I russi tornano sulla Luna dopo 47 anni

 

Il razzo Soyuz 2.1b con a bordo la sonda lunare Luna-25 è decollato questa notte per la prima missione lunare della Russia dal 1976. Il lancio della sonda Luna-25, dal peso di 800 chili, è avvenuto poco dopo l’una di notte in Italia dal cosmodromo russo Vostochny in Estremo Oriente e il lander lunare russo dovrebbe raggiungere la Luna il 23 agosto, cercando di anticipare la sonda indiana Chandrayaan-3, lanciata dalla Indian Space Research Agency (ISRO) che è già in orbita intorno alla Luna e dovrebbe allunare il suo veicolo (rover) il 23 agosto vicino al Polo Sud.

L’India è la quarta nazione al mondo ad avere inviato un lander sulla superficie lunare dopo USA URSS/Russia e Cina. La navicella spaziale russa impiegherà circa 5 giorni e mezzo per raggiungere l’orbita lunare dove resterà alcuni giorni prima di dirigersi verso la superficie dove è previsto atterri nel Polo Sud lunare, area mai raggiunta prima e dove la presenza abbondante di ghiaccio suggerisce la disponibilità di acqua.

“Il lancio del dispositivo in un’orbita lunare alta 100 chilometri è previsto per il 16 agosto e il suo atterraggio regolare sulla superficie del satellite naturale terrestre è previsto per il 21 agosto a nord del cratere Bugusslavsky”, nel Polo Sud lunare, ha spiegato in un comunicato l’Agenzia spaziale russa Roscosmos.

Luna 25 resterà attiva sulla Luna per un anno prelevando campioni, analizzando il suolo e svolgendo “ricerche scientifiche a lungo termine”, ha precisato ancora l’agenzia spaziale. “In futuro, la Luna diventerà un trampolino di lancio per l’esplorazione dello spazio profondo e di pianeti lontani”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ria Novosti il direttore generale di Roscosmos, Juri Borisov (nella foto sotto), sottolineando che il lancio di Luna-25 costituisce il primo passo di un ambizioso programma di ricerca e sviluppo spaziale.

La prospettiva della ricerca spaziale russa include l’apertura di una base permanente sulla Luna e lo sfruttamento delle risorse del satellite.

“Nel 2027 – ha aggiunto Borisov – dovremmo lanciare Luna-26, nel 2028 Luna-27, e dopo il 2030, Luna-28. Queste quattro missioni costituiranno la prima fase del programma di ricerca. Successivamente, la Russia, insieme alla Cina, passerà’ alla fase successiva che prevede la possibilità di inviare astronauti sulla Luna e costruirvi una base.

Come ha ricordato Elisa Buson sull’ANSA, si tratta di un obiettivo ambizioso che la Russia persegue senza la collaborazione dell’Europa, interrotta dopo l’invasione dell’Ucraina. Nel 2015 l’Agenzia Spaziale Europea e Roscosmos avevano unito le forze per mettere in campo una serie di missioni (Luna-25, Luna-26 e Luna-27) volte a verificare le condizioni per la creazione di un insediamento umano permanente sulla Luna.

La crisi determinata dal conflitto in Ucraina ha spinto l’ESA a cercare di associarsi al programma Artemis della NASA statunitense e ad annunciare la fine della cooperazione con Mosca prima per la missione ExoMars diretta su Marte e poi, il 13 aprile 2022, anche quella per le missioni lunari con la conseguente richiesta russa di restituzione della telecamera di navigazione Pilot-D impiegata nella missione Luna-25.

Il programma di esplorazione lunare Luna venne varato dall’Unione Sovietica nel 1959 e ha portato al lancio di 24 missioni, di cui 15 di successo, fino al 1976. Quando Luna-24 portò sulla Terra circa 170 grammi di suolo lunare. Durante un incontro con il presidente Putin, Borisov disse che “la probabilità di completare con successo missioni come questa è stimata intorno al 70%”.

Evidente anche il valore politico e simbolico dell’evento.  Roscosmos ha dichiarato di voler dimostrare che la Russia “è uno stato in grado di trasportare un carico utile sullaLuna” e “garantire alla Russia l’accesso al la superficie della Luna” .  Secondo Vitaly Egorov, celebre esperto russo di spazio, “l’obiettivo è la competizione tra due superpotenze – Cina e Stati Uniti – e una serie di altri Paesi che vogliono a loro volta rivendicare il titolo di superpotenza spaziale”, e la Federazione russa spicca nel gruppo.

Foto Roscosmos e TASS

 

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