Tensione sulla Blue Line, l’Onu rinnova il mandato di Unifil

Israele rafforza i reparti militari al confine settentrionale con il Libano mentre il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha fatto sapere che il gruppo sciita ha deciso la risposta all’ attacco compiuto di recente dallo Stato ebraico.

Non c’è stato nessun annuncio da parte delle forze armate israeliane (IDF) ma immagini in tv, rilanciate da Times of Israel, hanno mostrato il trasferimento a nord di colpi d’artiglieria e altre armi pesanti. Sono state cancellate tutte le licenze del fine settimane per i soldati delle brigate dislocate nella zona settentrionale.

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Una iniziativa precauzionale ma al confine col Libano il 30 agosto si è recato in visita il capo di Stato maggiore delle IDF, tenente generale Aviv Kohavi (nella foto a sinistra), che ha messo in guardia Hezbollah dalla “dura” risposta di Israele a un qualsiasi attacco.

L’allerta è alta dopo i raid dello Stato ebraico la settimana scorsa contro obiettivi iraniani in Siria e l’attacco armato di droni contro la roccaforte di Hezbollah nel sud di Beirut.

Il 25 agosto Hezbollah aveva riferito che due droni israeliani erano caduti (non abbattuti) alla periferia sud di Beirut e che uno di questi ha danneggiato la sede degli uffici della propaganda Hezbollah.

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Due giorni dopo Hezbollah ha reso noto di aver trovato 5,5 chili di esplosivo C4 all’interno di uno dei due droni israeliani precisando che “il primo ha avuto un malfunzionamento mentre il secondo è esploso” .

Possibile quindi che si trattasse di due piccoli velivoli teleguidati da impiegare come armi con a bordo alcuni chili di esplosivo per colpire obiettivi strategici quali alcuni leader di Hezbollah.

Il leader del movimento sciita, braccio armato di Teheran nella regione, in un discorso televisivo ha sottolineato che Israele deve “pagare il prezzo” per l’attacco compiuto ed è compito di Hezbollah “stabilire regole di ingaggio e una logica di protezione per il Paese”.

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Lo scoppio di nuove ostilità lungo la “Blue Line” al confine tra Israele e Libano finirebbe per coinvolgere anche le forze di caschi blu di UNIFIL di cui l’Italia ha la guida (ne è comandante il generale di divisione Stefano Del Col, a destra nella foto a lato) e di cui fanno parte anche 1.100 militari italiani.

Il Consiglio di Sicurezza ha approvato il 30 agosto all’unanimità il rinnovo della missione della United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL) fino al 31 agosto 2020.

il mandato dei caschi blu non viene modificato, tuttavia in un paragrafo si chiede al Segretario generale di “condurre e fornire al Consiglio non oltre il primo giugno 2020 una valutazione della rilevanza delle forze di Unifil e opzioni per migliorarne l’efficienza prendendo anche in considerazione il tetto di truppe e la componente civile”.

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Si tratta di una concessione alle pressioni di Usa e Israele secondo cui la missione dell’ONU dovrebbe investigare più aggressivamente e denunciare le attività militari di Hezbollah nella regione al confine con lo Stato ebraico dove la Risoluzione 1701 prevede il disarmo delle milizie.

Stati Uniti e Israele non ritengono che i caschi blu abbiano espletato al meglio il loro compito e nel corso del negoziato sono tornati a spingere per un taglio delle truppe (circa 10 mila caschi blu sui 15 mila autorizzati dal Consiglio di Sicurezza) sostenendo che a fronte dell’inadeguatezza della missione espletata ne vengano almeno ridotti i costi.

Foto: Difesa.it, Wikipedia, al-Manar

 

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