Nuovi veicoli (e armi) per le fazioni libiche

Come era prevedibile l’impasse nei combattimenti intorno a Tripoli sembra gradualmente indurre le opposte fazioni a considerare l’ipotesi di tregua e di negoziati.  “La richiesta di un cessate il fuoco a Tripoli deve essere accompagnata dal ritorno di chi ha aggredito da dove proviene” ha affermato ieri a Tunisi il premier del governo di accordo nazionale libico, Fayez al Sarraj.

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Lo si legge in una nota del governo di accordo nazionale libico pubblicata sulla sua pagina Facebook, nella quale Sarraj ribadisce che “la preparazione di un processo politico debba tenere per forza conto della situazione causata dalla guerra”.

Sarraj ha detto che “quello che viene definito esercito, guidato da Haftar, è in realtà un miscuglio eterogeneo di gruppi religiosi, tribali e regionali, e di milizie criminali. Haftar credeva che l’ingresso a Tripoli sarebbe stata una passeggiata, grazie al sostegno militare ricevuto, ma è un sogno che non raggiungerà mai”.

Lo stallo nei combattimenti coincide del resto con l’afflusso di veicoli (e forse anche di armi) alle forze di Tripoli e a quelle di Haftar.

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Rifornimenti che aggirano l’embargo dell’ONU in vigore dal 2011 ma già ampiamente aggirato in più occasioni in passato grazie alla vastità dei confini terrestri e marittimi-del paese e alla mancanza di controllo del suo immenso spazio aereo.

“Abbiamo visto in televisione le immagini dei giorni scorsi della consegna a Tripoli di un grande numero di armi pesanti al Governo di accordo nazionale”, ha dichiarato L’inviato speciale dell’Onu in Libia, Ghassan Salamè.

“Diversi Paesi stanno consegnando armi a tutte le fazioni, nessuna esclusa”, ha continuato chiedendo una vera applicazione dell’embargo.

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Negli ultimi giorni le truppe di al-Sarraj hanno ricevuto almeno 40 veicoli ruotati protetti BMC Kirpi (foto d’apertura e in alto) di produzione turca, sbarcati nel porto della capitale dal cargo Amazon che batte bandiera moldava. Non confermate da immagini televisive invece le indiscrezioni circa la possibile consegna di mitragliatrici pesanti di produzione bulgara MG-M1 e missili anticarro.

Dubbi in proposito ve ne sono però ben pochi tenuto conto che un tweet delle milizie filo-Sarraj il 19 maggio recitava: “Il governo di accordo nazionale potenzia le forze a difesa di Tripoli con veicoli blindati, munizioni e armi di qualità, in vista di una vasta operazione per sconfiggere i ribelli del criminale di guerra, il ribelle Haftar, e ristabilire la sicurezza in tutto il Paese”.

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Già beneficiario di decine di veicoli blindati realizzati negli Emirati Arabi Uniti sullo chassis della Toyota Land Cruiser, le forze di Haftar hanno da pochi giorni ricevuto i veicoli blindati ruotati trasporto truppe 8×8 KADDB al-Mareb e 4×4 KADDB al-Wahsh (foto qui sopra e a lato) realizzati in Giordania dalla King Abdullah II Design and Development Bureau ma la cui fornitura è stata con ogni probabilità finanziata dagli Emirati Arabi Uniti.

Si tratta di veicoli, quelli turchi come quelli giordani, dotati di scafo resistente a mine e ordigni improvvisati (IED) ed equipaggiabili con torrette dotate di lanciagranate, mitragliatrici e cannoni a tiro rapido fino a 30 millimetri di calibro.

Foto Twitter

 

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