Rinforzi russi ai confini ucraini

La Russia ha raddoppiato il numero dei suoi battaglioni schierati al confine con l’Ucraina, in modo da poter rispondere alle recenti avanzate dell’esercito di Kiev con incursioni al di là della frontiera. Lo rivela il New York Times, citando fonti occidentali, secondo cui nelle ultime settimane Mosca ha ammassato a pochi chilometri dalla frontiera con l’Ucraina 17 battaglioni, pari ad una forza compresa tra 19 e 21mila uomini, che contano su unità di fanteria, mezzi d’artiglieria e blindati, oltre che forze per la difesa aerea. Inoltre, scrive il giornale americano all’indomani dell’annuncio di Mosca dell’avvio in settimane di esercitazioni aeree al confine con l’ex repubblica sovietica, la Russia ha anche rafforzato la sua potenza di fuoco, aumentando da 8 a 14 il numero di unità missilistiche terra-aria, e ha dispiegato oltre 30 batterie di artiglieria. Cosa il Cremlino nasconda dietro questo massiccio rafforzamento del dispositivo militare russo non è chiaro. Il presidente Vladimir Putin potrebbe volerlo usare come strumento di pressione sull’Ucraina e sugli Stati Uniti per negoziare un accordo politico che conceda maggiore autonomia alle province dell’est russofono.

Ma, sostengono anche fonti occidentali, il leader del Cremlino potrebbe anche decidere di intervenire direttamente, nel caso in cui i separatisti filorussi fossero sempre più in difficoltà. “Questa opzione è reale – ha commentato con il “New York Times” una fonte del Pentagono – Se Putin decidesse, potrebbe farlo con poco o senza preavviso. Non sappiamo cosa stia pensando”. “Più successo avranno le forze ucraine – ha fatto eco un’altra fonte – più pressione ci sarà su Mosca per un’escalation”.
Il rafforzamento militare russo al confine è stato confermato da un alto ufficiale  della Nato alla Cnn sostenendo che il numero dei soldati russi nella zona è aumentato nell’ultima settimana di circa 8.000 unità raggiungendo i 20 mila militari.
Per Kiev i soldati russi “alle porte” sono addirittura 45.000, con 160 presunti carri armati, 192 aerei e 134 elicotteri. Mosca smentisce con sarcasmo e accusa gli americani di essere “costretti a improvvisare in continuazione per dare credibilità alle loro dichiarazioni”.  Di certo da lunedì sono in corso esercitazioni aeree nella Russia sud-occidentale che coinvolgono un centinaio di jet da combattimento.

Sul campo di battaglia del Donbass l’offensiva delle forze di Kiev incontra una fiera resistenza. Ieri sono stati uccisi 18 soldati ucraini e altri 54 sono rimasti feriti mentre incirca 500 sono fuggiti negli ultimi giorni oltre il confine russo per cercare scampo. L’esercito ucraino, sempre più raffazzonato al punto che diversi reparti in prima linea sono rimasti senza munizioni,  stringe ormai la morsa intorno a Donetsk e ha ammesso che nell’operazione contro i separatisti sono coinvolti anche cittadini stranieri, tra cui italiani. “Ci sono rappresentanti di altri Paesi, che prendono parte all’operazione anti-terrorismo – ha dichiarato Novosti Oleksiy Dmitrashkovsky, portavoce dell’operazione militare nelle regioni orientali all’agenzia ufficiale russa Ria – si tratta di italiani, georgiani, bielorussi e russi”.

Allo stesso tempo, il portavoce ha assicurato, però, che l’esercito ucraino non fa uso di armi straniere. In precedenza, ricorda Ria Novosti, i separatisti filorussi avevano denunciato la presenza di mercenari stranieri, che usavano proprie armi ed equipaggiamento, a fianco delle forze di sicurezza ucraine nelle regioni orientali. Le vittime del conflitto sarebbero 1.100 ma è probabile che il numero si approssimato per difetto mentre l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) segnala che dall’inizio del conflitto circa 730mila persone hanno lasciato l’Ucraina verso la Russia. Altri 117mila ucraini hanno lasciato le loro case nell’est ma sono rimasti nel Paese. Secondo Vincent Cochetel, responsabile della sezione europea dell’Unchr, l’intensificarsi degli scontri in Ucraina potrebbe causare “un esodo massiccio”.

Foto. Ministero Difesa ucraino

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