I dolori di SpaceX: lancio abortito per Starship, i russi possono neutralizzare i satelliti Starlink

 

 

Le attività spaziali delle società di Elon Musk sono tornate negli ultimi giorni alla ribalta della cronaca per il fallito lancio del veicolo di lancio riutilizzabile Starship di Space X, lanciato il 21 aprile con il razzo Super Heavy dalla base di Boca Chica (Texas), ma la separazione del veicolo dal lanciatore non è andata a buon fine. Subito dopo il lancio, la navetta ha cominciato a ruotare in modo anomalo e i tecnici hanno deciso di distruggerla per evitare un rientro a terra  incontrollato.

Starship è stata quindi fatta esplodere in volo per motivi di sicurezza perché la mancata separazione dal primo stadio del lanciatore la rendeva altamente instabile.

Starship è stata selezionata dalla NASA per riportare astronauti sulla Luna con la missione Artemis III ma le attività spaziali della società di Elon Musk hanno visto negli ultimi giorni emergere rilevanti informazioni anche circa l’impiego della costellazione di satelliti a bassa orbita Starlink utilizzati dalle forze armate ucraine per le comunicazioni nel conflitto con la Russia.

Nei mesi scorsi Musk aveva espresso l’intenzione di interrompere l’utilizzo dei satelliti Starlink per usi militari da parte degli ucraini che aveva sollevato dure critiche a Kiev ma il 19 aprile il Washington Post, citando un rapporto classificato dello scorso marzo pubblicato in seguito a un ‘leak’ sulla piattaforma Discord, ha rivelato che la Russia è in fase avanzata di sviluppo di strumenti in grado di sabotare i sistemi satellitari.

Il sistema di disturbo elettronico Tobol-1 (nella foto in fondo alla pagina) a cui Mosca sta lavorando è stato messo a punto allo scopo di proteggere i satelliti russi ma può essere usato anche per disturbare o neutralizzare quelli avversari. In Ucraina sono stati registrati blackout del funzionamento di Starlink ma non è chiaro se siano dovuti all’impiego sperimentale del Tobol-1 o di altri sistemi russi come i Tirada-2 (nella foto sotto) in grado di disturbare le comunicazioni satellitari incluse quelle che gestiscono l’impiego dei droni.

Sono state individuate sei unità militari equipaggiate con i sistemi Tobol-1 in Russia, che “sembrano essere più avanzati di quanto si sapesse” come scrive il quotidiano statunitense:

  • Shcholkovo, regione di Mosca, unità militare 26178
  • Ulan-Ude, in Buryatiya, unità militare 14129
  •  Ussuriysk, regione di Primorskiy, unità 14038
  • Yeniseisk, Siberia unità 14058
  • Pionerskiy, regione di Kaliningrad unità 92626
  • Armavir, regione di Krasnodar, unità 20608.

Space X, proprietaria di Starlink, non ha rilasciato commenti ma già lo scorso anno Musk aveva commentato i tentativi del Cremlino di colpire la sua tecnologia, scrivendo su Twitter nel maggio 2022 che i russi stavano presumibilmente intensificando i loro sforzi per attaccare i satelliti Starlink. Un contesto che potrebbe spiegare quindi la ritrosia di Musk nell’esporre la rete satellitare commerciale a rappresaglie russe che potrebbero compromettere l’intero business di Starlink.

 

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