un missile balistico antinave è stato lanciato dalle aree dello Yemen controllate dagli Houthi nel Golfo di Aden. Il missile era diretto verso la Mv Lycavitos, una nave portarinfuse battente bandiera delle Barbados, di proprietà e gestione del Regno Unito”, ha aggiunto il CENTCOM precisando che la nave ha subito danni molto lievi e ha potuto proseguire il suo viaggio.

Il 17 febbraio Almasirah, organo di stampa affiliato agli Houthi, ha riferito di un nuovo attacco aereo congiunto anglo-americano che ha colpito la regione di Ras Issa nello Yemen.

Le Forze armate degli Stati Uniti “hanno condotto con successo due attacchi di autodifesa contro la postazione di lancio di un missile da crociera mobile antinave e una nave di un mezzo navale di superficie senza equipaggio (USV) nello Yemen” ha riferito il CENTCOM spiegando che i militari statunitensi hanno “identificato il missile mobile e l’USV nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno stabilito che rappresentavano una minaccia imminente per le navi della US Navy e le navi mercantili nella regione”.

Inoltre, il CENTCOM ha registrato il lancio di “quattro missili balistici antinave lanciati dalle aree dello Yemen controllate dagli Houthi, sostenute dall’Iran, nel Mar Rosso” dal 16 febbraio contro la nave commerciale MT Pollux, battente bandiera panamense ma di proprietà danese (la Danimarca ha aderito all’Operazione Prosperity Guardian).  “Non sono stati segnalati feriti o danni alla MT Pollux o ad altre navi nella zona”, ha reso noto il CENTCOM. L’attacco alla petroliera Pollux era stato precedentemente rivendicato dagli Houthi tramite il portavoce militare del gruppo, Yahya Saree.

Il 17 febbraio, alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, Rashad Muhammad Al Alimi, capo del Consiglio presidenziale dello Yemen con sede ad Aden, ha affermato che i bombardamenti perpetrati da Stati Uniti e Regno Unito contro obiettivi del movimento yemenita Houthi in Yemen “non risolveranno affatto il problema” degli attacchi dei ribelli sostenuti dall’Iran contro le navi commerciale nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. “Sono quasi certo che questi contrattacchi (di Usa e Regno Unito) siano a scopo intimidatorio e non fermeranno le azioni (degli Houthi) contro le navi”.

Foto: Marina Militare Italiana e UIS Navy

 

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