I programmi di acquisizione ed ammodernamento dell’Esercito Italiano

La seconda parte del 2019 ha registrato importanti sviluppi nell’ambito del processo d’approvazione e contrattualizzazione d’importanti programmi per lo sviluppo capacitivo dell’Esercito Italiano.

Come evidenziato ripetutamente dalla stessa Forza Armata e dalla sua massima autorità il generale di corpo d’armata Salvatore Farina e messo nero su bianco nel documento ‘Prepariamo Insieme le Sfide di Domani’ in cui viene tratteggiato lo stato attuale e le linee di sviluppo future dell’Esercito, la crisi finanziaria ed economica che ha interessato il Paese negli ultimi anni ha condizionato fortemente il budget della Difesa italiana, limitando soprattutto il livello degli stanziamenti destinati alla Forza Armata.

Nel sintetizzare tale situazione, il sito on-line esplicativo del medesimo documento, evidenzia ‘uno stato di sofferenza causato da anni di prolungato ipo-finanziamento, da cui deriva una posizione di arretratezza tecnologica tale da porre a rischio l’interoperabilità con le forze terrestri dei Paesi alleati e con le stesse Forze Armate consorelle. Cosicché, colmare tale divario prestazionale deve essere ritenuto un requisito urgentissimo, qualificante e abilitante per l’intera Difesa’.

1 .FRECCIA MORTAIO FASE DI ADDESTRAMENTO (002)

Lo stesso documento evidenzia la necessità di concretizzare importanti programmi oggi maturi, che sono stati portati all’attenzione ed approvati delle Commissioni Difesa dei due rami del Parlamento nella seconda del 2019 e successivamente contrattualizzati entro la fine dell’anno. In particolare, questi ultimi ed altri che sono considerati prioritari per la Forza Armata vengono riportati dal consueto Rapporto annuale della Forza Armata pubblicato nel primo trimestre del 2020.

Parliamo, come meglio evidenzieremo oltre più approfonditamente nel corso dell’articolo con un’analisi specifica, del programma Soldato Sicuro e dell’approvvigionamento del relativo Sistema Individuale di Combattimento (SIC), ‘che garantisce al militare alti livelli di protezione e capacità d’ingaggio’; della prosecuzione del programma per l’acquisizione del Veicolo Blindato Medio Freccia e del futuro sviluppo della versione EVO cosi come dell’ammodernamento della linea carri armati Ariete, ‘cardine dell’operatività dell’intero comparto terrestre’, senza dimenticare l’approvvigionamento del Lince 2 e di ulteriori sistemi missilistici anticarro Spike.

Unitamente a questi ultimi, il Rapporto 2019 evidenzia una serie di programmi in diverse fasi di approvazione e approvvigionamento. Fra questi la Blindo Centauro II ed il nuovo elicottero da esplorazione e scorta (NEES) AH-249 così come la contrattualizzazione per i nuovi velivoli a pilotaggio remoto Strix DF e le attività legate al nuovo sistema C-UAS (Counter-Unmanned Air System), rappresentato dal sistema Drone Dome dell’israeliana Rafael Advanced Defence Systems, posti comando proiettabili ed i nuovi programmi per il rimpiazzo dell’autovettura da ricognizione AR90 e del VM90 e quelli a più lungo termine per il nuovo veicolo corazzato da combattimento (VCC) e blindato anfibio (VBA). Sebbene il Rapporto evidenzi soltanto una serie di programmi prioritari, passi significativi sono stati portati a compimento anche per il programma riguardante il munizionamento a lunga portata guidato e non guidato Vulcano da 155 mm.

2Controllo Territorio

Nel corso dei primi mesi del 2020, la Direzione Armamenti Terrestri (DAT) ha portato in evidenza attività propedeutiche alla contrattualizzazione e l’assegnazione di contratti per altri programmi, fra cui a seguito della pandemia, sono stati accelerati e contrattualizzati quelli relativi agli assetti sanitari Role 2 Basic mentre altri sono in fase di contrattualizzazione a seguito dei fondi resisi disponibili con gli interventi governativi a supporto della lotta contro il coronavirus.

Nonostante l’approvazione dei sopramenzionati programmi da parte del Parlamento e la relativa contrattualizzazione, le risorse destinate all’ammodernamento e potenziamento dello Strumento Terrestre sono limitate (fra fondi del Ministero Difesa, Ministero dello Sviluppo Economico ed altre risorse a lungo termine) rispetto al fabbisogno complessivo e necessitano pertanto di essere potenziate, se non si vuole avere il concreto rischio di un decadimento delle capacità complessive.

Il Rapporto 2019 richiama pertanto l’attenzione sulla necessità urgente di una normativa pluriennale a supporto del rinnovamento che lo stesso Esercito definisce come ‘Legge Terrestre’. Nonostante l’avvio o la prosecuzione dei programmi menzionati, la Forza Armata ritiene di aver bisogno di ulteriori 5 miliardi per portare a termine le attività previste senza ulteriori ritardi nel periodo 2019-2024.

 

Soldato Sicuro – Sistemi Individuali per il Combattimento (SIC)

 Fra i più importati spin-off del programma Forza NEC, nel dicembre 2019, il Direttore della Direzione degli Armamenti Terrestri, Tenente Generale Francesco Castrataro ed il direttore commerciale del Consorzio Sistema Soldato Sicuro, Paolo Fabbricante, hanno siglato l’atto negoziale in base al quale il Consorzio fornirà all’Amministrazione della Difesa 19.771 Sistemi Individuali per il Combattimento (SIC) all’Esercito Italiano nell’ambito del programma SIC – Soldato Sicuro.

3_squadra

Secondo quanto riportato dal Rapporto 2019 della Forza Armata, questi sistemi sono destinati ad equipaggiare prioritariamente le unità di previsto impiego nei teatri operativi. In particolare, l’11° reggimento bersaglieri della 132° divisione Ariete è previsto sia il primo reparto a ricevere i nuovi sistemi ‘di serie’.

Secondo quanto risulta ad AD, nonostante l’emergenza coronavirus, il programma ha registrato le prime consegne previste nel primo trimestre, in linea con le tempistiche contrattuali. Destinato all’ammodernamento dell’equipaggiamento individuale della componente terrestre delle Forze Armate e frutto del lavoro svolto nell’ambito degli sviluppi e sperimentazioni condotte nel quadro del programma Soldato Futuro (oggi denominato Soldato Sicuro) inserito nella fase CD&E di Forza NEC, quest’ultimo è stato approvato dalle Commissioni Difesa dei due rami del Parlamento nel novembre 2019 e presenta un’esigenza complessiva per 65.695 sistemi oltre al relativo supporto logistico integrato decennale, ad un costo stimato di 1.635 milioni di euro.

Costituito nel luglio 2019 e comprendente le società Leonardo (65%) e Fabbrica di Armi di Pietro Beretta (35%), il Consorzio Sistema Soldato Sicuro (CSSS) è responsabile della promozione e commercializzazione del sistema in grado di incrementare le capacità operative del soldato in termini di ‘sopravvivenza’, ‘protezione’, ‘letalità e precisione d’ingaggio’, ‘comando e controllo’, ‘manovra e mobilità notturna’, attraverso un complesso di vestiario, equipaggiamenti C2 e sistemi d’arma. In particolare, per quanto riguarda la ‘sopravvivenza’, la componente principale è rappresentata dal vestiario fornito da Beretta, che comprende diversi pacchetti che garantiscono un’adeguata protezione nelle diverse situazioni climatiche ed operative, forniti nella versione ‘base’ e ‘antifiamma’ nonché accessori.

La componente di ‘protezione’ è invece incentrata sul giubbetto antiproiettile modello PBI G12IT fornito dal consorzio Protezione Balistiche Italia (PBI) composto dalle società Larimart e Arescosmo, in collaborazione con l’Agenzia Industrie Difesa (AID), che offre una capacità nazionale in un settore strategico.

Caratterizzato da struttura modulare ed ergonomica per ridurre l’affaticamento di chi l’indossa, un sistema di sgancio rapido per situazioni d’emergenza, un sistema integrato di tasche oltre alla piena compatibilità con il sistema MOLLE (Modular Lightweight Load-Carrying Equipment), il G12IT è in grado di assicurare livelli di protezione base IIIA e con piastre aggiuntive di livello IV, entrambi standard NIJ.

Al giubbetto s’aggiunge l’elmetto balistico e relativi adattatori, nonché la maschera antischegge fornita da Beretta, tuta CBRN e maschera NBC fornite da Leonardo.

La componente ‘letalità e precisione dell’ingaggio’ include invece, oltre al fucile d’assalto Beretta ARX-160 (5,56×45) nella più recente versione A3 ed il fucile per tiratore scelto ARX-200 (7,62×51) con ottica ICS (Innovative Combat Sight) Steiner, frutto dell’esperienza sviluppata in seno alle attività operative e CD&E, la pistola APX (9×19) e quella mitragliatrice PMX (9×19), il fucile di precisione Victrix Scorpio (338 Lapua Magnum) ed il lanciagranate da fucile GLX-160 (calibro 40x46SR).

Fra gli ausili di mira, la designazione, puntamento ed ingaggio in ogni condizione di visibilità (diurna/notturna) viene assicurata per le armi individuali ARX-160 e ARX-200 dal sistema (inizialmente denominato ICWS, Individual Combat Weapon System) cosiddetto ‘Triodo’, fornito da Selenia 2000, quale subfornitore di Leonardo. Quest’ultimo comprende il mirino ottico diurno Raytheon Elcan Specter DR 1-4x ed il puntatore/illuminatore laser L3Harris/EOTech AN/PEQ-15 ATPIAL (forniti entrambi da Selenia 2000 quale distributore per l’Italia), a cui s’aggiunge per la visione notturna (davanti al mirino diurno) il visore termico Selenia 2000 MIRA 640.

1_squadra + mezzo

Si tratta di una termocamera shutterless monoculare non raffreddata, di risoluzione 640×480 pixel, con controllo del guadagno sia manuale che automatico, che integra un laser classe 1 NIR. Destinato all’impiego sia in modalità clip-on su armi leggere che stand-alone a mano per osservazione, tale visore può essere montato anche sull’elmetto tramite apposita interfaccia in dotazione.

La componente comando e controllo (C4ISTAR) è incentrata sulla suite modulare Larimart LRT-440 nella più recente configurazione con unità di processazione, gestione e trasmissione dati della stessa ditta insieme al sistema di gestione e rappresentazione delle informazioni tattiche (rimarcato come prodotto Larimart) basato su touchpad COTS Panasonic FZ-M1 con display da 7 pollici in dotazione al capo-squadra ed al vice-capo squadra che gira sul pacchetto software Tactical Command and Control (TC2) con sistema operativo Windows 10.

A questi s’aggiunge l’Unità Nodo di Comunicazioni (UNC) integrata che costituisce il cuore del sottosistema di comunicazioni, essendo l’elemento che garantisce la connettività tra i vari componenti del SIC e tra quest’ultimo ed altri sistemi o reti esterne, e l’unità di Distribuzione Dati e Audio (DDA) che permette una facile gestione operativa delle comunicazioni audio, sia via radio tramite la cuffia microfono in dotazione, e dati (full duplex) tra l’LRT-400 ed i dispositivi per l’osservazione, situational awareness e puntamento armi diurno/notturno.

Apparato fra quelli dai pesi ed ingombri più ridotti sul mercato e capacità di essere riconfigurato con le forme d’onda attuali e future definite dallo standard SCA 2.2.2 e dall’architettura ESSOR (European Secure Software Defined Radio),  il sistema radio individuale Leonardo SDR Hand-Held Evolution (HH-E) della famiglia SWave, completo di cuffie SDR H149, grazie alla forma d’onda a banda larga SBW (Soldier Broadband Waveform) associata ad una forma d’onda a banda stretta, consente le comunicazioni intra-squadra e dati attraverso il sistema wireless PTT (Push To Talk) o interfonico di squadra (Intra team Intercom, ITI).

Quest’ultimo, grazie ad un miglioramento specificatamente richiesto dalla Forza Armata, consente le comunicazioni voce fra la squadra (e viceversa) e l’equipaggio del mezzo da trasporto della medesima, sia esso Freccia o altro, fin quando gli elementi della squadra stessa si trovino nelle vicinanze fino a 300 metri ed in vista del mezzo stesso. Completano la suite il sistema di localizzazione individuale GPS, il dispositivo IFF Thermal Beacon MS-OMR IIC (Multi-Spectral, Omni, Medium Range) rappresentato da un emittore di segnali a infrarossi che viene utilizzato come sistema di identificazione terra-terra ed aria-superficie montato sia sull’elmetto che sul giubbetto grazie al sistema MOLLE sopra citato, e l’unità di alimentazione (PSU).

Quest’ultima è progettata per essere leggera e compatta, con batterie al litio ricaricabili che assicurano un’adeguata e piena autonomia per lo svolgimento delle missioni e costituiscono l’unica sorgente di alimentazione per l’intera suite elettronica. La componente ‘manovra e mobilità notturna’ è invece incentrata sui visori notturni Elbit Systems TM-NVG (F 6044) costituiti da dispositivo binoculare di terza generazione con capacità di visualizzare su uno dei due monocoli le informazioni e la cartografia proveniente dal sistema C2 e grazie ad una telecamera integrata restituire al medesimo la scena osservata, oltre ad offrire un elevato angolo di visuale (oltre 40 gradi).

2_Foto 2 CAMERA TERMICA MIRA 640

La suite comprende anche la camera termica per arma individuale Selenia 2000 MIRA 640 già menzionata e, secondo quanto risulta ad AD, il sistema portatile d’acquisizione bersagli a lunga portata Leonardo NOX.

Evoluzione del sistema di tipo hand-held Linx, con peso significativamente contenuto (circa 1,5 kg), il NOX consente l’osservazione, acquisizione e localizzazione dei bersagli sullo scenario operativo 24 ore su 24, in condizioni avverse, quali pioggia, neve, fumo, scarsa luminosità o assenza totale di luce, e permette di geo-localizzare l’obiettivo grazie a telemetro laser ‘eyes-safe’, bussola magnetica digitale e GPS, e di registrarne le immagini e video sia nella banda visibile che infrarossa.

Ciò grazie al sensore termico (8-12 micron) non raffreddato all’ossido di vanadio (VOx) con zoom digitale e basato su tecnologia CMOS ed alla camera diurna. Il NOX è progettato per integrarsi nella rete net-centrica grazie a bluetooth e wi-fi o via cavo, scambiando le informazioni raccolte con gli altri utilizzatori della rete.

Nell’ambito del SIC, Leonardo fornisce gli equipaggiamenti relativi alle componenti ‘protezione’ e ‘C4ISTAR’ mentre Beretta si occupa delle componenti ‘sopravvivenza’ e ‘letalità e precisione nell’ingaggio’. Ciascun pacchetto SIC non dispone di tutte le armi e relativi sistemi di puntamento, osservazione e sorveglianza ma soltanto di quelle destinate ai compiti specifici del soldato all’interno della squadra.

La dotazione fornita dal programma Soldato Sicuro, di cui l’EI dispone già di 6.000 sistemi in versione non definitiva, introduce per la prima in grandi numeri la pistola APX destinata a rimpiazzare almeno parzialmente la nota Beretta 92, mentre la pistola mitragliatrice PMX, già acquisita dai Carabinieri, rappresenta una novità in seno alla Forza Armata.

Il Consorzio e la Forza Armata guardano nel frattempo ad ulteriori potenziali sviluppi del sistema SIC, grazie a programmi di ricerca e sviluppo interni o cofinanziati, come quello recentemente assegnato nell’ambito del Piano Nazionale di Ricerca Militare (PNRM) e denominato Giubbetto PBI-G12-Evo. Quest’ultimo si propone, oltre ad incrementare l’ergonomia del sistema, di applicare i risultati raggiunti nelle forniture di giubbetti antiproiettile di livello IV del consorzio PBI, ad un programma di riduzione dei pesi che, mantenendo inalterati i livelli di protezione balistica ed i parametri ponderali delle aree corporee protette, consenta di incrementare in modo rilevante il rapporto tra protezione balistica e peso.

L’acquisizione dei quasi 20.000 sistemi comprensivo del supporto decennale previsti dal contratto sopra menzionato, comporta un onere finanziario di 532 milioni di euro (Fase 1) spalmato sugli anni 2019-2027 del Fondo di cui al comma 1072 della Legge di Bilancio (L.B.) 2018, mentre un secondo lotto per quasi 10.000 SIC è previsto dalla Fase 2 del programma per un importo complessivo di 220,8 milioni di euro (2026-2031) del comma 140 L.B. 2017. Un importante traguardo per la Forza Armata ed il Consorzio industriale, la cui presentazione sui principali mercati internazionali è stata posticipata causa il coronavirus, con una focalizzazione inziale verso l’Europa, in particolare paesi nordici ed orientali del Vecchio Continente ed altre zone del mondo a partire dal Medioriente quali potenziali mercati export.

 

VBM Freccia

A seguito della stipula nell’ottobre 2019 della convenzione interministeriale fra i Ministeri dello Sviluppo Economico, Difesa e Finanze per lo sblocco degli investimenti per la Difesa per il periodo 2019-2032, che è diventata esecutiva a dicembre dell’anno scorso, dopo un lungo periodo di sospensione della produzione con significative criticità non soltanto per la Forza Armata ma anche di ordinativi ed occupazionali (con il ricorso in particolare alla cassa integrazione per il personale di Iveco Defence Vehicles) dell’industria per mancanza di fondi, è ripartito il programma VBM 8×8 Freccia.

Grazie alla citata convenzione, che ha reso disponibile fondi per complessi 2,2 miliardi di euro spalmati fra il 2019 ed il 2032 per i programmi VBM Freccia e Blindo Centauro 2, il 27 dicembre scorso è stato finalmente firmato fra la DAT ed il CIO (Società Consortile Iveco-Oto Melara, consorzio paritetico tra Iveco Defence Vehicles, Gruppo CNH Industrial, e Leonardo) il contratto per l’acquisizione di ulteriori 25 esemplari nella variante Controcarro e 5 in quella Combat, a cui s’aggiunge il supporto logistico decennale e la possibilità di stipulare un atto aggiuntivo entro il primo semestre di quest’anno per la fornitura di 11 ulteriori mezzi in versione Controcarro.

4_Freccia AIFV_@LucaPeruzzi

Con collaudo e consegne che dovrebbero iniziare auspicabilmente entro fine anno grazie al lancio della produzione da parte dell’industria prima della firma del contratto. Il contratto del valore di circa 250 milioni di euro rientra nella cosiddetta Fase 2 del programma Forza NEC, destinata all’acquisizione dei VBM per la seconda Brigata Media Digitalizzata dell’Esercito. Si tratta della Brigata Aosta che ha già ricevuto una prima aliquota di VBM, mentre la prima grande unità costituita dalla Brigata Pinerolo è stata completamente equipaggiata, eccetto che per i VBM in configurazione Porta Mortaio in fase di distribuzione ed i VBM Posti Comando. Secondo quanto risulta ad AD, i due prototipi di quest’ultima versione dovrebbero essere consegnati, auspicabilmente entro l’anno, per iniziare l’attività di omologazione e certificazione da parte dell’Autorità Nazionale della Sicurezza per l’estesa sistemistica C3 fornita da Leonardo.

Un’aliquota di 15 VBM Freccia Combat risulta inoltre in servizio anche con il 3° rgt Bersaglieri della Brigata Sassari basato a Teulada in Sardegna.

La cosiddetta Fase 2 prevede un complessivo di 381 Freccia, di cui 261 VBM Combat e versioni derivate nonché 120 VBM Esploranti, che si vanno ad aggiungere ai 249 mezzi della Fase 1, già tutti consegnati, per la maggior parte alla Brigata Pinerolo. Secondo il Documento Programmatico Pluriennale della Difesa (DPP) 2019-2021, per il programma VBM Freccia sono stati allocati ulteriori 1,5 miliardi di euro per un parco mezzi complessivo di 630 mezzi per le due Brigate.

Freccia

I mezzi previsti dal nuovo contratto siglato nel dicembre scorso, fanno parte dell’ultima aliquota di produzione nella versione ‘legacy’, produzione che comprende 81 mezzi suddivisi fra 36 Controcarro, 5 Combat, 14 Porta Mortaio e 26 Posto Comando (questi ultimi destinati ad entrambe le due Brigate Medie sopra indicate).

Questa tranche consentirà di completare l’equipaggiamento del 6° rgt Bersaglieri della Brigata Aosta per poi passare alla produzione del VBM EVO, che prevedrebbe anche lo sviluppo ed acquisizione della versione Esplorante.

Destinato ad assicurare l’ossatura delle due Brigate Medie di manovra digitalizzata della Forza Armata, il VBM 8×8 Freccia nella versione Combat e Controcarro si caratterizzano per uno scafo progettato per assicurare protezione contro fuoco diretto, mine e ordigni esplosivi improvvisati o IED (Improvised Explosive Device), un potente motore Iveco 8262 da 550 hp accoppiato alla tradizionale trasmissione ad H, una capacità di sterzata su tre assi, la capacità di trasporto di otto soldati oltre ad un equipaggio di tre elementi ed una torretta HITFIST Plus biposto con mitragliera da 25 mm e coassiale da 7,62 mm in aggiunta alla suite di navigazione e C2 SICCONA (Sistema di Comando Controllo e Navigazione), a quella per le comunicazioni net-centriche nonché quella per la protezione del mezzo e del personale, sviluppate da Leonardo nell’ambito del programma Forza NEC.

8. VBM Freccia con equipaggio in addestramento

La versione controcarro si differenzia principalmente per l’aggiunta di due lanciatori per missili Spike ed un sistema di sorveglianza panoramica Leonardo Janus FF (Full Format). Come sopra anticipato, nel corso del 2019 sono stati consegnati i primi esemplari del VBM nella versione Porta Mortaio alla Brigata Pinerolo, che ha visto in parallelo l’avvio dell’attività di familiarizzazione all’impiego, l’addestramento dei manutentori e le prime esercitazioni a fuoco.

Tale versione si caratterizza per un equipaggio di tre elementi più due addetti al mortaio TDA 2R2M da 120 mm che trova alloggio e protezione insieme al personale, munizionamento e sistema di controllo del fuoco nel vano trasporto sprovvisto di torretta HITFIST Plus ma dotato di una torretta remotizzata HITROLE Light da 7,62 mm. Il sistema d’arma a tiro indiretto ha una cadenza di tiro massima di 10 colpi al minuto ed una portata di 8-13 km con una velocità di messa in batteria e precisione di tiro migliorate rispetto alla versione trainata.

La versione Posto Comando è stata sviluppata in due sottoversioni: VBM Nucleo Tattico dotato di torretta HITFIST Plus e VBM Nucleo Comando privo di torretta e dotato di Hitrole Light da 7,62 mm con estesa dotazione C3 fornita da Leonardo. Secondo quanto risulta ad AD, la Fase 2 vedrebbe ancora la contrattualizzazione dei mezzi ‘legacy’ in versione Porta Mortaio (14 mezzi) e Posto Comando (24 mezzi) prima di passare all’approvvigionamento della futura generazione del VBM Freccia.

appiedamento e fase di attacco del plotone esplorante (2) (002)

Come anticipato dal Rapporto 2019 dell’EI, l’attività è incentrata sulla progettazione e realizzazione della piattaforma evoluta o EVO del VBM Freccia, che si caratterizza per innovazioni tecnologiche già disponibili sul mercato e, in taluni casi, già adottate dalla nuova Blindo Centauro 2, con l’evidente beneficio derivante dalla comunanza logistica.

Secondo quanto riportato dal Rapporto, sono già stati definiti i principali requisiti operativi, prodromici alle attività tecnico-amministrative necessarie per contrattualizzare, auspicabilmente entro il 2020, i primi 3 prototipi. Il Freccia EVO vedrà un incremento delle proprie capacità in termini di protezione con particolare attenzione alla difesa da IED, alla mobilità ed alla potenza di fuoco, con una torretta dotata di un’arma principale da 30 mm, controllata in remoto dall’equipaggio.

Secondo quanto risulta ad AD ma la configurazione potrebbe subire evoluzioni, il veicolo avrà un nuovo scafo con un peso massimo maggiorato, sfruttando gli sviluppi ed accorgimenti in termini di livelli di protezione antimine, IED e contro minacce cinetiche dirette (soluzioni balistiche add-on) del programma Blindo Centauro II, con la tradizionale ma migliorata trasmissione ad ‘H’ associata a cinque (anziché quattro dell’attuale Freccia) assi ruote, un motore più potente derivato da quello della Centauro II e come anticipato una nuova torretta remotizzata con cannone da 30 mm sviluppati entrambi da Leonardo in base alle sperimentazioni e sviluppi degli ultimi anni.

Lo sviluppo del cannone da 30 mm permetterà a Leonardo di completare la gamma di armi per veicoli blindati/corazzati e sistemi d’arma navali con la possibilità di offrire sul mercato terrestre e navale soluzioni completamente nazionali.

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La nuova architettura vetronica della piattaforma è basata su quella NATO General Vehicle Architecture (NGVA) che grazie ad un software comune d’interfaccia consentirà d’introdurre nuovi sistemi in modalità ‘plug and play’ con evidenti benefici in termini d’integrazione ed aggiornamento, mentre i sistemi di pilotaggio, navigazione, C3 e combattimento saranno basati su evoluzioni di quelli attuali, fra cui il sistema SICCONA C2D EVO. Il sistema SICCONA C2D EVO è stato presentato in versione dimostrativa nel corso della seconda SIO 2018 ed è successivamente evoluto in base alle ‘lessons learned’, che porteranno alla versione base per il programma VBM EVO.

Nel frattempo, si sta lavorando per poter aggiornare le piattaforme legacy ed assicurare l’interoperabilità con la nuova versione C2D EVO. Come anticipato, il programma VBM EVO prevede la realizzazione di tre prototipi che dovrebbero essere pronti in 2-3 anni, per velocizzare la successiva attività di omologazione e certificazione del mezzo nella versione Combat.  In base all’accordo di cooperazione fra il Governo Italiano e quello Israeliano nel settore della Difesa, in particolare dei veicoli blindati ed il relativo ‘Implementing Agreement’, con lo scambio di tecnologie nei rispettivi programmi nazionali (VBM 8X8 Freccia per l’Italia e l’AIFV 8×8 Eitan per Israele), è  prevista la verifica della fattibilità per l’integrazione del sistema di protezione attiva o APS (Active Protection System) IRON FIST di Elbit Systems sulla piattaforma Freccia nella versione EVO.

Si tratta di uno studio ingegneristico per l’integrazione del sistema IRON FIST, attività che è stata portava avanti dal 2018 con apposito contratto dedicato da parte del consorzio CIO, futuro responsabile dello sviluppo del Freccia EVO. Secondo quanto risulta a AD, l’integrazione del sistema IRON FIST o presumibilmente della sua nuova variante IF-LD (IRON FIST Light-Decoupled), non farebbe parte della configurazione prototipica del mezzo finora prevista, ma rappresenta uno dei potenziali sviluppi della configurazione finale.

 

Blindo Centauro II

Nel settore dei veicoli blindati s’inserisce un altro tra i più ambiziosi programmi di rinnovamento del parco mezzi rappresentato dalla nuova blindo ‘Centauro’, sviluppata e prodotta anch’essa dal consorzio CIO, che secondo quanto riportato dal Rapporto 2019, consentirà all’Esercito di equipaggiare i reggimenti di cavalleria con piattaforme ‘che garantiscono maggiore mobilità e manovrabilità anche nelle più critiche condizioni ambientali’, oltre a potenza di fuoco, protezione degli equipaggi e capacità net-centriche.

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In aggiunta al prototipo della nuova blindo pesante finanziati in base al programma SMD 01/2011, il programma prevede una prima tranche di 10 macchine di serie già contrattualizzate nell’ottobre 2018 a cui s’aggiunge un ulteriore lotto di 40 mezzi di auspicabile prossima contrattualizzazione per un totale complessivo di 530 milioni di euro con fondi MISE e bilancio ordinario Difesa. Secondo quanto riportato dal DPP 2019-2021, L’esigenza complessiva è pari a 150 mezzi per un fabbisogno economico complessivo di 1,5 miliardi di euro.

Dotata di un cannone di ultima generazione da 120/45 mm, con freno di bocca integrato “pepper box” e sistema di caricamento semi-automatico in grado di assicurare un ritmo di fuoco di circa 6 colpi al minuto, la Centauro II ha una potenza di fuoco pari a quella dei più moderni carri armati da battaglia ed è in grado di sparare tutte le munizioni di ultima generazione da 120 mm NATO, APFSDS e multiruolo.

Per garantire la massima mobilità è stato adottato il motore di ultima generazione VECTOR V8 sviluppato da Iveco DV insieme a Fiat Power Train (FPT) da 705 HP, nuovo cambio automatico ZF ECOMAT 7HP ZF902, e un sistema elettronico di frenaggio e controllo, a cui s’aggiunge una suite di batterie al litio ricaricabili per attività di sorveglianza ‘silenziosa’, senza motore in funzione. Seppur mantenendo la trasmissione ad H, elemento caratteristico della famiglia Centauro, il telaio è stato sviluppato per garantire una migliore protezione antimina e anti IED, mentre add-on balistici di ultima generazione installati sullo scafo assicurano la massima protezione contro i proiettili ad energia cinetica.

Anche la torre segue il concetto di protezione modulare mediante add-on balistici. Le munizioni situate nello scafo e nella torre sono separate rispetto alla zona dell’equipaggio da setti separatori a prova di esplosione, pannelli pre-intagliati per contenere gli effetti di una deflagrazione e sistemi dedicati anti-esplosione per garantire all’equipaggio maggiore sicurezza. Il mezzo è inoltre equipaggiato con un sistema d’allerta d’illuminazione laser Leonardo RALM 02/V2, lanciatori per oscuranti di nuova generazione Rheinmetall Rosy ed un sistema RCIED Guardian H3 con una nuova antenna omnidirezionale di nuova concezione.

La torre di nuova generazione della Centauro con sistema di asservimento completamente elettrico, ospita tre dei quattro membri d’equipaggio, con il pilota situato nello scafo ed equipaggiato con un sistema primario di conduzione e sorveglianza intorno al mezzo comprendente 7 telecamere, di cui 4 diurne/notturne e 3 a basso livello di luminosità per la conduzione a portelli chiusi e la sorveglianza panoramica ravvicinata. La Centauro 2 è dotata di un avanzato sistema di stabilizzazione e controllo del tiro diurno/notturno ed ognitempo fornito da Leonardo, incentrato su sistema di puntamento elettro-ottico Lothar SD per il cannoniere ed un sistema optronico di sorveglianza panoramica New Attila (conosciuta anche come Attila D) per il capocarro, a cui s’aggiunge il Mini-Colibri della torretta a controllo remotizzato HITROLE Light con mitragliatrice da 12,7 mm.

Piattaforma digitalizzata con sistema integrato di comando, controllo e navigazione SICCONA e gestione integrata del veicolo, la nuova Centauro è equipaggiata con un sistema per le comunicazione netcentriche con la Software Defined Radio (SDR) quadricanale veicolare VQ1 (Vehicular Quad-channel Type 1) voce/dati della famiglia Swave di Leonardo (che rimpiazza ben sei diverse radio presenti sull’attuale VBM Freccia) capace di adottare presenti e future forme d’onda ed antenna HF di nuova concezione, a cui s’aggiunge l’apparato portatile L3Harris AN/PRC-152A ed il sistema IFF di ultima generazione M426 ASID di Leonardo.

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Il contratto siglato fra DAT e CIO nel luglio 2018 prevedeva l’aggiornamento del prototipo alla configurazione 2.0 con l’introduzione della radio quadricanale ed interventi minori descritti nel seguito e la conseguente estensione di omologazione del mezzo e l’acquisizione di un primo lotto di 10 mezzi oltre al supporto decennale.

Questi ultimi, secondo quanto risulta ad AD, sono tutti in configurazione 2.0 che è il risultato di alcune modifiche minori che sono state implementate a seguito dei testi di validazione sul veicolo prototipo, che è stato successivamente retrocesso all’industria perché fosse aggiornato.

Queste modifiche hanno riguardato l’aumento dell’angolo di vista del pilota tramite l’installazione di un nuovo blocco visori tradizionale che rappresenta il sistema secondario di conduzione e sorveglianza del pilota, il potenziamento del sistema elettrico, l’aumento a 180° dell’angolo di apertura dei portelli dell’equipaggio, e l’installazione del back-up manuale per la movimentazione delle munizioni in scafo.

A queste s’aggiunge l’introduzione della radio quadricanale e la nuova antenna omnidirezionale del sistema RCIED sulla sommità della torretta (in sostituzione delle quattro intorno alla torretta) che si aggiunge ad altre per la copertura di altre frequenze, nonché il ricollocamento della Hitrole Light per incrementare l’angolo di visuale del sistema panoramico di sorveglianza del capocarro New Attila (Attila D) e l’adozione dei nuovi lanciatori di fumogeni. Il Rapporto 2019 fornisce un aggiornamento del programma di sviluppo e messa in linea della nuova blindo pesante Centauro, con la prosecuzione nel corso del 2019 delle prove di omologazione in ambienti caldi e prove a fuoco con l’armamento principale e secondario.

A tali attività stanno seguendo quelle operativo/logistiche per consentire (secondo i piani ante coronavirus) il completamento dell’attività di omologazione entro il primo semestre 2020. Secondo quanto risulta ad AD, essendo la produzione delle prime quattro blindo iniziata in anticipo rispetto al completamento dell’attività di omologazione, la presentazione al collaudo sarebbe prevista, coronavirus permettendo, entro la fine di quest’anno. Secondo il Rapporto, nel corso del 2019, ed in particolare a settembre, dopo l’acquisizione dei primi 10 esemplari, è stato conferito mandato alla Direzione Armamenti Terrestri (DAT) per l’approvvigionamento di una seconda tranche di 40 veicoli. Secondo quanto risulta ad AD, l’obiettivo è la firma del contratto entro la fine dell’anno, in una configurazione denominata 3.0 che non si discosterebbe rispetto alla 2.0 se non per un miglioramento minore legato al sistema di tiro per consentire l’impiego del munizionamento programmabile.

 

Carro Ariete

Nel corso del 2019 si è inoltre concluso il lungo percorso di definizione del programma per l’ammodernamento del carro Ariete, culminato nella firma del relativo contratto lo scorso agosto fra il consorzio CIO e la DAT per un importo pari a 35 milioni di euro con fondi della Difesa nel periodo 2019-2024. Il contratto prevede la realizzazione di tre prototipi basati su piattaforme già in servizio e ritornate al consorzio, attualmente sottoposte alle lavorazioni presso gli stabilimenti di Leonardo a La Spezia e di Iveco DV a Bolzano.

7_CARRO-ARIETE

Sotto la spinta del rinnovato interesse all’impiego della componente pesante da parte della NATO, e la necessità di provvedere al rinnovamento della piattaforma quale soluzione ad interim in vista dello sviluppo di un nuovo Main Battle Tank, anche attraverso forme di cooperazione con altri paesi, la Forza Armata ed il Consorzio hanno definito un pacchetto di migliorie ed aggiornamento e/o sostituzione dei sistemi di bordo a fronte di una piattaforma e componentistica che non ha mai subito alcun intervento di ammodernamento di mezza vita o minore, con evidenti problematiche legate all’obsolescenza ed alla conseguente riduzione della disponibilità operativa, per non parlare delle capacità di scoperta, identificazione ed ingaggio nonché interoperabilità operativa.

I lavori si prevede vengano conclusi nel 2021, a cui seguirà un’attività di valutazione ed omologazione che in caso di esito positivo, vedrà l’ammodernamento con un separato contratto di un componente iniziale di 125 esemplari (in aggiunta ai tre prototipi) contro gli attuali 200, attività da completarsi entro il 2027.

carro ariete in esercitazione NASR - QATAR (7) (002)

Gli interventi migliorativi comprenderanno un incremento della potenza propulsiva dell’attuale motore V-12 MTCA da 1.300 a 1.500 HP con sostituzione anche di alcune componenti, che unitamente all’aumento della coppia, miglioreranno il rapporto peso/potenza e quindi le prestazioni anche in caso d’aggiunta dei kit di protezione, a cui s’aggiunge l’adeguamento degli organi di trasmissione. In parallelo, verrà introdotta una cingolatura con ‘suole’ più larghe al fine di incrementare la superficie d’appoggio (20%) e quindi la pressione sul terreno con incremento della mobilità fuoristrada, riducendo al contempo l’usura dei pattini gommati.

05 (002)

La risoluzione delle obsolescenze avverrà attraverso la revisione e sostituzione di sistemi, quali i serbatoi carburante, l’impianto frenante ed interventi su altri assiemi essenziali per la sicurezza dell’equipaggio, quali l’impianto antincendio (con il rimpiazzo del gas Halon 1301 con l’FM200) e protezione NBC, a cui s’aggiunge la revisione delle sospensioni e dei principali sistemi in torre e scafo ed il ricondizionamento delle protezioni balistiche.

A tal riguardo, secondo quanto risulta ad AD, verranno mantenute le protezioni aggiuntive antimine, nonché quelle ‘add-on’ contro minacce cinetiche per operazioni di guerra e di crisi, rappresentate rispettivamente da munizionamento APFSDS, razzi e missili anticarro.  Grazie all’esperienza maturata con il programma Centauro II, si procederà a sostituire gli asservimenti elettro-idraulici della torretta con altri completamente elettrici a vantaggio della sicurezza dell’equipaggio, delle prestazioni e del peso della medesima torre.

3. c.a. C1 Ariete in movimento durante l'attività con Light Armoured Vehicle (LAV) canadese 3 (002)

Per quanto riguarda l’elettronica di bordo, verrà introdotto un nuovo calcolatore balistico che unitamente a nuovi sistemi di sorveglianza e tiro, incrementerà in modo tangibile le capacità d’ingaggio dell’Ariete. In particolare, l’ottica del cannoniere facente parte del sistema TURMS sarà migliorata con un nuovo sistema di rappresentazione dell’immagine ed una camera all’infrarosso (TILDE B) di terza generazione mentre il capocarro disporrà di un’ottica panoramica di ultima generazione rappresentata dal sistema Leonardo New Attila (Attila D), che unitamente al calcolatore balistico, risultano in comune con il programma Centauro II, assicurando una comunanza logistica fra le due linee mezzi.

Il programma non prevede significativi interventi sul sistema di comando, controllo e comunicazioni del mezzo corazzato, se non per l’installazione della radio Harris AN/PRC-152A con capacità SATCOM che andrà ad aggiungersi alla radio SINCGARS, mentre l’interfono digitale Larimart UIS 379D rimpiazzerà quello analogico consentendo la comunicazione con le truppe appiedate equipaggiate con la radio personale HH-E (Personal Role Radio). Il capocarro disporrà inoltre di un sistema semplificato di navigazione collegato ad un sistema GPS SAASM che consentirà di visualizzare la propria posizione su mappa digitalizzata grazie ad un display dedicato.

 

VTLM Lince 2

L’altro importante elemento per il rinnovamento del parco mezzi protetti è rappresentato dal programma per l’acquisizione del Veicolo Tattico Leggero Multiruolo (VTLM) Lince 2 sviluppato e prodotto da Iveco DV. Tale componente richiede un potenziamento con la più recente versione del Lince in quanto sottodimensionata rispetto alle esigenze (circa 50%) ed annoverante piattaforme tecnologicamente superate, evidenzia il Rapporto 2019.

Per sopperire a tale mancanza, le competenti Commissioni parlamentari hanno approvato il 19 novembre scorso la prima parte del programma acquisitivo, indicato complessivamente in 3.600 mezzi nelle diverse versioni.

8_Lince 2 NEC

Questa prima parte per 650 VTLM 2 e complessivi fondi stimati per 558 milioni di euro, prevede a sua volta una prima tranche di 398 veicoli, pari a 305 milioni di euro provenienti dal Bilancio della Difesa (55,8 milioni 2027-2031) e dall’art. 1 co. 95 Legge di Bilancio 2019 (L.145/2018), “nella configurazione che risulterà più aderente alle esigenze operative dell’Esercito”, evidenzia il Rapporto 2019, portando alla luce accanto alla versione ‘NEC’ anche la versione ‘Light’, che potrebbe essere disponibile all’impiego nei teatri operativi entro il 2021.

Omologato dalla DAT nella versione base nel dicembre dell’anno scorso, il VTLM 2 rappresenta un mezzo completamente nuovo rispetto al modello precedente che implementa le ‘lessons learned’ acquisite nei teatri operativi d’impiego, mantenendo dimensioni generali sostanzialmente similari a quello del predecessore. I miglioramenti riguardano la protezione e la blindatura, carico utile, ergonomia, mobilità, modularità e capacità net-centrica. Completamente riprogettato, il VTLM 2 ha una struttura alleggerita con un peso massimo di 8,5 tonnellate ed una capacità di carico con un incremento dell’87,5% rispetto al VTLM 1A (1.500 vs 800 kg).

La cabina completamente ridisegnata con cinque posti a sedere, è più alta e lunga rispetto al predecessore, con rollbar meno invasivi che offrono un comfort maggiorato ed una migliore gestione degli spazi per alloggiare gli equipaggiamenti. Il Lince 2 è equipaggiato con un motore più potente IVECO F1C da 220 HP, un cambio ad 8 marce unitamente a nuove sospensioni, pneumatici e sistemi di controllo della stabilità (ESP) ed ABS, sistema di condizionamento potenziato ed ottimizzazione della configurazione elettromagnetica.

Nell’ambito della fase CD&E del programma, Leonardo ed Iveco DV hanno sviluppato una configurazione del mezzo denominata VTLM 2 NEC in grado di essere impiegata come nodo operativo di livello T2, T3 e T4 e quindi posto comando a vantaggio dei reparti leggeri dell’EI.

L’attività che ha visto l’assegnazione di due contratti rispettivamente destinati alla realizzazione di due prototipi per l’omologazione della nuova configurazione e 3 veicoli di serie, nonché un primo lotto di 31 mezzi con l’estensione della garanzia a 3 anni, ha riguardato la configurazione con la suite più complessa T4 che si caratterizza per la capacità di scambio dati in tempo quasi-reale su distanze molto lunghe, assicurando in questo modo un livello più elevato di Blue Force Situational Awareness e C2.

La configurazione Lince 2 NEC è equipaggiata con la Software Defined Radio (SDR) quadricanale veicolare VQ1 (Vehicular Quad-channel Type 1) della famiglia Swave, a cui s’aggiunge il Multiservice Switch Router MSR 165 nella versione Evolved (EVO) nonché la capacità Satcom-On-The-Move (SOTM) TSO 102 D/X, unitamente all’interfono digitale Larimart UIS 379/D ed al sistema di protezione attiva RCIED Guardian H3, tutti forniti da Leonardo e società controllate.

A questi s’aggiunge un affusto a controllo remotizzato HITROLE Light armato in alternativa con mitragliatrice da 7,62 o 12,7 mm o lanciagranate da 40 mm sul tetto del mezzo con operatore seduto posteriormente alla relativa console di controllo, mentre accanto al guidatore vi è la postazione del capo-veicolo con anch’esso una consolle di gestione dei sistemi C2.

Una configurazione particolarmente ricca e capace che avrebbe dovuto completare secondo quanto risulta a AD l’attività di omologazione entro la metà di quest’anno ma, causa pandemia, oggi posticipata entro il 2020, unitamente alla consegna dei mezzi di serie già disponibili con l’equipaggiamento.

Secondo quanto risulta dalla documentazione emessa dalla Direzione Armamenti Terrestri, dall’esigenza di avere un veicolo idoneo e prontamente impiegabile in grado di garantire elevati livelli di mobilità e protezione, è stata avviata la procedura per la futura acquisizione di 16 VTLM nella configurazione “Light”. Quest’ultima deriva dal VTLM 2 base e si caratterizza per una dotazione base che comprende la predisposizione per il montaggio della Ralla Motorizzata Protetta RMP2 con mitragliatrice da 12,7 mm ed equipaggiata con radio Harris AN/PRC-152A, AN/PRC-117G, AN/PRC-160, tablet XPLORE, interfono Larimart UIS-379D e disturbatore Guardian H3 con filtri. Secondo la documentazione della procedura negoziata (senza previa pubblicazione del bando di gara) con Iveco DV, il VTLM 2 nella configurazione light era previsto, ante pandemia, oggetto di omologazione con prove a partire da luglio 2020 e conclusione entro giugno 2021, mentre i veicoli in acquisizione sarebbero coperti da un servizio di garanzia che si articola su 4 anni, incluso un“basket” di ricambi opzionale.

 

Missili CAMM ER

Nell’ambito di quest’ultimo settore, il Rapporto 2019 evidenzia il programma per lo sviluppo e l’omologazione del sistema di difesa aerea a corto/medio raggio CAMM ER, che lo scorso novembre ha avuto il parere favorevole da parte delle Commissioni Parlamentari competenti.

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Quest’ultimo rappresenta un programma prioritario anche per l’Aeronautica Militare, in quanto le due Forze Armate hanno la necessità di rimpiazzare al più presto possibile il sistema missilistico Aspide, che equipaggia i sistemi per la difesa aerea a corto raggio SKYGUARD e SPADA, seguite dalla Marina Militare per il rimpiazzo del sistema ALBATROS.

L’Aspide è destinato alla dimissione a partire dal 2021. Secondo la scheda tecnica e la nota illustrativa al programma presentata per la prima volta al Parlamento nell’agosto 2018, oggetto di un’iniziale iter di approvazione che è stato successivamente ritirato per motivi d’opportunità e poi ripresentato ed approvato lo scorso novembre dal nuovo Governo, i sistemi appena citati sono giunti alla fine del loro ciclo di vita, con problematiche di obsolescenza e, proprio in considerazione della vetustà, vi è l’impossibilità di assicurarne la sostenibilità logistica oltre il 2021.

Il programma ha quindi lo scopo di implementare, con una nuova architettura costituita da una componente C2, sensori e attuatori, la futura soluzione nazionale per la difesa aerea di corto/medio raggio con portata di oltre 40 km, efficace contro minacce aeree convenzionali sia ad ala fissa che rotante, Unmanned Combat Aerial Vehicle (UCAV), Unmanned Aerial Vehicle (UAV), missili antiradiazione, missili subsonici e supersonici. Nel caso della Marina Militare, il CAMM ER potrebbe inoltre rappresentare un’ipotesi per le unità navali tipo PPA, subordinatamente alle risultanze di uno studio di fattibilità che porterebbe far diventare il sistema CAMM ER un programma interforze tutto tondo.

La documentazione della DAT riguardante il programma evidenzia due fasi di cui la prima legata allo sviluppo e qualifica della nuova munizione, relativo sistema di lancio ed integrazione in ambito nazionale con i relativi sistemi missilistici di prossima dotazione dell’EI e dell’AM, e la seconda legata all’acquisizione delle munizioni e sistemi.

Se per la prima fase, destinata a svilupparsi fra il 2019 ed il 2023, sono previsti 95 milioni di euro coperti con fondi del Ministero della Difesa provenienti dal Fondo di rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese all’art. 1 c. 95 della LbB 2019, la fase produttiva richiede fondi stimati per 450 milioni di euro.

Secondo quanto annunciato dalla Forza Armata nel Rapporto 2019, alla fine di dicembre 2019 è stato firmato il contratto con MBDA per la suddetta prima fase del programma. Successivamente verrà sottoscritto il contratto per la seconda fase relativa all’acquisizione di 9 sistemi d’arma, di cui uno per esigenze addestrative, che andranno ad equipaggiare il 17° reggimento contraerea di Sabaudia, attualmente dotato del sistema missilistico SKYGUARD.

Come è noto, per far fronte alle strette tempistiche a disposizione per la fase di sviluppo, fino alla stipula del contratto (eccetto che per fondi legati allo sviluppo tecnologico), il finanziamento del programma è stato anticipato dal gruppo MBDA, che alla fine di novembre dell’anno scorso ha annunciato di aver completato con successo una serie di prove della nuova munizione che hanno convalidato le capacità e prestazioni generali del sistema. Nell’ambito di queste ultime sono stati condotti i primi lanci – due secondo quanto risulta ad AD – coronati da successo e con risultati oltre le aspettative, effettuando traiettorie in diverse condizioni di volo, anche ad alta quota ed a lungo raggio, effettuando una serie di manovre altamente impegnative, con missile interamente strumentato per la raccolta dei dati grazie alla nuova testata telemetrica.

Il Rapporto non fornisce ulteriori dettagli sulla configurazione del sistema, ma la DAT evidenzia come in aggiunta alla nuova munizione, il programma preveda lo sviluppo e la qualifica del sistema di lancio dotato di proprio sistema di up-down link e la sua integrazione con il Posto Comando Modulo di Ingaggio (PCMI) di Forza NEC.

Secondo quanto risulta ad AD ma vi potrebbero essere ulteriori modifiche, La configurazione attualmente in sviluppo prevede due sistemi di lancio collegati con il PCMI mediante ponte radio, mentre una futura capacità prevede la possibilità di utilizzare anche il collegamento in fibra ottica e l’integrazione con un numero maggiore di lanciatori. Ciascun sistema di lancio impiegherà quale piattaforma di trasporto l’autocarro ad elevata mobilità 8×8 Iveco Astra 88.45 BAD, equipaggiato con un sistema di comando e controllo del tiro e comunicazioni con il PCMI.

Quest’ultimo è in fase di sviluppo nell’ambito del contratto n. 1873/2016 Progetto 4.12 “Posto comando cluster per digitalizzare ed integrare nella capacità C4I della Forza Media Digilizzata-Fo.Med.D, le unità SHORAD e VSHORAD”,  in una configurazione mobile trasportabile su autocarro ad elevata mobilità Astra 8×8 che prevederebbe un PC shelterizzato ISO-20 con un massimo di tre postazioni operatore, un radar di scoperta ed inseguimento Rheinmetall Italia X-TAR 3D in banda ‘X’, un’evoluzione del software PCMI sviluppato nell’ambito del programma FNEC, sistemi per le comunicazioni/scambio dati che includono quelli in tempo reale con data Link 16, in tempo quasi reale con protocollo ADAt-P3 e DIS/HLA per esigenze addestrativo-simulative.

Il contratto Forza NEC per lo sviluppo e fornitura di PCMI riguarda tre sistemi, con la conseguenza che sarà necessario acquisire ulteriori sei PC shelterizzati, in aggiunta ai lanciatori e relative piattaforme nonché munizioni.

 

Missili controcarro Spike

Il Rapporto 2019 evidenzia inoltre la firma del contratto a dicembre dell’anno scorso del contratto con il gruppo israeliano Rafael Advanced Defense Systems per l’approvvigionamento di 126 lanciatori del sistema controcarro Spike con 800 missili e relativo supporto addestrativo e logistico.

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L’aggiudicazione del contratto segue l’approvazione parlamentare del relativo programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento n. 36/2019 lo scorso novembre, che secondo quanto ivi riportato, parla di 800 missili nella versione “Long Range” ed un supporto logistico integrato per un periodo massimo di 10 anni.

Nello specifico, secondo lo stesso documento, il programma in esame è volto ad equipaggiare ulteriori 9 reggimenti di fanteria che si aggiungono ai 7 (sui 24 previsti) già equipaggiati con 96 sistemi controcarro di terza generazione frutto di precedenti acquisizioni. Come precisato nella scheda tecnica allegata alla richiesta di parere parlamentare, il programma consente di completare la sostituzione “dei vetusti sistemi controcarro a gittata media MILAN la cui vita tecnica terminerà nel 2019” e di quelli a lunga gittata TOW in futuro.

Tali sistemi, sottolinea l’amministrazione proponente nella scheda tecnica allegata all’atto, rappresentano, ad oggi, “l’unica capacità a medio e lungo raggio in servizio nell’Esercito italiano”.

Il pacchetto comprende l’acquisizione di 14 simulatori, di tipo indoor per l’addestramento alle operazioni di lancio e per la verifica costante dell’attività addestrativa (tramite una console per istruttore), ed altrettanti di tipo outdoor per l’espletamento dell’attività didattica in ambienti operativi. Sono, inoltre, previsti specifici corsi addestrativi. Sebbene non sia stato indicato il valore del contratto, il costo del programma presentato in Parlamento, è stimato in 105 milioni di euro ripartito negli esercizi finanziari 2020-2030, spesa che graverà sui capitoli di investimento dello stato di previsione del Ministero della Difesa.

Tale programma deve essere inquadrato nell’ambito della cooperazione internazionale con lo Stato israeliano dove il relativo Ministero della Difesa ha siglato un contratto Foreign Military Service (FMS) USA per l’acquisizione di un sistema integrato per l’addestramento dei piloti d’elicottero basato sull’elicottero Leonardo AW-119Kx, con il supporto logistico della società israeliana Elbit Systems.

 

Munizionamento Guidato

Sebbene il Rapporto 2019 non analizzi gli sviluppi del settore, il 2019 ha rappresentato un periodo di particolare importanza nel programma di sviluppo, test, valutazione e certificazione della famiglia di munizionamento a lunga portata guidato e non-guidato Vulcano da 155 mm, nell’ambito dell’attività congiunta italo-tedesca. In particolare, secondo quanto dichiarato da Leonardo a febbraio 2019, il gruppo ha completato l’attività di sviluppo, industrializzazione e qualificazione della munizione nella versione BER (Ballistic Extended Range) ed il munizionamento è entrato a far parte dell’inventario della Forza Armata che ha ricevuto le prime 170 munizioni a fini valutativi.

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Come riportato dalla stessa denominazione si tratta di una munizione sotto-calibrata non autopropulsa munita di alette stabilizzatrici e capacità multi-impiego da 155 mm con gittata aumentata fino a 50 km.

Tale munizionamento è stato impiegato a scopi operativo-valutativi nel corso dell’attività esercitativa NASR 2019 condotta in Qatar, da parte dei semoventi PzH-2000 ivi schierati in occasione di attività di fuoco presso il poligono di Al-Galail. In aggiunta alla munizione non-guidata BER, la famiglia Vulcano da 155 mm comprende quella guidata o GLR (Guided Long-Range) nelle due sottoversioni IMU/GPS e IMU/GPS + SAL (Semi-active Laser). Entrambe queste ultime sono munizioni anch’esse sotto-calibrate non autopropulse che si caratterizzano per un sistema di navigazione IMU (Inertial Measurement Unit)/GPS (Global Positioning System) accoppiato ad alette canard anteriori (in aggiunta alle alette stabilizzatrici posteriori) a cui s’aggiunge nella versione SAL (Semi-Active Laser), un sistema di guida terminale laser semi-attiva (SAL) per assicurare una precisione chirurgica.

Secondo quanto risulta ad AD, la qualificazione del munizionamento Vulcano guidato GLR (Guided Long-Range) nelle due sotto-versioni appena menzionate, ha visto il completamento degli ultimi test lo scorso novembre.

Secondo un comunicato del gruppo tedesco Diehl, che insieme a Leonardo sta lavorando al completamento delle attività a favore dei due Paesi per la munizione GLR e sotto-versioni (anche navali da 127 mm con l’aggiunta della sotto-versione con sensore IR), la Difesa italiana ha portato a termine con successo anche le attività con il sistema di controllo del fuoco e relativo programma NABK per il munizionamento Vulcano, destinato all’impiego con i semoventi d’artiglieria PzH2000 e pezzi d’artiglieria trainati FH70.

Secondo quanto risulta ad AD, lo studio d’integrazione del Vulcano per il PzH2000 è un’attività in corso e sarà condiviso fra Italia e Germania. Ogni Nazione potrà avere specificità relative ai propri requisiti, come ad esempio l’integrazione con il comando e controllo.

 

Light Utility Helicopter (LUH)

L’altro importante settore in fase di rinnovamento, secondo il Rapporto 2019, è rappresentato dalla componente aeromobili, in particolare grazie ai programmi LUH (Light Utility Helicopter) e NESS (Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta).

Il primo è finalizzato a rinnovare e razionalizzare la flotta degli Elicotteri da Supporto al Combattimento (ESC) dell’E.I., in particolare delle linee A-109, AB-206, AB-205, AB-212 ed AB-412, mediante l’acquisizione di una piattaforma di ultima generazione che permetta di colmare il gap capacitivo dovuto all’obsolescenza e vetustà delle citate linee elicotteristiche ed alleggerire la catena logistica attraverso il principio di unicità delle piattaforme.

Secondo quanto riportato dal Rapporto 2019, la nuova piattaforma è destinata ad operare principalmente in patria ed in contesti operativi a bassa intensità anche con funzioni di ‘addestratore’. L’elicottero prescelto è rappresentato dalla piattaforma AW169M che è stata certificata da ARMAEREO nel settembre 2019. Quest’ultima è già stata acquisita in 22 esemplari dalla Guardia di Finanza in una versione customizzata (4 macchine nella versione addestrativa/operativa basica e le rimanenti nella versione operativa finale) che risulta in fase di consegna, e daiCarabinieri con contratto ed atto aggiuntivo per complessive sette macchine in una versione anch’essa customizzata da consegnarsi a partire da metà 2022.

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Sulla base delle risorse disponibili, nel dicembre 2019, AMAEREO ha assegnato un contratto di valore imprecisato ma stimato in 45 milioni di euro a Leonardo per la fornitura di 2 elicotteri definiti LUH AW-169 in una configurazione “Addestratore Basico Commerciale”, compreso il relativo supporto tecnico-logistico per due anni e della formazione e addestramento del personale di volo e tecnico, nonché l’avvio dello sviluppo del medesimo elicottero nella configurazione “Multiruolo Avanzato” per la Forza Armata.

Nell’ambito della prosecuzione del programma, è stato conferito mandato ad ARMAEREO per il completamento dello sviluppo della configurazione “Multiruolo Avanzato”, e l’approvvigionamento di 15 elicotteri (su un totale complessivo del programma che un precedente documento al Rapporto 2019 specifica in 42 macchine) in quest’ultima versione e del relativo supporto tecnico-logistico per l’importo complessivo di 337 milioni di euro su un periodo di nove anni.

Secondo quanto divulgato, la nuova configurazione in fase di sviluppo dovrebbe soddisfare requisiti già definiti, quali la qualifica dell’elicottero a 5.100 kg al peso massimo alternativo o AGW (Alternate Gross Weight) ed altri auspicabili, senza divulgare ulteriori informazioni. Risulta prevista l’introduzione di pattini per gli elicotteri del medesimo tipo destinati alla Guardia di Finanza ed altri operatori nazionali.

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Tale soluzione ottimizzerebbe l’assolvimento delle missioni condotte dalle attuali macchine tipo ESC dell’E.I. assicurando una maggiore flessibilità operativa. Secondo quanto sommariamente riportato in altra documentazione, la nuova versione dovrebbe essere equipaggiata con un’avionica di missione ‘net-centrica’ in grado di assicurare la compatibilità con la rete e le piattaforme di Forza NEC, mentre per quanto riguarda l’equipaggiamento per la conduzione della missione, l’impiego di un torretta EO/IR come già montata sulle macchine GdF (sistema Leonardo LEOSS) assicurerebbe impiego ognitempo e capacità di ricognizione, sorveglianza ed eventualmente ingaggio anche con sistemi d’arma a guida laser.

A tal riguardo oltre a mitragliatrici brandeggiabili dal vano trasporto, la macchina viene proposta anche con sistema d’aggancio pod esterni con armamento di vario tipo. Infine, una suite di protezione passiva con Radar Warning Receiver, Missile Warning Reicever, Laser Warning Receiver e dispenser per chaff e flare, unitamente a protezione balistica add-on, completerebbe la configurazione.

 

L’elicottero da attacco AH-249

Il Rapporto 2019 evidenzia anche gli ultimi sviluppi del programma NEES (Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta) destinato allo sviluppo, produzione, messa in servizio e supporto della nuova piattaforma per il rimpiazzo dell’elicottero Mangusta che ha raggiunto la saturazione delle capacità di elaborazione dati di missione e presenta segni di obsolescenza, nonché limiti di evoluzione e logoramento operativo.

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Secondo quanto riportato dal Rapporto 2019, l’AH-249 sarà una piattaforma allo stato dell’arte, con potenziate capacità di ingaggio e interoperabilità, che grazie ad un nuovo motore, acquisirà un’elevata autonomia operativa ed una spiccata proiettabilità. Il programma, che è stato assegnato a Leonardo nel gennaio 2017, prevede una prima fase di sviluppo e qualifica di un singolo elicottero prototipico (per attività presso la ditta e completamento entro il 2021) e tre elicotteri di pre-serie (che saranno operativi a seguito dell’aggiornamento alla configurazione finale della macchina) che dovrebbe complessivamente e presumibilmente completarsi nel 2025.

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La seconda è invece destinata alla produzione di ulteriori 45 elicotteri nella configurazione con capacità operativa finale (FOC, Final Operational Capability) della durata di circa 10 anni che comprende anche l’addestramento piloti, manutentori, istruttori nonché un pacchetto di supporto decennale e sistemi di simulazione avanzati. Il Rapporto 2019 evidenziata che la Preliminary Design Review della configurazione IOC è stata completata nel 2019, mentre la Critical Design Review risulterebbe in corso con la definizione degli equipaggiamenti. La disponibilità di fondi ha permesso il conferimento ad ARMAEREO il mandato per avviare le attività tecnico amministrative volte a stipulare un atto aggiuntivo al contratto operante, teso a garantire lo sviluppo della configurazione operativa finale (FOC).

 

Mini APR Strix DF

Nell’ambito della terza dimensione, che ha assunto un ruolo sempre più importante nella protezione delle forze e nel potenziamento delle capacità di sorveglianza ed esplorazione, il Rapporto 2019, ricorda che la Forza Armata annovera, nell’area operativa, il 41° reggimento Cordenons, unità specializzata nella formazione e nell’impiego operativo dei micro e mini-aeromobili a pilotaggio remoto (APR) a favore delle Forze di manovra e di supporto alla manovra.

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Accanto alla prosecuzione delle consegne dei mini-APR Raven DDL (Digital Data Link) Gimbal per un totale di ulteriori 14 sistemi, nel quadro della fase CD&E del programma “Forza NEC”, continua il documento, è stato stipulato l’atto aggiuntivo 2041 con la società Leonardo per la fornitura di sistemi mini APR “medium range” Strix nella versione DF. Secondo quanto risulta ad AD, con rimodulazione dei finanziamenti MISE, si tratta della prima fornitura di sistemi di produzione dopo lo sviluppo, sperimentazione e valutazione della medesima versione customizzata in un lotto iniziale nell’ambito della fase CD&E.

Sviluppato e prodotto dalla società Alpi Aviation ed entrato in servizio nella versione iniziale Strix-A con l’Aeronautica Militare nel 2010, il sistema è evoluto nella versione C e successivamente D, quest’ultima in linea con la Marina Militare (Brigata San Marco).

L’ultimo nato della famiglia di mini-APR con propulsione elettrica dal peso massimo di circa 10 kg, lo Strix DF viene gestito da due operatori (uno per il velivolo e l’altro per la stazione di terra) e vede incrementare significativamente le capacità in termini di autonomia, distanza d’impiego e sensoristica, a cui s’aggiunge un nuovo software di comando e controllo della missione e del payload.

Lanciabile da catapulta e con un’apertura alare di circa 3 metri, la versione DF si caratterizza per una ridotta segnatura acustica (grazie al motore elettrico), radar e visiva, un’autonomia di missione massima di 4 ore e la capacità di operare con vento fino a 20 nodi con un payload intercambiabile multi-sensore stabilizzato su tre assi, che comprende un sensore termico non raffreddato all’ossido di vanadio (VOx) ed un sensore diurno entrambi con zoom, un telemetro/puntatore laser ed un puntatore infrarosso e la capacità di operare e trasmettere immagini in video streaming ad alta risoluzione, fino ad una distanza dalla postazione a terra di oltre 40 km in formato STANAG 4609/4545.

Il sistema in acquisizione comprende tre velivoli e relativi payload intercambiabili, una stazione di terra per la pianificazione, gestione missione e payload basata su due schermi affiancati, nonché sistema di lancio con catapulta (recupero mediante paracadute), batterie, stazione telemetro link di controllo e ricezione dati/immagini, ADS-B, radio-beacon e luci IR.

A questi s’aggiunge un set per il supporto logistico ed uno manutentivo sul campo. Per assicurare capacità net-centriche sul campo di battaglia, il sistema è stato integrato in Forza NEC con la suite hardware/software TC2 del Soldato Sicuro che comprende un dispositivo Larimart basato su touchpad Panasonic FZ-M1 e relativa componente software per assicurare l’interoperabilità attraverso la radio portatile SDR HH Evo. Secondo quanto risulta ad AD, l’acquisizione riguarda due sistemi completi (con tre velivoli ciascuno, relativo C2 e supporto) ed otto suite per l’integrazione con Forza NEC. Il sistema STRIX-DF risulta in fase finale di certificazione all’impiego da parte di ARMAEREO, con le prime consegne previste auspicabilmente entro il 2020.

 

Gli UGV 

Nel settore degli unmanned terrestri o UGV (Unmanned Ground Vehicle), il programma Forza NEC ha portato allo sviluppo dei mezzi TRP2 Combat e TRP3 – NEC, entrambi in fase di omologazione. Il TRP2 Combat è stato concepito per uso tattico in situazioni in cui la presenza umana non è consigliabile. Acquistato in otto esemplari ed inviato dall’EI in Afghanistan armato con una Minimi e con un lanciagranate da 40mm, il TRP2 può essere smontato per essere facilmente trasportato dai soldati, e rimontato sul campo, pronto per il funzionamento in pochi minuti. Un singolo soldato può operare in remoto il TRP2 da una unità di controllo operatore (OCU).

Quest’ultima è un sistema modulare composto da un joy pad, scatola di comunicazione e personal computer ruggerizzato, integrato con le quattro telecamere installate su TRP2 che includono capacità di visione notturna, Pan-Tilt-Zoom (PTZ) e opzione di stabilizzazione per fornire la migliore consapevolezza situazionale. Il TRP2 è elettrico e può raggiungere una velocità massima di 15 km/h. Il TRP3 – NEC è invece un piccolo UGV, leggero, a quattro ruote motrici dotato di sei telecamere day/night che soddisfano i requisiti di ricognizione, sorveglianza, acquisizione target (RSTA) al fine di migliorare la “situational awareness” dell’operatore aumentando la sua sicurezza in quegli ambienti operativi caratterizzati da un rischio elevato per gli utenti.

La piccola dimensione della piattaforma consente ispezioni in aree difficili da raggiungere (canali sotterranei, tunnel, etc.). La piattaforma è in grado di funzionare con qualsiasi orientamento grazie alla sua capacità di ribaltamento. Il TRP3 – NEC può essere impiegato per missioni di ricognizione in modalità occulta grazie al suo bassissimo livello di emissione di rumore. Il sistema consente la comprensione dell’ambiente esterno e la trasmissione dei dati in tempo reale all’operatore e all’Unità di Controllo Operatore (OCU). Quest’ultima può registrare i dati e trasmetterli a un’unità di controllo principale. Il TRP3 – NEC può essere facilmente gestito da un singolo soldato utilizzando un’unità di controllo portatile integrata con un joystick specifico.

 

Intelligenza artificiale e robotica

Secondo quanto riportato nel Rapporto 2019, L’Esercito intende lanciare un programma a largo respiro per acquisire componenti in grado di utilizzare l’intelligenza artificiale per una serie di compiti comprendenti l’analisi omnicomprensiva dei dati, ottimizzazione e velocizzazione dei processi di panificazione, dimensionamento dello strumento con focus inziale sulla funzione di supporto alla mobilità.

Il completamento dell’attività R&D e sperimentazione dovrebbe portare all’acquisizione di due tipologie di sistemi: da una parte veicoli autonomi (RAS) da associare a una ‘piattaforma madre’ o ‘main platform’ ( mezzo corazzato, blindato e leggero) ‘per rendere snella ed efficace la funzione di supporto alla mobilità’; dall’altra software e componentistica basati sull’intelligenza artificiale, ‘ che possa incidere in maniera decisiva sui processi decisionali e sull’analisi e associazione integrata di grande quantità di dati provenienti da fonti differenti.

 

Il Rapporto 2019 evidenzia due altri importanti settori rispettivamente di nuovo sviluppo e potenziamento delle capacità di proiettabilità: la capacità C-UAS e posti comando.

 

 C-UAS

Il Rapporto 2019 evidenzia due altri importanti settori rispettivamente di nuovo sviluppo e potenziamento delle capacità di proiettabilità: la capacità C-UAS e posti comando. La prima (C-UAS, Counter-Unmanned Aerial System) riguarda l’attività legata alla dotazione di sistemi per la protezione delle forze dalla minaccia portata nella terza dimensione da mini/micro aeromobili a pilotaggio remoto.

16_Drone-Dome

Nel rapporto 2018, la Forza Armata evidenziava l’elaborazione di concrete misure atte ad acquisire la capacità di proteggere lo spazio aereo dal sorvolo non autorizzato di droni o APR ostili e nell’ambito del neo-costituito Centro di eccellenza Counter Mini/Micro Aeromobili a Pilotaggio Remoto (CDE C-M/M APR) a valenza interforze presso il Comando Artiglieria Controaerei (COMACA) di Sabaudia di aver ormai concluso la fase di sperimentazione con gli assetti prototipali e i risultati raggiunti tali da configurare una reale capacità operativa – allo stato dell’arte – da attestare al 17° reggimento a c/a “Sforzesca”, al quale sarebbero stati assegnati i primi sistemi counter-UAS che sarebbero stati introdotti in servizio.

Sulla base dalla necessità di proteggere il personale nel corso delle missioni nei teatri operativi, secondo il Rapporto 2019, la Forza Armata si è adoperata per approvvigionare sul mercato anche internazionale, sistemi allo stato dell’arte, al fine di acquisire una minima capacità già entro il primo semestre del 2020 da dispiegare in supporto ai contingenti operanti fuori-area. “Anche l’industria nazionale”, prosegue il documento, “nell’ambito della Forza NEC, sta sviluppando dispositivi che soprattutto in occasione di grandi eventi in Italia, hanno dimostrato l’efficacia contro il volo di droni che hanno violato lo spazio aereo interdetto”.

15_Sistemi antidrone schierati

Un’affermazione quest’ultima che evidenzierebbe la pericolosità di tale minaccia per la sicurezza di tali eventi, nonché l’impiego della medesima e l’efficacia di contrasto dei sistemi sviluppati ed in fase d’evoluzione da parte dall’industria nazionale nell’ambito del programma di Forza NEC.

In occasione della 2a Sessione di Integrazione Operativa (SIO) 2018, tenutasi nell’ultimo trimestre dello stesso anno nell’ambito della campagna di sperimentazione legata al programma Forza NEC, la Forza Armata ha esibito un sistema C-UAS sviluppato nell’ambito della stessa fase CD&E, che secondo quanto dichiarato in occasione della presentazione congiunta con l’industria, si tratta del primo esempio di capacità iniziale in ambito Difesa ed industria nazionale, focalizzata nel caso dell’Esercito per le operazioni fuori area e per la protezione delle FOB (Forward Operating Base), ma che può trovare applicazione anche sul territorio nazionale e quindi per compiti di homeland defence ed in supporto ad altre agenzie, come è già avvenuto nel corso d’importanti eventi nel 2019, ed evidenziato dalla stessa Forza Armata e dalla Difesa. Con un’architettura modulare ed espandibile, il sistema C-UAS, è stato sviluppato dalla Difesa/Forza Armate insieme al gruppo Leonardo, Elettronica e Ingegneria Dei Sistemi (IDS) e si compone principalmente di tre elementi rappresentati dal comando e controllo, sensori ed attuatori (effector).

Sfruttando gli sviluppi industriali nazionali in questo settore, la componente C2 ed integrazione è fornita da Leonardo mentre per quanto riguarda la sensoristica, quest’ultima comprende il radar Black Knight fornito dalla IDS, un sensore EO/IR Janus ed un direction finder di Elettronica (realizzato da quest’ultima per il proprio sistema C-UAS Adrian) mentre nell’ambito degli attuatori, vi sono elementi ‘elettronici’ e ‘cinetici’.

Fra i disturbatori viene impiegato un jammer di Elettronica in grado di operare sulle frequenze radio di controllo e sul sistema di navigazione del drone mentre per quanto riguarda i sistemi ‘cinetici’ viene impiegata la torretta a controllo remoto HITROLE Light di Leonardo che può utilizzare alternativamente mitragliatrici da 7,62 e 12,7 mm o un lanciagranate da 40 mm con munizionamento specificatamente sviluppato per la neutralizzazione dei droni. Secondo quanto risulterebbe ad AD, il sistema è legato al programma pluriennale di A/R n. SMD 03/2017 con finanziamento a livello del Ministero della Difesa che ha avuto l’approvazione parlamentare nel tardo 2017.

Se lo sviluppo della dottrina e dei procedimenti tecnico-tattici d’impiego dei nuovi sistemi è garantito dal neocostituito CDE C-M/M APR ubicato all’interno del Comando Artiglieria Contraerea dell’Esercito con sede a Sabaudia (Latina), secondo i documenti della Direzione Armamenti Terrestri e gli altri compiti istituzionali di quest’ultimo Centro di Eccellenza a livello nazionale, sulla base delle molteplici sperimentazioni e valutazioni sul campo da parte sia del Comando che del Centro su specifici materiali e apparati C/UAS presenti nel contesto nazionale e internazionale, sono stati definiti i requisiti tecnici e tecnico-operativi che hanno portato alla selezione di un nuovo sistema per l’approvvigionamento.

Secondo quanto evidenziato dalla Direzione Armamenti Terrestri, nell’ambito dell’esigenza operativa riguardante ‘l’adeguamento dei sensori elettromagnetici e degli apparati disturbatori con capacità di contrasto alla minaccia mini micro APR’, sulla base della maturità tecnologica e prestazioni generali adeguate, nonché la capacità di soddisfare i requisiti tecnico-operativi fra tutti quelli testati dal Centro, è stato prescelto il sistema ‘Drone Dome’ prodotto dalla società israeliana Rafael Advanced Defence Systems.

Il sistema dovrà essere composto da un sensore passivo a radio frequenze per la scoperta ed identificazione di potenziali minacce, un sensore radar AESA per la scoperta della minaccia, un sensore EO/IR per l’identificazione, tracciamento e classificazione di bersagli multipli, un sistema C4I ed una suite per la neutralizzazione elettronica con jamming. Come evidenziato nell’introduzione, fra i provvedimenti adottati ultimamente dalla Forza Armata, è stato autorizzato l’acquisizione del nuovo sistema sulla base della corrispondenza/congruità dell’offerta e fondi So.Fu.Stra 2018 e 2019 pari a due milioni di euro.

Non sono stati reperiti avvisi d’approvvigionamento del sistema, ma poiché la determinazione a contrarre è del luglio 2019 e vi era un requisito d’urgenza, l’aggiudicazione del contratto sarebbe già avvenuta ed il sistema risulterebbe già in servizio.

 

Posti Comando

Infine, fra i principali programmi di rinnovamento e potenziamento lanciati nel 2019 vi è quello di acquisizione di Posti Comando Digitalizzati standardizzati in grado di assicurare, in particolare per le Brigate ed i regimenti di manovra una capacità C2 campalizzata.

Nel corso del 2019 sono state avviate le attività tecnico-amministrative volte all’acquisizione della componente strutturale di un Posto Comando (PC) di Brigata e di due PC di Reggimento.

Al fine di consentire un’elevata proiettabilità e digitalizzazione delle citate unità, questi posti comando comprenderanno una componente CIS per supportare le funzioni di C2 (sistema di comunicazioni satellitari, radio e networking, sistema di commutazione e distribuzione utenze, ecc.), una strutturale rappresentata dalle tende che soddisfino il requisito di ‘Deployable Rapid Assembly Shelter’ (DRASH), una dedicata all’alimentazione (gruppi elettrogeni di grande capacità) e di immagazzinamento e trasporto (tendostrutture, carrelli e container).

La Forza Armata dispone di un PC di Brigata (T6) e uno di Reggimento (T5) digitalizzati su shelter, sviluppati nell’ambito del programma Forza NEC a cui più recentemente si è aggiunto uno digitalizzato di Reggimento (T5) basato su tende. I primi due sono modulari e rispettivamente basati su nove (di cui tre fissi e sei estendibili) e tre (di cui uno fisso e due estendibili) shelter ISO 20 con rispettivamente 44 e 22 postazioni di lavoro.

Queste ultime utilizzano il sistema SIACCON 2 nella nuova versione ‘advanced’ (ADV) che dialogo con i sistemi SICCONA, C2N-BFSA (C2 Navigation -Blue Force Situational Awareness) e TC2 delle squadre di fanteria, utilizzando i sistemi HCDR (High Capacity Digizited Radio), HF (CNR-2000) e VHF SRT-635/V che è previsto vengano rimpiazzati con la SDR quadicanale di Leonardo, unitamente all’impiego del sistema SDR bicanale VM3.

Il Posto Reggimento digitalizzato su tende è fornito per quanto riguarda la componente di tendostrutture dalla società italiana Ferrino che si basa su tre tipologie di tende (da manovra, supporto logistico ed equipaggiamenti per le comunicazioni, informazioni e commando e controllo) per un totale di circa 194 metri quadrati che possono accogliere fino a 18 posti operatori SIACCON 2 ADV a cui possono aggiungersi in caso di necessità fino a 13 postazioni non classificate e fino a 4 classificate oltre a sei per le comunicazioni con sistemi radio HF, VHF, VHF/EPM, TBT, TACSAT ed UHF nonché antenne SATCOM in banda Ku e Ku/Ka militari/civili su trailer. A questi s’aggiungono i sistemi per la generazione elettrica, condizionamento, riscaldamento e ventilazione su shelter ISO 20’ o carrello di vario tipo, il tutto trasportabile da quattro rimorchi per autocarri ACTL 4×4 SM44.30.

Sempre nell’ambito della fornitura di una capacità di proiezione di PC Comando Digitalizzati, al fine di assicurare la protezione offerta dai nuclei d’impiego Cyber Defence facenti parte del neocostituito Reparto di Sicurezza Cibernetica ed inseriti nella Task Force C4 a supporto dei Comandi schierati nei teatri operativi, la Forza Armata ha avviato l’iter per approvvigionare, a partire dal 2020, dei sistemi SIEM (Security Information and Event Managament). Si tratta dei sistemi capaci di monitorare in tempo reale le reti dei Comandi esposte alle sempre più sofisticate minacce cibernetiche.

A tal riguardo all’inizio del mese di maggio, la DAT ha comunicato che intende procedere all’acquisizione di 4 SIEM definiti ‘tattici’ da usare in Posti Comando in operazione, comprensivi di corsi di formazione e pacchetti per analisi forense per completare le funzionalità dei SIEM, di caratteristiche analoghe o superiori ai sistemi già acquisiti.

 

Sicurezza Cibernetica

 Nel quadro del progetto teso a potenziare le capacità di Difesa Cibernetica proiettabili dell’Esercito appena menzionate, il Rapporto 2019 sottolinea il lavoro svolto del Reparto di Sicurezza Cibernetica (RSC), che ha il compito di approntare ed enucleare assetti modulari e scalabili, formati da personale altamente specializzato (operatori di sicurezza cibernetica) e dotato di materiali peculiari, volti a esprimere la capacità di Difesa Cibernetica nel quadro delle operazioni all’estero, anche a supporto delle Cellule Operative del Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche (CIOC).

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Costituito il 10 settembre 2018 presso il Comando Trasmissioni di Roma e caratterizzato da capacità autonoma di addestramento ai sistemi peculiari, grazie all’impiego del Laboratorio Addestrativo per la Difesa Cibernetica (LADC) situato presso il medesimo Reparto di Sicurezza Cibernetica.

Quest’ultimo, inglobante anche gli specialisti assegnati ai nuclei di cyber security già attivi presso i reggimenti trasmissioni di supporto alla manovra, ha conseguito la Initial Operational Capability (IOC) il 20 giugno 2019 ed è previsto che raggiungerà la Full Operational Capabilty (FOC) entro il primo semestre di quest’anno.

 

VBA e VCC

Il Rapporto 2019 della Forza Armata evidenzia altri quattro programmi prioritari per il futuro sia delle componenti dei mezzi blindati e corazzati sia di quelle dei mezzi leggeri multi-impiego. Guardando al prossimo futuro, il documento affronta il tema dei programmi per un nuovo veicolo blindato anfibio (VBA) ed un nuovo velivolo corazzato da combattimento (VCC). Il primo prevede l’acquisizione a favore sia dell’Esercito che della Marina di una famiglia di mezzi anfibi per un totale, secondo quanto risulta ad AD, di 135 mezzi (58 per l’Esercito, 58 per la Marina e 19 Genio) caratterizzata dalla capacità di combattimento in scenari ad alta intensità, grazie alla notevole mobilità, ai livelli di protezione ed una versatile capacità di ingaggio.

Il documento fornisce i principali elementi sulle diverse configurazioni ed in particolare quella ‘troop carrier’ per il trasporto di un’intera squadra fucilieri, ‘combat’ con torretta da 25/30 mm, posto comando, recovery e porta mortaio, quest’ultima per assicurare un immediato supporto di fuoco nelle prime fasi di uno sbarco anfibio.

18_VBA

Secondo quanto risulterebbe ad AD, la piattaforma in considerazione sarebbe basata sull’ACV (Amphibious Combat Vehicle), sviluppata da Iveco DV a partire dal progetto Superav 8×8, proposto da BAE Systems (quale capocommessa) con successo all’USMC, in una versione customizzata per le esigenze della Difesa italiana, con torretta remotizzata ed armamento da 30 mm rappresentati dallo stesso binomio offerto per il VBM EVO per la versione Combat. Il programma per il nuovo VCC è invece destinato nel lungo termine allo sviluppo ed acquisizione di una nuova piattaforma per la fanteria pesante, incluse le versioni speciali.

Per far fronte ai forti impegni economici richiesti dal rinnovamento generalizzato, la Difesa e la Forza Armata stanno esplorando soluzioni di cooperazione internazionale, con paesi che hanno similari requisiti. A tal riguardo occorre menzionare che l’Italia guida nell’ambito delle iniziative PESCO, il programma ‘Armoured Infantry Fighting Vehicle/Amphibious Assault Vehicle/Light Armoured Vehicle’, insieme a Grecia e Slovacchia, lanciato nel 2018. Destinato secondo il Rapporto 2019 al rimpiazzo del Dardo con una richiesta per 661 veicoli, il nuovo mezzo dovrà essere caratterizzato da un generale miglioramento delle capacità in termini sopravvivenza, protezione, precisione e letalità d’ingaggio nonché comando e controllo.


Nuova autovettura da ricognizione

L’Esercito deve rimpiazzare in via graduale l’attuale parco sia di autoveicoli AR90 Land Rover Defender 90 che di mezzi multiruolo VM90, con veicoli di moderna concezione e flessibilità operativa in grado di essere impiegati sia per compiti sul territorio nazionale in missioni anche duali sia in teatri operativi a bassa intensità.

Nel 2019 è stato conferito mandato alla DAT di approvvigionare i primi 240 veicoli (su un totale di 2400 nei prossimi 5/7 anni) in due configurazioni, leggera e standard, destinati a rimpiazzare gli autoveicoli AR90 ed essere distribuiti a tutte le unità dell’Esercito nel triennio 2020-2022, al fine di soddisfare prioritariamente le note criticità connesse alle attività di concorso alle operazioni di Pubblica Sicurezza.

Il programma che ha dato seguito alla gara, i cui contendenti dovevano inviare le rispettive proposte entro la fine dello scorso gennaio, per un primo approvvigionamento di 210 autovetture (di cui 200 in configurazione ‘leggera’ e 10 ‘standard’) ed un ulteriore lotto opzionale di altrettanti veicoli, specifica che i medesimi dovranno essere di specifica derivazione commerciale del segmento delle vetture da fuoristrada per una mobilità ‘all-terrain’.

La nuova autovettura da ricognizione dovrà avere le seguenti caratteristiche generali: flessibilità e versatilità maggiori rispetto all’attuale in servizio, mediante spazi interni e capacità di carico incrementati per almeno 5 militari equipaggiati e con adeguato comfort; protezione del personale, mediante griglie antisfondamento amovibili per i cristalli, protettive e fisse per i fari; sistemi di comando e controllo (C2) e CIS (Communication and Information Systems); trasportabilità con vettori strategici; elevata affidabilità e semplicità di manutenzione. La gara del valore complessivo stimato in 12,2 milioni di euro, specifica anche la richiesta di 210 pacchetti di assistenza tecnica della durata di 6 anni o 150.000 km nonché tre corsi guida off-road e per manutentori.

Come anticipato, il nuovo veicolo viene richiesto in due configurazioni: ‘leggera’ o base derivata come equipaggiamento dal segmento commerciale e ‘standard’. Quest’ultima deve incorporare gli equipaggiamenti per impieghi militari come gancio traino, vericello, impianto di riscaldamento supplementare tipo Webasto, la predisposizione per la protezione del personale e per l’imbarco di equipaggiamenti C2 e CIS.

In particolare, la versione ‘standard’ dovrà avere le predisposizioni per una radio AN/PRC-152A(V)4(C) con relativa antenna e tablet dedicato, nonchè una auxiliary power unit (APU) ricaricabile dall’alternatore che consenta di operare a motore spento e con gli apparati di comunicazione per almeno 6 ore.

Fra i requisiti del veicolo, alimentazione a gasolio con cilindrata inferiore/uguale a 3000c, potenza superiore a 100 kW, rispetto della normativa antinquinamento, cambio automatico, trazione integrale, marce ridotte, ABS, ESP, peso massimo inferiore a 3,5 ton e carico utile superiore a 800 kg per la versione ‘standard’ che può trovare posto nel vano carico con copertura rigida/hard top o vetrata rimovibile.

Non sono state divulgate informazioni sui contendenti, ma fra questi ci si aspetta vi sia il gruppo FCA che nel suo portafoglio prodotti dispone del modello Wrangler J8 per specifiche esigenze governative o militari.

 

Nuovo Veicolo Multiruolo della Difesa (VMD)

Destinato a rimpiazzare il VM 90, il nuovo Veicolo Multiruolo della Difesa (VMD) sarà un mezzo con elevate doti di versatilità ed ergonomia che permetteranno l’impiego del veicolo sia sul territorio nazionale sia nei teatri operativi a bassa intensità. Grazie alla sua derivazione strettamente “commerciale”, potrà essere utilizzato alla stregua di veicoli furgonati, combinati e ambulanza. Secondo quanto riportato dal Rapporto, l’industria nazionale ha presentato già alcune soluzioni che potrebbero rispondere al requisito.

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È verosimile che i nuovi VMD possano equipaggiare i reparti dopo il 2020. Sono pertanto ancora previsti piccoli approvvigionamenti di Veicoli Multiruolo di vecchia generazione (VM90) che comunque restano di estrema utilità in tutte le attività che la Forza Armata conduce sul territorio nazionale, soprattutto nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”.

Sviluppato sulla base dell’esperienza accumulata nel settore dei veicoli leggeri ed in particolare grazie al successo commerciale del predecessore M40E15-WM o VM90, che è stato venduto in oltre 18.000 esemplari in tutto il mondo negli ultimi 30 anni, il nuovo MUV (Military Utility Vehicle) è stato sviluppato per soddisfare requisiti militari fruttando gli sviluppi e componenti del settore commerciale. Con tre opzioni di peso massimo fino a 7 tonnellate (3.5 – 5.5 e 7), il MUV è stato progettato per offrire un carico utile massimo di 4 tonnellate e viene offerto anche per uso civile.

Le configurazioni Van e con cabine equipaggio (singole e doppie) sono progettate per soddisfare ogni possibile esigenza, con un carico massimo trasportabile di 2 + 14 persone con equipaggiamento.

L’offerta è ampia e diversificata per soddisfare una vasta gamma di missioni diverse. Può essere equipaggiato con una scelta di motori FPT Industrial che soddisfi i requisiti EURO VI e che producano 175 CV od EURO III che generino 146 CV o 175 CV.

20_MUV

I motori sono appositamente progettati per funzionare in ambienti difficili, comprese temperature estreme che vanno da -32 ° C a + 49 ° C. Possono essere accoppiati con cambio manuale a sei marce FPT o automatico a otto marce. La mobilità è migliorata da una trasmissione 4×4 permanente con differenziale anteriore/posteriore bloccabile, nonché dal sistema di sospensioni anteriori indipendenti con barra di torsione, che garantisce mobilità, maneggevolezza e affidabilità fuori strada. ESP e ABS migliorano ulteriormente le prestazioni e sono disponibili anche opzioni runflat.

L’impianto elettrico è progettato sia per uso civile che militare, con circuiti a 12V e 24V e una doppia batteria. Sono stati installati prese e sistemi di blackout conformi alla NATO. Il MUV è disponibile sia con guida a destra che a sinistra in sei diverse configurazioni di passo, da 3080 mm a 4175 mm. Il risultato è un veicolo estremamente mobile e agile, in grado di operare su una vasta gamma di terreni e climi impegnativi. Altre caratteristiche includono un alto livello di pendenza su pendii ripidi estesi, nonché la capacità di guadare corsi d’acqua con profondità di 650 mm.

 

Assetti sanitari Role 2

 Nel Rapporto 2018, l’Esercito ha evidenziato la necessità di completare la dotazione dei 4 Reparti di Sanità con l’approvvigionamento di assetti sanitari o MTF (Medical Treatment Facility) Role 2. Le MTF sono strutture per il trattamento medico, in pratica strutture modulari caratterizzate da livelli diversi di mobilità che si differenziano sulla base delle tipologie di trattamento sanitario che le stesse sono in grado di esprimere.

Si tratta in pratica di ospedali da campo da impiegare a supporto alle operazioni fuori dal territorio nazionale, e in virtu’ delle loro capacità duali, che possono essere proficuamente utilizzati anche in situazione di emergenza, negli interventi di soccorso per pubbliche calamità come è avvenuto nel corso dei tragici eventi che hanno caratterizzato la storia del nostro paese, ultimo caso la pandemia attuale.

21_nuovo ospedale Role 2 Basic

Nel caso dell’MTF Role 2 (Initial Surgery Response Capability), tali strutture sono dotate delle capacità di eseguire interventi chirurgici in aggiunta alle attività di triage dei feriti, di rianimazione e di trattamento del trauma ovvero damage control surgery (DCS). Esistono due tipi di MTF Role 2: Basic (Role 2B) e Enhanced (Role 2E), le quali fanno riferimento alle capacità cliniche esprimibili. In particolare, la Forza Armata, secondo quanto indicato nel Rapporto 2018, ha evidenziato un programma per l’approvvigionamento di quattro MTF Role 2B, costituito da 7 moduli (emergenza e accettazione, chirurgia, diagnostica, ricovero, terapia intensiva, rifornimento farmaci e materiale sanitario, direzione) e due MTF Role 2E.

Questi ultimi, ai moduli Role 2B, aggiungono il laboratorio analisi, la farmacia, il ricovero con almeno 20 posti letto, isolamento, odontoiatria, gestione della salute mentale. Nell’ottobre 2019, l’Esercito ha lanciato il programma per l’acquisizione dei quattro Role 2 Basic con un diverso pacchetto di moduli, scegliendo quale ente per la gestione della gara l’Agenzia di supporto e approvvigionamento della NATO o NSPA (NATO Support and Procurement Agency) che sulla base delle offerte ha annunciato lo scorso 23 aprile che il contratto del valore di circa 5 milioni è stato assegnato alla società italiana RI Group.

Tale contratto prevede la fornitura da parte della società pugliese di un MTF od ospedale da campo Role 2B completamente attrezzato con l’opzione contrattuale per la realizzazione degli altri 3 MTF dello stesso tipo. Come si evince dal programma, quest’ultimo è nato prima dell’attuale pandemia e quindi la consegna alla NSPA della prima struttura era prevista per l’inizio del 2021.

Su richiesta delle autorità, la società pugliese RI Group che ha una vasta esperienza nel settore delle forniture di soluzioni implementabili nei teatri operativi, sia alle Forze Armate ed istituzioni nazionali che a clienti esteri fra cui la NATO e l’ONU, ha dato la propria disponibilità per accelerare i tempi e consegnare l’MTF previsto entro la fine del 2020.

Ciò al fine di poter supportare con una maggiore capacità di risposta le esigenze emergenziali odierne e future. Vista l’emergenza in essere e la durata delle medesima per i prossimi mesi avvenire e potenzialmente nel prossimo futuro, secondo quanto risulta ad AD, su mandato della Forza Armata, la NSPA avrebbe già esercitato l’opzione per il primo MTF addizionale, assegnando un contratto del medesimo valore del primo lo scorso 30 aprile. Il requisito prevede strutture basate su shelter interconnessi e tende, suddivisi in un’area di triage, pronto soccorso, laboratori di raggi X e ultrasuoni, una sala di preparazione chirurgica, aree di operazione e ricovero, una farmacia e altre funzioni mediche necessarie.

Secondo quanto risulta a AD, l’MTF Role 2 Basic prescelto comprende 8 tende da circa 50 m² e 9 shelter ISO 20 1C, di cui tre e due vengono rispettivamente affiancati per creare le aree per l’attività operatoria e la radiologia. Una peculiarità del complesso fornito dalla società RI Group è rappresentata dalla capacità del medesimo di essere elitrasportabile con elicotteri CH-47 ed aviotrasportabile con velivoli C-130J o più grandi. Queste nuove strutture andranno a potenziare il materiale già in servizio con la Forza Armata, impiegabile sia per compiti fuori-area che per operazioni a favore della comunità.

 

Altri assetti e supporti sanitari

Nel frattempo, per soddisfare le esigenze immediate, al fine di fronteggiare le particolari esigenze emergenziali connesse all’epidemia in corso, in aggiunta all’arruolamento temporaneo di medici ed infermieri militari, funzionari tecnici per la biologia, la chimica e la fisica presso le strutture sanitarie militari, il Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 (“Cura Italia”) prevede anche l’autorizzazione per l’anno 2020 alla spesa di 34,6 milioni di euro per il potenziamento dei servizi sanitari militari e per l’acquisto di dispositivi medici e presidi sanitari mirati alla gestione dei casi urgenti e di bio-contenimento, oltre a fondi addizionali per la produzione contingente di presidi sanitari e medicinali da parte  dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.

In particolare, fra questi interventi sono previsti 20 milioni di euro per due ospedali da campo Role 2 indicati come ‘advanced’ con capacità di 12 posti letto in terapia intensiva e 10 posti letto in terapia ordinaria di reparto, 4 milioni di euro per l’approvvigionamento di n. 4 moduli aggiuntivi da associare ai Role 2 già disponibili, 0,9 milioni di euro per n. 6 ambulanze di bio-contenimento, 1,5 milioni di euro per l’acquisto di 10 sistemi di trasporto isolati aviotrasportabili e 10 per l’elitrasporto nonché 3 camere di isolamento campale. Grazie a tali fondi ed esigenze, in particolare legate ai moduli aggiuntivi da associare ai Role 2 già disponibili, l’Ispettorato Generale della Sanità Militare (IGESAN), ha richiesto, con indilazionabile urgenza, di procedere all’approvvigionamento di nr. 3 unità di terapia intensiva da 6 posti letto, sfruttando materiali d’immediata disponibilità e consegna prevista non superiore a 40 giorni. Secondo quanto risulta ad AD, si tratta di shelter campali estendibili, il cui iter acquisitivo dovrebbe essersi già concluso.

 

Mezzi ‘dual use’

A seguito degli eventi calamitosi che hanno colpito l’Italia nel 2017, senza dimenticare i numerosi precedenti e quelli successivi che ogni anno stanno flagellando la nostra penisola, nel corso dell’esercizio finanziario 2017, è stato avviato un programma finalizzato alla ricostituzione del parco mezzi dell’Arma del Genio, ad elevata mobilità (fuori-strada, all-terrain) e speciali (automezzi/macchine speciali, autorifornitori, mezzi antincendio, etc.). In attuazione dell’articolo 41 comma 4 del decreto-legge 24 aprile 2017 n. 50, con decreto del Dipartimento della Protezione Civile n. 3752 rep. 29.09.2018, è stata approvata la proposta progettuale presentata dal Ministero della Difesa per l’acquisto e la manutenzione dei mezzi occorrenti per le operazioni di concorso alla popolazione civile.

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In tale ambito, in particolare per quanto riguarda i mezzi pesanti e speciali con contratto n. 2008 del 20.12.2018 siglato con Iveco Defence Vehicles, si è provveduto all’acquisizione di una prima tranche di 11 autocarri tattico logistici SM 88.45 APS 8X8 pianale scarrabile (APS) di cui uno in opzione, 7 autocarri tattico logistici SM 66.40 ACTL 6×6 botte acqua 8000 litri, 7 autocarri tattico logistici SM 66.40 ACTL 6×6 cisterna carburante 8000 litri di cui una in opzione e 30 veicoli multiruolo VM90T3.

Nel corso della seconda metà del 2019 e più specificatamente a settembre e dicembre la DAT ha assegnato nuovi contratti ad Iveco DV per le medesime finalità. In aggiunta ai contratti n. 2039 e 2047 del settembre scorso, riguardanti l’esercizio delle opzioni del contratto n. 2008 del 2018 e più precisamente riguardanti rispettivamente due autocarri tattici logistici (un SM 88.45 APS 8X8 pianale scarrabile (APS) ed un SM 66.40 ACTL 6×6 cisterna carburante 8000 litri) e 20 veicoli multiruolo VM90T3 nonché un autocarro tattico logistico Autogru SMH 88.45 BAT (8X8) con gru TCM C300 (M200/1), il contratto di fine anno rappresenta il più sostanzioso apporto alle capacità della Specialità. In particolare, il contratto n. 2078 del valore di 45,5 milioni di euro riguarda ben 31 Autocarri Tattico Logistici 4X4 SM 44.31 BAD cassone fisso centine e telone, più 69 in opzione, 45 Autocarri Tattico Logistici 8X8 SMH 88.45 APS con pianale scarrabile, più 35 in opzione,  33 Autocarri Tattico Logistici 6×6 SM 66.40 ACTL con Botte Acqua da 8000 litri oltre a 17 in opzione, 31 Autocarri Tattico Logistici 6×6 SM 66.40 ACTL Cisterna Carburante da 8000 litri (+19 in opzione) e 10 Autocarri Tattico Logistici 8X8 SMH 88.45 ACTL con Gru fino a 30t (+ 5 in opzione).

Grazie a quest’ultimo ed alle relative opzioni, il Genio dell’Esercito potrà continuare a dare un indispensabile contributo, sfruttando le proprie capacità ed esperienze acquisite sul campo.

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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