Mosca autorizza la produzione del Sukhoi Su-34 aggiornato e potenziato

La società Sukhoi su ordine della Difesa russa starebbe procedendo alla modernizzazione del bombardiere Sukhoi Su-34 (codice NATO “Fullback”) secondo quanto riferito da una fonte dell’industria all’agenzia Interfax.

Secondo la fonte il contratto sarebbe stato firmato e nei parametri stabiliti dall’accordo si deduce che le capacità di combattimento del Su-34 saranno potenziate attraverso l’upgrade dell’avionica, la dotazione di nuove attrezzature per la guerra elettronica (EW) e attraverso l’implementazione di nuove armi.

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Tale aggiornamento, che non contempla il retrofit delle cellule già consegnate alle Forze Aerospaziali Russe (VKS), riguarda un vero e proprio sviluppo di una nuova versione potenziata il cui studio risale all’anno scorso quando il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, visitando gli stabilimenti Sukhoi di Novosibirsk, chiese all’azienda di introdurre modifiche e aggiornamenti frutto delle esperienze acquisite nelle operazioni belliche in Siria per la realizzazione di una versione totalmente rinnovata.

Un anno di tempo dunque, essenziale alle due parti per discutere dei requisiti e dei relativi costi di realizzazione, per giungere all’accordo di cui già si parlava nel 2017 come anticipato a suo tempo da Analisi Difesa.

Gli stabilimenti della Novosibirsk Aircraft Plant Company (NAPO) incaricati della produzione in serie del Su-34 realizzano mediamente ogni anno per la VKS circa 16-18 velivoli di questo tipo e nel 2019 la società dovrebbe consegnare gli ultimi 8 Su-34 concludendo le consegne con un anno in anticipo sul previsto rispetto a quanto stabilito nell’ultimo contratto siglato nel 2012.

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La produzione seriale del Su-34 è infatti iniziata nell’aprile 2005 e nel 2008 è stato firmato un primo contratto con consegne spalmate su cinque anni per la fornitura dei primi 32 esemplari.

Nel 2012 fu firmato infine un secondo contratto per l’acquisto di altri 92 velivoli le cui consegne dovevano appunto concludersi entro il 2020.

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Secondo le intenzioni della Difesa russa sarebbero necessari all’organico delle due Forze Aeree russe (Aeronautica e Marina) non meno di 200 Su-34, numero che non appare esagerato considerando che in un futuro non troppo lontano sarà necessaria  la radiazione dei vecchi Su-24 “Fencer” ancora presenti nelle due Forze russe in poco meno di 300 esemplari.

Per questo motivo non è da escludere che i successivi 70 Su-34 possano essere acquistati scegliendo proprio la nuova versione potenziata.

Sul fatto che il nuovo velivolo (adottato formalmente nel 2014) richieda la creazione di una versione aggiornata non è un’anomalia: ricordiamo infatti che il primo volo del prototipo T-10V-1 ebbe luogo nel 1990 a cui si sommarono circa altri 20 anni di test e prove di perfezionamento cambiando in questo lungo periodo tre componenti della sua avionica e giungendo oltre 10 anni or sono alla sua forma definitiva e attuale.

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Il suo efficace intervento in Siria sommato ad una versione aggiornata potrebbero aiutare infine a rendere più accattivante la versione da esportazione dell’Su-34 al fine di prolungare il carico di lavoro negli stabilimenti Sukhoi.

Realizzato sulla base del Su-27 “Flanker”, il Su-34 prende in prestito dal vecchio Su-24 solamente la formula dei posti dei due piloti affiancati ma dal “Flanker” riceve in eredità l’elegante linea aerodinamica che gli consente anche una buona agilità in volo, la sua nota autonomia fino a 4.000 chilometri e la velocità massima pari a 1900 Km/h.

Progettato per attacchi di precisione e per missioni di bombardamento a medio raggio ogni-tempo, il Su-34 è armato con un cannone GSh-301 da 30 mm e può trasportare fino a 8000 chili di armamento distribuiti sotto i 12 punti d’attacco di cui dispone.

Tra questi, oltre al classico armamento aria-aria per autodifesa (missili AA-10, AA-11 e AA-12), può imbarcare missili aria-terra a guida laser o tv, bombe guidate, missili anti nave e anti radiazione, oltre al classico armamento non guidato quali razzi e bombe a caduta libera.

Foto Sukhoi e Ministero Difesa Russo

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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