I 163 anni dell’Esercito. Il generale Masiello pone il focus su cambiamento e innovazione

 

Ieri mattina, presso l’Ippodromo Militare “Gen. C.A. Pietro Giannattasio” di Tor di Quinto, si è svolta la cerimonia militare per il 163° anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano, alla presenza del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, del Sottosegretario di Stato alla Difesa, Sen. Isabella Rauti, del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello e di altre autorità civili, militari e religiose.

A premessa della cerimonia odierna è stata celebrata ieri presso la chiesa di santa Caterina da Siena a Magnanapoli, una messa in commemorazione di tutti i caduti, officiata dal Vicario Episcopale per l’Esercito. Mentre questa mattina è stata deposta una corona d’alloro al Sacrario dei Caduti, nel cortile d’onore di Palazzo Esercito.

In rappresentanza di tutte le armi e specialità dell’Esercito, è stata schierata presso l’Ippodromo militare di Tor di Quinto una Brigata di formazione composta da compagnie in uniforme storica, a simboleggiare i valori fondanti dell’Esercito, e rappresentanze di reparti quotidianamente in addestramento per l’assolvimento dei compiti istituzionali.

Presenti, inoltre, aliquote di reggimenti ad alta connotazione specialistica in grado di operare in contesti ad altissima intensità e multidominio, dove la tecnologia e l’addestramento risultano fondamentali. La cerimonia è stata scandita dalle note della Banda dell’Esercito.

Il Ministro della Difesa ha evidenziato “Non siete eroi, siete persone normali che ogni giorno indossano la divisa con onore, rappresentando e difendendo lo Stato, la Repubblica e le Istituzioni democratiche. Dovete ricordarlo voi, ed esserne fieri, come deve ricordarlo chiunque, non solo oggi, ma anche quando vi vedono operare in una stazione, in mezzo alla gente, in operazioni di pace, di stabilità e di sicurezza in Italia o all’estero. È necessario che lo ricordino sempre tutti per ringraziarvi per tutto quello che fate al servizio del Paese”.

Durante il suo intervento, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha sottolineato: “in situazioni come quella attuale, il tema centrale è che la sicurezza si estrinseca nell’avere un Esercito attrezzato per un ventaglio di scenari – dai conflitti convenzionali alle nuove frontiere di confronto, quali lo spazio, il cyber, la disinformazione –, in sinergia con le Forze Armate sorelle e in armonia con le altre articolazioni dello Stato e tutti gli attori nazionali e internazionali a vario titolo coinvolti. È necessario, pertanto, un vero e proprio cambiamento culturale a tutto campo, nel quale l’innovazione diventi l’attività vitale dell’Esercito.

Ma se la tecnologia può arrivare ovunque – ha continuato il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello – è nella risorsa umana che si trova però il vero valore. Dobbiamo continuare a guardare con affetto ai nostri soldati, prendendoci cura di loro e delle loro famiglie, preparandoli ai momenti peggiori. I valori sono l’essenza del nostro dovere, da offrire senza pregiudizi, differenze e compromessi, sempre in nome e per l’affermazione dei beni fondamentali della pace, giustizia e libertà”, ha infine concluso il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.

Successivamente, dinanzi alla Bandiera di Guerra dell’Esercito e a tutti i reparti schierati, sono state conferite la Croce d’Argento al Merito dell’Esercito al 21° Reggimento Artiglieria terrestre “Trieste”, nonché sei onorificenze al personale distintosi per particolari atti di valore, nel corso di operazioni in Italia e all’estero.

A seguire, il lancio del tricolore e di una bandiera con il logo dell’Esercito da parte dei paracadutisti del reparto attività sportive e una dimostrazione di capacità svolta da varie componenti dell’Esercito a elevatissima specializzazione. Alla dimostrazione, hanno preso parte anche due velivoli Eurofighter dell’Aeronautica Militare impegnati a simulare un supporto aereo ravvicinato guidato a terra da operatori delle Forze Speciali dell’Esercito.

Le celebrazioni si sono concluse con la tradizionale carica a cavallo dei “Lancieri di Montebello”, prima degli onori finali al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, scanditi dalla Musica d’Ordinanza del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna.

Nei giorni 2 e 3 maggio, è stato allestito presso l’Ippodromo di Tor di Quinto il “Villaggio Esercito”, un’area in cui i cittadini hanno potuto avvicinarsi al mondo con le “stellette” cimentandosi in attività quali il percorso di military fitness, l’arrampicata su parete di roccia artificiale, il simulatore di biathlon, una stazione di addestramento virtuale e altri sistemi di simulazione di tiro, di volo e di guida nonché attività a cavallo, tutto al ritmo della musica di Radio Esercito.

 

Masiello: un Esercito da rivedere sotto diversi profili

In occasione della ricorrenza il generale Masiello ha posto l’accento sulla necessità di un rapido rinnovamento tecnologico e addestrativo per far fronte alle sfide della nostra epoca che emergono dagli attuali teatri operativi.

In una intervista al Corriere della Sera, Masiello ha sottolineato che “l’Esercito deve essere rivisto sotto diversi profili. Sono cambiati gli scenari, le minacce e, quindi, le esigenze, anche degli altri Paesi Nato. Vanno rivisti soprattutto i principali sistemi d’arma, potenziati gli strumenti, adeguate le strutture e le procedure d’impiego. Bisogna sbrigarsi, perché non sappiamo cosa accadrà. Mentre politica e diplomazia fanno il loro lavoro, noi dobbiamo impegnarci a farci trovare pronti, sperando di non dover mai entrare in azione: l’Italia deve diventare una nazione con una capacità di deterrenza reale e credibile”.

Masiello, da febbraio capo di Stato Maggiore dell’Esercito – il primo proveniente dai paracadutisti della Folgore – ha aggiunto che la guerra in Ucraina “ha cambiato i paradigmi sul campo: siamo tornati al confronto fra unità meccanizzate e corazzate, all’uso delle artiglierie, carri armati, macchine specializzate per la mobilità e contro-mobilità. Perfino alle trincee. Per noi europei, che veniamo da anni di missioni di pace, è stato dirompente. A ciò si uniscono l’uso massiccio di droni e l’importanza dei nuovi domini, della guerra cibernetica, della disinformazione per orientare le opinioni pubbliche e il morale dei combattenti. Scambiare informazioni con l’Intelligence è fondamentale, bisogna attrezzarsi per i grandi cambiamenti nel modo di combattere”.

E aggiunge: “Non siamo in guerra, ma in una competizione ‘sotto soglia’, senza superare mai certi limiti, un confronto ibrido che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni Paesi e agevolarne altri, che possiamo meglio affrontare con un quadro normativo e strumenti giuridici diversi rispetto agli attuali.

A oggi però l’organico non è sufficiente, i due scenari di guerra – Ucraina e Striscia di Gaza – ci insegnano che serve la massa, perché le forze si logorano e vanno rigenerate: un problema che si affronta con un incremento anche modesto delle consistenze delle singole forze armate – servono almeno 10 mila soldati in più, come affermato dall’ammiraglio Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa -, a cui bisogna inevitabilmente affiancare riserve, per aumentare gli organici all’esigenza“.

Masiello ha poi evidenziato che fra le tecnologie più urgenti vi sono “quelle sull’integrazione delle capacità collegate al dominio cibernetico e alla gestione dello spettro elettromagnetico per consentire alle nostre unità di essere protette dalla minaccia proveniente dalla terza dimensione, con droni e munizioni ‘intelligenti’: noi la chiamiamo ‘bolla tattica’. Ma penso anche alla difesa aerea del territorio nazionale, come in Israele”.

(con fonti Esercito Italiano e 9 Colonne)

Foto Esercito Italiano

 

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