Clandestini, criminali e terroristi negli “sbarchi fantasma” dalla Tunisia

Con 2.500 euro era possibile raggiungere le coste trapanesi partendo dalla Tunisia a bordo di gommoni veloci: questo  il metodo (peraltro molto diffuso) usato dall’organizzazione criminale smaascherata l’8 gennaio dai carabinieri del Ros che hanno eseguito 15 fermi per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e istigazione al terrorismo.

Per i Pm di Palermo, che hanno disposto i fermi, la banda rappresenta “una minaccia alla sicurezza nazionale perché in grado di fornire un passaggio marittimo sicuro e celere particolarmente appetibile per persone ricercate dalle forze di sicurezza tunisine o sospettate di connessioni con formazioni terroristiche”.

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Si tratterebbe di gommoni veloci per attraversare il Canale di Sicilia in tutta sicurezza con a bordo anche ricercati per terrorismo secondo quanto raccontato da un tunisino arrestato che ha cominciato a collaborare con gli inquirenti. ti. Ha deciso di parlare, ha spiegato, per evitare, ha detto agli inquirenti, che ci si ritrovasse con “un esercito di kamikaze in Italia”. “I clandestini normali – ha ricostruito – pagano 5.000 dinari tunisini (1.500 euro) mentre le persone che sono ricercate in Tunisia, per vari reati compreso il terrorismo, pagano da 10.000 (3.000 euro) dinari in su”.

“Nel viaggio per la Sicilia insieme a me c’erano altri dieci clandestini, solo uomini, tutti tunisini e all’interno dello scafo c’ erano anche 20 scatole di sigarette di contrabbando. – ha raccontato.

Quella notte, dopo essere sbarcato ed essermi immediatamente allontanato sono andato a Marsala. Pochi giorni dopo, in un bar del centro ho incontrato un mio connazionale di nome Monji Ltaief e ho appreso che era al servizio di un soggetto di nome Fadhel conosciuto anche come Boulaya per via della sua barba molto folta.

E’ ricercato in Tunisia per aver sparato a personale della guardia costiera tunisina e per tale motivo avrebbe da scontare ventuno anni di carcere in quel Paese e per quanto mi è stato detto nel 2011, nel corso della rivoluzione tunisina, sarebbe evaso”.

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“Il mio amico si occupa di organizzare i viaggi di almeno tre o quattro gommoni che fanno la spola tra l’Italia e la Tunisia – da località, variabili in prossimità di Mazara del Vallo ed anche da Marsala – con partenze organizzate ogni volta che il meteo lo consente. Come nel mio caso, i gommoni trasportano clandestini e tabacchi nell’ ordine di circa dieci clandestini e 20/50 scatole di sigarette per viaggio”.

“Una volta – ha detto – un gommone è riuscito a scappare e a bordo c’ erano anche tre ‘barboni’ indicati come terroristi; nel giugno del 2016 ho incontrato un tunisino di nome Ahmed e so per certo che è ricercato in Tunisia per terrorismo ed è arrivato in Italia da qualche mese. Attualmente dovrebbe vivere a Palermo insieme a suo fratello più giovane e ad una ragazza di nome Ameni, forse tunisina. Ha aiutato diversi terroristi a espatriare pare verso l’Italia e per questo motivo – ha spiegato – ritengo che sia egli stesso un terrorista”.

(con fonte ANSA)

Foto: Giornale di Sicilia e Guardia di Finanza

 

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