Russi e cinesi protagonisti al Dubai Airshow

di Vittorio Orsini

Russia e Cina sono state le protagoniste indiscusse, anche per le potenziali implicazioni politico/economiche, dell’ultima edizione del Dubai Airshow che ha chiuso i battenti il 16 novembre scorso.

Stati e mercati indicati non a caso come “prioritari” anche dalla società italiana Leonardo nell’annunciare l’intenzione di voler aumentare la propria presenza a livello internazionale come parte del piano di rilancio che sarà annunciato a gennaio.

Del resto  le esibizioni in formazione di quattro Sukhoi 30 S/M e quella dei sette Chengdu J-10 della pattuglia acrobatica cinesi (foto sotto), per la prima volta all’estero dall’esibizione malese di Langkawi nel 2015, hanno tenuto tutti con gli occhi al cielo, assieme al debutto emiratino del caccia russo Su-35 (video), che ha volato ai comandi del capo dei test pilot di Sukhoi, Sergey Bogdan.

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Il collaudatore ha spiegato alla stampa presente al salone mediorientale che l’esibizione in volo di Dubai è stata la replica di quanto fatto a Parigi nel 2013, per dimostrare da un lato l’affidabilità dei due nuovi motori Saturn AL-41 di United Engine Corporation (UEC), che permettono al velivolo di raggiungere velocità ipersoniche senza l’ausilio del postbruciatore e dall’altro la capacità del caccia russo di operare da piste corte o austere e, soprattutto, la capacità di volare ad alti angoli di attacco, nonché l’efficace manovrabilità del sistema d’arma, in grado di effettuare rapidi cambi di direzione per l’ingaggio dei potenziali obiettivi.

Alla base di questo, spiega Bogdan, il sistema vettoriale tridimensionale del velivolo di quarta generazione e mezzo (sempre attivo), collegato al sistema di controllo fly-by-wire, che consente al pilota di passare ad una modalità di “super manovrabilità”, disattivando i limiti di angolo di attacco. Nella regione mediorientale c’è grande attenzione attorno al programma Sukhoi Su-35 dopo l’avvio di colloqui preliminari in vista di una possibile acquisizione di 12/18 velivoli da parte degli Emirati Arabi Uniti, come già scritto da Analisi Difesa

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Colloqui tre EAU e Russia “bilanciati” dalle recenti dichiarazioni statunitensi, che vogliono il Paese (pur afflitto attualmente da poca liquidità) futuro cliente dell’F-35 dia Lockheed Martin.

La holding russa Rostec Corporation e le sue controllate hanno mostrato al pubblico di Dubai (per la verità non numerosissimo) gli ultimi sviluppi in campo civile e militare. In particolare, all’Airshow erano presenti, oltre al caccia Su-35S equipaggiato con un nuovo sistema avionico di KRET (controllata Rostec), gli elicotteri da attacco e ricognizione KA-52 e Mi-35M (nella foto sotto), il caccia MiG-29M e i sistemi di difesa aerea S-400 Triumf e Pantsyr S1 nella sua versione aggiornata.

 

Rostec: mercati e sanzioni

“Siamo intenzionati ad espandere ulteriormente la nostra presenza in Medio Oriente, per noi una regione chiave, e saremmo ben lieti di offrire i servizi dei nostri partner a svariati progetti”. Ha dichiarato il ceo di Rostec Corporation, Sergey Chemezov, che ha tenuto a far sapere di aver avuto a Dubai diversi incontri con potenziali clienti. “Tenendo conto del rapido sviluppo delle tecnologie di Rostec, specie riguardo i motori aeronautici, siamo pronti a consegnare nell’area prodotti e tecnologie con associati servizi di manutenzione”.

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Durante la prima giornata di salone, il gigante aeronautico russo ha fatto inoltre sapere di voler produrre con gli Emirati l’aereo a corridoio singolo Irkut MC-21, che ha volato a maggio scorso per la prima volta. Di questo se sta discutendo con il principe di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed al-Nahyan, interessato ad espandere l’industria manifatturiera del Paese nel settore aeronautico e in quello dei trasporti innovativi.

Inoltre, Rostec e UAE potrebbero costruire nell’area anche la versione più grande del velivolo, l’MC-21-400, che andrà a competere direttamente con Airbus A320 e Boeing B737. Il programma ha accumulato ad oggi accordi per 286 esemplari.

Rispondendo ai giornalisti, riguardo le sanzioni imposte alla Russia, che potrebbero impattare sulla motorizzazione ad oggi prevista di importazione dell’MC-21, Chemezov è stato chiaro: “Le sanzioni sono in vigore da molto tempo, ma oggi riguardano terze parti piuttosto che Rostec e Rosoboronexport. Stipuliamo contratti basati su accordi governativi e ciò significa che gli Stati Uniti devono imporre sanzioni contro tutti i Paesi con cui abbiamo a che fare.

Questo è praticamente impossibile, dal momento che forniamo i nostri prodotti ai governi e non a singole società. Abbiamo contratti con i ministeri della difesa. Non vedo come potranno imporre sanzioni contro tutti, intendo India, Cina o Emirati Arabi”.

Le ultime sanzioni poi – ha aggiunto – sono sleali. Siamo entrati nel WTO e cosa abbiamo ottenuto? L’organizzazione mondiale per il commercio è stata istituita per promuovere la parità di condizioni per tutti. E dov’è questa parità, quando un Paese può dettare i suoi termini a tutti gli altri?”.

A Dubai la controllata di Rostec, Russian Helicopters, ha invece concluso il primo contratto di export per la fornitura di un elicottero multiruolo di categoria media Mi-171A2, aggiornamento della serie Mi-8/M-17, che sarà consegnato nel 2018 alla società indiana Vectra Group. Questo contratto, fa sapere il ceo di Russian Helicopters, Andrey Boginsky dopo la firma, “ci permetterà di averne altri”. Da Dubai Rostec ha infine confermato l’approvazione governativa riguardo la cessione del 26% della controllata Kalashnikov Group.

 

I nuovi UAV cinesi

Tra le aziende cinesi la parte del leone l’ha fatta AVIC (Aviation Corporation of China), che ha illustrato a Dubai alcune caratteristiche della famiglia dei suoi nuovi velivoli senza pilota “silenti” Cloud Shadow, composta da tre unmanned pensati per missioni distinte di alta quota: acquisizione immagini (CS-1 la designazione); tracciamento elettronico (CS-2) e identificazione-attacco (CS-3). Tutti e tre gli unmanned (ancora carenti sotto il profilo della persistenza) sono equipaggiati con motori turbojet WP-11C.

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Assieme a questi i quadricotteri di AVIC e gli UAV di media quota Wing Loong (stessa categoria del Predator), progettati per missioni ISTAR, e di bassa quota A-Hawk. Entrambe le famiglie sono state presentate a Dubai nelle due versioni I e II. In particolare, il Wing Long I, che vola dal 2007, è in grado di caricare due missili a guida laser e svariati payload.

La versione II, che ha debuttato in volo quest’anno, è stata mostrata equipaggiata con 12 sistemi d’arma, agganciati a sei punti di attacco. Tra questi, missili guidati BA-7 da 50 kg e bombe di precisione LS-6.

Tra i clienti dei droni militari cinesi ci sono l’Arabia Saudita, che li ha utilizzati nello Yemen, e gli UAE, che li hanno impiegati da ultimo per supportare l’esercito libico. Altri sono in linea con le forze armate di Kazakhstan e Iraq che li ha utilizzati nella lotta contro lo Stato islamico.  In mostra all’Airshow, anche il nuovo elicottero da attacco cinese Z-19E, che ha debuttato in patria nel 2015. La macchina può raggiungere i 245 km orari in configurazione da attacco al suolo e i 646 km orari di velocità massima sul livello del mare.

 

Il punto sul Typhoon

 Con ordini per 599 velivoli e 524 consegne, il caccia Eurofighter è stato oggetto al salone di un incontro con la stampa per fare il punto sullo status del programma europeo, a cui partecipano lato industriale, Leonardo, Airbus Group e BAE Systems. Nel 2017 il Typhoon, scelto da otto nazioni tra cui l’Arabia Saudita che ha portato a Dubai uno dei suoi caccia, ha accumulato oltre 10.000 ore di volo in operazioni, impegnato in missioni Nato di Air Policing dal Baltico al Mar Nero con Aeronautica Militare, Luftwaffe e Royal Air Force e, con quest’ultima, in 900 missioni su Siria e Iraq.

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Testato operativamente in Libia in missioni di attacco al suolo, il Typhoon è stato oggetto di continui aggiornamenti che con la P3E (Phase 3 Enhancement) vedranno anche l’integrazione sulla piattaforma del radar E-Scan, di cui il Kuwait è cliente di lancio, e di capacità antinave, richieste sempre da quest’ultimo acquirente, che potrebbero essere garantite dal missile di MBDA, Marte in versione Extended Range, alla cui integrazione sull’EFA si è cominciato a lavorare.

Oltre che a missioni operative, gli Eurofighter di Tranche 2 e 3 della RAF hanno partecipato ad alcune esercitazioni (altre 7 sono in programma nei prossimi 6 mesi), tra cui una negli Stati Uniti, dove l’EFA ha volato con l’F-35. “I due caccia – ha dichiarato a Dubai l’Air-Vice Marshall della Royal Air Force, Gerry Mayhew – sono riusciti a condividere informazioni”.

Il Typhoon è già equipaggiato per inviare e ricevere dati con il JSF, tramite il Link 16, ma esistono delle limitazioni dovute all’antenna omnidirezionale dello standard Nato,non compatibile con il multi-function andanced data link (MADL) che utilizzano gli F-35 per comunicare tra di loro quando sono in modalità stealth. “In addestramento – spiega Mayhew – stiamo già lavorando con quarta e quinta generazione, utilizzando, oltre al Link 16, nuovi sistemi. Di più non posso dire”.

 

L’M-346 da combattimento

 Oltre che attraverso l’Eurofighter, l’italiana Leonardo ha partecipato all’Airshow con molti programmi, tra cui l’M-346 nella sua variante FA (Fighter Attack), presentata a Dubai per la prima volta. Il velivolo era esposto in statica equipaggiato con missili MBDA aria-superficie Brimstone, aria-aria Iris-T, missili aria-aria Sidewinder, bombe guidate Raytheon Paveway IV, pod Lockheed Martin Sniper, bombe LGB e serbatoi ausiliari subalari.

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Il programma “ha già suscitato l’interesse di molte forze aeree”, spiega Leonardo sottolineando come la variante FA rappresenti il completamento di una famiglia, dopo la variante AJT (Advanced Jet Trainer) per l’addestramento avanzato dei piloti militari e quella doppio ruolo denominata M-346FT (Fighter Trainer).

“Il velivolo – sottolinea la società – ha tutte le caratteristiche per essere non solo un eccellente addestratore avanzato, ma anche un efficiente velivolo da combattimento tattico, in grado di svolgere missioni operative con costi inferiori rispetto ai caccia di prima linea”.

 

Gli altri programmi (e contratti) di Leonardo  

A Dubai Leonardo, in occasione della conferenza stampa tenuta da Lorenzo Mariani, appena nominato chief commercial officer, ha parlato tra gli altri anche del programma AW249, ovvero il successore del Mangusta, per il quale c’è un contratto con il governo italiano per lo sviluppo e la realizzazione dei primi prototipi.

Per questo programma, che prevede una piattaforma basica attorno al 2020, Leonardo si è detta pronta a valutare eventuali collaborazioni con altri Paesi, uno dei quali potrebbe essere la Polonia, interessata ad avere una nuova macchina d’attacco. Rimanendo in tema di elicotteri, all’airshow Leonardo ha esposto per la prima volta il mockup della cabina del convertiplano AW609 in versione Search & Rescue (SAR), selezionato nel 2015 in sei esemplari dal Joint Aviation Command degli Emirati Arabi e il cui contratto è atteso a breve.

In Medio Oriente il programma potrebbe avere potenziale successo per svariati tipi di missione, tra cui, oltre al SAR, traporto sanitario (EMS), che rispetto alla versione SAR richiede poche modifiche, trasporto VIP e para-public.

Tra i principali accordi raggiunti da Leonardo a Dubai, quello con l’operatore emiratino Abu Dhabi Aviation (ADA), che ha firmato un contratto per altri due AW139. Gli elicotteri, la cui consegna è prevista entro il 2017, saranno impiegati per il trasporto offshore. Il contratto rientra nell’accordo annunciato nel 2015 per l’acquisto di 15 elicotteri in un mix di AW139, AW169 e AW189 con consegne entro il 2019.

Nell’area il 139 ha raggiunto ordini per oltre 140 unità, delle quali circa 60 da clienti degli Emirati Arabi. Inoltre, secondo Leonardo, l’AW169 ha finalmente superato le  criticità, grazie all’implementazione di miglioramenti tecnici, ed è destinato a bissare il successo commerciale dell’AW139.

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Un altro ordine è arrivato dal lessor Milestone Aviation Group, società di GE, per ulteriori tre AgustaWestland AW169. Gli elicotteri avranno capacità multiruolo ed entreranno in servizio nel 2018.

“Falcon Aviation è stato il primo cliente della versione offshore dell’AW169, e ha poi ricevuto un elicottero in configurazione VIP” ha detto il responsabile commerciale della divisione Elicotteri di Leonardo Carlo Gualdaroni. “Siamo felici che le capacità di questo modello di nuova generazione abbiano soddisfatto le diverse esigenze operative di Falcon, portandolo alla decisione di espandere la flotta”.

Per quanto riguarda invece i sistemi senza pilota, Leonardo ha effettuato la consegna del Falco EVO a un Paese del Medio Oriente, cliente di lancio del sistema. Il Falco EVO, versione pesante del sistema a pilotaggio remoto Falco, è stato selezionato da due Paesi del Medio Oriente. In statica a Dubai anche il sistema unmanned ad ala rotante HERO e il radio bersaglio Mirach nella nuova versione.

 

C-295MW per gli Emirati

In un Airshow dominato dalle maxi commesse nel settore dei velivoli commerciali portate a casa da Airbus e Boeing,  le Forze Armate emiratine hanno firmato un contratto d’acquisto per cinque aerei da trasporto C-295 MW (Military Winglet), uno dei quali è stato esposto a Dubai per la prima volta armato, e relativi servizi da Airbus Defence and Space.

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Ad annunciarlo, il Major General Ishaq Saleh Al Baloushi, capo dell’amministrazione delle industrie di settore e dello sviluppo delle capacità di difesa presso il ministero della Difesa.

Al Baloushi ha dichiarato che l’acquisizione è in linea con i requisiti delle Forze Armate UAE e pertanto “servirà a supportare e promuovere lo sviluppo delle capacità delle stesse in diversi settori”.

Il generale ha quindi aggiunto che il contratto sottolinea “l’impegno nazionale nel consentire alle Forze Armate di operare per proteggere la sicurezza e la stabilità del Paese e nel mantenerle ad un alto livello di preparazione”.

Gli Emirati hanno inoltre annunciato l’intenzione di arrivare quanto prima ad un contratto con le industrie francesi Dassault e Thales per l’aggiornamento dei loro caccia Mirage 2000-9. Anche in questo caso, “la modernizzazione si inscrive nell’ambito delle direttive di Stato per supportare e promuovere lo sviluppo delle Forze Armate degli Emirati in vari ambiti, in linea con i requisiti espressi dalla Difesa” ha dichiarato un responsabile del dicastero.

 

Foto: autore, Leonardo, Airbus, Dubai Airshow, Sukhoi, Russian Helicopters e AINtv

 

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