Furia celtica: lotte fra Galli Cisalpini e Romani

Come a tanti altri “sconfitti” della Storia, anche ai Galli Cisalpini toccò il beffardo destino di venire ricordati e raccontati dalle fonti dei vincitori, Romani e Greci esponenti di quella civiltà mediterranea che s’impose fino alle Alpi. Temuti da Roma come belve e considerati “barbari”, anche se portatori di una cultura notevole sotto il profilo religioso e artistico, sui Celti pesò la nomea di scorridori in verità appropriata più per alcune loro tribù, specie Senoni e Boi, di più tardo insediamento a Sud delle Alpi e sospinte da abitatori più antichi, come gli Insubri, lungo le falde dell’Appennino Tosco-emiliano.

Per estensione, la ferocia dei distaccamenti gallici che nel IV e III secolo avanti Cristo compirono incursioni nella penisola, spesso in alleanza con altre genti sollevatesi contro Roma, segnatamente Etruschi e Sanniti, nonchè, durante la Seconda Guerra Punica, con l’armata cartaginese di Annibale, venne attribuita a tutti i Galli indistintamente, nonostante alcune tribù, per esempio i Cenomani, fossero più spesso alleate che nemiche della Repubblica. Il nuovo libro di Mirko Molteni narra l’epopea di due secoli di scontri, dalla calata di Brenno su Roma nel 390 a.C. alla resa dei Boi nel 192 a.C., ma con appendice finale protratta fino all’integrazione dei Celti nostrani, specie Insubri e Cenomani, come cittadini romani nel I secolo avanti Cristo.

Non un libro di archeologia, bensì di eventi politico-militari con grande attenzione alla tattica delle singole battaglie e al loro inquadramento nel contesto strategico dell’espansione del dominio romano verso Nord, nonché della rivalità con Cartagine, alleata naturale delle tribù galliche. I Galli avevano un modo di combattere opposto a quello delle legioni romane. Puntavano sull’irruenza immediata per travolgere il nemico in poco tempo e ottenevano il miglior effetto come forza d’urto.

Non erano però abituati a spendersi in scontri troppo prolungati nel tempo e troppo articolati tatticamente. Tant’è che i cronisti greco-romani concordavano nel descrivere la forza dei guerrieri celtici rapidamente scemante dopo poche ore, dando modo ai legionari dapprima di resistere per poi passare alla controffensiva. Eppure i Galli Cisalpini conseguirono anche grandi vittorie, da soli oppure coalizzati ai Cartaginesi di Annibale, quando particolari condizioni lo consentivano. Una cronaca serrata e coinvolgente per calarsi al fianco di combattenti di 2300 anni fa.

 

 Furia celtica: due secoli di lotte fra Galli Cisalpini e Romani
di Mirko Molteni
Edizioni Greco e Greco, Milano, 2015.
Pagine 250, Euro 12

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