I russi attaccano, dagli usa stop al training dei ribelli siriani

L’Amministrazione Obama ha deciso dimettere fine al contestato programma da 500 milioni di dollari annui del Pentagono per addestrare i ribelli “moderati” siriani, riconoscendo il fallimento nella formazione di combattenti in grado di contrastare l’Isis. Lo ha riferito il New York Times, citando fonti della stessa amministrazione. La conferma è arrivata poco dopo dal segretario alla Difesa, Ash Carter, secondo cui il presidente americano presenterà a breve proposte di modifica al programma. Sarà lo stesso Obama a parlarne nelle prossime ore, ha aggiunto Carter.

Dal Pentagono una fonte sotto anonimato ha spiegato al quotidiano che non verranno più reclutati ribelli da mandare ad addestrare in Giordania, Qatar, Arabia Saudita o Emirati, ma verrà allestito un centro di formazione più piccolo in Turchia dove un piccolo gruppo di “facilitatori”, per la maggior parte comandanti dei gruppi di opposizione, verranno istruiti su manovre tattiche  e su come chiedere l’intervento dei cacciabombardieri della Coalizione.

Ashton Carter (foto a sinistra) , ha affermato che gli Usa intendono cambiare il programma di addestramento dei ribelli siriani contro l’Isis seguendo l’esempio della collaborazione coi curdi.

“Il lavoro che abbiamo fatto coi curdi nel nord della Siria è l’esempio di un approccio efficace”, ha affermato il ministro americano nel corso di un incontro a Londra col suo omologo britannico Michael Fallon.

“Questo è l’esempio che vogliamo seguire con gli altri gruppi in Siria d’ora in avanti”, ha aggiunto Carter senza spiegare però che mentre i curdi controllano ampi territori i ribelli siriani moderati sono a ranghi ridotti e controllano poco enclaves in Siria minacciate dalla pressione dell’ISIS e del Fronte al-Nusra oltre che dalle forze regolari di Damasco.

Il fallimento del piano americano di rafforzare i ribelli moderati coincide con l’offensiva scatenata ieri dall’ISIS che continua ad avanzare a nord di Aleppo attaccando le postazioni dei ribelli moderati e quelle governative.

Qui gli uomini del Califfato hanno ucciso giovedì sera il generale iraniano Hussein Hamedani, morto mentre svolgeva il suo lavoro di “consigliere” delle forze siriane, ha spiegato la tv di Teheran. Hamedani era indicato come il responsabile in Siria delle Forze al Quds, la divisione per le operazioni all’estero dei Pasdaran iraniani.

Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (organizzazione vicina ai ribelli sospettata di essere sostenuto dall’intelligence anglo-americana)  Hamedani è stato ucciso dall’ISIS vicino all’aeroporto di Kweiris, a est di Aleppo, assediato dai jihadisti.

La Francia ha bombardato ieri per la seconda volta campi d’addestramento dell’ISIS a Raqqa mentre Mosca ha annunciato ieri di aver bombardato 60 “obiettivi terroristici” in Siria nelle ultime 24 ore.

“Nei 67 raid dei cacciabombardieri Su-34M e Su-25SM nelle province di Raqqa, Latakia, Hama, Idlib e Aleppo sono stati uccisi circa 300 jihadisti, compresi due comandanti, e sono andati distrutti 6 centri di comunicazione e di comando, 17 campi di addestramento, 6 depositi di armi, 13 tunnel utilizzati dai jihadisti nella provincia di Latakia, 16 roccaforti, 17 mezzi corazzati, 2 sistemi multipli di lanciarazzi”.

I dati sono stati resi noti durante una conferenza stampa dal generale Igor Igor Konashenkov , capo dello Stato maggiore russo che ha fornito oggi i dati dei raid effettuati oggi: 64 contro 55 obiettivi.

Di fatto la media delle sortite offensive russe si attesta oltre le 50/60 al giorno, oltre il doppio di quelle effettuate dalla Coalizione a guida statunitense.

Come è consuetudine i russi definiscono “terroristi” non solo i miliziani dell’ISIS ma anche i miliziani dei gruppi salafiti, qaedisti e dei fratelli musulmani che militano nell’Esercito della Conquista (sostenuto da turchi, sauditi e Qatar) e che vengono colpiti insieme allo Stato Islamico poiché presidiano il fronte più delicato per il regime di Bashar Assad, quello nord occidentale tra Latakya, Idlib e Hama. Secondo quanto riportato dalla tv araba al-Mayadin molti membri dell’ISIS hanno evacuato le famiglie da Raqqa dopo l’avvio dei raid aerei russi

Fonti saudite citate dalla Bbc assicurano che Riad ha già intensificato il sostegno bellico alle forze dei ribelli siriani (l’Esercito della Conquista).
Per il terzo giorno consecutivo è proseguita l’offensiva di terra delle truppe governative siriane appoggiate da miliziani libanesi e iraniani, che tentano di sfondare le linee degli insorti su tre lati tra Hama e Idlib: Atshan, Kfar Nabbuda e Khan Shaykhun.

(con fonte Ansa e Ministero Difesa Russo)

Foto: Novosti, US DoD,  AP, Stato Islamico

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