Nel Mar Cinese meridionale la portaerei Queen Elizabeth evita di sfidare Pechino

 

 

Il Carrier Strike Group guidato dalla portaerei britannica Queen Elizabeth ha evitato di navigare vicino alle isole e gli atolli contesi del Mar Cinese meridionale occupati dalla Cina. Lo ha rivelato il 4 agosto il ministero degli Esteri cinese che aveva ammonito la flotta britannica: Pechino avrebbe considerato un passaggio entro le 12 miglia nautiche (il limite delle acque territoriali) come una violazione della sua sovranità.

Le unità navali di Londra hanno lasciato la regione il 2 agosto, entrando nel Mar delle Filippine. Rimarranno in Asia orientale fino al termine dell’anno per esercitazioni con unità navali di Stati Uniti, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Francia.

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La HMS Queen Elizabeth e il suo gruppo navale è partita dal Regno Unito in maggio, dopo il transito e la permanenza nel Mediterraneo dove i suoi aerei hanno operato sull’Iraq, ha attraversato Suez e il Mar Rosso per prendere parte nell’Oceano Indiano ad una esercitazione con la Marina Indiana in luglio. Dal primo agosto ha attraversato lo Stretto di Luzon, a sud di Taiwan e dopo le esercitazioni in programma questo mese l’ammiraglia della Royal Navy è attesa in Giappone.

Finora solo gli Usa hanno contestato in modo diretto le pretese territoriali della Cina nel Mar Cinese meridionale. Secondo il South China Morning Post, dal 2015 le navi da guerra statunitensi sono penetrate più di 40 volte entro 12 miglia da isolette e barriere coralline che i cinesi hanno trasformato in avamposti militari in violazione al diritto internazionale.

Del resto Pechino rivendica quasi il 90% dello specchio d’acqua, una posizione contestata da Filippine, Vietnam, Malaysia, Taiwan, Brunei e in parte Indonesia, che hanno il sostegno di Washington. Nel 2016 la Corte internazionale di arbitrato dell’Aia ha definito “senza basi” le rivendicazioni cinesi.

Anche la Francia invia con regolarità proprie unità militari per affermare la libertà di navigazione nel Mar Cinese meridionale. Come i britannici, i francesi si tengono però a distanza dalle isole controllate dalla Cina. Lo stesso farà la fregata tedesca Bayern, quando in dicembre solcherà le acque contestate. Secondo diversi osservatori, i tre Paesi europei cercano un difficile equilibrio tra le richieste di cooperazione in chiave anti-cinese degli Stati Uniti e la volontà di non guastare i rapporti commerciali con la Cina.

Lo stesso 4 agosto il governo indiano ha annunciato che per i prossimi due mesi una squadra navale sarà schierata nel Mar Cinese meridionale e nel Pacifico occidentale con l’obiettivo di allargare i legami di sicurezza con Paesi amici. Un segnale importante della volontà indiana di giocare un ruolo maggiore nel contenimento navale della Cina peraltro espresso più recentemente anche in occasione delle prove in mare della nuova portaerei Vikrant.

L’annuncio di Delhi è giunto in concomitanza con l’accordo tra India e Cina sul ritiro delle rispettive truppe dalla valle di Galwan, al confine tra il Ladakh indiano e l’Aksai Chin cinese, l’area è stata teatro la scorsa estate di duri combattimenti tra le due potenze confinanti.

(con fonte AsiaNews e Agenzia Nova)

 

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