Il dibattito sull’impiego dei militari nelle emergenze: il caso coronavirus

Sono del tutto d’accordo con quanto scritto da Gianandrea Gaiani su questo web-magazine circa il fatto che  Il Coronavirus non può diventare un alibi per giustificare il disimpegno militare italiano dalle missioni oltremare.

Affrontando in termini generali un argomento molto complesso, si è portati a ritenere infatti che le Forze armate italiane debbano continuare a stare sulla scena internazionale per svolgere il loro primario ruolo istituzionale di «realizzazione della pace e della sicurezza» previsto dall’art.89, 2 del Codice Ordinamento Militare art. 89 come, ad esempio, la recente missione di presenza e sorveglianza antipirateria della fregata Rizzo nel Golfo di Guinea.

Il controllo nelle vie di Roma (002)

Il punto è che lo stesso articolo, al 3° comma, stabilisce anche che le FF.AA. «svolgono compiti specifici in circostanze di pubblica calamità’ e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza».

La sensazione che le FF.AA. abbiano adottato un profilo basso nell’assolvere tali funzioni durante la presente emergenza è condivisa da un autorevole analista come il generale Vincenzo Camporini quando, in un’intervista, osserva che «in passato, anche recente, si è fatto un uso, a mio avviso, improprio dell’Esercito. Penso ad esempio alla crisi rifiuti di qualche anno fa a Napoli o all’attuale progetto di “Strade sicure”.

Due circostanze sicuramente critiche, ma non emergenziali. E la legge stabilisce che le Forze armate intervengano nei casi di emergenza. “Strade sicure”, tanto per dire, potrebbe essere benissimo portata avanti solo da carabinieri, polizia, guardia di finanza…. Sinceramente, quindi, penso sia un vero spreco l’utilizzo che si fa dei soldati. Ben venga, invece, il loro coinvolgimento in casi come questo per contenere il contagio da coronavirus, che rappresenta una inequivocabile e complessa emergenza».

 Natale in servizio per le vie di Roma (002)

Potremmo pensare che si stia adottando un approccio prudente in attesa di capire se – e speriamo che non accada – i militari siano invece proprio necessari in supporto all’ordine pubblico. Resta il fatto che in altri Paesi come la Gran Bretagna le FFAA stanno per essere impiegate in una «Covid Support Force» di 20.000 militari dedicata anche a cooperare in settori civili come sanità, trasporti, logistica ed infrastrutture.

Coronavirus-esercito

Sia ben chiaro che non si tratta di negare i meriti e l’impegno dei nostri militari che in questi giorni sono in prima linea nella costruzione di ospedali da campo, per il trasporto delle salme, ai varchi delle zone rosse, nelle corsie degli ospedali e nelle ambulanze. Quello che si vuol evidenziare è che i singoli interventi sembrano non far parte di piano complessivo.

Non è un caso che, proprio in questi giorni, vengano ufficialmente lamentate     sperequazioni economiche subite dal personale militare rispetto al ai loro colleghi del comparto sicurezza cui il Decreto «Cura Italia» ha concesso un aumento del monte ore di straordinario.

Operazione Strade Sicure Venezia (002)

In realtà militari e Forze di polizia sono sempre state in Italia due facce di una stessa medaglia, tra l’altro collegate alle forze della Protezione Civile del Ministero dell’Interno che in questa emergenza stanno dando ottima prova.

Proprio per questo, potremmo meravigliarci che ancora non ci sia una visione complessiva della situazione che assegni ai militari un ruolo specifico nello sforzo collettivo che le istituzioni del Paese sono chiamate a compiere, simile a quella che altri Paesi hanno invece già adottato. E’ un fatto, tuttavia, che a prescindere dalle decisioni politiche,  le Forze armate, spontaneamente…abbiano già lanciato il cuore oltre l’ostacolo.

Foto: Difesa.it

 

E' Ufficiale della Marina Militare in congedo, esperto di diritto internazionale marittimo. Membro del CeSMar, è autore di vari scritti in materia, tra cui "Glossario del Diritto del Mare" (Rivista Marittima, V ed., 2020) disponibile in http://www.marina.difesa.it/media-cultura/.

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