Un’analisi del carro T-14 e dei nuovi corazzati russi

Dopo la parata del “Giorno della Vittoria” a Mosca che ha visto la prima apparizione pubblica del nuovo carro da combattimento russo (MBT) “T-14 Armata”, la rivista IHS Jane’s ha pubblicato una dettagliata analisi tecnica a firma Nicholas de Larrinaga e Nikolai Novichkov integrando le notizie già note (vedi articolo precedente) con quanto adesso rilevabile dall’esame del mezzo, ampliando poi l’analisi ai nuovi carri sviluppati sullo stesso chassis “Armata Universal Tracked Platform”, come il T-15 e il “Kurganets-25” nelle versioni IFV/APC, ed il semovente “Koalitsiya-SV”.

Diciamo subito che non tutto è stato comunque ancora svelato, sia per la versatilità del T-14 a diverse configurazioni, sia perché alcuni elementi -come l’armamento secondario- non appaiono ancora quelli della versione standard definitiva, sia infine perché alcune caratteristiche -come la propulsione a turbina o a motore diesel- non sono ancora definite.

Venendo all’analisi del “T-14 Armata” ( foto a sinistra), Larrinaga e Novichkov si soffermano sull’esame della torretta senza equipaggio manovrata da remoto (l’equipaggio è alloggiato nella parte frontale dello scafo in una cellula corazzata multistrato).

A loro avviso la configurazione così com’è stata presentata -cioè col solo cannone da 125 mm a canna liscia 2A82A- è quella definitiva, priva quindi di un cannoncino coassiale da 30 mm e di una mitragliatrice da 12,7 mm che si vedono invece rappresentati in numerosi drafts, pur se gli autori ammettono, con una certa prudenza, che un tale armamento potrebbe apparire in futuro “nei veicoli in produzione”.

Resta comunque il fatto che l’attuale armamento secondario -una sola mitragliatrice da 7,62 mm collocata sulla sommità- è evidentemente insufficiente, e presuppone un completamento almeno pari a quella del carro T-90 (2 mitragliatrici da 7,62 mm e 1 da 12,7 mm).

Relativamente al cannone, l’ampia dimensione della torretta giustifica il sistema di caricamento interamente automatizzato anche se, non senza motivo, gli autori si chiedono se questo non possa collegarsi a precedenti reports secondo cui i progettisti russi avrebbero allo studio la possibilità di montare un ben più potente cannone da 152 mm.

La questione rimane ancora indefinita, ma è di questi giorni la notizia diffusa dalla stampa russa -che cita come fonte il Vice Primo Ministro Dmitry Rogozin- di una sua più che probabile realizzazione.
Un’altra novità della torretta è quella di essere sormontata da una piccola torretta secondaria RCT (“Remote Controlled Turret”) armata, come si è detto, di mitragliatrice 7,62 mm, e che funge inoltre da osservatorio per il capocarro.

Sulla sommità della torretta principale, su ciascuno dei due lati, appaiono 2 moduli classificati come tubi di lancio orientabili orizzontalmente, che si integrano, come sistema d’arma, con altri tubi di lancio in posizione fissa, però di calibro inferiore ed orientati verticalmente, sistemati in un alloggiamento da 12+12 unità alla base della torretta. Questi lanciatori, del genere “soft-kill”, si combinano con 2 set di altri 5 tubi lanciatori (foto a fianco), orientati orizzontalmente e collocati ai due lati della torretta, del genere “hard-kill” (nel primo caso la minaccia viene deviata, nel secondo caso intercettata).

L’insieme, come suggeriscono Larrinaga e Novichkov, dovrebbe costituire il sistema di protezione attiva APS (“Active Protection System”) denominato “Afghanit”. In sostanza, un radar doppler o un altro sistema di sensori rileva la minaccia anticarro, in particolare quella rappresentata dai missili guidati ATGW (“Antitank Guided Weapons”), e reagisce sparando un razzo che intercetta (“hard-kill”) o esplode (“soft-kill”) sulla traiettoria dell’oggetto in arrivo, neutralizzando la minaccia prima che possa colpire il carro. L’elevato numero di tubi lanciatori suggerisce comunque lo sparo di una salva di proiettili atti a creare una cortina che confonda i missili a guida laser e l’acquisizione da parte dell’avversario attraverso infrarossi e radar.

L’articolo passa poi alla disamina del veicolo da combattimento T-15 (foto a fianco) IFV (“Infantry Fighting Vehicle”),  anch’esso apparso per la prima volta in occasione della parata sulla Piazza Rossa.

Come si è detto si tratta di un mezzo standardizzato sullo chassis “Armata”, però con notevoli varianti per la necessità di creare un vano per il personale collocato nella parte posteriore.Di conseguenza, rispetto al T-14, molte componenti del T-15 risultano invertite, con la motorizzazione, le ruote dentate motrici, i serbatoi e gli scarichi collocati nella parte anteriore.

La corazzatura presenta inoltre delle varianti, con una sagomatura a freccia sulla parte frontale e sporgenze angolari laterali, mentre la parte superiore, tra la torretta e il vano-motore, appare protetta con piastrelle reattive tipo ERA (“Explosive Reactive Armour”), che esplodono all’impatto delle armi anticarro neutralizzandole.

Il T-15 utilizza una torretta KBP EPOCH a controllo remoto (RCT) su cui è montato un cannoncino da 30 mm ed una mitragliatrice coassiale da 7,62 mm.

Sono inoltre visibili quattro missili guidati (due per lato) del tipo Kornet-M ATGW (“Anti Tank Guided Weapons”) nonché due sistemi di controllo del tiro, che integrano un sistema di telemetro laser e guida laser per i Kornets.

I due sistemi sono contenuti in moduli balistici, aggiungendo resilienza al carro. Relativamente alla difesa APS (“Active Protection System”), il T-15 sembra presentare gli stessi rilevatori e tubi di lancio visti sul T-14, sebbene posizionati sulla scafo piuttosto che sulla torretta.

Come nel T-14, anche qui c’è un equipaggio di 3 uomini (capocarro, cannoniere, pilota) alloggiato però nella parte centrale, dietro il vano motore, mentre nella zona posteriore è realizzato un vano trasporto-truppe, che accedono tramite portellone.

Un altro veicolo preso in esame è il “Kurganets-25” (foto a fianco) , presente alla parata nelle due versioni di veicolo da combattimento (IFV, “Infantry Fighting Vehicle”) definibile come “leggero” rispetto al T-15, e trasporto truppe (APC, “Armoured Personnel Carrier”)

Il “Kurganets-25”, come evidenziano Larrinaga e Novichkov, si presenta significativamente più alto e più largo rispetto al suo ben conosciuto predecessore, il “BMP”, nelle sue numerose varianti.

Nella versione IFV, il “Kurganet-25” dispone di un armamento similare a quello del T-15, con cannoncino da 30 mm e missili ATGW “Kornet”.

La versione trasporto truppe APC è invece allestita con una torretta a controllo remoto RCT di minor dimensione, armata con una mitragliatrice da 12,7 mm anziché col cannoncino da 30 mm.

A parte queste differenze, le versioni da combattimento e trasporto truppe appaiono identiche, entrambe con il propulsore in posizione anteriore e 7 ruote dentate.

Gli alloggiamenti del capocarro e del pilota sono ubicati in posizione anteriore rispetto alla torretta, mentre l’accesso del personale avviene anche qui tramite il portellone della parte posteriore.

Entrambe le versioni, secondo Larrinaga e Novichkov, hanno capacità anfibie, con idrogetti installati all’interno della parte posteriore dello scafo.

Un altro novità apparsa sulla Piazza Rossa è il “Boomerang 8×8” ( foto sotto), un veicolo ruotato da combattimento e trasporto truppe destinato a sostituire l’intramontabile trasporto truppe “BTR” nelle sue varie versioni.

Presenta la stessa torretta del T-15 e del “Kurganets-25” -cioè provvista di un cannoncino da 30 mm e una mitragliatrice coassiale da 7,62 mm- anche se Larrinaga e Novichkov ritengono essere questa la versione IFV, dato che verrà presumibilmente realizzata una versione tipicamente trasporto truppe ACP, in questo caso dotata di una torretta RCT con mitragliatrice da 12,7 mm.

Per quanto riguarda la motoristica, diversamente dai veicoli della serie BTR, il propulsore qui è ubicato nella parte anteriore, sul lato destro, con il pilota alloggiato sulla sinistra, mentre l’accesso del personale avviene da tergo. Infine, Larrinaga e Novichkov ritengono il “Boomerang 8×8” provvisto di capacità anfibie.

L’analisi si conclude con l’esame del semovente “Koalitsiya-SV” SPG (“Self Propelled Gun”) (foto a fianco) che utilizza una bocca da fuoco da 152 mm, e che è destinato a sostituire l’attuale semovente in esercizio 2S19 MSTA-S. Sebbene il “Koalitsiya-SV” sia stato progettato sullo chassis “Armata”, la produzione iniziale sembra invece allestita sullo chassis del carro T-72/90, anche se la parte frontale risulta comunque modificata per creare l’alloggiamento per il capocarro ed il cannoniere, collocati rispettivamente ai due lati del pilota, che è ubicato al centro, com’è appunto norma nei carri T-72/90 e nel semovente 2S19.

Larrinaga e Novichkov riportano poi alcune indicazioni fornite da Georgy Zakamennih dell’istituto TsNII Burevestnik, progettista del 2S35, secondo cui il “Koalitsiya-SV” avrebbe una gittata inusitata fino a 70 km, con proiettili di tecnologia avanzata. Inoltre, avrebbe una cadenza ed un caricamento superiori agli omologhi occidentali grazie ad un sistema integrato su cui vengono impostati tutti gli ordini di tiro, e che può scegliere il tipo appropriato di carica e proiettile. A quanto sembrerebbe dunque, il “Koalitsiya-SV” non sarebbe precisamente inquadrabile come un classico semovente ma, piuttosto, come un innovativo sistema robotizzato d’artiglieria.

foto: PA ,IHS Jane’s,Andrey Kryuchenko,Vitaly Kuzmin

Padovano, classe 1954, è Colonnello dell'Esercito in Ausiliaria. Ha iniziato la carriera come sottufficiale paracadutista. Congedatosi, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza ed è rientrato in servizio come Ufficiale del corpo di Commissariato svolgendo incarichi funzionali in varie sedi. Ha frequentato il corso di Logistic Officer presso l'US Army ed in ambito Nato ha partecipato nei Balcani alle missioni Joint Guarantor, Joint Forge e Joint Guardian.

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