Siria: operazione limitata o offensiva decisiva a Idlib?

Le forze governative siriane hanno cominciato il 4 maggio quella che potrebbe essere l’offensiva decisiva contro l’ultima grande sacca di resistenza dei ribelli islamisti, quella di Idlib nel nord ovest del paese.

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Le operazioni terrestri sono state anticipate da intensi raid aerei dei jet russi e di Damasco e da un consistente ammassamento di truppe intorno alla “sacca” circondata su tre lati dalle forze siriane e confinante a nord con la porzione di territorio siriano presidiata da truppe turche e milizie sostenute da Ankara.

I bombardamenti aerei (con l’impiego anche di bombe aeree russe anti-bunker KAB 1500L) e di artiglieria si sono concentrati sui distretti a sud di Idlib, vicino alla linea del fronte con la regione di Hama, controllata dal governo e dai militari russi e nonostante alcune fonti riferiscano di almeno una cinquantina di vittime civili la campagna aerea (cui partecipano anche 4 Su-25SM3 russi trasferiti appositamente sulla base di Hmeimyn) è stata concentrata contro postazioni di miliziani siriani anti-governativi, per lo più qaedisti dell’ex Fronte al-Nusra, ora noto come Tahrir al-Sham.

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Nelle ultime ore l’avanzata delle forze governative siriane è stata confermata da fonti concordanti governative e delle opposizioni, con la conquista di località chiave nella valle dell’Oronte (Pianura di Ghab) da cui i ribelli si sarebbero ritirati quali la città di Qalaat al Madiq, vicino al sito archeologico di Apamea.

L’8 maggio le forze di Damasco avevano raggiunto Kfar Nabuda, un’altra località strategica nel settore centrale della linea del fronte non lontana dall’autostrada Hama-Aleppo.

I tentativi dei ribelli di ostacolare l’offensiva hanno visto numerosi lanci di razzi contro la base aerea russa di Hmeimyn, vicino a Latakya. Il 3 maggio un velivolo militare russo sarebbe stato danneggiato a terra, secondo fonti locali, in seguito al lancio di razzi da 122 millimetri Grad provenienti dalla “sacca” di Idlib.

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Impossibile verificare in maniera indipendente la notizia ma i ribelli jihadisti avevano annunciato già due giorni prima di aver lanciato i razzi contro l’aeroporto impiegato dalle forze di Mosca, base peraltro protetta da sistemi di difesa di punto e missilistici

Il 7 maggio le forze armate russe hanno reso noto di aver abbattuto il giorno precedente i 27 razzi lanciati contro la base aerea utilizzando con sistemi di difesa antiaerea Pantsir-S1 e Tor-M1 che hanno impedito che l’aeroporto militare venisse colpito.

Inoltre pochi giorni prima il ministero della Difesa russo aveva smentito la notizia pubblicata da alcuni media arabi secondo cui quattro militari russi erano stati uccisi nella provincia di Hama da miliziani filo-turchi.

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La Russia e la Turchia avevano negoziato in autunno una tregua di lunga durata nella zona di Idlib con l’istituzione di un’area smilitarizzata tutto intorno alla “sacca” presidiata da truppe russe e turche, questo accordo è stato più volte violato.

Il 3 maggio il vice ministro degli esteri Faysal al Miqdad ha ricordato che il governo siriano “non accetta la sopravvivenza dei gruppi armati a Idlib”,

Il 27 aprile scorso il presidente russo Vladimir Putin, in una conferenza stampa a Pechino, aveva detto che un’operazione militare contro i miliziani della provincia siriana di Idlib non è da escludere ma “al momento non è opportuna” e si deve tenere conto della sicurezza dei civili.

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Resta quindi aperta l’ipotesi che sia in corso l’offensiva finale su Idlib ma non si può escludere neppure che il pesante attacco miri solo a far retrocedere le milizie qaediste e distruggerne l’artiglieria per mettere al riparo l’aeroporto di Hmeimym da ulteriori attacchi con razzi.

A questo proposito oggi la Turchia ha chiesto alla Russia di porre fine ai raid sulla provincia di Idlib con una telefonata tra il ministro degli Esteri di Ankara Mevlut Cavusoglu e il suo omologo Serghei Lavrov.

Quest’ ultimo, indicano le stesse fonti, avrebbe dator assicurazione su uno  stop ai bombardamenti nella mattinata di oggi.

Foto SANAA, Tass e, Ministero Difesa Russo

 

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