Fuga o ritirata strategica per i filorussi ucraini?

Le milizie filorusse hanno lasciato stamane le ultime città nell’area di Slavyansk da cui la ritirata è iniziata ieri, e hanno trasferito le forze nell’area di Donetsk, la capitale della regione omonimo, dove vive un milione di abitanti e dove assicurano che daranno battaglia alle truppe ucraine. Il comandante delle forze filorusse Igor Strelkov, ha spiegato in un’intervista ai media russi che la difesa delle città attorno a Slavyansk “non ha alcun senso”. Strelkov, che secondo Kiev è in realtà un ufficiale dell’intelligence militare russa, tale Igor Guirkin, ha annunciato che i suoi uomini si preparano alla “difesa attiva di Donetsk”, che è “molto più facile da difendere rispetto alla piccola Slavyansk”. Il ripiegamento dei separatisti verso la capitale regionale è stato confermato dal capo del servizio di sicurezza dell’Ucraina, Valentin Nalivaichenko, che ha accusato i separatisti di voler “provocare il caos nelle località densamente abitate, allo scopo di “distruggere la nazione, seminare il panico e indebolire l’Ucraina”.

Dopo avere lasciato Sloviansk, i separatisti filorussi nell’est dell’Ucraina hanno abbandonato anche la loro base a Kramatorsk. Lo ha riferito un portavoce dei ribelli. Il governo di Kiev ha definito il recupero di Sloviansk e Kramatorsk “uno dei più grandi trionfi” dall’inizio dell'”operazione antiterrorismo” all’inizio di aprile. Secondo il presidente ucraino Petro Poroshenko quanto avvenuto oggi è “l’inizio della svolta nella lotta contro i militanti”. Poroshenko ha sottolineato, in un comunicato, che non si tratta di una “vittoria completa”, ma avere liberato Sloviansk da “bande armate fino ai denti è di grande importanza simbolica”.
Il premier della autoproclamata repubblica popolare di Donetsk Aleksandr Borosai ha confermato che Slavyansk è tornata sotto il controllo delle forze di Kiev “per la loro schiacciante superiorità numerica”. Venerdì Strelkov aveva lanciato un appello a Mosca affermando che senza il suo aiuto Slavyansk sarebbe presto caduta nelle mani delle forze di Kiev. Solo nei porossimi giorni sarà chiaro se la ritirata dei filorussi indica un’imminente disfatta o si tratta di un ripoosizionamento verso una zona meglio difendibile anche se il futuro della Repubblica Popolare di Donetsk dipende soprattutto dal ruolo militare e politico di Mosca.

Foto: carri ucraini entrano a Slavyansk (Ansa)

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