Sanzioni contro la Russia: Belgrado guarda ai Rafale per sostituire i Mig 29

 

 

La Russia continua a perdere posizioni sul mercato delle armi e persino la Serbia, uno degli storici paesi amici nel continente europeo che non ha aderito alle sanzioni e che acquista armi da Mosca sin dai tempi dell’URSS, avrebbe iniziato a tentennare a causa delle attuali avversità.

Invece dell’acquisto di caccia russi di cui si discuteva dall’anno scorso, la Serbia sembrerebbe intenzionata ad acquisire infatti i francesi Rafale (già scelti dalla Croazia), come ha annunciato il Presidente Oleksandr Vučić. Secondo Vučić infatti è diventato impossibile operare coi MiG-29 russi, l’ultimo lotto dei quali la Serbia lo ha ricevuto nel 2017.

«Non si può importare praticamente nulla che abbia a che fare con scopi militari dalla Russia» – ha spiegato il leader serbo aggiungendo che nonostante le difficoltà con le forniture russe la Serbia intende continuare a modernizzare le proprie Forze Armate. Il budget militare per il 2023 – sempre secondo Vučić che si è espresso in occasione della recente mostra di armi IDEX 2023 di Abu Dhabi – può essere aumentato di 700 milioni di euro rispetto agli attuali 1,5 miliardi di euro.

Ulteriori fondi, secondo il presidente serbo, saranno utilizzati per l’ammodernamento dei carri armati, l’acquisto di BPM e droni, nonché caccia, questa volta non “Made in Russia” ma francesi. E’ il Dassault Rafale a costituire infatti, secondo le ultime dichiarazioni, l’alternativa più valida per la Serbia e l’accordo costerà 3 miliardi di euro se i negoziati saranno completati con successo, ha riferito il leader serbo.

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Alla fine dello scorso anno il Ministero della Difesa della Serbia aveva riferito che stava prendendo in considerazione due opzioni per l’ammodernamento della componente da combattimento dell’Aeronautica: oltre al Rafale i vertici locali avevano preso al vaglio anche i caccia russi secondo le dichiarazioni rese dal capo del dipartimento, Nebojsha Stefanovych.

Ma a quanto pare l’introduzione di sanzioni anti-russe su larga scala avrebbe complicato una scelta simile facendo propendere per il velivolo francese che negli ultimi anni ha inanellato una serie notevole di commesse (Croazia, Emirati Arabi Uniti, Grecia e Indonesia oltre a Egitto, India e Qatar).

La Jugoslavia è stata il primo paese europeo a ricevere i caccia MiG-29: nel 1986 fu firmato un contratto per la fornitura di 14 caccia e due coppie di trainer biposto MiG-29UB. Dopo le perdite in combattimento nella guerra del 1999, nonché un incidente aereo nel luglio 2009, la Serbia disponeva di quattro MiG-29 e per questo venne presa in considerazione la possibilità di acquistare la versione più aggiornata MiG-29M2.

«Siamo interessati ad acquisire caccia russi MiG-29M2» il ministro della Difesa nel 2013. Allo stesso tempo, il direttore generale del RAC MiG, Sergei Korotkov, affermò che se la Serbia avesse deciso di acquistare i nuovi caccia MiG-35 li avrebbe ricevuti allo stesso prezzo riservato alle forze aeree russe.

Ufficialmente non furono mai comunicati i motivi del rifiuto all’acquisto, ufficiosamente la decisione fu presa sotto la pressione del Fondo Monetario Internazionale. Nell’agosto 2014 Vladimir Putin rimise in sesto le capacità dei MiG serbi che erano inattivi per mancanza di pezzi di ricambio. «Abbiamo firmato una gara d’appalto ma il presidente della Federazione Russa ha insistito personalmente perché li accettassimo gratuitamente e ieri sera sono arrivati a Belgrado» – dichiarava Vučić, allora primo ministro della Serbia.

«Sono molto grato al presidente Putin per il regalo» – sottolineando di fatto che grazie al “dono russo”, per la prima volta dopo una lunga pausa, la Serbia riprendeva il pieno controllo dei suoi cieli.

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Nel 2017 la Russia consegnò alla Serbia 6 caccia: un MiG-29A (9.12A), tre MiG-29 (9.13) e due doppi MiG-29UB (9.51). Nel febbraio 2019 inoltre i serbi ricevettero altri quattro MiG-29 nella versione 9.13 dalla Bielorussia. Come nel caso dei MiG russi anche i caccia di Minsk sono stati trasferiti gratuitamente previo pagamento solo di riparazioni e aggiornamenti.

Allo stesso tempo l’addestramento dei piloti serbi era gratuito. «Il Ministero della Difesa della Federazione Russa stanzierà 2 milioni di euro per l’addestramento dei piloti serbi per i caccia MiG-29» – dichiarò nel febbraio 2018l’allora ministro della Difesa serbo Alexander Vulin.

Si noti che la fornitura di nuove armi per i caccia serbi è avvenuta letteralmente fino a poco tempo fa: nel maggio 2022, all’esposizione delle armi dell’esercito serbo “Shield 2022”, sono stati mostrati per la prima volta i missili R-77, Kh-29 e le bombe KAB-500KR.

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Il presidente serbo tuttavia annunciò per la prima volta l’intenzione di acquisire il francese Rafale nell’aprile 2022 riferendo che da un anno erano in corso trattative per l’acquisizione di 12 nuovi caccia francesi e l’eventuale acquisto di altri 12 caccia usati da un altro Paese.

I negoziati sono iniziati nel 2021, quando la fornitura di pezzi di ricambio e armi per i MiG-29 serbi non aveva ancora incontrato problemi. Pertanto è altamente ipotizzabile che la Serbia (che punta da tempo all’ingresso nell’Unione Europea), dopo aver abbandonato l’acquisto di nuovi caccia russi nel 2013-2014, abbia semplicemente considerato di ricevere MiG russi e bielorussi usati come misura temporanea per mantenere il controllo dei cieli ad un costo conveniente.

Nel 2020-2021, gli analisti militari serbi hanno parlato all’unanimità della necessità di ordinare nuovi velivoli nel 2024 per portarli alla piena prontezza al combattimento entro il 2030, ovvero quando arriverà il momento di ritirare dal servizio il MiG-29.

Foto Dassault e Aeronautica Serba

 

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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