Qualche perplessità sul video del pilota russo abbattuto in Libia

Uno dei Mig 29 russi da alcuni mesi giunti in Libia in supporto all’Esercito Nazionale Libico (LNA) del generale Khalifa Haftar, sarebbe stato abbattuto da un caccia non identificato.

E’ quanto si evince dal video diffuso da diversi social media del pilota che in lingua russa racconta (davanti al suo paracadute dispiegato al suolo, al casco e all’equipaggiamento di volo) di essere stato abbattuto a circa 45 chilometri dalla sua base, non specificata, dove stava rientrando. Il pilota aggiunge di essersi lanciato da 700 metri di quota, di essere atterrato duramente col paracadute in una zona sassosa e di attendere i soccorsi.

 

Il video, girato con uno smartphone, in una seconda registrazione mostra un elicottero Mil Mi-24 apparentemente giunto a soccorrere il pilota e che dalla colorazione mimetica potrebbe appartenere all’LNA.

L’elicottero però viene ripreso mentre si avvicina e poi si allontana al rilievo in cui si trova il pilota che nel video, ambientato in una zona desertica, non mostra né il relitto del suo caccia né fumo all’orizzonte che possa indicare l’impatto al suolo del Mig anche se il pilota sostiene sia caduto a due o trecento metri da dove lo ha fatto atterrare il paracadute.

EhYeYEDXcAAp-PqIl video inoltre è stato postato dopo un rudimentale montaggio di due riprese diverse e dopo aver oscurato il viso del pilota che negli ultimi secondi inquadra il suo stesso volto.

Difficile quindi verificare l’attendibilità del video che potrebbe indicare il primo abbattimento di un caccia russo un Libia anche se il pilota non ha specificato se è stato colpito da armi lanciate da terra o da un altro velivolo.

L’aspetto curioso (e che lascia qualche dubbio) è che il video rappresenterebbe la conferma della presenza di piloti e velivoli russi fornita proprio da un pilota russo e che Mosca ha sempre negato.

Certo, i velivoli russi in Libia sono stati da tempo segnalati e documentati con video e immagini diffuse dal comando statunitense per l’Africa (AFRICOM), che ha riferito la presenza di almeno una ventina tra Mig 29 e Sukhoi Su-24 riverniciati e privati delle insegne nella base russa in Siria di Hmeimim e poi inviati a Tobruk (base di al-Khadim) e al-Jufra a supporto dell’LNA in concomitanza col ritiro delle forze di Haftar dalla Tripolitania.

L’ipotesi è che i cacciabombardieri siano gestiti da piloti della società militare privata Wagner che schiera sul terreno al fianco dell’LNA due o tre mila contractors, dislocati anche sulla linea del fronte tra Sirte e Jufra con veicoli blindati e sistemi di difesa aerea Pantsir S-1.

Resta tuttavia curioso che un pilota russo, anche se “mercenario”, abbia realizzato il video del suo post abbattimento proprio il giorno dopo che il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, in conferenza stampa a Damasco, ha ribadito che le dichiarazioni sull’uso della Siria da parte della Russia per il trasferimento di truppe in Libia “non sono supportate dai fatti”.

“Per quanto riguarda la Libia, voglio ribadire quello che ho detto più volte: sia in Libia che in altri Paesi ci sono continue accuse contro la Federazione Russa ma non c’è mai stato presentato alcun fatto”, ha dichiarato ieri Lavrov.

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Possibile che un pilota militare russo, in servizio o assoldato dalla compagnia Wagner, sia stato autorizzato a postare sui social un simile video con l’unica precauzione di oscurarsi il viso?  Possibile che lo abbia fatto su iniziativa personale dal momento che sarebbe stato subito facilmente identificato dai suoi superiori?

Domande che dovrebbero indurre a non escludere che possa trattarsi di un video “costruito” dagli avversari di Haftar o dai rivali della Russia per esigenze legate alle Operazioni Psicologiche (Psy Ops) e alla propaganda, tesa a dimostrare che i russi mentono e non sono invincibili.

@GianandreaGaian

PS: Successivamente è emerso che il video riguardava una esercitazione e non aveva attinenza col conflitto libico. 

Immagini: Youtube, Twitter/Fighter Bomber e  CSIS/AFRICOM

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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