Kim distrugge il sito nucleare di Punggye-ri, Trump annulla il summit

La Corea del Nord ha distrutto ieri il sito nucleare Punggye-ri con una serie di esplosioni. Lo confermano i giornalisti presenti sul luogo per invito di Pyongyang, in brevi comunicazioni inviate per via telefonica. Ma non è stato possibile misurare le eventuali radiazioni disperse nell’aria.

Le esplosioni sono iniziate alle 11 di mattina coreane, dopo che le autorità nordcoreane hanno chiesto ai media invitati se erano pronti a riprendere. Alla risposta affermativa dei reporter, è iniziato il conto alla rovescia. Poi la prima detonazione.

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“Con un boato che ha scosso il monte Mantap, terra e pietre spaccate sono fuoriuscite dall’ingresso”, raccontano i media sudcoreani. I reporter inviati dalla Cnn affermano di aver assistito da una distanza di circa 500 metri. Prima che le detonazioni iniziassero, il gruppo avrebbe avuto l’occasione di osservare da vicino tre dei quattro tunnel.

Il portale nord, anche detto Tunnel n.2, è stato distrutto per primo. Altre esplosioni hanno distrutto ulteriori due tunnel intorno alle 2.17 del pomeriggio, seguiti da caserme, torri d’osservazione e altre strutture nell’area. Le esplosioni si sono interrotte due ore dopo. I media presenti non hanno specificato se il Tunnel n.1, o portale est, sia stato smantellato.

Il sito americano di monitoraggio della Corea del Nord, 38 North, riferisce che il portale portava già precedenti segno di abbandono. Le autorità nordcoreane affermano che il tunnel è chiuso dal 2006, anno in cui venne utilizzato per un test.

La zona è stata a lungo coperta da nubi di fumo. Alla distruzione del sito erano presenti troupe mediatiche provenienti da Corea del Sud, Stati Uniti, Cina, Russia e Regno Unito. Non è chiaro se Kim Jong-un fosse presente.

Situato nel nord del Paese, sotto il monte Mantap, il sito Punggye-ri è divenuto famoso perché teatro dei sei test nucleari, l’ultimo a settembre, che avevano scatenato preoccupazioni e timori di una possibile guerra nucleare.

Nelle scorse settimane, alcuni esperti cinesi avevano ipotizzato che il sito fosse di già inutilizzabile proprio a causa di quei test. Tuttavia, a quanto riferito da Kim Jong-un stesso e dall’intelligence americana, ciò sarebbe stato vero per soli due tunnel.

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La Corea del Sud ha applaudito alla notizia, come riportato da Noh Kyu-duk, portavoce del ministero sudcoreano degli Esteri: “Ci aspettiamo che questa sia un’occasione perché la denuclearizzazione completa vada avanti”.

Gli scettici commentano in modo critico la decisione di Pyongyang di non invitare esperti nucleari, che a differenza dei giornalisti sarebbero stati in grado di valutare se le esplosioni fossero profonde a sufficienza da distruggere completamente i tunnel. Gli esperti avrebbero chiesto ai giornalisti di misurare i livelli di radiazione. Tuttavia, la loro strumentazione per il rilievo di simili dati è stata confiscata dalle autorità nordcoreane.

La distruzione del sito utilizzato per i test atomici sotterranei è vista come un importante passo in vista del summit  fra Kim e il presidente Usa Donald Trump, previsto per il 12 giugno a Singapore ma il cui destino è ancora incerto dopo l’annunciata rinuncia del presidente statunitense.

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La Casa Bianca ha lamentato una serie di promesse non mantenute da parte della Corea del Nord per spiegare la cancellazione del summit del 12 giugno a Singapore fra Trump e Kim. Denunciando una “profonda mancanza di buona fede” del regime di Pyongyang, un dirigente dell’amministrazione ha riferito che i nordcoreani non si sono presentati ad una riunione preparatoria la scorsa settimana a Singapore, “senza dire nulla”.

Tra le accuse anche quella di aver criticato duramente l’esercitazione congiunta di routine fra Usa e Corea del Sud. Delusione infine anche per lo smantellamento del sito nucleare di Pyongyang: “speriamo che la distruzione sia avvenuta ma sinceramente non lo sappiamo”, ha detto la fonte, sottolineando che gli Usa avevano ricevuto l’assicurazione che sarebbero stati invitati anche degli “esperti”.

“Questa promessa non e’ stata mantenuta, non abbiamo alcuna prova scientifica che sia stata portata a termine”, ha concluso.

Pyongyang lascia la porta aperta al dialogo con Washington. “Vorremmo far sapere ancora una volta agli Stati Uniti che abbiamo l’intenzione di sederci con la parte Usa e risolvere il problema a prescindere dal metodo, in qualsiasi momento”,  ha detto il vuce ministro degli Esteri, Kim Kye-gwan, aggiungendo che la decisione di Trump non è “coerente con il desiderio dell’umanità di pace e stabilità nel mondo, per non parlare di coloro [vivono] nella penisola coreana”.

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Ieri, le prime reazioni alla lettera di Trump sono arrivate da Seoul. La Casa Blu è “molto perplessa” per la decisione degli Stati Uniti, della quale non era al corrente. Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha chiamato per un meeting d’emergenza i propri funzionari della sicurezza alle 11 e 30 di ieri sera, e ha fatto appello a Trump e Kim perché tengano un “dialogo più diretto e vicino”. Oggi, Cho Myoung-gyin, ministro sudcoreano dell’Unificazione, ha affermato che il Nord appare “sincero” nel suo impegno per la denuclearizzare, e che il governo di Seoul continuerà a fare la sua parte per applicare l’accordo raggiunto lo scorso mese dai due leader coreani.

Anche Singapore, che avrebbe dovuto ospitare lo storico vertice, ha espresso “dispiacere” per la cancellazione. In un tweet, il ministero degli Esteri spera che “gli sforzi per trovare una pace duratura e stabilità nella penisola coreana continueranno”.

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Il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato di essere “profondamente preoccupato dalla cancellazione dell’incontro programmato”, e ha chiesto alle due parti di mostrare “nervi d’acciaio perché si possa [ottenere] un obiettivo che tutti noi condividiamo: la verificabile e pacifica denuclearizzazione della penisola coreana”.

Voci di sconcerto arrivano anche dall’Europa. Ier, il portavoce della premier Theresa May ha affermato che il Regno Unito è “deluso” dalla decisione di Trump. Da parte sua, il presidente francese Emmanuel Macron in visita a Mosca, ha affermato che spera che questa mossa sia “solo un disguido in un processo che dovrebbe essere continuato”. Al suo fianco, anche il presidente russo Vladimir Putin si è augurato che il dialogo verrà ripreso, continuato e che il vertice si terrà”.

(con fonte Asia News, AFP e Ansa)

Foto: Yonhap, US DoD, KCNA, AP e Ansa

 

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