Qaedisti al contrattacco in Siria

A pochi giorni dalla conferenza internazionale sulla Siria, il 22 gennaio prossimo a Montreux, i qaedisti dell’ISIS sono al contrattacco approfittando (a quanto riferiscono fonti vicine ai ribelli siriani) dei bombardamenti compiuti dal regime e hanno ripreso il controllo di aree nel nord e nel nord-est conquistate nei giorni scorsi dagli insorti siriani la cui spinta offensiva dei giorni scorsi sembra essersi esaurita. Gli jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) hanno ripreso ieri al-Bab, cittadina a est di Aleppo e località chiave lungo la strada per Raqqa. Fino a quando al-Bab era stata sotto il controllo dei ribelli locali, l’artiglieria del regime aveva bombardato pesantemente il centro abitato, facilitando la controffensiva dell’Isis. Fonti locali confermano l’uccisione sommaria ad al-Bab da parte dei qaedisti di decine di persone fatte prigioniere tra le quali, oltre ai combattenti, anche molti civili. Analoga situazione a Raqqa, in parte riconquistata dai ribelli nei giorni scorsi, ma nelle ultime ora tornata quasi del tutto nelle mani dell’Isis: anche qui esecuzioni sommarie. I miliziani dei gruppi alleartisi contro i qaedisti avrebbero invece guadagnato terreno verso Jarablos, a nord di Aleppo e al confine con la Turchia. Mentre a nord di Raqqa, nella località di Qantari, una quarantina di insorti in fuga verso est sono stati trucidati – secondo attivisti locali – da miliziani dell’Isis.

Da Parigi, il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov hanno discusso ieri  “della possibilità di dichiarare, forse, un cessate il fuoco” in alcune zone della Siria, per facilitare l’intervento umanitario. Lavrov e Kerry hanno affermato che il regime di Damasco si è detto pronto a collaborare in tal senso, ma che servono aperture anche dalle opposizioni. I due hanno affrontato anche la possibilità di uno scambio di prigionieri tra il regime di Bashar al Assad e l’opposizione. Tema forse al centro dei colloqui di Damasco tra il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Peter Maurer, e il ministro degli esteri siriano Walid al Muallim. L’apertura di corridoi umanitari e il rilascio dei prigionieri politici sono alcune delle condizioni poste dalle opposizioni siriane moderate per accettare di partecipare alla conferenza svizzera. La Coalizione delle opposizioni in esilio si pronuncerà in merito solo il 17 gennaio prossimo, dopo che una sua delegazione avrà incontrato a Mosca le autorità russe.

(con fonte Ansa)

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