Siria: sviluppi sul fronte sud

di Eugenio Roscini
I Servizi di Sicurezza siriani (Idarat al-Mukhabarat al-Amma) affermano che i ribelli sarebbero pronti ad una massiccia offensiva contro Damasco; nell’attacco, che dovrebbe essere sferrato entro la prossima estate, sarebbero coinvolte decine di fazioni e migliaia di combattenti, addestrati in Giordania da contractors occidentali e unità speciali USA. Amman nega ogni coinvolgimento, ma gli uomini di Assad parlano di finanziamenti sauditi e di implicazioni dell’esercito giordano nella preparazioni dei guerriglieri legati alla resistenza siriana.

Con possibile riferimento all’area a nord di Irbid, l’intelligence USA non nasconde comunque l’esistenza di campi di addestramento che, a turni di 250 persone alla volta, avrebbero già accolto più di 1.000 antigovernativi, tutti istruiti al combattimento e rispediti in Siria per essere impiegati sul campo. Sul fronte opposto, l’esercito di Assad si starebbe preparando alla battaglia, riposizionando le truppe a sud di Damasco, nella provincia di Quneitra, piccola città del Golan, a pochi chilometri dalla linea del “cessate il fuoco” con Israele, dove ha sede un comando dei ribelli che raccoglie una cinquantina di formazioni. Questa è un’area dove la CIA sta investendo molto: con l’appoggio di Giordania e Israele, l’intelligence statunitense sta, infatti, cercando di ripristinare la capacità operativa delle forze antigovernative.

Il tentativo è quello di raccogliere sotto un unico comando i gruppi islamici meno radicali e formare una forza combattente guidata dal generale Abdul Illah al-Bashir, attuale comandante in capo del Consiglio Militare Supremo dell’Esercito Siriano Libero. Da punto di vista tattico, per la sua appartenenza alla tribù beduina Al Nuaim, composta da nomadi che spaziano attraverso il Golan e la Siria meridionale, il generale al-Bashir gode di particolari vantaggi: in primo luogo, molti tra i ribelli che controllano la città di Quneitra sono di origine al-Nuaim;  in secondo luogo, gran parte degli ufficiali che nel 2012 disertarono l’esercito di Assad appartengono alla stessa tribù di al-Bashir; infine, va tenuta in considerazione la vicinanza al confine israeliano e la copertura di intelligence che lo Stato ebraico può offrire ai ribelli filo-americani da possibili imboscate o attacchi aerei a sorpresa.

Come detto, i vertici dell’esercito di Assad stanno concentrando le truppe nel sud del Paese, soprattutto sul lato siriano delle alture del Golan e nella zona di confine con la Giordania. Intensificati i bombardamenti su Daraa e aumentata la pressione nella provincia di Quneitra, con le località di Rasm al-Hour e Rasm al-Sad cadute nel fine settimana nelle mani delle forze governative. Per cercare di dissuadere Israele dal sostenere i ribelli, l’esercito siriano sta poi colpendo obbiettivi ritenuti non strategici, ma di forte valenza politica, come l’ospedale da campo della città di Atmeh, al confine con l’Iraq, controllato dalle forze antigovenative: un chiaro messaggio rivolto a Gerusalemme che sul Golan ha allestito un altro ospedale da campo per il ricovero dei ribelli e dei civili siriani feriti.

Foto: International Business Time

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