Accordo tra Fincantieri e Iraq per le corvette Tipo 550

Adnkronos – Dopo 25 anni si avvia verso la chiusura il contenzioso fra Fincantieri e il governo iracheno circa 2 corvette costruite dal gruppo italiano ai tempi di Saddam Hussein e da allora ormeggiate da circa 25 anni presso l’Arsenale Militare di La Spezia. E’ stato infatti firmato oggi a Baghdad quello che Fincantieri definisce “uno storico accordo quadro” con il Governo iracheno per chiudere la vertenza relativa alle 2 corvette Musa Bin Nasir e Tariq Bin Ziyad, bloccate a La Spezia da circa 25 anni per gli effetti dell’embargo internazionale alle forniture per la difesa all’Iraq stabiliti ai tempi della prima guerra del Golfo. L’accordo – firmato per Fincantieri da Alberto Maestrini, Direttore Navi Militari, e per l’Iraq dal Ministro delle Finanze ad interim, Safa’a Al Deen Mohammed al Safi – prevede a fronte della chiusura di tutte le controversie giudiziarie pendenti, un’intesa per il refurbishment, ovvero il rifacimento e la messa in servizio delle due imbarcazioni.

I relativi contratti verranno perfezionati in tempi brevi e i lavori avranno luogo presso i cantieri liguri del Gruppo. Il contenzioso con l’Iraq riguarda i contratti per la fornitura di 11 navi militari e relativo supporto logistico che Fincantieri si aggiudicò nel 1980. Dopo la consegna delle prime 3 unità, di un bacino galleggiante e di altre componenti minori, a causa dell’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, l’esecuzione dei contratti venne bloccata, essendo intervenuti i provvedimenti di embargo disposti dalle Nazioni Unite, seguiti da misure similari decretate dall’Unione Europea. In conseguenza di questi divieti, le altre navi, praticamente ultimate (4 corvette e 4 fregate, acquisite rispettivamente dalla Marina della Malesia e dalla Marina Italiana molti anni più tardi), non hanno più potuto essere consegnate, determinando danni ingentissimi a Fincantieri e alle altre aziende coinvolte. Per il recupero di tali danni, nel 1991, le parti italiane hanno promosso un contenzioso davanti al Tribunale di Genova contro la Repubblica dell’Iraq per ottenere il relativo risarcimento, risultando vincitrici.

La sentenza è passata in giudicato. L’Iraq, da parte sua, aveva promosso un contenzioso contro le stesse parti italiane mediante arbitrato innanzi alla Camera di Commercio Internazionale di Parigi; il lodo, che ha dichiarato inammissibili le richieste irachene, è stato impugnato davanti alla Corte d’Appello di Parigi, temporaneamente sospeso in previsione dell’accordo di oggi. Inoltre, a cavallo tra il 2011 e il 2012, l’Iraq ha aperto anche un terzo versante del contenzioso promuovendo un giudizio a Baghdad, a sua volta sospeso in attesa dell’esito del giudizio d’appello a Parigi. In parallelo, nel 2006 Fincantieri ha firmato con il Governo transitorio il primo contratto commerciale dell’era post Saddam Hussein, per la costruzione di 4 pattugliatori destinati alla Marina militare dell’Iraq. Le navi sono state consegnate tutte nel 2009, con un intervallo di circa tre mesi tra l’una e l’altra.

Il contratto, che prevedeva anche la fornitura del relativo supporto logistico e dell’addestramento, era stato concluso anche grazie alla collaborazione dei Ministeri italiani della Difesa e degli Affari esteri, attraverso l’Ambasciata a Baghdad. Commentando l’intesa l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono parla di un accordo che “è il frutto di un negoziato molto lungo e complesso, che ci ha visto supportati dall’Ambasciatore Marotti sin dal momento del suo insediamento. Una volta entrato in vigore, l’accordo consentirà l’intensificazione dei nostri rapporti commerciali con l’Iraq, un Paese che ha ingenti piani di sviluppo sostenuti dalla produzione petrolifera. Per noi si tratta quindi di un risultato strategico di assoluta rilevanza, che conferma la nostra capacità di penetrazione in tutti i mercati del mondo”.

Fincantieri ha inoltre presentato in questi giorni il bilancio del primo trimestre dell’anno con ricavi per 923 milioni di euro,  un Ebitda pari a 66 milioni e un Ebitda margin al 7,1%. Dati da cui emerge un risultato d’Esercizio pari 10 milioni di euro e una posizione finanziaria netta negativa per 417 milioni di euro. Gli ordini acquisiti si attestano a 1.707 milioni di euro con un carico di lavoro (backlog) di 8.809 milioni. La trimestrale al 31 marzo 2014 del Gruppo Fincantieri  è la prima a vedere il consolidamento per l’intero periodo della controllata VARD, avendo acquisito tale partecipazione il 23 gennaio 2013

Foto: Betasom.it

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