Il Kenya guiderà una missione di polizia ad Haiti sconvolta dalle gang dei narcos

 

Il Kenya ha annunciato il 29 lugli che sta preparando mille agenti di polizia per supportare e addestrare a contrastare le gang violente che hanno preso il controllo di gran parte della capitale haitiana, Port-au-Prince. “Il Kenya ha accettato di guidare una forza multinazionale a Haiti”, ha confermato in una dichiarazione il ministro degli Esteri, Alfred Mutua rispondendo alla richiesta delle Nazioni Unite.

La missione di Nairobi deve comunque attendere di ricevere un mandato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ma sembra aver già avuto il via libera dalle autorità haitiane.

Il 30 luglio Haiti ha accolto “con grande interesse” l’offerta del Kenya di guidare una forza multinazionale di pacificazione per riportare sicurezza nel paese caraibico ha detto il ministro degli esteri haitiano, Jean Victor Geneus.

“Assistiamo con molta preoccupazione al peggioramento della situazione della sicurezza a causa delle continue azioni criminali delle bande. Accogliamo con favore la dichiarazione del ministro degli Affari Esteri del Kenya. Apprezziamo molto il sostegno e la solidarietà dei nostri fratelli e sorelle dall’Africa, la madrepatria. Siamo pronti ad accogliere e lavorare con il team di valutazione del Kenya”, ha dichiarato Geneus.

Claude Joseph, ex premier ed ex ministro degli Esteri, del partito Impegnati per lo sviluppo (EDE), su Twitter ha criticato l’iniziativa osservando che il Kenya, alle prese con una crisi politica interna, non sembra essere nelle condizioni di aiutare Haiti.

In realtà il Kenya (e le Bahamas che hanno mobilitato 150 agenti della Royal Police Force) ha accettato la richiesta formulata dalle Nazioni Unite su pressione degli Stati Uniti: il segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il presidente keniota William Ruto e Washington è  preoccupata per il tracollo dello stato caraibico, dove le bande armate legate per lo più ai cartelli della droga controllano circa l’80% della capitale Port-au-Prince.

Washington ha invitati i cittadini americani a lasciare Haiti e ha ridotto il personale d’ambasciata, attendendosi evidentemente una recrudescenza degli scontri.

Il ministro degli Esteri Alfred Mutua, ha detto che il Kenya “ha accettato di considerare la possibilità di guidare una forza multinazionale ad Haiti”, composta da “mille agenti di polizia”. Ora la proposta attende la conferma del governo haitiano nonché il mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Mutua ha aggiunto che il migliaio di agenti avranno il compito di “addestrare e assistere la polizia haitiana a ripristinare la normalità nel Paese e proteggere le infrastrutture strategiche. Nelle prossime settimane è prevista una missione di valutazione da parte di un gruppo di lavoro della polizia del Kenya sulla base della quale sarà definito “il mandato e i requisiti operativi della missione.

L’anarchia che regna ad Haiti sta portando il collasso la già poverissima nazione. Per l’Unicef 2,6 milioni di bambini hanno bisogno di aiuti umanitari, 1,2 dei quali nella capitale, mentre 165mila persone hanno dovuto lasciare le proprie case per sfuggire agli scontri. Nel 2022 le scuole sono rimaste chiuse per sette mesi mentre le condizioni igienico-sanitarie si sono degradate al punto da causare un’epidemia di colera, con 768 morti accertati e oltre 40 mila ricoveri.

«Ho incontrato gli haitiani e ho notato lo sfinimento di una popolazione che da troppo tempo affronta condizioni di vita insopportabili», ha dichiarato dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. «Dobbiamo mettere Haiti sulla mappa politica internazionale e rendere la tragedia del popolo haitiano la massima priorità della comunità internazionale».

Dopo l’uccisione del presidente Jovenel Moise, il 7 luglio 2021, lo stato è in mano al premier Ariel Henry, duramente contestato per l’incapacità di riportare ordine e sicurezza in cui le elezioni vengono continuamente rinviate.

Foto: Polizia del Kenya

 

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