Kim provoca Giappone e Guam con un altro missile balistico

(aggiornato alle ore 20)

All’indomani del via libera dell’Onu alle nuove sanzioni economiche a Pyongyang, la Corea del Nord ha lanciato oggi (alle 6,57 ora locale del mattino) dalla zona di Sunan un missile balistico a medio raggio caduto a 2.000 chilometri ad est da capo Arakuram, nell’isola giapponese di Hokkaido.

Lo riferisce la tv di Stato nipponica Nhk specificando che il missile è penetrato nello spazio aereo giapponese alle 7,04 locali, per uscirne dopo 2 minuti e precipitare in mare alle 7,16. In totale il vettore ha quindi percorso almeno 3.500 chilometri.

L’agenzia sudcoreana Yonhap che cita i vertici militari di Seul ritengono che possa essersi trattato del noto Hwasong 12, missile balistico a raggio intermedio (Irbm) e non un Icbm intercontinentale, come i due Hwasong 14 lanciati il 4 ed il 28 luglio ed in grado di raggiungere tutta l’Europa e gli Usa.

Il lancio missilistico segue di 12 giorni il test nucleare all’idrogeno (Bomba H) di domenica 3 settembre.

Il missile ha volato per 19 minuti e ha raggiunto un’altitudine di 770 metri cadendo dopo aver percorso 3.700 chilometri nel Pacifico, a 180 chilometri dall’isola statunitense di Guam. Nessun test balistico precedente era arrivato così lontano dalla Corea del Nord e così vicino a Guam che ospita importante basi aeree e di sottomarini nucleari d’attacco.

La nuova prova di forza di Pyongyang è stata preceduta da un comunicato del governo nordcoreano di mercoledì in cui si avvisava che “quattro isole dell’arcipelago giapponese potrebbero essere affondate da una nostra testata nucleare”.

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Quello compiuto oggi è stato il ventitreesimo test missilistico compiuto quest’anno dal regime di Kim Jong-un.
La Corea del Sud ha lanciato due missili balistici Hyunmoo-2 “da un sito a est, vicino al confine fra le due Coree, solo sei minuti dopo il lancio del missile da parte di Pyongyang. Lo ha reso noto a Seul il ministero della Difesa.

Uno dei due missili ha percorso 250 chilometri e in seguito ha colpito con precisione il suo bersaglio nel Mar del Giappone mentre il secondo test non ha avuto successo, il missile è precipitato poco dopo il lancio. La risposta è avvenuta mentre il missile balistico di Pyongyang era ancora in volo, ha sottolineato Seul, rivendicando la capacità di risposta veloce alle provocazioni della Corea del Nord.

Il test nordcoreano è stato condannato da tutta la comunità internazionale, incluse Cin e Russia mentre il segretario di stato Usa Rex Tillerson, si è rivolto a Pechino chiedendo di usare “il potentissimo strumento della fornitura di petrolio” come leva per contenere il riottoso vicino.

La reazione di Pechino è stata immediata. La portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha sostenuto che la Cina ha già fatto “enormi sacrifici” e che “non detiene le chiavi della questione della Penisola coreana”.

Gli Stati uniti hanno tentato di far passare nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite un embargo totale delle forniture di petrolio a Pyongyang, ma per ottenere l’unanimità nella risoluzione che ha deciso l’ottavo pacchetto di sanzioni lunedì, ha dovuto ammorbidire la sua posizione.

Non è chiaro quanto petrolio la Cina esporti verso la Corea del Nord ma il greggio cinese attraversa il fiume Yalu dalla città cinese di Dandong, al centro di gran parte dei commerci sino-nordcoreani, e arriva al terminal di Sinuiju ungo i 30 chilometri di quello che viene chiamata “Oleodotto dell’Amicizia”, inaugurato nel 1975 con una capacità di 3 milioni di tonnellate all’anno anche se la compagnia Cnpc che lo gestisce ha fornito nel 2015 un dato di capacità di 520 mila tonnellate.

Wang Peng, un esperto di Corea presso l’Istituto Charhar cinese, sostiene che venga usato quasi tutto, se non tutto, per esigenze militari.

(con fonti Ansa, AFP e Askanews)

Foto KCNA

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