Missile aria-aria a lungo raggio R-37M per i caccia Sukhoi Su-35

Come annunciato nell’agosto del 2018 sono iniziati i voli di prova dei caccia Sukhoi Su-35 con i missili aria-aria a lungo raggio Vympel R-37M (Codice NATO: AA-X-13/AA-13 Arrow), noto anche come RVV-BD – Raketa Vozduh-Vozduh Bolshoy Dalnosty; lo hanno riferito fonti del complesso militare-industriale al quotidiano Izvestia.

Il lancio di prova dei missili è previsto entro la fine di quest’anno ma nel frattempo si lavora alla compatibilità strutturale ed elettromagnetica dell’arma con le apparecchiature del Su-35.

Questa versione avanzata dell’R-37 (il cui progetto risale alla metà degli anni ’80) è in grado di colpire bersagli aerei ad alta velocità potendo accelerare nella fase finale di volo fino a Mach 6.0 su una distanza massima che dipende dal profilo d’impiego: 150 km per un lancio diretto e fino a 300 km per un lancio ad alta quota e inoltre può ingaggiare bersagli da qualsiasi altitudine compresa tra 15 e 30.000 metri.

L’R-37M che nasce per sostituire il predecessore R-33 AA-9 “Amos” (arma principale del MiG-31), è lungo 4,15 metri ha un diametro di 38 centimetri ed il suo peso stimato è di circa 510 chilogrammi di cui 60 Kg di testata a frammentazione; il suo sistema di guida è inerziale con aggiornamento via data link e sensore radar Agat 9B-1388RS a doppia frequenza in modalità semiattiva e modalità attiva nella parte finale della traiettoria.

Contrassegnato dal classico schema aerodinamico l’R-37M è munito di 4 ali corte lunghe 72 cm e 4 alette di coda pieghevoli per poter essere alloggiate in posizione semiannegata sui caccia intercettori MiG-31BM; scopo principale dell’arma neutralizzare principalmente gli aerei AWAVS, da ricognizione elettronica e posto di comando della NATO come gli E-3, E-8, EC-130 e RC-135.

Considerando che questo missile era nato principalmente per la più moderna versione del caccia intercettore russo per eccellenza, il MiG-31BM e conseguentemente per sostituire i vecchi R-33 in dotazione e che successivamente si è deciso anche di equipaggiare il caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57, il Su-35 diverrebbe così il terzo velivolo a poter adottare quest’arma a lungo raggio grazie all’ausilio del potente radar di cui è equipaggiato che gli consente di utilizzare efficacemente i missili con una tale portata.

«La nuova arma aumenterà in modo significativo le caratteristiche e le capacità di combattimento dei Su-35 – ha affermato l’ex comandante della 4a Armata militare, Eroe della Russia, tenente generale Valery Gorbenko – questo gli permetterà di assolvere una vasta gamma di compiti in vari tipi di operazioni militari, sia offensive che difensive; ma soprattutto i Su-35 saranno in grado di colpire aerei AWACS, bombardieri, aerei tattici, etc. e in ogni caso, sarà molto più difficile per il nemico sfuggire a tali missili: avranno pochissimo tempo per manovrare dal momento in cui verrà rilevata la minaccia in grado di raggiungere Mach 6.

Un Su-35 sarà così in grado di trasportare da due a quattro RVV-BD che lo avvicineranno nelle capacità di combattimento al Su-57 – ha proseguito Gorbenko – e con una portata massima di oltre 200 km quest’arma supera ampiamente per capacità i moderni modelli di missili aria-aria AIM-120 americani che sono il principale armamento del combattimento aereo a lungo raggio degli aerei NATO, e supera di due volte anche quello del’R-77, il missile aria-aria a lungo raggio di cui sono equipaggiati i nostri Su-35.»

Secondo alcuni analisti militari infine, non è da escludere che entro il 2025 si possa provvedere all’implementazione dell’R-37M anche sui nuovi caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM.

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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