La campagna mediatica nella crisi nel Mare d’Azov

Era da quasi un mese e mezzo che imbarcazioni militari ucraine incrociavano nel Mare di Azov vicino alle coste della Crimea col probabile intento di provocare una qualche reazione russa. Lo rilevano fonti russe a margine di un confronto che se difficilmente avrà sviluppi bellici di certo ne sta già registrando sul fronte della comunicazione.

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Proprio mentre il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, annunciava che le azioni della Russia avranno delle conseguenze denunciando l’ennesimo atto di aggressione militare nei confronti dell’Ucraina, alcuni siti di informazione russi riportano che il centro pubblica informazione dell’FSB (ex KGB) ha reso pubblici i documenti rinvenuti sulle imbarcazioni militari ucraine Berdyansk e Nikopol, nonché a bordo del rimorchiatore di Yany Kapu.

Secondo il sito topwar.ru i documenti conterrebbero i dettagli del compito assegnato ai marinai. In particolare, uno dei documenti catturati (nella foto d’apertura) indica esplicitamente che la navigazione da Odessa a Berdyansk avrebbe dovuto “essere eseguita segretamente” nella zona dello stretto di Kerch.

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Il testo indicherebbe la necessità di “attraversare in segreto” le aree sotto il controllo della flotta russa del Mar Nero e delle navi di frontiera del Dipartimento della Guardia di Confine dell’FSB della Federazione Russa.

Questo documento sarebbe stato rinvenuto tra la documentazione contenuta a bordo della nave Nikopol. È stata inoltre scoperta e ritirata un’aggiunta (un brano nell’immagine a lato), che indicava le regole per il passaggio del Canale di Kerch-Yenikalsky (KEK) sulla base di un ordine del Ministero dei Trasporti russo.

Il poscritto è in russo. Il fatto di aver trovato questo documento a bordo della nave militare ucraina dimostrerebbe, secondo le fonti russe, che i marinai ucraini non potevano ignorare le regole di navigazione nella zona e i comandanti erano ben consapevoli di essere stati inviati a svolgere un atto di evidente provocazione.

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Allo stesso tempo l’ordine di attraversare segretamente il Canale di Kerch appare amaramente ironico poichè le tre imbarcazioni ucraine non sono verto “stealth” e non avrebbero comunque alcuna possibilità di attraversare senza essere rilevate acque così ristrette e ben presidiate da Mosca.

Inoltre, su diversi organi di informazione russi sono stati mostrati video in cui gli stessi marinai ucraini ammettono di aver eseguito ordini che avevano come obiettivo la semplice provocazione di una risposta militare russa.

La corte di Simferopol ha disposto, in forma preventiva, il fermo dei marinai ucraini che hanno violato, con armi a bordo, il confine di stato della Federazione russa.

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Per quanto attiene lo Stretto di Kerch, le procedure per poterlo attraversare sono limitate a una semplice richiesta da inoltrare alle autorità locali russe. Il Primo Ministro russo Dimitry Medvedev ha ricordato che già un anno fa alcuni analisti ucraini avevano parlato di un possibile scenario come quello che si è verificato nello stretto di Kerch, proprio nel contesto delle imminenti elezioni presidenziali in Ucraina.

I media ucraini hanno riportato le dichiarazioni dell’ex ministro della Difesa, Alexander Kuzmuk, che afferma che l’imposizione della legge marziale “non è un escamotage elettorale”.

Secondo Kuzmuk (nella foto sopra), “il paese intero dovrebbe essere pronto a respingere l’aggressione russa, non solo i militari” esprimendosi a favore di una mobilitazione di massa Secondo Kuzmuk l’imposizione della legge marziale “non risolverà le questioni di guerra e pace, ma il paese deve essere scosso” lamentando la vergognosa rapida resa ai russi degli equipaggi delle tre imbarcazioni ucraine che non avrebbero mostrato abbastanza coraggio.

Intervistato da “Gordon”, Kuzmuk si è chiesto chi abbia potuto dare ordine di far passare le imbarcazioni attraverso l’area “controllata dal nemico” sprovviste di munizioni e senza supporto aereo.

Foto: TASS, Gordon, Topwar e Ministero Difesa Ucraino

 

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