Massicce intrusioni di aerei cinesi ai limiti dello spazio aereo di Taiwan

Almeno 15 aerei militari cinesi hanno sorvolato ieri la zona d’identificazione aerea di Taiwan: si tratta di 12 caccia, due aerei anti-sommergibili e un aereo di ricognizione secondo quanto denunciato dal ministero della Difesa di Taipei.

È il secondo giorno consecutivo che i velivoli di Pechino, fra cui anche caccia e bombardieri, compiono intrusioni su vasta scala nei pressi dell’isola: il 23 gennaio le autorità taiwanesi ne avevano identificati 13.

In entrambe le occasioni, le forze armate di Taiwan hanno fatto decollare i propri caccia F-16 per sorvegliare e scortare i velivoli cinesi, che comunque non hanno attraversato la linea mediana che divide lo Stretto di Taiwan. Quella di ieri è la 20ma incursione aerea di Pechino nell’area dall’inizio dell’anno. Pechino del resto ha intensificato la pressione militare su Taiwan anche con attività navali, fin dallo scorso settembre.

Secondo la maggior parte degli osservatori, con questi raid il governo cinese vuole mandare un messaggio di disappunto all’amministrazione Biden, che non sembra disposta ad abbandonare la linea di confronto duro con la Cina inaugurata da Donald Trump. Pechino ha voluto con ogni probabilità rispondere anche allo schieramento nel Mar Cinese meridionale del gruppo d’attacco della portaerei USS Theodore Roosevelt, completato ieri. In una nota pubblicata il 23 gennaio, il governo statunitense ha esortato i cinesi a cessare di intimidire Taiwan e a impegnarsi nel dialogo con i governanti taiwanesi.

Pechino si è sempre opposta alla presidente taiwanese Tsai Ing-wen, accusata di portare avanti un’agenda indipendentista. Il regime cinese considera Taiwan una provincia ribelle, e non ha mai escluso di riconquistarla con l’uso della forza.

In un discorso pronunciato il 2 gennaio 2019, il presidente cinese Xi Jinping ha invitato il popolo di Taiwan ad accettare il fatto che l’isola “deve e sarà” riunificata con la Cina. Il leader cinese ha fatto appello a una riunificazione pacifica in base al principio “un Paese, due sistemi”, ma ha ammonito che Pechino si riserva l’uso della forza per raggiungere l’obiettivo.

La scorsa settimana, Wang Yang, membro del Comitato permanente del Politburo, ha ribadito lo stesso concetto spiegando che la Cina userà la sua forza politica ed economica per contenere le forze pro-indipendentiste di Taiwan.

 (con fonte Asianews)

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